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Urania 1624 – Il sangue e l’impero di Sandro Battisti e Francesco Verso
A Novembre cadono le foglie e arrivano i premi Urania. Insomma, ritmi naturali che scandiscono il passare delle stagioni. Stavolta non posso giocarmi la carta della “sospetta” riscoperta di Urania degli autori italiani per ridurre ulteriormente il numero di titoli inediti internazionali pubblicati annualmente perché è ben noto che novembre è l’appuntamento annuale con la SFF italiana selezionata da Mondadori, stavolta raddoppiata, presentando i due romanzi (o forse, per lunghezza, novellette?) vincitori. L’impero restaurato è già una sfida riassuntiva, pieno com’è di presunte alternative history imperiali romane con re alieni sempiterni che fanno casini con il continuum temporale del futuro ma per interferire con l’età giustiniana e le sue conquiste. Eh? Sono confusa.
Il secondo, Bloodbusters, ha quantomeno una sinossi molto divertente: nel futuro le tasse si pagano con il sangue, letteralmente. Un agente di riscossione e la sua squadra vengono interrotti durante il loro giro esattoriale da una banda anarchica di Robin Blood, solo che il protagonista Alan non è decisamente pronto a mollare il suo sangue da riscuotere al primo teppistello di turno.
Lo leggerò? Diamo a Giustiniano quel che è di Giustiniano e a Urania quel che è di Urania, quest’anno non ci sono detective stories dalle atmosfere noir con un sottofondo fantascientifico. Evviva! Detto questo e rispolverando tutta la diplomazia di cui sono capace, non amo molto la SFF contemporanea italiana e nel caso mi incuriosissi ho già un paio di titoli appositamente recuperati a StraniMondi, quindi non mi precipiterò a comprarlo. Oggi vado fortissimo, sono tutta fiorellini e sentimenti positivi, perciò aggiungo che se mi capitasse tra le mani sicuramente partirei dal secondo, che ha un tono da remake scalziano giocoso che pare proprio divertente, mentre sul primo…respiro profondo…oltre a dover dare ragione ad Aliette de Bodard sulla fissazione per l’impero romano nella SFF, in questo campo al momento la mia priorità è finire il ciclo Imperial Radch di Ann Leckie. E prima di diventare democristiana, vorrei salutare la solita amica Tettona Anonima in copertina.
Urania Collezione 154 – Gulliver di Marte di Edwin Lester Arnold
Io parto bene, tutta piena di positività e buone intenzioni verso Urania e poi mi mollano questo titolo qui su Urania collezione. Mettetevi anche un po’ nei miei panni: 1905. Ben mi sta, io che mi lamentavo della piega vetusta di collezione quando non si schiodava agli anni ’50/’60!
Se voglio leggere di un Uomo (maiuscolo) possente dell’esercito statunitense che esplora le lande sconosciute, avventurose e piene di gnocca un po’ fetish di Marte dove si è ritrovato per caso, ma ti pare che vado a leggere Arnold? Per Barsoom, una appassionata può cambiare metallo ma non il suo cuore!
E non lo dico in sprezzo alla componente machista eh, lo dico perché siamo di fronte a una versione di poco antecedente ma decisamente meno inspirata di John Carter di Edgar Rice Burroughs! Stavolta ve lo dico pure con cognizione di causa perché ho riletto da poco La principessa di Marte e ragazzi, che lettura (con tutto che avrei voluto prendere a sberle Dejah per metà del libro), mentre questo Galliver of Mars (1905) lo lessi anni fa nell’edizione Urania Classici e dopo una manciata di pagine mi decisi che la parte migliore era la fighissima immagine di copertina.
