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the flashCi siamo! Se già tra cinema e librerie sempre più affollati di novità interessanti stentavate a trovare il tempo per assolvere alle incombenze più impellenti della vostra vita, dite addio ad una regolare attività fisica e impostate il vostro status sui social network su “hikikomori” perché con l’inizio della nuova stagione televisiva si comincia a fare veramente sul serio.
La quantità di esordi e season premiere è tale che bisogna già mettere in conto tre tonalità più scure di occhiaie da qui a Natale e in ogni caso il rischio di perdersi qualcosa per strada è alto.
Paura eh. Piccini.
Non temete, voi assumete pure la posizione dello struzzo, che a sottoporsi alla visione di tutto, dalle primizie al letame più ributtante, ci pensa al solito il gruppo di Serialmente. QUI trovate il nostro bollinario, dove ogni redattore assegna bollini di giudizio come manco gli insegnanti in vista delle pagelle. Se però siete interessati a un giudizio un filo più articolato, nelle prossime settimane cercherò di parlarvi un po’ delle mie prime visioni e darvi qualche dritta in merito.

Questa prima settimana di visioni è stata abbastanza tragica. Pur scansando a priori le puntate zero più disturbanti e concentrandosi sui titoli forti, non si è cavato fuori niente di davvero imprescindibile. Al momento l’avvio è stato particolarmente moscio e non c’è ancora nessun titolo su cui fiondarsi come se ne andasse della vostra vita.

gothamGotham
Forse l’esordio più atteso, sicuramente una delle più grandi delusioni. Lo spin off che promette di raccontarci le origini dei giovani villain e supereroi residenti in quel di Gotham (che teoricamente già conosciamo nei minimi dettagli) è un vortice caotico di personaggi e camei sparati a velocità doppia, sebbene il ritmo dell’episodio sia piuttosto lento e il tutto abbastanza noioso. Prevedibile e scontato, il limite qui è proprio la scrittura. Tra i personaggi ad uscirne peggio è proprio il protagonista putativo, il detective Gordon – ancora novellino – che in soli 40 minuti genera svariati villain e commette tutte le sciocchezze che nemmeno l’ultimo degli ausiliari della stradale: “troverò sicuramente l’assassino dei tuoi genitori, Bruce!”, “io so come ti senti, pure io sono orfano!”, “massì, andiamo a rompere le palle al mafioso più influente della città da solo, perché io ho dalla mia la Giustizia!“. Seriamente? La scrittura sembra quanto più di trito e dilettantesco ci sia in giro. Non fingerò nemmeno per una riga di non voler dare una seconda chance alla serie. Speriamo sia stata solo l’ansia da prestazione.

how to getHow To Get Away With Murder
Il pilota finora più intrigante è quella macchina da guerra messa in piedi da Shonda Rhimes, la mente dietro serie altrettanto rutilanti ed esagerate (Grey’s Anatomy, Scandal). Viola Davis insegna a giovani collegiali a diventare avvocati con le palle, non quelli che difendono i deboli e gli innocenti, bensì quelli che ti salvano le chiappe anche e soprattutto se sei colpevole.
I debiti verso Scandal sono innumerevoli (protagonista femminile cazzuta e ben vestita, gruppo di lavoro con intrallazzi e segreti inconfessabili, fessi che vengono trascinati in vicende piene di misteri e tradimenti coniugali, mariti inutili), ma la regia, il design e la produzione sono puro intrattenimento: veloci, dinamiche, accattivanti, sempre incalzanti. Un esordio davvero buono e molto stuzzicante per chi non soffre le shondate, ma data l’impostazione piena di misteri misteriosi il pilota è sempre il passo più facile.

How to get away with murder è il pilota più frizzante e curato visto finora (basta guardare la locandina), quindi vince

popcorn
il popcorn settimanale!

madam secretaryMadam Secretary
Ma com’è che all’improvviso abbiamo deciso che ogni autunno ci devono essere almeno un paio di serie nuove ambientate ai piani alti della Casa Bianca? Stavolta un ex agente della CIA adattatasi alla vita di campagna viene richiamata dall’amico Presidente quando il precedente segretario di stato muore in un incidente aereo. GOMBLOTTO! Ovviamente sì, anche se la serie dovrebbe essere un filo meno rutilante della penna verde di Homeland. Téa Leoni interpreta un personaggio a cui potrei anche affezionarmi, l’unico limite è che il primo episodio è davvero troppo rassicurante, con lei che appena arrivata mette i piedi in testa a tutti senza far incazzare nessuno, salva ostaggi in Siria e si rifà il look senza perdere un briciolo di modestia. Se non arriva la cattiveria, verrà cassata ignobilmente, altrimenti chissà cosa potrebbe uscirne. Segnalo la presenza di Zeljko Ivanek, un mio favorito in assoluto, capace di infilarsi con le sue occhiaie croniche e l’espressione viscida in almeno un pilota l’anno, per non parlare delle comparsate in veste di paziente/avvocato/poliziotto. Se Ivanek non lo vedo almeno una volta tra settembre e gennaio, per me l’anno seriale non è cominciato.

selfie2Selfie
Io lo so cosa state pensando, che di questa comedy sapete tutto (c’è Karen Gillian versione zarra, John Cho precisino, è sul romantico andante, si ironizza sui social network), invece no, non sapete niente. Selfie teoricamente è monnezza (girato e prodotto in maniera abbastanza ignobile e recitato con poca convinzione), il genere di commedia che usa ancora una donna di colore sovrappeso per fare battute scuotendo il ditino e fa ironia sul capo inavvertitamente omosessuale ma no, fermi tutti! Selfie è così impostato nei binari della commedia romantica e sui suoi topoi triti e ritriti che ho il forte sospetto che in realtà di tratti di un cinemozioni5 a puntate. Eventualità che ai miei occhi, lo ammetto, lo rende irresistibile. Dopo aver visto i due protagonisti che fanno pace correndo felici sotto la pioggia ho sentito l’impulso di scaricare il secondo episodio.

the flash 2The Flash
Arriva il momento in cui tocca ammettere che CW con lo spin off di un personaggio tutto sommato secondario dell’universo DC riesce a fare molto, molto meglio di FOX con nientepopodimenoche l’Uomo Pipistrello.
Introdotto e accompagnato da sua maestà il re dell’addominale tenebroso Arrow, The Flash utilizza la stessa collaudatissima formula (father issue proiettato sulla prima figura adulta disponibile, due di picche come se piovesse, adorable awkward science bros, addominale gratuito), cercando però da subito una sua identità più spensierata e giocosa rispetto alle vicende peso di Starling City. Il protagonista, già apprezzato in Arrow, è assolutamente adorabile, ma gli addominali ce li ha lo stesso, fufufufu. Al solito, su CW la recitazione non è proprio eccelsa e le derive amorose adolescenziali sono dietro l’angolo, ma l’autoironia non manca e promette di far bene almeno quanto Arrow. Ovviamente qua potenzialmente si shippa qualsiasi persona respiri con qualsiasi cosa non sia un oggetto inanimato.

Questo è quanto sono riuscita a recuperare questa settimana. In attesa di risentirci tra sette giorni, attendo vostre domande e/o consigli di visione. Divano, arrivooooo!