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Datemi un film ambientato in quel meraviglioso mondo di pudicizia e perversione che vivono gomito a gomito, l’epoca Vittoriana, è io mi ci tuffo a pesce. Inutile dire che se come me amate i period movie, la visione è quasi obbligatoria.
La sorpresa relativa, data l’accoglienza positiva che il film ha ricevuto, è che potrebbe piacere ad un pubblico molto più ampio.

Il film, come l’immortale scritta “tratto da una storia vera” ci premura di avvisarci, narra della genesi del primo congegno elettrico atto a procurare piacere alle donne: il vibratore. Il tutto potrebbe sembrare semplice e pruriginoso, se non fosse che stiamo parlando di epoca Vittoriana dove non si poteva parlare troppo della sfera sessuale ed ecco che puntualmente tutti i period movie dedicati toccano quel tema. In questo, il giovane e speranzoso dottor Mortimer Granville, sperando di salvare l’umanità con la diffusione di teorie “bizzarre” come quella dei germi, finisce per inimicarsi i primari di mezza città e, disperato, diventa assistente di un noto specialista in isteria. Non quella di cui soffrono i pazzi, no, una sorta di malattia pigliatutto (cit.) per spiegare l’atteggiamento volubile ed emozionale delle donne di mezza Londra. La cura? Una stimolazione locale dell’utero che porti la paziente al Parossismo liberatorio. In altre parole: Granville e il suo capo masturbano le signore bene per farle raggiungere l’orgasmo e curare la loro varietà di disturbi.
La cosa avrebbe del comico (e lo ha), se non fosse che in questo periodo nel Regno Unito questa pratica era considerata medica, curativa e per nulla associata alla sfera sessuale. Questi inglesi.
Proprio quando il sogno di sposare la figlia docile e premurosa del capo e diventare un professionista stimato sembra a portata di mano, i crampi e i dolori alla mano che affliggono Granville  per il troppo lavoro gli valgono un licenziamento.
E occhio a ridacchiare, perché era un problema veramente diffuso tra gli specialisti. Da qui, in collaborazione con un amico parecchio sopra le righe, Granville finirà per inventare il massaggiatore elettrico e, grazie all’amicizia con la figlia maggiore suffragetta e tuttofare del medico, capirà un paio di cose sull’universo femminile.

La trama ve l’ho spiegata per bene, ma ribadisco: non si vede nemmeno una caviglia, nuda. Occhio.

La pellicola quindi non è erotica nemmeno vagamente, è invece deliziosamente spassosa. E’ il genere di film che, alludendo a ciò che non mostra in maniera sottile e con uno sguardo moderno, si prende gioco dei suoi protagonisti e dei luoghi comuni legali al sesso e all’epoca. Non solo; pur sviluppandosi attorno ad uno schema classico e risultando parecchio prevedibile, il film sorprende per la cura con cui è stato realizzato.

La regia di Tanya Wexler non è banale come ci si aspetta da questo genere di prodotto. Senza essere invadente, ha il merito di descrivere un epoca con un sapiente uso delle immagini (per esempio la bellissima scena iniziale in cui il medico si “pulisce” le scarpe all’entrata dell’ospedale). Ai suoi ordini si muovono uno stuolo di attori britannici, con delle scelte per nulla banali. Rupert Everett fa il suo lavoro, Maggie Gyllenhaal è in grado di ritrarre una donna fin troppo moderna per il contesto in maniera credibile, Felicity Jones rende adorabile un personaggio destinato alla tappezzeria. Come poi non amare il personaggio di Molly, una Rizzo cameriera con un passato da prostituta?

Veniamo alla ciccia: i costumi. Belli. Nella stessa pellicola uno può apprezzare il raffinatissimo guardaroba di Emily senza che cozzi troppo con le mise più dimesse di Charlotte. Il tutto poi ha un’aria molto realistica, anche per i personaggi secondari, senza incedere nella pacchianata o nell’eccessiva patinatura data da budget troppo cospicui. Gli outfit di Emily sono meravigliosi, specie quello nella scena in cui saluta Mortimer.

Lo vado a vedere? Se ti piacciono i period movie, SI’, se hai voglia di una commedia che non incede nel cinemozioni5 e fa ridere di gusto, anche. Insomma, un bel film che ha carattere senza risultare troppo serio o troppo sciocchino.
Ci shippo qualcuno? Va da sé, se uno è malizioso Rupert Everett e il suo giovane amico indigente sono una ghiotta preda, ma dovete ricamarci su voi.
Coefficiente costumistico? Nonostante si parli di borghesia, parecchio alto.

(dopo aver visto il film, consiglio una lettura della sezione storia su wiki dedicata al vibratore. Soprattutto per capire come la valuzione di un semplice elettrodomestico sia cambiata radicalmente in un solo secolo.)