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Charlize Theron, Chris Hemsworth, Colleen Atwood, Costumismi, film col dramma dentro, Fottuto Cervo Metaforico, gente figa, Kristen Stewart, lesbofilm, Rupert Sanders, Ship Sheep, shippabbestia, Snow White and the Huntsman
Premesso che credo sia assolutamente impossibile per una persona come me prendere le dovute distanze da un film che:
- Ha dei costumi da urlo
- C’ha il dramma dentro
- Vede come regina malvagia Charlize Theron
- Contiene CacciaThor
- punto finale misterioso tenuto in sospeso per possibili [SPOILER]
ecco qualche spunto di riflessione sulla pellicola che ho rischiato di non vedere nel primo giorno di programmazione (dopo averla attesa spasmodicamente per mesi) perché al cinema c’e’ fuori talmente tanta bella roba che la gente ha preso d’assalto le sale di mercoledì, manco avessero dato via banconote da 500 euro insieme al biglietto. La Universal gode giustamente dei soldi incassati perché ha intelligentemente approfittato del Nulla Cosmico messo in campo dalle sue concorrenti.
Spiace dirlo, ma Snow White and the Huntsman è lontano dall’essere un film bellissimo. Non che non sia bello, non che non intrattenga, non che non contenga elementi oltre la media; semplicemente, per tutta una serie di motivi, vuole conquistarsi il favore di tutta una serie di fasce di spettatori, finendo però per soddisfare appieno solo quelli che apprezzano i punti sopracitati. Chiariamo: è ampiamente superiore a Mirror Mirror e ha un comparto tecnico che fa risaltare impietosamente la pochezza della realizzazione di Once Upon a Time (non che ci volesse questo sforzo).
Il film non soddisfa appieno sostanzialmente per due motivi: è troppo lungo e mette troppa carne al fuoco, risultando confusionario e poco approfondito.
Due ore e bruscolini non sono poi una lunghezza infinita, ma se ogni quarto d’ora viene introdotto un nuovo scenario con tutto il corredo di leggende/voci/informazioni base buttate lì alla velocità della luce perché ci sono altri setting da mostrare, si finisce per sfruttare poco il potenziale di idee buone che viene sparso qua e là. Troppi, troppi scenari: il castello, la foresta oscura, il bosco delle fate, il villaggio delle sfregiate, le “miniere” dei nani, il bosco innevato, il castello dove vive William, l’assedio dalla spiaggia al castello finale. Non per niente la trilogia di Peter Jackson (un evidente punto di riferimento ed ispirazione del film, come di ogni film fantasy da svariati anni) sviluppava un numero di scenari di poco superiore, ma in 9 ore e passa.
L’eccessiva popolosità di scenari si riflette del trattamento riservato ai personaggi. Fermo restando che, contrariamente al titolo, l’assoluta protagonista della pellicola è la regina Ravenna, anche il suo background non è che una confusa serie di ricordi, flashback e allusioni più o meno velate (meno). Gli altri personaggi, eccezion fatta per CacciaThor, vengono costruiti esclusivamente sul rapporto che intercorre con la regina, finendo per essere ancora più confusi, rimanendo sostanzialmente “il fratello pedofilo della regina”, “la tizia che ci vogliono far credere essere più figa della regina” e poco altro. Menzione speciale per il Principe Azzurro, che stavolta si chiama William, che finisce suo malgrado per battere di misura l’inutilità di tutti i principi azzurri precedenti. Forse il fatto che non fosse contemplato nel trailer e abbia una delle facce più anonime mai viste dovrebbe far riflettere su quanto abbiano puntato a livello di storia su questo personaggio.
Anche per le interpretazioni il verdetto non è completamente positivo. Pollice in su che Chris Hemsworth, che fa il suo onesto lavoro sul Cacciatore Ubriacone, su cui gli sceneggiatori sono sembrati così indecisi da non dargli nemmeno un nome. Noi lo chiameremo con affetto CacciaThor, il personaggio che ha perso ciò che ama e si affeziona a Biancaneve man mano che la scorta attraverso i mille scenari del film. Problema: per quanto l’attore possa essere bravo, se dall’alto non stabiliscono il livello di partecipazione sentimentale con la protagonista, facendolo prima atteggiare a fratellone di riserva, poi a limonatore che la sveglia dalla maledizione dopo un monologo di un posticcio terribile, poi a tizio che passa di lì durante la scena finale, Hemsworth non può fare granchè.
Passando a Charlize Theron, ero un po’ preoccupata perché in molti la accusavano di aver esagerato il personaggio. Fortunatamente non ho avuto questa impressione, dato che la sua regina non è semplicemente malvagia e nemmeno disturbata: è psicologicamente instabile, se non proprio matta da legare. Nel suo passato confuso si intravedono violenze, stupri e un’ossessiva attenzione della madre verso la sua bellezza, che l’hanno portata a sentirsi sostanzialmente abbandonata a sè stessa, tradita dal genere maschile tutto e invidiosa del resto del genere femminile, intessendo rapporti morbosi col fratello (anche qui solo accennati), col suo Specchio, col suo corpo. Certo, non si può trascurare l’immenso apporto dei più che meravigliosi costumi di Colleen Atwood e le scenografie di Fainche MacCarthy, ma rimane indubbio che lo stato alterato della mente di Ravenna rivive attimo dopo attimo negli occhi e nella gestualità della Theron.
