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21 MAGGIO
Film della giornata è senza dubbio Love 3D, l’indispensabile film controverso, esplicitissimo e conturbante che infiamma la Croisette con l’accelerante del sesso scandaloso, quest’anno gentilmente offerto da Gaspar Noé. Ora: cosa ci sia di scandaloso nell’ennesimo film eteronormativo, girato da un uomo bianco che porta su schermo fantasie ed esperienze sentitamente autobiografiche non stiamo ancora tentando di capirlo, anche se sì, l’atto sessuale non mediato né recitato fa sempre la sua bella figura. Il film ripercorre un rapporto amoroso dai primi, giocosi momenti di piacere, fino al di lui tradimento con la terza parte minorenne di un threesome che finisce con una gravidanza (ellalà!), ovviamente con il montaggio e le musiche ricercatissime di Noé.
Oltre gli sberleffi e gli scandali, è indicativo il fatto che nella quasi totalità delle recensioni si citi in continuazione Enter the Void, che ha lasciato un segno indelebile su un certo tipo di pubblico cinefilo. Potrebbe comunque essere un titolo interessate, dato che seppur compiaciuto, finisce per essere molto più autobiografico, nella misura in cui un rapporto a tre, un’orgia e un’eiaculazione 3D verso il pubblico possono ricondursi al vissuto del regista.
John Lasseter nelle vesti di produttore ha anche presentato i prossimi progetti Pixar, di cui forse vale la pena parlare: The Good Dinosaur – storia preistorica di un dinosauro che prende come animaletto domestico un bimbo primitivo ancora allo stadio animale (allarme capolavoro, altro progetto con al timone Pete Docter) – Moana -principessa polinesiana alla ricerca di una nuova isola per la sua tribù con tanto di porcellino d’India al seguito – Zootopia – gli animali in un’utopia in cui la razza umana non si è mai sviluppata hanno occupato il loro posto sul pianeta e Alla ricerca di Dory – operazione commerciale di cui non vorrei nemmeno parlare, grazie.
Nella proiezione serale fuori concorso è stato presentato il piccolo principe.
Che dire, è un film animato su una ragazzina che legge il piccolo principe, che per vostra e mia quiete non commenteremo in alcun modo sotto il profilo del suo status di classico letterario.
Mettiamola così: è stata una bella occasione per vedere Marion Cotillard con qualcuno dei suoi orrendi vestiti qualche giorno prima della presentazione di Macbeth.
Evvai, ecco che arriva la bomba! The Assassin (Nie Yinniang) di Hou Hsiaou-Hsien non è stato ripreso esattamente tantissimo dalla stampa e non si capisce per quale motivo, dato che poi come votazioni è l’unico ad avere la stessa media di Carol. Sarà perché è un wuxia, il cappa e spada cinese?
Eppure è stato acclamato proprio per la rielaborazione completa di un regista così poco vicino a questo genere ha saputo realizzare, con una fotografia potente ma realistica, un parlato ridotto all’osso e una regia fluida e precisissima per una storia di donne assassine davvero al femminile, con protagoniste dotate di una narrativa finalmente al centro della scena, rubata per una volta ai combattimenti. Mazzate stavolta solo di contorno e il più possibile realistiche, un po’ lontano dall’estetizzazione ai limiti del kitsch che aveva portato il genere anche in Occidente. Sicuramente bisogna apprezzare il genere ma WANT. NOW.
Dal red carpet: data la compostezza di Blanchett+Mara, qui già ci si disperava per la mancanza di faccette, bacetti e foto maliziose. Per fortuna che ci ha pensato il cast di Love. Marion Cotillard ha la stessa pettinatura con i brillanti che avevo durante la prima comunione, ma è uno splendore.
Prima considerazione: il fatto che il miglior reportage su Cannes che ho letto finora sia fatto da una che non c’è andata, la dice lunga su chi va e chi resta.
Seconda considerazione: The Lobster è stato osannato da The Playlist che (per i miei gusti) ci prende spesso, grazie a loro ho visto un sacco di bella roba.
Terza considerazione: W Emma Stone a prescindere (anche se la 38enne Diane Kruger, come dire, “tiene botta”)
Bravabravissima.
La mia speranza è di poter una volta nella vita di fare avvistamenti di mutande e cronometrare i minuti di applausi in diretta.
Nel frattempo spero che lo slip trend prenda piede anche tra gli uomini e mi preparo a riportarvi tutte le pernacchie che si son presi i film francesi
PS mi faccio forte adesso perché non l’ho visto ma io che parlo male di un film come The Lobster? Non ci crede nessuno.
sei molto brava!
Grazie! Spero di essere anche molto celere a rimettermi in pari oggi.
Qualcosa mi dice che l’arrivo di Moana in Italia susciterà un certo, uhm, scalpore…
Una delle poche volte in cui un robusto adattamento e cambio di titolo non mi scandalizzerebbero.