Lo leggerò? Potrebbe essere un problema mio, certo, ma la mancanza di una singola recensione riguardante l’edizione italiana e il laconico 2,93 di media su Goodreads mi inducono a credere che alla prova del tempo Virginia sia rimasto bello tonico, Gulliver Jones mica tanto. Ovvio che se Burroughs, la proto-scifi quasi fantastica e titoli come “Un americano alla corte di Re Artù” sono il vostro genere, beh, vi conviene decisamente darci un’occhiata. Se leggete in lingua inglese vi segnalo che lo potete trovare anche a poco più di un euro sui principali rivenditori multimediali. Nel caso poi passasse di qui qualcuno pronto a darmi della bestemmiatrice per aver sminuito siffatto fine scrittore SF, vorrei ricordargli che comunque l’opera più notoria del nostro rimane Phra the Phoenician.
Urania Millemondi 73 – Il libro del tempo di Fritz Leiber
Sempre a proposito della più stretta attualità del nostro genere preferito, torna su Millemondi il caro Fritz Leiber con la seconda parte della sua raccolta di racconti brevi dedicati al tempo, con l’aggiunta della novelette “I tre tempi del destino” (1945…ma stanno tentando di compensare temporalmente i due premi Urania 2015?), dedicata a tre versioni della Terra il cui destino degli abitanti è comandato da un’avanzatissima tecnologia, che ha di recente decretato la fine di uno dei tre mondi e dei suoi abitanti.
Lo leggerò? Acquisto sicuro, anche se la lettura avverrà di certo non a stretto giro. Se proprio bisogna viaggiare verso il vintage e oltre, sarebbe carino se fosse sempre di questo livello, perché di vecchi titoli più che validi bisognosi di una nuova pubblicazione ce ne sono moltissimi. Per esempio, ricordate quando all’uscita del primo volume di questa raccolta buttavo lì che sarebbe stato molto carino vedere ripubblicata anche la raccolta di James Tiptree Jr (che tra l’altro è anche decisamente più recente)? Ecco, Mondadori ha confermato che si farà. Si, ma quando? Capisco che potrebbe essere sconvolgente pubblicare più di un’autrice all’anno…
Prossimamente: A dicembre 2015 su Urania quello che dovrebbe essere un addio: Year’s Best SF numero 15 (anno 2010) antologia curata di David Hartwell che dovrebbe essere poi rimpiazzata da quella più quotata di Dozois. Su Urania collezione 155 La Scacchiera di John Brunner. [IN AGGIORNAMENTO]
EINAUDI
E chi l’avrebbe mai detto che Einaudi sarebbe diventata il nostro porto sicuro per titoli contemporanei che non vedo l’ora di presentarvi? Mi porto avanti sui tempi e vi parlo di due uscite 2016 che la casa editrice ha recentemente confermato e che personalmente puntavo da un sacco di tempo. Tutta roba non propriamente SFF quando piuttosto ibrido di questo e quello, però titoli davvero stuzzicanti che sono anche incarnazione di una tendenza ad estendere i confini del genere anche per scopi differenti (vedi alla voce Station Eleven, sulla cui versione italiana purtroppo ancora tutto tace – EDIT non è vero, leggete più sotto, aggiornato!).
La prima è Boy, Snow, Bird di Helen Oyeyemi e premetto: è un romanzo super strano forte, ma di quelli che ci vuole davvero un discreto coraggio a proporli qui da noi. Sulla carta basterebbe dire che è una sorta di rielaborazione della fiaba di Biancaneve, ma niente sfavillanti cyborg o pizzi e trini, perché stiamo nel Massachusetts del 1953 e una dei protagonisti è Boy Novak, a cui spetta l’ingrato compito di impersonare la matrigna di Snow Whitman, figlioletta del vedovo locale che lei ha sposato. Con l’arrivo di sua figlia, Bird, diventa chiaro che anche i Whitman non sono proprio degli stinchi di santo e un paio di segretucci li hanno anche loro. Io mi ero già venduta alla causa da quando ho visto la bellissima copertina dell’allora nuovo romanzo della Oyeyemi, di cui sento parlare bene da anni (o almeno così mi pare: Mr. Fox non è poi stato pubblicato da un’eternità). Resistere all’edizione italiana sarà molto difficile e dovrebbe comportare una moderata attesa.
