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Urania 1625 – Infiniti di AA. VV.
Voi non capite ogni mese la difficoltà di iniziare questo post senza utilizzare nelle prime dieci righe l’espressione ideomatica “è peggio che sparare sulla croce rossa”. Anche parlando di una buona uscita, come questo Infiniti (2010), che sulla carta come interesse dal mio punto di vista spazza via buona parte di quello che è uscito quest’anno. Il titolo non troppo fantasioso nasconde l’annuale proposta dello Year’s Best SF, numero 15, quindi storie brevi di questo quinquennio (brividi!) e di autori ancora vivi (attenzione!) e tendenzialmente rilevanti in quanto in ascesa o già grandi nomi. Ecco. Poi arriva quella scritta in piccolo sul bollotto: “prima parte”. E noi bravi stalker dei commenti del blog di Urania sappiamo che questo sarà l’ultimo numero contenente l’antologia curata da David Hartwell, perché dall’anno prossimo faremo il salto di qualità e Urania ci proporrà la più blasonata selezione di Dozois. Bellissimo eh, ma ci stanno proponendo mezzo volume assicurandoci che l’altra metà non la vedremo mai. O forse sì. Così. A caso.
EDIT- I prodi commentatori mi avvisano che pare che stando a informazioni uscite su Urania di Novembre la seconda parte vedrà la luce a Gennaio. Quindi intendevano “l’ultimo volume unico diviso in due parti prima di cominciare Dozois”, ok, ricevuto. Meglio così, in attesa di testare Dozois. Non temete, la nostra amata croce rossa tornerà ad essere in pericolo dopo il cut.
Lo leggerò? Assolutamente, non manco mai, soprattutto perché la pigrizia mi impedisce di andarmi a cercare da sola le storie brevi più quotate e leggendosi tutto il tomo per qualche anno si comincia ad aver presenti più o meno tutti i simpatici compagnoni dello scenario anglofono. Antologia antipanico: la scarico in ebook e quando rimango senza letture in giro per il mondo, estraggo il cellullare e zac!, sono salva.
Anche per questo motivo posso dirvi che negli ultimi anni a fronte di un volume strepitoso come Nove Inframondi (tra quelli disponibili in ebook è il migliore) e uno medio con un paio di storie notevoli e parecchie stuzzicanti come Graffiti nella Biblioteca di Babele (questo sì che è un titolo!) sono poi usciti Il Fantasma di Laika (scarsino) e Il Futuro di Vetro (lasciate perdere). Tra gli autori presenti solitamente Genevieve Valentine mi dà grandi soddisfazioni (se sarà contenuto nella prima metà, ovvio!) e so che alcuni di voi drizzeranno le orecchie per Alastair Reynolds e Nancy Cress. Curiosità: uno dei racconti della famosa antologia in anteprima mondiale di Bruce Sterling con bollotto orgogliosone!, Black Swan, è contenuto in questa raccolta. Raccolta datata 2010. Croce rossa, sperando lo cassino in favore di un racconto non pubblicato un mese fa.
Urania Collezione 155 – La scacchiera di John Brunner
EDIT – da Urania confermano la riedizione integrale!
Questo mese è all’insegna del vincere facile per ogni persona si diletti nello sparare a zero sulle politiche di Urania. Cioè, non devi nemmeno sforzarti. The Squares of the City (1965) è un romanzo che come suggerisce il titolo gira tutto attorno a una partita di scacchi. Siccome tendenzialmente quando in casa Urania ritraducono qualcosa perché l’edizione precedente era da denuncia lo strombazzano ai quattro venti previo bollotto, è lecito supporre che questa sia l’infausta traduzione delle edizioni precedenti (Urania 512 e 799) che Wikipedia distrugge con questa lapidaria affermazione: “C’è però da rilevare come nella traduzione italiana (anche nelle “edizioni integrali”) alcuni tagli apportati rendano impossibile ricreare per intero la partita scacchistica.” “Edizioni integrali” è un sublime esemplare di quell’amara ironia che condisce le giornate dell’appassionato Urania. Ora, o siamo di fronte a un wikignomo di gratuita malvagità o a un’operazione taglia e cuci d’annata particolarmente nefanda (non che manchino esempi contemporanei, ricordate il casino uscito per Coyote di Steele vero?). Peccato perché quanti lo hanno recensito, citando i suddetti tagli, dicono sia un bel romanzo.
Lo leggerò? A meno che non confermino da Segrate che si tratta di un’edizione ritradotta e integrale (cosa che mi piace sempre ricordare, non è garantita neppure per gli inediti attuali) MANCO MORTA.