E poi ci sarebbe la protagonista putativa della storia, la Biancaneve di Kristen Stewart. Il problema è che gli sceneggiatori la fanno vagare da un capo all’altro del suo mondo commuovendosi per tutto e sbattendo gli occhioni a ogni creatura fantastica che incontra, mentre Rupert Sanders si limita a farle un tot di primi piani, aggravando questa sensazione. L’attrice poi non sembra particolarmente preoccupata di aggiungere del suo e, ORRORE, si produce in un’altra scena di accucciamento in posizione fetale in mezzo ai boschi.
Non si può che dire bene invece della parte tecnica. Il film è un film a budget elevato, ma spesso risulta curato ancor di più di film ben più costosi o curati da gente ben più fissata con i dettagli. Scenografia, fotografia, montaggio, effetti speciali (il Troll è magnifico, gli animaletti del bosco e il Fottuto Cervo Metaforico White Edition sono evidentemente finti, ma l’interazione con gli attori in carne ed ossa è magnifica), musica (anche se strizza un po’ troppo l’occhio a successi precedenti)…tutta quella serie di aspetti talmente curati che ci si riempe un bluray di contenuti speciali (o almeno, questa è la mia fervente speranza).
Lo vado a vedere? Immaginati un film un po’ confusionario ma molto ben realizzato su una sorta di Cersei che non solo è figa e parecchio stronza, ma c’ha pure i poteri. Se l’idea ti intriga sì. E se hai voglia di andare al cinema, non è che ci sia molto altro.
Ci shippo qualcuno? Qui apriamo una megaparentesi con un sacco di spoileroni. A mio parere il personaggio di Biancaneve rimane così indefinito perché investito di un sottotesto micidiale con Ravenna. Sì, in quel senso lì, proprio da lesbofilm. Innanzitutto vi sfido a trovare un film degli ultimi 10 anni in cui la vita amorosa della protagonista rimanga così in sospeso, con lei che viene incoronata da single e non si caga di striscio né l’inutile William, né Cacciathor, che viene tenuto a distanza di sicurezza di 300 metri per evitare qualsivoglia allusione (io qui al cinema stavo facendo tipo le capriole dalla felicità). Sì, lui l’ha svegliata col suo bacio, ma il primo bacio di Biancaneve (voluto da lei) è andato non a caso a Ravenna in versione William. Ravenna stessa dice di essere imbattibile (con un elegante porta aperta verso un suo ritorno nel già annunciato secondo capitolo) poco prima di essere uccisa dalla protagonista che come parole d’addio piazza un ambiguissimo “non avrai il mio cuore”. Poi si commuove e piange (questo però non conta, dato che lo fa per tutto il film). Cuore che nessuno, per inciso, si conquista o arriva tanto vicino ad avere un rapporto così stretto e predestinato come Ravenna tanto che “io vedo ciò che lei vede”. Altra parte sorvolata dal film è il motivo per cui Ravenna si sia limitata a tenere prigioniera Biancaneve, dopo aver detto “mi sento nel cuore che siamo legate”, senza ucciderla subito, pur sapendo che costituiva un pericolo mortale. Aggiungeteci che Ravenna passa tutto il film a dire quanto odi gli uomini ed è letteralmente ossessionata dalla figlia del marito durato nemmeno una notte. Mi stupisco che si vedano sottotesti tirati per i capelli in Brave quando qui sono grandi come una casa e confermati dalla strategia delle interviste durante la promozione del film, in cui le due attrici non facevano che dirsi quanto si vogliono bene e quanto vorrebbero limonarsi vicendevolmente. Che se erano due lui, Tumblr sarebbe già esploso. EH.
C’e’ il Fottuto Cervo Metaforico? Sìììì! E non solo è Bianco ed ENORME, ma è anche supermega metaforicissimo, dato che lui è la prova provata che Biancaneve è Predestinata. A detta del nano che ne sa, Miur, è Predestinata sì, ma non si sa bene a cosa. D’altronde coppano il cervo prima che possa fornire una metafora più precisa. Forse il cervo dell’anno.
Nota bene: l’elegante porta verso il sequel non l’ho immaginata io. Il secondo capitolo è già stato annunciato, ma non riesco proprio a capire come rivolteranno la situazione per inserirci un secondo film.
Vagando tra le recensioni a questo film mi sono stupita di trovare sui siti specializzati in critica cinematografica soltanto commenti entusiastici ma superficiali e che, alla fine dei conti, non dicevano niente di concreto.
Per fortuna sono arrivata qui, e devo dire che questa, finora, è la recensione più curata e attinente al film che ho visto.
Un film, secondo me, brutto.
Non proprio da buttare, ecco, ma solo perché c’erano Chris, Florence che cantava e buoni effetti speciali.
Il resto, a partire dalla monoespressione di Biancaneve per finire con il suo assurdo discorso nonsense d’incoraggiamento ai soldati, è puro orrore.
Complimenti per la recensione.