Secondo titolo che già ha provocato la trasformazione dei miei occhi in cuoricini palpitanti è H is for Hawk di Helen MacDonald. Qui in realtà il mio motivo d’interesse è la stretta connessione con l’amato The Once and Future King di T.H. White. L’autore ha scritto anche The Goshawk, che la MacDonald userà come manuale per tentare di rapportarsi e addestrare l’omonimo pennuto.
F di Falco è la storia vera di una falconiera devastata da un lutto profondo che attraverso la sfida pericolosa con un animale selvaggio e mortale tenta di addomesticare anche le proprie pulsioni più distruttive. Una persona molto fidata mi ha detto che ci sono numerosi dettagli sulla vita di White che saprò apprezzare e che il tono drammatico della storia è il genere di cosa drammatica a cui io rispondo bene. Sono ufficialmente interessata. Inserisco un indizio molto criptico a Einaudi, nel caso come in passato qualcuno passasse di qui: MI RACCOMANDO SULLE COPERTINE.
MINIMUM FAX
Segnalazione di un’uscita del mese scorso che arriva in ritardo ma risulta parecchio interessante per continuare la nostra anamnesi del malessere di Urania. Minimum Fax pubblica Solo il mimo canta al limitare del bosco, il nuovo verboso titolo italiano di Mockingbird, romanzo del 1980 di Walter Tevis, meglio noto come Futuro in Trance, volume 81 di Urania Collezione. Un volume così imprescindibile da arrivare alla quarta ristampa in meno di quarant’anni? Minimum Fax lo propone con un nuovo titolo, una traduzione a cura di Roberta Rambelli e una nota introduttiva di Jonathan Lethem.
Non me ne vogliano quelli di Minimum Fax ma qui siamo decisamente più in territorio Urania che loro: tra quattro secoli e spicci, i robot ci domineranno condannandoci a un’esistenza di sterilità e obnubilazione indotta da droghe. Ovviamente non tutti sono d’accordo, a partire dagli stessi robot.
Fa quasi tenerezza vedere i lettori tipo di Minimum interessarsi a romanzi che escono regolarmente sotto l’egida Urania una volta ottenuto il bollino di qualità della loro casa editrice di riferimento, mentre mi suscita solo rammarico vedere che con tutta la SF americana circolante o ancora inedita del passato e del presente, nella propria collana “classici” si ficchi proprio questo titolo, non esattamente imprescindibile.
Ora però voglio vedere gli oltranzisti del sostegno a Urania senza se e senza ma incensare questo titolo, a riprova del fatto che il loro approccio è dettato dall’amore per la fantascienza e non per un attaccamento nostalgico a un certo tipo di linea editoriale.
Notiamo però come dopo continui passaggi dalle collane COSMO e similia a Mondadori, cominci ad accadere l’inverso, riguardante titoli pubblicati in questo decennio.
SUR
A riprova del fatto che sono una persona tanto malvagia quanto si dice nei circoli della fantascienza italiana bene, subito dopo Minimum Fax infilo SUR, che ripropone questo mese Rosemary’s Baby con una nuova traduzione. Non credo che ci sia bisogno di spiegazioni di sorta, ma in attesa che Urania Horror torni a battere un colpo, non è male, sempre ricordando la presentazione iniziale in cui si parlava anche di narrativa di genere. Attendiamo speranzosi di vedere se nel suddetto rientrino anche titoli SFF.
