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Arisa, Chris Renaud, cinema d'animazione, Illumination Entertainment, la forza salvifica dell'Ammmore, Max Giusti, Neri Marcorè, Oscar 2014, Pierre Coffin, Universal Pictures
Dopo l’incredibile successo del primo capitolo (particolarmente remunerativo dato il budget iniziale piuttosto contenuto), Universal Pictures ha prevedibilmente deciso di cavalcare il fenomeno Cattivissimo Me, tornando appena possibile sui suoi passi e commissionando all’Illumination Entertainment il secondo capitolo di quella che, se non si rivelerà una catastrofe assoluta al botteghino, si avvia a diventare una saga longeva.
Se dal punto di vista promozionale è evidente uno sforzo non comune per promuovere il film anche in Paesi solitamente meno remunerativi come l’Italia, è triste constatare come a livello artistico si sia scelta la strada del vincere facile, tradendo quel minimo di creatività che aveva reso sopportabile (a tratti persino carino) il primo capitolo anche per gli accompagnatori adulti.
Di “Cattivissimo Me” ho già parlato QUI.
Basta descrivere lo spiegamento di forze alla proiezione stampa milanese per dare una cifra di quanto Universal punti su questo film: metal detector, standiste, persino due figuranti nei costumi da minions, oltre a un press book interamente a colori. La proiezione era inoltre aperta a figli e parentame più giovane. In allegato era fornito anche un dettagliato elenco delle iniziative promozionali con varie industrie (soprattutto del settore alimentare) italiane. Cattivissimo Me 2 non è più una questione prettamente filmica, è un brand che congiunge trasversalmente una miriade di settori diversi, nelle mani di uno studio che a differenza di Disney e compagnia cantante non ha spesso a disposizione questa chance parecchio remunerativa. Anche a livello di talent coinvolti non si scherza: se nel primo capitolo la scelta di Max Giusti come voce di Gru si è rivelata tutto sommato non nociva, in questo secondo film i nuovi personaggi Lucy e Eduardo hanno rispettivamente le voci di Arisa (non sempre naturale, specie nei passaggi comici) e Neri Marcorè, che al contrario è veramente mimetico e rende spassosissime le parti più etnicamente connotate legate al suo personaggio, il gestore di un ristorante messicano.
Sfortunatamente però il soggetto di tanta cura promozionale è la parte più trascurata dell’intera catena. Se già il primo capitolo di Cattivissimo Me sfruttava un’idea intrigante ma senza uscire mai dal limite del tradizionalmente consono, Cattivissimo Me 2 si crogiola nei più classici cliché dell’animazione (fiabesca) per infanti o poco più, ricacciando Gru nell’ovvietà più spinta. A ben guardare, di cattivissimo qui c’è davvero poco: Gru è un padre single impegnato nell’avviare una piccola impresa familiare, quando un’avvente signorina lo richiama nei ranghi per catturare un ex collega. Mai un brivido, mai uno slancio “cattivo”: Gru è totalmente inserito in un contesto da attività piccolo borghese, tanto che ad assumersi l’onere di piani malvagi e ambizioni di livello è il dottor Nefario.
Ancora più triti gli innesti amorosi che riguardano Gru e le piccole figliolette, che improvvisamente ricadono nell’ardente desiderio disneyano di avere una madre, senza che prima se ne manifestasse alcun sintomo. Il finale non lo commento non tanto per evitare spoiler, ma perché è una logica, desolante conseguenza di quanto sopra riportato. Certo, Eduardo porta un po’ di brio insieme a Lucy e Caprachiappa, ma è ben poca cosa rispetto a quello che avrebbe potuto fare un intreccio narrativo meno convenzionale. I minions invece sono ancora una volta prestati all’umorismo più infantile e votato al tormentone e, dato che le idee cominciano a latitare, le loro gag caciarone prendono ancora più spazio. Traspare tutto il mio entusiasmo per questa scelta, vero?
Lo vado a vedere? Se avete degli infanti e stranamente non siete già stati pregati/obbligati rimane un film molto carino per fare una bel pomeriggio assieme al cinema. Per loro, per voi probabilmente finirà sotto la colonna “sacrifici in nome dell’amore filiare”, a meno che non siate proprio di manica larga o l’ennesima replica di Peppa Pig renda un film inedito un cambiamento risolutivo e perciò bello a prescindere.
Ci shippo qualcuno? No guardate, dai, lasciamo stare. Che depressione.
Note e Link
- Sul doppiaggio e l’utilizzo di talent (personaggi famosi) nei film di animazione provenienti dall’estero, consiglio questo bell’intervento di Claudio Valli QUI, storica voce di Robin Williams e curatore del doppiaggio di molti film Pixar.