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18 MAGGIO
L’edizione 2015 di Cannes sembra aver fatto un po’ di confusione: com’è che tutti i migliori film dell’annata sono fuori concorso? Oggi c’è stata un’autentica ovazione per Inside Out. Dettaglio rivelatore: dopo Monster & co e Up, Pete Docter è tornato all’ideazione e alla regia e John Lasseter con tanto di camicina hawaiiana era presente sul red carpet.
Il film ha una tematica abbastanza comune: lo sradicamento di un’adolescente dalla città in cui vive per il trasferimento del padre per lavoro. A cambiare è il punto di vista, letteralmente dentro il cervello della ragazza, aka il Centro di Controllo, dove operano le cinque emozioni fondamentali (Gioia, Rabbia, Disgusto, Tristezza e Paura) lavorano per relazionarla al mondo esterno. Difficile avere dubbi, la stampa è concorde: il primo film originale della Pixar in tre anni, il ritorno della Pixar ai livelli qualitativi più alti, un altro trionfo al botteghino con al centro protagoniste femminili?
Sull’altro capo dello spettro e in concorso (anche se aggiunta dell’ultima ora disponibile), ja sorpreso positivamente critica e pubblico di appassionati di genere anche Green Room, il nuovo film horror di Jeremy Saulnier dopo il precursore “colorato” Blue Ruin (presentato a Cannes nel 2013). Ci dobbiamo aspettare un terzo, conclusivo capitolo di una trilogia ideale? Pare di sì.
Ancora una volta violento e sopra le righe, vede la lotta impari ambientata in una foresta tra un gruppo di punkettoni disarmati che hanno insultato degli skin head neo-nazisti capitanati da Patrick Stewart, armati fino ai denti e pronti a vendicarsi. Attenzione: contiene Imogen Poots in modalità Berserk.
A quanto pare a convinto tanti e ha conquistato il pubblico degli amanti del horror, con i suoi toni tra lo humour e il gore puro.
Dal red carpet: tappeto rosso un filo meno strappone del solito oggi con l’arrivo del cast di voci di Inside Out: Amy Poehler e Mindy Kaling, assieme a Eva Longoria, Sienna Miller, Jake Gyllenhaal (avevo detto un filo eh!). Bellissima la foto del Guardian con Eva Longoria e Aishwarya Ray che infrangono insieme la regola che proibisce i selfie.
Prima considerazione: il fatto che il miglior reportage su Cannes che ho letto finora sia fatto da una che non c’è andata, la dice lunga su chi va e chi resta.
Seconda considerazione: The Lobster è stato osannato da The Playlist che (per i miei gusti) ci prende spesso, grazie a loro ho visto un sacco di bella roba.
Terza considerazione: W Emma Stone a prescindere (anche se la 38enne Diane Kruger, come dire, “tiene botta”)
Bravabravissima.
La mia speranza è di poter una volta nella vita di fare avvistamenti di mutande e cronometrare i minuti di applausi in diretta.
Nel frattempo spero che lo slip trend prenda piede anche tra gli uomini e mi preparo a riportarvi tutte le pernacchie che si son presi i film francesi
PS mi faccio forte adesso perché non l’ho visto ma io che parlo male di un film come The Lobster? Non ci crede nessuno.
sei molto brava!
Grazie! Spero di essere anche molto celere a rimettermi in pari oggi.
Qualcosa mi dice che l’arrivo di Moana in Italia susciterà un certo, uhm, scalpore…
Una delle poche volte in cui un robusto adattamento e cambio di titolo non mi scandalizzerebbero.