Vi piace la nostra copertina di Rosemary’s baby? Ira Levin sta per tornare in libreria! #comingSUR pic.twitter.com/xCiqkIxnGI
— edizioni SUR (@edizioniSUR) 8 Ottobre 2015
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NERI POZZA
Dato che Station Eleven è già opzionato, Neri Pozza si è diretta verso un titolo che si muove sulla falsariga di, proponendo Deserto Americano di Claire Vaye Watkins. California distopica di turno, Ray e Luz vivacchiano del loro amore e di acqua e coca cola razionate, spiluccando e rubando quello che possono tra le vestigia decadenti degli Stati Uniti glamour. Quando però incontrano un misterioso bambino, la loro sete per un futuro migliore, protetto da apposite milizie che impediscono l’ingresso alle zone più ricche agli spiantati come loro li porta ancora più ad est, tra le braccia di un gruppo stile culto capeggiato da un divinatore d’acqua che li accompagna in zone ormai dominate dal deserto. Il sud est degli Stati Uniti completamente prosciugato dall’acqua…aspetta, questo cosa mi ricorda? The Water Knife. Ragazzi, è ufficialmente un trend letterario, la cosa fa un pochino paura.
Neri Pozza ha già confermato che pubblicherà della stessa autrice anche Battleborn, quindi mi sa che ne riparleremo presto.
MULTIPLAYER EDIZIONI
Torniamo a parlare di libri strettamente di genere e di fantasy, in questo caso padano. Il 22 ottobre è arrivato nelle librerie nostrane, cammufato sotto un costume halloweeniano da Assassin’s Creed I cavalieri del nord di Matteo Strukul, che continua sulla fortunata strada dei libri fantasy illustrati editi dalla Multiplayer. Proseguo con un sinossi perché mi urge citare un particolare assolutamente epico: Wolf viene salvato “in una notte di luna e lupi” (cit.) e diviene un cavaliere teutone, il che spiega la mappa dell’Europa fornita a inizio volume, come in ogni buon high fantasy che si rispetti.
Finisce poi sotto la guida dell’altisonante Kaspar von Feuchtwangen, il cui nome è già purissimo LOL medioevale, ma aspettate che citi i settanta cavalieri crociati con cui il nostro andrà a difendere l’ultimo avamposto cristiano europeo o la misteriosa coprotagonista Kira, “dagli occhi color della tempesta”. Ok, non sono evidentemente il pubblico di riferimento di questo volume, ma per ragazzini o meno affascinanti dalla storia cavalleresca piena di nomi arzigogolati potrebbe essere molto interessante. Nell’attesa che qualcuno abbia la geniale idea di farne avere una copia a Salvini.
FUTURE FICTION
Premessa: non mi è molto chiaro come funzionino le uscite di questo editore ma dato che a Stranimondi mi ha convinto con un discorso piuttosto contemporaneo sulla fantascienza da loro proposta, per la gioia dei complottisti della teoria del gender penso proprio che vi segnalerò volta per volta qualche loro uscita.
Tra le loro uscite settembrine figura anche questa raccolta di scritti di Pepe Rojo, autore SF messicano contemporaneo pluripremiato in patria e all’estero, giusto per dare un po’ la dimensione di quello che succede al di fuori del recinto uraniano.
Durante la presentazione a StraniMondi, è stato citato come il connubio di atmosfere di “Crash” di James Ballard e la chirurgia grottesca de “La pelle che abito” di Pedro Almodovar. Entrambi i racconti raccontano di una fusione fisica tra uomo e tecnologia: nel primo un giornalista si fa impiantare una telecamera nell’occhio per trasmettere in streaming i suoi reportage “visivi”, nell’altro un uomo letteralmente nato all’interno della propria azienda compie terribili esperimenti su sé e gli altri, tentando di ribellarsi al suo creatore.
BOMPIANI
Finalmente abbiamo una data di uscita certa per l’attesissimo Stazione Undici di Emily St. John Mandel: sarà nelle librerie italiane dal 5 novembre. Bompiani alla fine si è orientata sulla copertina del paperback, che sicuramente ha un suo fascino, ma io continuo a preferirle la prima con le tende.
Sul libro credo che si sia detto di tutto e di più e anche la citazione in copertina di George R.R. Martin lascia pochi dubbi in merito al successo che il libro ha riscosso.
