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Esistono due approcci possibili Rise of The Guardians, ovvero quello che si occupa di aggiornarvi sul bilancio dello scontro tra Disney Pixar e DreamWorks e quello dedito ad analizzare il fenomeno travolgente su Tumblr.

Le 5 Leggende Jack Frost

Essendo parecchio faziosi e cazzari, direi di coprirli entrambi. E, care le mie fangirl, questo film non vi può proprio mancare perché sì.

Le 5 Leggende aveva tutte le premesse di rito per essere il secondo “ottimo film che veramente non mi aspettavo da quei ceffi della DreamWorks” dopo Dragon Trainer, invece toppa sul finale (premessa giudicante per chi non legge mai più di tre righe dopo il cut).
La trama della pellicola è una sorta di seguito di due distinti lavori di William Joyce (che appare in veste di produttore con quello scansafatiche dal nome spendibile di Guillermo del Toro, che vi produrrebbe pure il filmino della Cresima pur di non mettersi a fare qualcosa di suo) ovvero il libro per bambini “The Guardians of Childhood” e un cortometraggio “The Man in the Moon”. Da qui il tutto è passato nelle mani dello sceneggiatore David Lindsay-Abaire, uno senza trascorsi memorabili, ma abbastanza competente da mettere su una storia coesa ma elusiva quanto basta per eventuali sequel (che, stando alle parole dei produttori, ci saranno se il risultato finale li rendere abbastanza ricchi contenti).
Qui parte la mia personale dietrologia, vi avviso. Secondo la mia umile teoria cospirazionistica, se gli ultimi trenta minuti della pellicola sono all’insegna del buonismo WTF!? e del nonsense più sfrenati, non è colpa della sceneggiatura un po’ così di David Lindsay-Abaire, bensì di quei fresconi della DreamWorks.
Ma procediamo per gradi.

Le 5 Leggende Jack Frost Bunny

Non temete, arriveremo anche a commentare anche QUESTO.

Rise of The Guardians è un vero film per il pubblico dei più piccoli che, pur presentando tutta una serie di chicche per i più grandicelli, è decisamente più devoto al suo pubblico di manine cicciottose e nasi smoccolanti di tanti film più intimisti della Pixar. Di fondo (senza spoilerare) si tratta di una bella storia con morale tipo “credi nei tuoi sogni, non come quegli adulti tristoni che non credono in niente!”, che ha per protagoniste alcune figure topiche legate a ricorrenze cristiane, nordiche e pagane.
Qui si pone il primo problema, perché se su Babbo Natale/Nord  e sul Coniglietto Pasquale ci arriviamo anche noi, su Sandman e la Fatina dei Denti (e tradizioni annesse e connesse nordamericane) la questione è lievemente più complessa. Specie se l’Uomo Nero/Babau che dir si voglia lo lasci Pitch come nella versione originale (anche se il suo essere la  scopiazzatura total black di Ade di Hercules può disorientare, lo ammetto). Durante il corso della storia però è evidente come si sia pensato alla diffusione internazionale della pellicola, infilando qualche spiegazioncina qui e lì (oltre all’omaggio al topino dei denti, che pur essendo ricondotto alla Francia qui ci ha fatto molto c’è anche un po’ d’Italia mollichiano).

Incastrato in questo revival di miti e leggende sta il protagonista, Jack Frost. Ora, già l’aspetto del personaggio ha influito sugli incassi più di tanta pubblicità (ovvero conosco vagine che sono state persuase dal suo bel visino a transitare nel primo cinema disponibile). Stiamo parlando di un personaggio (teoricamente 18enne) che buca lo schermo dato il suo livello di fighettaggine e con l’apparente trascurata ricercatezza nel vestire. Un gran figo (che si fa figo), ma di quelli gracili e supponenti, corredato da un hair porn che era già leggendario ai tempi delle prime locandine. L’aspetto che mi preme più sottolineare però è il suo essere terrificantemente vittimista e supponente. Roba che pur ammettendo la caratterizzazione vincente del personaggio, l’avrei preso a schiaffi dall’inizio alla fine del film, in cui lui ripete una serie di battute che sono varianti di “Sono un incompreso, nessuno mi capisce, siete tutti cattivi con me!”. Che se non fossimo nel 2013 e lui avesse più ciuffo, vi direi che è un emo fatto e finito. Fatto sta che lui trascorre tutto il film a fare il faccino supplicante a chiunque gli capiti a tiro. Vi agevolo un fermoimmagine esplicativo più sotto.