Urania Horror 10 – I morti ricordano Robert E. Howard
Io di Horror non so un fico secco e stavolta non mi va nemmeno di fare finta di, per cui vi dico che come riporta il sottotitolo è il volume secondo dei racconti dell’orrore di Robert E. Howard. Poi vado su Google e cerco quanto detto riguardo al volume uno, uscito a Marzo e copio incollo:
“Rieccoci all’appuntamento in cui io premetto che di horror so poco niente prima di parlarvi dell’uscita di Urania Horror 8, dedicata alla prima parte dell’antologia delle storie brevi di Robert E. Howard, uno che Steven King cita come ispirazione un giorno sì e l’altro pure.
Se il volume raccoglie i medesimi racconti dell’antologia parallela in lingua inglese, troverete una raccolta completa con per protagonisti grandi personaggi iconici come Solomon Kane, Bran Mak Morn e Steve Costigan.” Grazie Gardy del passato.
Prossimamente: A gennaio su Urania la seconda parte dello Year’s Best SF, numero 15 (2010) [IN AGGIORNAMENTO]
FUTURE FICTION
Finalmente passiamo a materiale un po’ diverso dal solito. Mi pare di capire che Future Fiction mi consentirà di riequilibrare questo post in chiave reading diversely (un espressione inglese che invita a variare nazionalità e sesso degli autori a cui si è solitamente abituati). Per dire, Lee Konstantinou non lo saprei scrivere giusto se non con l’aiuto di Google o copiando dalla copertina qui a lato, perché non ne ho mai sentito parlare…d’altronde sta all’università del Maryland, che a detta di Steven King è un po’ il Molise statunitense.
E invece errore! Pin pooooon! Parrebbe da foto su sito ufficiale essere il classico americano ragazzo caucasico con all’attivo almeno un saggio su David Foster Wallace. Cognome ingannevole.
Comunque, racconto breve incentrato sui droni e i suoi loro utilizzi futuri: un punk autobattezzatosi Johnny Appledrone combatte la sua battaglia persa contro i mulini a vento delle grandi multinazionali, per mantenere una rete di comunicazione alternativa a quella ufficiale e libera, mantenuta proprio grazie ai droni.
INSPIRED DIGITAL PUBLISHING
Finalmente anche io posso avere una mia rubrica Riceviamo e Pubblichiamo, che gioia! Nonostante nel 2015 sia stata definita, tra le altre cose “la distruttrice della SF italiana” (e non me la sono presa per niente, come potete notare), ecco un altro giovane impavido autore nostrano che coraggiosamente si immola sull’altare di gerundiopresente.
Marco Ternavasio ha pubblicato a inizio mese il suo romanzo, L’ombra del Male, il primo della serie The Order of Guardians (e qui non smentisco la mia fama di pessima persona e dico che L’Ordine dei Guardiani sarebbe suonato altrettanto bene). Insomma, il nome della saga in inglese mi urta un filo, ma le foto sulla pagina di presentazione sono oggettivamente fighe, perciò diciamo che non dico nulla della copertina dal basso della incapacità col fotoritocco e siamo pari. Mi piace molto anche la genesi del romanzo: chiuso in un cassetto dopo averlo abbozzato da sedicenne con gli amici e poi tirato fuori, riscritto e presentato al mondo del fantasy italiano, in barba a quanti (inclusa la sottoscritta) lo spunto adolescenziale lo tengono ben nascosto nel cassetto.
Trama dopo il solito disclaimer: altisonanti nomi high fantasy in arrivo. Ci sono questi guardiani che fanno parte dell’ordine di Nayset che non solo si battono per difendere il circondario ma per fini più nobili e serenità più generale, guidati dal loro Grande Maestro. Ovviamente però la pace nella Terra dei Quattro Venti non durerà a lungo, perché non c’è niente come un ordine di guerrieri scelti pronti a morire per difenderla per attirare uomini e creature che non vedono l’ora di ucciderli per attaccarla e distruggerla.
NEL FRATTEMPO, NEL RESTO DEL MONDO…
Ma com’è che con il Natale le uscite italiane ed internazionali sono così mosce e sparute? Questi editori non vogliono dare una mano ai nostri parenti alla ricerca di un regalo perfetto per noi amanti della fantascienza? Un cugino particolamente braccino per esempio potrebbe regalarmi questo this census taker, ultima fatica di lunghezza media (novelette) di China Miéville, che a quanto pare non è intenzionato a dare alle stampe nulla che assomigli a un romanzo prima del 2017, torturandoci con queste mezze prove.