Davvero un ottimo volume e soprattutto un titolo capace di appagare anche e soprattutto il lettore non proprio avvezzo al genere, con una scrittura davvero di livello.
Sul blog e altrove ve ne ho già ampiamente parlato, per cui se volete rinfrescarvi la memoria nel dettaglio, basta leggere QUI.
VAPORTEPPA
Qualche lettore aveva già segnalato questa mancanza ed era decisamente tempo di rimediare. Cominciamo subito con un titolo italiano che dovrebbe uscire ad inizio novembre ed è già parecchio esplicito per genere e tono nel titolo: Alieni Coprofagi dallo Spazio Profondo di Marco Crescizz.
Fantascienza tragicomica di nome e di fatto: il protagonista, Nunzio, è un uomo profondamente infelice, obeso e solo (eccezion fatta per il suo amico immaginario, un’allucinazione di Schwarzenegger) che finisce nella rete di un trafficante di obesi con la lusinga di un facile e veloce dimagrimento. Al posto di un fisico scolpito, lo attende un rapimento alieno, da parte di una specie molto particolare per cui gli escrementi umani fungono da potente droga.
Già di fronte alla trasformazione di Nunzio in mucca mungi merda mi pare chiaro il tipo di pubblico di questo piccolo titolo italiano. Il titolo sarà disponibile nelle librerie online a partire dal 4 novembre.
ZONA 42
Nel caso vi foste persi il sunto di StraniMondi, vi ricordo che QUI trovate qualche informazione sui due titoli annunciati da questa casa editrice per il 2016:
NEL FRATTEMPO, NEL RESTO DEL MONDO…
Cinema, universi alternativi e Hollywood: mi sento già chiamata in causa, ancor prima di posare gli occhi sulla splendida copertina di Radiance, il nuovo romanzo di Catherynne M. Valente.
Dell’autrice si è già molto parlato per il ciclo di Fairyland (da noi pubblicato da Sperling), che non ho mai avuto il piacere di approfondire ma ho sempre sentito dire cose molto carine.
Stavolta la Valente si dedica a un pubblico adulto con Radiance, una space opera ( o più correttamente, cito, un “decopunk pulp SF alt-history space opera mystery”) ambientata in un 1986 alternativo, dove il cinema è qualcosa di nuovissimo e ardito, ma ha già qualche regola imposta dall’alto. A Severin le pellicole passionali e romanzate del padre non stanno bene, e comincia a viaggiare per il sistema solare per realizzare la sua passione, in barba a proibizioni paterne e divieti edisioniani: i documentari.
In realtà il libro è praticamente appena approdato sugli scaffali e in pochi lo hanno effettivamente letto, per cui è difficile dire se a uno spunto così affascinante corrisponda un romanzo riuscito, tuttavia è indubbiamente l’uscita che mi ha attirato la mia curiosità nell’ultimo mese.
Prossimamente su queste pagine: le letture SFF sono un po’ in pausa mentre mi dedico a un classicone inglese come Great Expectations. Non temete però, il caro Dickens non ci impedirà di parlare di spazio, astronavi e malvagi robot: qualcosa mi inventerò. Voi intanto avete già dato un’occhiata alla recensione di The Traitor Baru Cormorant, vero?
Posso dire che invece “Solo il mimo canta al limiter del bosco” (che btw è il titolo con cui fu pubblicato per la prima volta in Italia il romanzo di Tevis dall’editrice Nord) È una lettura imprescindibile? .
Tra tutti i titoli citati qui sopra è forse l’unico che avrei voglia di (ri)leggere (Zona 42 esclusa ;-))
Davvero, se non l’hai ancora letto, dagli una chance
Grazie Iguana per la tua dritta. Diciamo che siamo uno a uno palla al centro, dato che ai tempi dell’annuncio un altro appassionato l’aveva assolutamente demolito.