Intorno a lui ruotano le ormai classiche rivisitazioni ironiche di personaggi classici, fortunatamente più riuscite e meno volgarotte di tanto trascorso DreamWorks. Qui però sorge un ulteriore problemino di adattamento, perché parte della caratterizzazione dei personaggi è legata ai doppiatori. Per esempio, il Coniglietto pasquale ha molti rimandi australo-machisti perché a doppiarlo è Hugh Jackman. Certo, sarei molto curiosa di sentire il film in originale (North doppiato da Alec Baldwin deve essere uno spasso, così come il Pitch di Jude Law), tuttavia c’è una forte componente che mi frena. Jack Frost, in originale, lo doppia Chris Pine. Se già io non sopporto la sua supponenza visiva, non so se sarei in grado di sobbarcarmi anche quella uditiva (cioè, vi ricordate la sua espressione strafottente in Star Trek? Io sto ancora male al solo pensiero).

Jack Frost le 5 Leggende

“Perché non mi capisci, io sono triste e solo e nessuno mi vuole bene!”, all’incirca.

Per tutto il primo tempo, un gran film. Incalzante, coinvolgente, sempre ironico senza mai esagerare, è riuscito persino a farmi digerire le lamentele di Jack Frost. Dopo l’inizio del secondo tempo però qualcosa si rompe e le spiegazioni cominciano a farsi più confuse, a sembrare più che altro giustificazioni frettolose. Passando necessariamente nella landa degli [SPOILER] ho sentito che qualcosa non andava già quando il regno pasquale viene devastato giusto quei 5 minuti in cui Jack viene irretito da Pitch e il tutto viene liquidato con la stessa classe con cui si nasconde la polvere sotto il tappeto. Da lì è un crescendo di WTF!? finissimo, come Pitch che rilancia il bastone spezzato a Jack (no, ma seriamente!? Voi non potete capire quanto io mi sia incazzata in quel momento) e tutta quella affrettatissima spiegazione finale ai bambini che, dai, ma seriamente, che sconsolazione!  [/SPOILER] Insomma, se molti hanno definito i guardiani una sorta di Avengers per scuole elementari, io direi che il paragone è calzante proprio sul finale, dove in entrambe le pellicole bisogna lasciar correre parecchio per il bene dell’intrattenimento. Però Le 5 Leggende è nettamente peggio, da qui mi sono autoconvinta (forse con motivazioni consolatorie) che sia andata così (parte il volo pindarico).

Alla DreamWorks stavano facendo il loro bel film ed erano gasatissimi dal livello assolutamente stupefacente che riuscivano a raggiungere nelle animazioni. In particolare il rendering delle superfici (la loro realizzazione, comprensiva di texture, rifrazione della luce, livello del dettaglio) era semplicemente sbalorditiva. Siccome la cosa li gasava parecchio e siccome non vedevano l’ora di far morire d’invidia quelli della Pixar, hanno cominciato ad inserire nel film un sacco di quelle componenti notoriamente di più difficile realizzazione nel campo dell’animazione. Ed ecco quindi ovunque pellicce, capelli da hair porn (che a loro Brave li ha fatti rosicare tantissimo, che vi credete?), sabbiolina dorata, squame fosforescenti, e tanti, tantissimi effetti con acqua e ghiaccio e tessuti (che ogni animatore vi dirà sono le componenti che tirano fuori le bestemmie peggiori). Sennonché la cosa gli è sfuggita di mano e mentre erano lì ad animare l’ennesima sequenza spettacolare, ecco che si sono improvvisamente ricordati che loro il film lo dovevano finire e consegnarlo entro breve (pur con il ritardo dovuto alla slittamento dell’uscita per eccessiva concorrenza, cosa che non ha comunque impedito al film di essere il debutto meno redditizio per la DreamWorks). Quindi niente, hanno tagliato su spiegazioni logiche e buonsenso, hanno compresso all’osso il lavoro mancante e hanno tirato fuori quei  20 minuti finali spiazzanti. Questo mio volo d’immaginazione è comunque quantomeno giustificato da alcuni secondi di animazioni scattosissime e “sbagliate” che si intravedono qua e là, sempre nel finale.

Jack Frost Le 5 Leggende

Fa talmente il figo che osa pure fare lo sguardo dal basso in su. Quanti schiaffi.

