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…e così Seth MacFarlane passa al cinema e dietro la cinepresa in un colpo solo. Dopo essersi fatto un nome con Family Guy (o i Griffin che dir si voglia) e aver triplicato con American Dad e The Cleveland Show,  MacFarlane scrive e dirige una commedia che si è aggiudicata senza tanti problemi il VM 18 in Italia. Merito del coccolino qui sotto e non vi dico la fatica per trovare un’immagine di apertura meno che volgarissima.

Pur non amando particolarmente la comicità tipica della scrittura di Seth MacFarlane (e ancor meno la deriva a suon di battute cacofone di pipì, pupù, puzzette e tutto quel serbatoio lì), non posso negare che Ted ne esce meglio di quanto ci si potesse aspettare.

A giudicare dal materiale promozionale, l’intera pellicola sembra orientata a sfruttare l’attrito tra l’immagine tenera dell’orsetto di peluche e il carattere eccessivo e sbracato dello stesso per buttar lì una serie di battute di cui sopra. Il film è esattamente questo, ma incastonato in una classica storia di formazione post adolescenziale, con Mark Wahlberg che interpreta un 35enne un po’ cazzone e cronicamente incapace di fare il punto sulla sua vita e assumersi le sua responsabilità. Il rapporto da amici per sempre con Ted, il suo orsacchiotto di peluche che ha preso vita grazie ad un desiderio espresso da bambino,  serve a rimarcare ancora di più le mancanze di John, soprattutto nei confronti del lavoro e della sua fidanzata (Mila Kunis, che copre il ruolo da tipa supersexy e molto sveglia che le affibbiano su base fissa). Tutto qui? Sì, tutto qui.
A parte appunto lo spunto iniziale (peraltro in molti hanno insinuato che sia stato preso in prestito da Imagine This, un webcomic che presenta un orsetto simile in alcune strisce) il film segue uno svolgimento piuttosto classico, affidando alla prevedibile sequela velocissima di battutine, doppi sensi e scene assurde il tentativo di far presa sullo spettatore. Sotto questo punto di vista funziona, per quanto riguarda il comparto tecnico, è nella media, non mostrando particolari pecche.

A pelle però, mi è parso una sorta di instant movie, una pellicola costruita su una spanna temporale ben precisa e che può essere apprezzata solo a patto di conoscerne le caratteristiche (e possibilmente di viverci ancora dentro). Le battute riferite all’attualità e al mondo presente dello showbiz occupano una parte consistente del film. Se ora strappano un sorriso (ma solo a un certo tipo di spettatore, per gli inconsapevoli è tutto tempo morto), tra qualche anno potrebbero già mancare i riferimenti per coglierne il significato.

Rilevantissimo il comparto di cammei, a partire da Nora Jones andando via via fino a  Sam J. Jones, protagonista di quella perla trash immortale di Flash Gordon, personaggio e padre spirituale dell’animo morale protagonista. Sam J. Jones è in formissima e riesce a prendersi poco sul serio senza dare quella venatura amarissima di vecchia star del passato che torna in pista giocando proprio sulla sua immagine di un tempo, anche se in fin dei conti si tratta proprio di questo. Quello che mi ha infastidito è che ci troviamo di fronte all’ennesimo film in cui c’è questa mitizzazione totalizzante degli anni ’80, più volta a farti esclamare “Ce l’avevo anche io questo! Ahhh, me lo ricordo!” che a fare un discorso un minimo meno che stereotipato sul periodo dell’infanzia di molti degli autori contemporanei. Tutti lì a dire che gli anni ’80 erano tutti cotonature, spalline e pailettes e mai nessuno che si astenga a descriverli andando oltre quei tre aspetti (anche se ultimamente è il versante più 8 bit ad andare forte). A parte questo (ed eccettuato Wreck It! che aspetto già trepidante), mi sento già stanca del pacchetto flashback negli ottanta + pellicola trash mitizzata + protagonista eroe della mia infanzia entra nella mia vita in versione adulta. Come detto, il film di Seth MacFarlane non punta molto all’originalità.

Lo vado a vedere? E’ una pellicola piacevole per passare qualche ora al cinema (soprattutto in compagnia di amici con cui sghignazzare), ma niente più di questo. Consigliato nel caso piaccia questo tipo di comicità o se si è fan degli altri lavori di Seth MacFarlane.
Ci shippo qualcuno? Non credo. A parte gli evidenti limiti “genetici” (ma c’è sempre il furry, a dire il vero), è una delle poche accoppiate maschili dell’ultimo periodo in cui è impossibile vederci quel qualcosa in più.