Che dire? Cercherò di darci un’occhiata, ma purtroppo sono una e (che bello) questo mese in tantissimi editori si sono dati da fare…
Non so se hai mai letto Walter Tevis. Il suo romanzo più famoso, almeno per noi che sguazziamo in ‘ste robe, è L’uomo che cadde sulla Terra, (perché forse sì, Lo spaccone lo conoscono tutti, credo).
Io ho adorato Solo il mimo… ma anche La regina degli scacchi è un romanzo incredibile (anche se non è lettteratura di genere).
Ai tempi scrissi qualche nota qui: http://iguanajo.blogspot.it/2008/12/rapporto-letture-novembre-2008_29.html
Insomma, non vorrei insistere, ma leggilo, su! 🙂 🙂 🙂
L’uomo che cadde sulla terra l’ho leggiucchiato anni fa, ma ho ricordi confusi a riguardo. D’accordo, prometto che prima o poi (diciamo una pigna di libri a forma di poi) ripasso almeno un con titolo…la tua recensione sulla regina la ricordavo!
Mi associo all’Iguana, Tevis è un grandissimo autore, e “Mockingbird” è non solo un gran bel libro, ma anche straordinariamente attuale (tutta questa gente che ha disimparato ogni minimo riferimento culturale mentre il mondo va avanti per conto suo… ricorda qualcosa?). A me comunque piace moltissimo anche “L’uomo che cadde sulla Terra”.
Poi siamo d’accordo chei vari Beat, Minimum Fax ecc… potrebbero anche pubblicare qualcosa di nuovo ogni tanto, invece che limitarsi a revisionare traduzioni di 30-40 anni fa (che peraltro è bene che ci siano, che almeno uno che va in libreria ci trova qualcosa oltre a Asimov e Dick).
Il libro della Oyeyemi catturò la mia attenzione appena uscito grazie a quella copertina meravigliosa: sono felice che esca in Italia! 🙂
Meno male che non sono l’unica a venir sedotta dalle copertine! ^^
Tre cose su Francesco Verso e Future Fiction: 1. è persona simpaticissima e appassionato e competente lettore di SF; 2. Livido mi è piaciuto, storia d’amore e di formazione con protagonista un Peter Pains (sì, questi giochi di parole gli piacciono). Quindi sono contento per il premio Urania; 3. Future Fiction ha pubblicato alcuni tra i migliori racconti che ho letto nell’ultimo anno, tra cui quelli di Ken Liu, Xin Jia, Marusek, Manolis, senza dimenticare Clelia Farris, che al momento considero la migliore scrittrice italiana di SF. (Se ti va di fare qualche ricerca, ne parlo ogni tanto sul blog).
Non ne ho bisogno: la seguo dai tempi di Rupes Recta e, vergogna su di me, non ho mai letto nulla di suo pur desiderandolo molto.
Cercherò di rimediare al più presto.
La Farris è davvero tra i miglori autori che abbiamo in Italia.
A mio avviso “Nessun uomo è mio fratello” è il più riuscito, ma “La giustizia di Iside”/”La pesatura dell’anima” sono i più originali e invientivi.
Io sinceramente di Mondadori comprerò sicuramente il volume del premio Urania, per il resto i vari Gullivar Jones; Leiber e compagnia cantando ce li ho già tutti quindi penso che mi orienterò verso future Fiction e Zona42.
Occhio, i due zona42 sono anteprime del 2016…ci sarà un po’ d’aspettare.
Lo so….
Hahahahaha… Mi fai morire!!! XD
Purtroppo vedo continuare la svolta al ribasso di Urania iniziata appena dopo il boom di quest’estate con Reynolds e, personalmente, la trovo alquanto inspiegabile visto il buon trend delle vendite vantato da Mr. Lippi.
Le cose sono due: o Reynolds ha svuotato le casse alle limitate finanze che Mondadori riserva a Urania, o si pensa già agli effetti della fusione Mondazzoli e, temo, saranno dolori per la fantascienza…
A questo punto non ci resta che sperare nei piccoli, visto che anche Fanucci ha svuotato le sue di tasche per Ann Leckie (il primo volume della trilogia non ha venduto moltissimo) e ultimamente sembra vivere di una nuova fonte di reddito certa, ossia Maze Runner, che pare aver sostituito le riedizioni infinite di Dick dell’editore romano.
