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Forse mi ero distratta io, forse l’avete snobbato un po’ voi, fatto sta che di questo Despicable Me non è che si sia molto discusso qui intorno. La mia sopresa nel constatare che ha avuto un notevole successo anche in Italia, oltre che negli Stati Uniti!
Colmata la lacuna con un certo ritardo (due anni, quindi sono ancora nei tempi medi dei distributori italiani), ho pensato di spendere due righe a riguardo anche su questi lidi.

Se non avete visto Cattivissimo me non avete fatto un torto a voi stessi nè dovreste sentirvi in dovere di lanciarvi sulla prima copia disponibile per colmare questa lacuna. Infatti stiamo parlando di un film d’animazione nella media, che sviluppa un’idea di partenza forte in maniera egregia, anche sotto il punto di vista tecnico.

L’aspetto interessante della pellicola non è quello che ci suggerisce di sè stessa, ma ciò che ci suggerisce del comparto del cinema d’animazione realizzato in CG. Ovvero: sono ormai tramontati i tempi in cui solo i nomi di spicco potevano realizzare grandi pellicole indimenticabili, sfruttando i punti di forza del genere. Non si tratta più di un filone inesplorato, bensì di un genere ben consolidato in cui anche players meno consueti come Universal Pictures possono dire la loro in maniera convincente.
E’ interessante anche rilevare che, rispetto ad altri generi (anche al vicino più prossimo, il cinema d’animazione tradizionale), il livello medio delle pellicole è molto alto e forse Cattivissimo Me paga un po’ il confronto con i grandi racconti universalistici della Pixar o con gli ultimi lavori molto riusciti della DreamWorks.
Altra prassi ben consolidata è l’ossatura della storia: se i vari competitors sono sempre più numerosi, l’organizzazione generale dei loro prodotti è pressochè identica.

Parlando di Cattivissimo Me, anche qui il protagonista è un’outsider e l’universo di riferimento, pur essendo realistico, assume una connotazione molto particolare, che cattura l’attenzione. Gru infatti è un cattivissimo di professione, gettato nello sconforto dal fatto che qualcuno più cattivo di lui sia riuscito a rubare un’intera piramide, ridicolizzando le sue precendenti imprese. Nel tentativo di mettere a segno il furto del secolo, quello della luna, il nostro si imbatte in tre orfanelle sui generis, a cui finirà prevedibilmente per affezionarsi.

Il target di riferimento della pellicola sembra molto più basso rispetto al titolo che richiama subito alla memoria, ovvero The Incredibles, che continua a rimanere sostanzialmente irraggiungibile nella sua metafora supereroistica. Il taglio più bambinesco e una pesante prevedibilità a livello di trama finiscono per rendere meno avvincente il racconto, ma un paio di gag ben riuscite e di momenti memorabili vengono comunque messi in campo.
Immancabile, il personaggio tormentone: si chiamano Minions, sono piccoli, gialli, coccolosi, un po’ folli e una perfetta arma di marketing. Peccato che io li abbia trovati vagamente detestabili perchè fanno tutto questo un po’ troppo allo scoperto. Fortunatamente il villain, Vector, è il personaggio dove lo sforzo creativo si sente di più e, muovendosi in contrapposizione a Gru, fornisce uno spunto d’interesse anche per i più grandicelli.

Nota sul doppiaggio: se il nome cubitale di Max Giusti vi ha spaventato, vi rassicuro. Nessuna delle due versioni del protagonista (Max Giusti qui, Steve Carell là) è particolarmente memorabile, anzi, a mio parere entrambe le voci sembrano troppo alte per essere associate alla figura scura ed emaciata del protagonista. A livello di comprimari invece il lavoro dei professionisti italiani non ha nulla da invidiare a quello delle stars d’oltreoceano che hanno prestato la loro voce, quindi non fatemi troppo gli schizzinosi.

Lo recupero? Se ami molto il cinema d’animazione, hai un pubblico molto giovane a cui propinarlo, hai voglia di vedere qualcosa di piacevole senza troppe pretese
Ci shippo qualcuno? Se non sei troppo malato, no.

L’unica clip che mi sento di consigliarvi tantissimo è quella in cui Gru legge una storia della buonanotte alle tre orfanelle. La trovate per intero nel video qui sotto, ma lasciatemi ricordare che la versione inglese di Sleepy Kittens non rendere nulla dell’epica coccolosità dell’italiano i Micini Sonnacchiosi (oddio, fa così internet!).
E per la serie il Marketing Diabolico del Male, guardate un po’ che si può comprare su Amazon.

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