Lo vado a vedere? Dato il ritardo, avrei dovuto scrivere “recuperarlo in homevideo”. Sì, a patto che vi piaccia il genere in sè, slegato dalle pretese di maestosità o contenuti troppo curati. In quel caso, Ralph Spaccatutto, mi spiace per la DreamWorks, ma è stata di nuovo battuta. Se invece andate in estasi per la grafica o avete voglia di un film proprio divertente e tenero, privo dell’ironia cattiva di tante commedie d’oggi, dovete decisamente bussare a questa porta. Tutto questo discorso non vale nel caso siate delle fangirl/abbiate un Tumblr, in quel caso, vi rimando al punto successivo.
Ci shippo qualcuno? Questo film è così tremendamente ed inconsapevolmente provocante sotto questo punto di vista che non so nemmeno da dove cominciare a farvi capire quanto sia sbagliato che un film per bambini generi il pandemonio che Le 5 Leggende ha generato in ogni sito fanfictionaro esistente. Non che non mi aspettassi che una pellicola con per protagonista uno con una faccia da uke sbarazzino e piagnone come Jack Frost non avrebbe suscitato quantomeno un certo interesse ma il resto, TUTTO IL RESTO non me lo aspettavo proprio per niente. Come da copione, Frost un Gary Stu shippabile con tutti e a cui tutti, sotto sotto, vogliono bene farebbero una ripassatina. Finchè si parla della Fatina dei Denti, posso capirlo e mi aspettavo da subito tutto un doppio senso poco edificante su Pitch che lo irretisce per passare al lato oscuro avvinghiandoglisi addosso (ma solo per vedere come animano bene i toni neri, eh!).
Quello che non ho visto arrivare e che mi ha veramente turbato è lo ship col coniglietto pasquale. Cioè, dopo averli visti bisticciare, ho capito che c’era trippa per gatti conigli, però pensavo che l’aspetto mascolino di Bunny ci avrebbe evitato il peggio. Fessa.

Le 5 Leggende Coniglio Pasquale

L’esatto momento in cui senti incrinarsi ogni speranza di cavartela con cui “si vede solo se ci vuoi vedere tu qualcosa”.

Primo perché [SPOILER] non si lesina a dedicare quei buoni 5 minuti a farci vedere che lui, a Jack, ci tiene. Eh già. Poi comincia tutta una sfilza di frasette e scambi di occhiate che ero abbastanza coinvolta. In seguito c’è tutto quel pezzone di Jack che no, tu idiota bimbo devi credere in Bunny perché è una brava persona animale e io gli voglio bene. Allarme. Però era virile, il coniglio (Jack mai, manco per sbaglio). Il problema è questa scena qui, in cui tutto il machismo evapora di fronte a Bunny che si commuove per la bellezza dei decori fricchettoni delle uova. BOOM. Uno si guarda in giro, esamina bene il mondo in cui vive e quando tenta di resistere all’idea che il coniglietto è molto gaio e marzolino, e PAM! lui si trasforma in un coniglietto pucci. Quella è la fine. Se c’hai pure la doppia trasformazione, è un massacro di prompt. E per amore dei vostri occhi affaticati dall’illuminazione dello schermo vi lascio immaginare il mio sbigottimento quando North molla due, non uno, bensì DUE baci a stampo a Jack. [/SPOILER].
Se già il film ha quel modo perverso di mollare lì involontariamente e innocentemente (fattore che stuzzica ancora di più le biechissime shippatrici) una quantità considerevole di scene altamente fraintendibili, ci sono altri particolari meno evidenti ma potenzialmente molto più devastanti, creando fanfiction veramente da divieto istantaneo ai minori. Il furry, per esempio. Ed è solo la più evidente delle decine di perversioni e kink pienamente soddisfatti dalla storia ufficiale. Vi lascio solo immagine dove si può andare a parare con un personaggio che emana freddo dalla propria pelle (ed è giusto un filo più sostenibile di Edward Cullen, che ci ha già dimostrato cosa di può tirar fuori da questa caratteristica). E tutte le metamorfosi! Teoricamente tutti i guardiani possono essere immaginati come umani prima della loro “guardianizzazione”, pure il Coniglietto…e vogliamo ricordare che, come metafore sessuali, il coniglio è il top della gamma?
Però questo è l’ovvio, il scontato. Io ci sono rimasta veramente di sasso nello scoprire che vanno fortissimo Jack con tutti i vari bimbi da adulti che ancora credono in lui (almeno hanno il buon gusto di aspettare che siano adulti, mica come Ralph e Vanellope, brrrr!). Vogliamo poi parlare del fatto che Jack, di fondo [SPOILER] è il guardiano del gioco, del divertimento senza freni, della spensieratezza? [/SPOILER]
Se avessi visto questo film nel 2012, sicuro come l’oro che finiva nel Classificone dei momenti fangirlistici, nella parte alta della classifica.

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Speranze di un possibile sequel? Eh, pur avendo un vero finale è evidente che ci sperano molto. Con tutti i flashback dei protagonisti (in particolare Pitch) ancora da giocarsi e la possibilità di tirare (almeno per un po’) Pitch tra i buoni e magari svelare qualcosa in più sull’Uomo nella Luna (anche quello shippabilissimo, specie per chi ama come me i deus ex machina alla Karla)…

Easter egg (pun intended):  Nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo ho dovuto praticamente trattenere con la forza una coppia di signori distinti dietro di me che, nonostante la scritta “Pausa Relax”, era assolutamente convinta che il film fosse finito, pur non avendone capito il finale, che mi hanno chiesto di spiegargli. Seriamente.