PS: avete notato che non ho citato NORD?!?
“Solo il mino…” era piaciuto moltissimo anche a me, letto nell’edizione Nord dall’omonimo titolo e con una copertina secondo me bellissima.
L’Urania del mese lo prendo volentieri, anche solo per la simpatia di Verso (col quale ho avuto il piacere e l’onore di scambiare qualche battuta a SM). Poi Livido e il suo racconto Flush non mi erano dispiaciuti affatto, quindi anche riguardo al contenuto sono abbastanza fiducioso.
Urania Collazione. Mitici. Sarà il primo Urania che non acquisto dal 2005. Ho sempre tentato di essere positivo anche di fronte alle non poche fetecchie uscite in questi anni, ma questo proprio no. Un romanzo del 1905, buttato lì così…capirei se fosse all’interno di un programma di recupero dei classici (che poi, nel caso, sarebbe mooooooolto in basso nella lista…), ma piazzato lì tanto per fare proprio mi rifiuto.
Va bene essere appassionati, ma tonni del tutto poi no…e amen.
Se ne hai il tempo recupera qualche volume di FF (quelli citati sopra da Senzapre7ese vanno benissimo) perché sono davvero belli.
Spero ci darai presto qualche info in più sul romanzo della Oyeyemi perchè sembra intrigante.
E, in chiusura, Zona42: che spacca, ma questo è risaputo 😉 A me i loro volumi!!!
Ah, ps: per caso si sa se Fanucci farà uscire anche l’ultimo volume di Ancillary? Ma poi, qualcuno ha letto il secondo?? Io ho paura a prenderlo…
“Solo il mimo canta al limitare del bosco” non è imprescindibile, ma è un bel romanzo: magari gli Urania (Collezione-Millemondi eccetera) fossero tutti di questo livello!
L’ho letto alcuni mesi fa nella bella edizione Nord-Narrativa d’Anticipazione (1983) dopo “La regina degli scacchi” e “L’uomo che cadde sulla terra”, per cui ne ho ancora un ricordo abbastanza vivo.
Tra questi romanzi di Tevis quello che però mi ha emozionato (e talvolta commosso) è stato “La regina…”; e una sera è diventata notte fonda (per me, che degli scacchi conosco a malapena i pezzi e le loro mosse) per seguire Beth Harmon al campionato nazionale del Kentucky.
ps. @ Michol Iotti – Ancillary Justice. Sul sito di Fanucci non vi sono ancora anticipazioni, ma è anche vero che il romanzo originale è uscito solo da venti giorni (acquistati “in blocco” i primi due ebook – sto leggendo il primo, il secondo la settimana prossima – dando per scontato di vedere pubblicato in italiano anche il terzo!)
Per il collezione avrei preferito a questo punto La macchina del tempo di Wells (che si trova a ben 13 euro per 140 misere pagine), magari arriverà su Urania fra un anno, quando saranno passati 70 anni dalla morte dell’autore, in poche parole diritti gratis, se non sbaglio.
Il Premio Urania lo acquisto volentieri solo per Verso, di cui mi son piaciuti sia E-doll sia Livido; Antidoti umani è là che aspetta…
Pure Leiber sarà un acquisto obbligato. Sto leggendo ora il primo volume che è un’assai gradevole sorpresa. Nell’introduzione al volume si parlava sì Tiptree, ma anche di Clarke e Bester, quindi tenendo conto di un eventuale futuro Year’s Best SF nel 2016 (come annunciato) credo che una raccolta di Tiptree la vedremo al più a novembre dell’anno prossimo, se non si mette in mezzo qualcosaltro nei Millemondi.