Sulla carta però questo è puro Miéville e mi stuzzica parecchio. Ovviamente incipit toponomastico: città posta tra i declivi di due montagne contigue, casa sulla montagna meno rinnomata, ragazzo che fugge dal padre che, a suo dire, avrebbe ucciso la madre. O forse il contrario. E non è nemmeno la parte più strana, tra una misteriosa discarica dietro casa, il misterioso lavoro del padre e la misteriosa attività cittadina della madre, il tutto narrato da un adulto che però ricorda le sue incomprensioni di bambino. Io vorrei potervi riassumere sempre trame così intriganti, sempre, ogni mese, anche nella sezione italiana.
Prossimamente su queste pagine: occhi aperti perché innanzitutto sto concludendo Ancillary Sword e a stretto giro ho intenzione di smaltire un paio di volumi SFF prima che si chiuda il 2015. Inoltre ci sono in cantiere due pezzi interessanti a tema SFF: uno arriverà i primi del mese e riguarda l’amata Urania, l’altro sarà una sorpresa specialissima che magari vi farò avere per Natale, se mi promettete che non farete quelli che a Natale preferiscono i rapporti parentali a quelli internettiani.
Su Urania di novembre risulta che la seconda parte di Infiniti “vedrà la luce un mese dopo”.
Aggiornato al volo. Quindi il senso era “l’ultimo volume di Year’s Best SF diviso in due parti”, ok.
Quindi sappiamo già cosa ci porterà Urania di Gennaio.
La vera domanda è: ma se Hartwell lo dividono in due parti, in quante sarà spezzettato Dozois? 🙂
Se fossi veramente cattiva (ma veramente tanto) ti risponderei in quelle necessarie a coprire almeno la metà degli slot inediti dell’anno prossimo.
Certo, potrebbero fare una selezione dei migliori, però poi ovviamente qualcuno (magari io stessa) si lamenterebbe per la selezione, per cui sì, è una bella gatta da pelare.
Certo, magari si potrebbe testare la combo selezione sul cartaceo e intera raccolta in Ebook (magari a prezzo maggiorato) ma mi pare un filo ardito per la pratiche tradizionaliste di Urania. Magari non si può nemmeno fare per questione di diritti, vai a sapere.
A quanto pare la prima raccolta di Dozois sarà divisa in 3 parti! Considerando 33 numeri, potremmo metterci in pari con gli USA in soli 99 anni!
Ma non cominceranno mica dal numero uno, vero? VERO!?!? Possiamo *per una volta* leggere nel 2016 il best dell’anno precedente? Davvero.
Se non ho letto male si comincerà dal 30, quindi 2012 o 13, quasi attualità.
Ok, prendo un respiro profondo e assumo un atteggiamento propositivo.
Grazie della risposta!
Mah! Potrebbe anche essere che lo facciano uscire in edizione Jumbo….
Non ci avevo proprio pensato! Da una parte sarebbe intrigante, però d’altronde è l’unico slot in cui sperare di vedere qualcosa di oggettivamente figo.
Piuttosto che titoli inediti periferici che non mi filo di pezza, preferirei che un paio di Urania li occupassero così. Parlo per me, ovviamente.
Staremo a vedere.
Mi è semblato di sentire Alastair Reynolds???
Scherzi a parte, spero che questa mania di dividere in due qualsiasi cosa diventi presto una moda passata perchè non se ne può più… Penso cmq che lo comprerò, e ti dirò di più: in edizione cartacea, così se lo ignoro mi chiamerà dal comodino…
Ho messo gli occhi su Caliban – La guerra, ma devo ancora finire Leviathan Wakes che avevo iniziato in inglese, vista la semplicità di come è scritto. Temo però che farà in tempo a uscire la serie in TV.
Ancillary Sword ti sta piacendo? Sembra che abbiano un po’ risolto il problema della traduzione visto nel primo capitolo della saga, ma nulla si sa della traduzione del terzo: spero non finisca nel nutrito gruppetto delle saghe incomplete, ho sentito che si rifugiano tutte nel nostro paese…
Sono abbastanza confindente che, uscito il secondo volume nonostante le supposte scarse vendite del primo, arrivi anche il terzo.
Sono circa a un terzo di Ancillary Sword e mi sta piacendo, sì, ma ci tengo a precisare che è un tipo di narrazione che a me piace molto.
