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Urania Collezione 112 
Incontro con Rama (Rendez-Vous with Rama)
di Arthur C.Clarke
Pubblicato nel 1973
Premio Nebula, Hugo, Jupiter, Campbell

Arthur C. Clarke vive nell’Olimpo della Fantascienza in Italia, per essendo il pantheon di scrittori ammessi nelle librerie è davvero ridottissimo. È indubbiamente un nome celebre del genere, anche “solo” per il fondamentale apporto che ha dato nello sviluppo di una delle pellicole fondamentali per la fantascienza e non: 2001, Odissea nello Spazio, germinata da un suo racconto breve, rimaneggiata con Kubrick stesso e poi successivamente rielaborata in una saga letteraria.

Incontro con Rama è uno dei suoi romanzi più famosi e uno dei migliori. Non è nemmeno troppo difficile recuperarlo, dato che è stampato più e più volte nelle varie collane Urania. E’ però il primo titolo disponibile in formato digitale della collana Urania Collezione che contiene (o meglio dovrebbe) i classici del genere. E’ la collana pensata per il recupero di titoli ormai introvabili e l’approccio di chi vuole provare la fantascienza, partendo dal meglio del meglio (sempre teoricamente).

Incontro con Rama è un bilanciatissimo esempio di hard science fiction (detta anche fantascienza tecnologica, niente di sordido, spiacente), una sotto categoria del genere generalmente consigliata per veri fattoni o lettori petulanti. In pratica, consiste nel creare un contesto narrativo fantascientifico sì, ma assolutamente aderente ai dettami della scienza. Di fondo, si crea un mondo futuro ma futuribile, attenendosi strettamente a quello che lo stato dell’arte tecnologico considera realizzabile nel futuro. In genere questo tipo di romanzo, per quanto intrigante e in un certo senso didattico, manca completamente di una qualsivoglia forma di intrattenimento. Nei casi peggiori, l’autore pavoneggia il suo sapere scientifico per centinaia e centinaia di pagine. Terribile, ma non è questo il caso.

la copertina della prima edizione inglese del romanzo

Rama, inizialmente scambiato per un asteroide che potrebbe impattare con il pianeta terra dopo la tragica vicenda dell’undici settembre (ma del 2077, quando un mega asteroide impatta sulla Pianura Padana, sterminando tutta la verde pianura. Non ditelo ai leghisti), si scopre essere un oggetto artificiale. Viene quindi mandato in esplorazione il primo equipaggio disponibile, perché l’astronave stessa, di forma cilindrica (quella che vedete sulla copertina), si dirige velocamente verso una rotta che la porterà così vicina al sole da rendere impossibile un contatto prolungato o l’intervento di personale che non sia già nei paraggi.

Da qui parte l’esplorazione dell’astronave, tanto grande da essere un mondo in miniatura. Da una parte, gli esploratori in sé, che dovranno confrontarsi con le vestigia di una civiltà basata su concetti prospettici, leggi fisiche e necessità culturali assolutamente incomprensibili, dall’altra la delegazione lunare (composta da terrestri e dalle colonie provenienti da Marte e Mercurio), divisa tra la curiosità verso questa civiltà e il pericolo di una possibile minaccia verso la razza umana.

Il perno del romanzo è la vicenda esplorativa in sè, ma è evidente che il messaggio che Clarke vuole trasmettere è un’immensa, malinconica e tremenda consapevolezza dei limiti umani. Alcuni dettati dalla tecnologia, appunto (per esempio le comunicazioni via radio sono “realisticamente” realizzate tramite ponti satellitari costosi e via via più difficili da attuare con l’avvicinarsi al sole, tanto che man mano il gap tra l’invio di un messaggio e la sua recezione si allunga), altri legati a qualcosa di insondabile e completamente al di fuori del controllo degli umani. Non è un mistero che Clarke amasse il risvolto metafisico e non è difficile intravederlo nei ramani, presenza costante ma sempre indiretta, una sorta di ombra per tutto il romanzo. Nessun alieno si palesa a bordo dell’astronave, ma se ne possono via via intuire capacità e aspetto attraverso le vestigia di bordo.

L’unica informazione palesemente chiara è che le capacità dei ramani sono incomparabilmente superiori a quelle terrestri, tanto da farle sembrare poco più che preistoriche. La spaccatura è talmente ampia che i ramani sono imperscrutabili al pari di divinità.
A fare ancora più male è la palese indifferenza con cui il misterioso viaggio dei ramani trascuri qualsiasi intento di contatto con gli umani, che, ritenendosi più o meno il centro della loro galassia, danno per scontata questa evenienza. I ramani in un certo senso danno il via ad una prospettiva galileiana anche tra eventuali razze aliene, dove la terra, considerata il centro, finisce per apparire uno dei tanti pianeti orbitanti.

Il libro in sé è scritto molto bene (e, per farci godere in pieno l’esperienza della fantascienza italiana, Mondadori non manca di costellarlo di una strage di congiuntivi ed errori di battitura) e fa pesare meno la parte di fantascienza tecnologica, creando un paio di personaggi meno monodimensionali rispetto alla media. Questo però non vuol dire che la maggioranza di essi rimanga sostanzialmente interscambiabile, anzi. Non mancano poi le perle misogine e sessiste. Vi metto a parte delle due che ho trovato francamente più spassose:

Norton era convinto da parecchio tempo che certe donne non dovevano mai salire a bordo di un’astronave. L’assenza di peso fa ballonzolare il seno in un modo per cui non è impossibile non guardare. Era già abbastanza inquietante quando stavano ferme ma quando si muovevano a tempo con le vibrazioni di bordo…addio, nessun maschio degno di questo nome poteva restare indifferente.

e

E’ un dato di fatto, Laura, che gli uomini, a differenza delle donne, sono capaci di seguire due corsi di pensiero

grazie Clarke, passo e chiudo.

Sicuramente Incontro con Rama non è il libro più indicato per un approccio alla fantascienza per chi ne sia completamente a digiuno, perché è molto concentrato proprio sull’aspetto più scientifico del genere. Mi sento di consigliarlo a chi ha già provato qualcosa che viene considerato “di genere” ma che sia meno collegato ai canoni o che sia ormai considerato un classico tout court (tipo Bradbury, Wells e soci) e ora voglia provare un distillato più concentrato.

Lo trovate in ebook sulle maggiori piattaforme distributive italiane al prezzo di 2,99 euro.

Qui trovate il post di presentazione sul blog della collana
Qui trovate un’immagine che ricostruisce il mondo di Rama all’interno della navicella.