Chiudo con un’anticipazione sul collezione del prossimo gennaio, letta per caso sul profilo FB di Lippi: LA GUERRA MONDIALE N°3 + SEI MACCHINE PER IL FUTURO, inediti di Jacques Spitz, che sta traducendo. Non so di che anno siano, non sono riuscito a trovare una corrispondenza nell’esigua bibliografia dell’autore che si trova in rete.
Grazie per le anticipazioni.
Ah, dimenticavo… alla notizia del premio ex aequo, un po’ mi sono insospettito: per coincidenza hanno scelto due opere che riescono a starci in un volume unico? che sarebbe successo se fosse capitato un ex aequo di due romanzi? o di un romanzo e di un romanzo breve? insomma se non fossero stati così asciutti, come disse Lippi.
Senza nulla togliere agli autori, sta cosa mi sa un po’ (un po’, eh) di organizzato ad uopo, tuttavia, non avendo mandato alcun manoscritto ed essendo fan di uno degli autori, non mi frega più di tanto. Però mi è passato per la mente, non so se qualcunaltro ha avuto il mio stesso pensiero malizioso, a volte la paranoia ha il sopravvento!
Bentrovata! Ti seguo solo da un paio di settimane, e sono già gerundiodipendente… Grazie per segnalare così puntualmente le uscite urania. Mi sono andata a leggere le vecchie recensioni (in effetti sono andata a rileggere praticamente tutto) concordo con la maggior parte e da ora in poi ti userò come guida per evitare le fregature peggiori. Grazie!
Gerundiodipendente è così bello che meriterebbe di stare su delle spillette!
Grazie Laura, qui tra lettori (e visori?) ci si aiuta come si può!
Uscite del mese prossimo:
– Robert E. Howard, I morti ricordano (Racconti dell’orrore vol.2)
– John Brunner, La scacchiera (UC 155, riedizione integrale)
– AAVV, Infiniti (U 1625, prima parte dello Year’s best SF #15)
Quindi a gennaio, oltre a Spitz nel Collezione, ci sarà la seconda parte dello Year’s best SF #15. Buona notizia, almeno non si deve aspettare un anno come successe per il #14…
Infine una brutta notizia: dalla raccolta di Leiber (The Leiber chronicles) sono rimasti fuori 16 racconti su 44, gli stessi non pubblicati dalla precedente edizione Sperling&Kupfer. Misteri…
La scacchiera nel precedente Urania non era integrale?
A quanto pare. Conta che con quel metodo di “traduzione riassunto” non sei mai veramente al sicuro, tranne quando c’è il bollotto in copertina
Vabbè l’avrei ricomprato comunque: iniziai a leggerlo a 15 anni su un Urania di mio padre che si rivelò fallato (a metà mancano 50 pagine). Però dovrebbero ristamparlo con la magnifica copertina di Thole!
O forse non era fallato, ma tagliato in modo più ardito. 🙂
+10 punti.
Ancora grazie!
Stefano, secondo me hanno semplicemente riproposto tal quale e divisa in due la vecchia edizione Sperling, tenendo “giustamente” fuori i racconti non tradotti all’epoca da Curtoni. A quel punto avrebbero potuto farne un solo volume e destinare quei due romanzetti alla Collezione. Ma forse gli stessi erano troppo brevi o destinati a non vendere abbastanza… Io francamente, comincio ad averne le scatole piene di questi volumi patchwork o monchi…
Ditemi che ho cercato male: di Stazione undici non esiste l’ebook???
Nessuna paura: c’è! Intorno ai nove euro.
Ti giuro che non lo trovo su nessuno store. Neanche amazon, volendo poi convertirlo. Non è che noi due comunichiamo da universi paralleli quasi identici che si differenziano solo per un ebook bompiani? 🙂
Potrebbe essere! La versione parruccata rossa di te stesso lo troverebbe proprio sul sito che citi, al prezzo che ti dicevo.
In libreria invece mi risulta già regolarmente approvato