Sulla serie di Expanse a quanto ho capito bisognerebbe aver letto i primi due volumi (almeno) perché hanno rimescolato un po’ le cose. Il primo episodio lo si trova già in giro.
Lo sto scaricando, infatti, ma nn diciamolo a nessuno… 😛
Mi sa che dovrò sbrigarmi con le letture allora! Ero a buon punto anche con Sword e anche a me stava piacendo, a conferma che le donne che scrivono sf sono, per quanto mi riguarda, una certezza!
Anche io penso che la trilogia di Leckie verrà conclusa, non vorrei che l’autrice abbia a odio l’Italia dopo la gaffe sulla traduzione…
L’elenco di tutti i racconti dello Year’s Best SF 15 di Hartwell / Cramer, 494 pagine nella versione originale a stampa, da Wikipedia (https://en.wikipedia.org/wiki/Year%27s_Best_SF_15):
Vandana Singh: “Infinities”
Robert Charles Wilson: “This Peaceable Land; or, The Unbearable Vision of Harriet Beecher Stowe”
Yoon Ha Lee: “The Unstrung Zither”
Bruce Sterling: “Black Swan”
Nancy Kress: “Exegesis”
Ian Creasey: “Erosion”
Gwyneth Jones: “Collision”
Gene Wolfe: “Donovan Sent Us”
Marissa K. Lingen: “The Calculus Plague”
Peter Watts: “The Island”
Paul Cornell: “One of Our Bastards Is Missing”
Sarah L. Edwards: “Lady of the White-Spired City”
Brian Stableford: “The Highway Code”
Peter M. Ball: “On the Destruction of Copenhagen by the War-Machines of the Merfolk”
Alastair Reynolds: “The Fixation”
Brenda Cooper: “In Their Garden”
Geoff Ryman: “Blocked”
Michael Cassutt: “The Last Apostle”
Charles Oberndorf: “Another Life”
Mary Robinette Kowal: “The Consciousness Problem”
Stephen Baxter: “Tempest 43”
Genevieve Valentine: “Bespoke”
Eric James Stone: “Attitude Adjustment”
Chris Roberson: “Edison’s Frankenstein”
@ Jimi Paradise
La traduzione di “Ancillary Sword” non presenta più i casi che hanno spesso reso difficoltosa la lettura di “Ancillary Justice”.
sulla traduzione l’ho sentito dire anche io. Lo spero vivamente, anche se:
1- la scelta di adattamento a monte continuo a trovarla proprio infelice.
2-confrontando l’estratto gratuito italiano e il corrispondente inglese è davvero una tomba. Classica traduzione “a senso”, non puntuale e precisa rispetto all’originale, ma anche con alcune castronerie notevoli. Ho riportato un esempio dalle prime cinque righe (le prime 5!) in coda al post su Ancillary Justice.
https://gerundiopresente.wordpress.com/2014/11/11/recensionando-ancillary-justice/
Il danno fatto con Ancillary Justice è irreparabile: il lettore italiano ormai è portato ad immaginare i personaggi con un preciso sesso (Breq femmina, Aanander maschio, i Luogotenenti un maschio e una femmina) al di là delle volontà dell’autrice. Purtroppo aver evitato errori di concordanza da scuole elementari non riabilita traduttore e editore.
In realtà traducendo tutto al femminile (tutto, ogni singolo rigo) non ci sarebbero stati errori e avrebbe reso al meglio l’inglese, dove appunto è così (almeno nelle parti del discorso distinte tra generi). Questo arzigogolo è ridicolo e fuorviante e crea problemi laddove non esistono: se hanno capito il senso di questa scrittura gli statunitensi, avremmo potuto arrivarci anche noi.
Grazie per entrambe le notizie @FerroN
Secondo alcune voci di corridoio “La scacchiera” dovrebbe uscire in versione ritradotta o quantomeno reintegrata delle parti mancanti, niente di ufficiale a riguardo?
Aspetto la rece di Ancillary Sword, non l’ho ancora preso perché sono terrorizzato dalla traduzione. Letteralmente.
Nelle descrizioni ufficiali in giro il nome alla traduzione (Hilja Brinis) è il medesimo e non c’è il bollotto, come accadde per esempio per Vagabondo dello spazio.
Nel caso aggiornerei il post con vero piacere, ma non ci conterei troppo.
Certo che però è una notizia, 3 mesi e 3 inediti per Urania!
Di questa ne riparliamo tra qualche giorno, ok?
Questo inedito peraltro è ampiamente programmato su base annuale, così come il Premio Urania. Ma ripeto, pazientate ancora un po’ e avremo modo di parlarne.
Ok, adesso sono curioso!
Ti ho fatto salire la scimmia (instancabile)? Come accennato a fine post, ne parleremo presto. XD
Urania 1625 “Infiniti” (Year’s Best SF 15 – Prima Parte) contiene i primi undici racconti dell’edizione originale (nel medesimo ordine: da “Infiniti” di Vandana Singh a “Uno dei nostri bastardi è scomparso” di Paul Cornell). Traduzioni di Annarita Guarnieri, tranne “Il cigno nero” di B. Sterling (Giuseppe Lippi). Confermata l’uscita della Seconda Parte per il mese prossimo.
Ebook in offerta sui siti delle librerie: oltre 80 titoli Urania scontati del 50% (fino al 31 dicembre), oltre 100 titoli Fanucci a 1,99 euro (Dick, Miéville, Matheson e altri, fino al 10 dicembre).
Grazie per le precisazioni, sarei curiosa di sapere se nell’editoriale sull’addio al Year’s Best SF si dica qualcosa d’interessante…qualcuno lo ha letto? Novità?
Sugli ebook scatterà un post a parte, credo e spero.
Viene annunciato che il n°30 di Dozois sarà diviso in 3 Millemondi, a partire dall’estate 2016.
Dopo una breve storia editoriale dello Year’s Best SF in Italia, Lippi snocciola un po’ di cenni biografici, prima di Hartwell poi di Cramer.
Insomma, a parte l’annuncio dei 3 Millemondi (ne resterà libero solo uno all’anno!!), nulla che susciti interesse.
E spero *vivamente* che quello del 2016 sia per James Tiptree Jr. La collezione delle short stories è sopra le 500 pagine già in inglese.
A questo punto allora si sarebbe potuto fare un Jumbo con la raccolta di Tiptree, dato che in italiano di solito la mole aumenta un po’… Le alternative sono o due Millemondi (magari quelli di febbraio e maggio 2016) o un’edizione monca, cosa non da escludere del tutto, eh 😦
(In ogni caso anche per una antologia come quella di Dozois, 3 Millemondi 3!! sono davvero scandalosamente troppi. Non dico che dovrebbero farne un volume solo, come del resto sarebbe avvenuto soltanto qualche anno fa, quando questa collana contava volumi da 700 pagine, ma due sarebbero più che sufficienti. Il problema della Mondadori – uno dei problemi – è che non ammortizza i normali costi di diritti proponendo questo materiale anche in edizioni da libreria. Lo relega automaticamente alle edicole, costringendosi a sbriciolarlo come più l’ansia di recuperare quattrini le consiglia…Mentre oggi la politica di molte case editrici, per esempio quelle di fumetti, è proprio quella di presentare edizioni in super-lusso da 30-50 € di volumi cartonati per un pubblico di affezionati e poi magari proporre lo stesso materiale in edicola o sempre in libreria in edizioni più popolari. Non c’è nessuna prova che contraddica il fatto che il pubblico di queste pubblicazioni non sia lo stesso della fantascienza letteraria, o che quantomeno le esigenze dei due pubblici non siano simili. Secondo me quelli del marketing della Mondadori andrebbero tutti licenziati in massa.)
Notizia ufficiale: l’edizione integrale de La scacchiera di Brunner è farlocca, non è davvero integrale come strombazzato dai “curatori”, adesso lo sappiamo. Urania fa un passo avanti e 10 indietro ogni mese… DEPRIMENTE.
Notizia ufficializzata dove? Da chi?
Ufficializzata da un volenteroso lettore storico che ha fatto una verifica e ne ha dato conto sul silente blog di Urania. Pazzesco, se si pensa che l’editor delle collane da edicola si ostina a dichiarare che su Urania non si taglia più nulla ormai da tempo. Mentre non solo si continua a tagliare, non solo non si reintegrano davvero i vecchio romanzi ristampati, ma li si fa passare per ricostruiti filologicamente senza che sia vero… Pazzesco… In Italia non ci si arrabbia per cose ben più gravi, e me ne rendo conto. ma davvero ci vorrebbe una presa di distanza di massa…
Grazie per la segnalazione, devo proprio recuperare quest’intervento.
Probabilmente per Brunner hanno reintegrato le parti della traduzione originale che erano state tagliate dalla redazione per motivi di spazio. Altrettanto probabilmente, visto che la traduzione è sempre la stessa, già di per sè era stata “asciugata” dal traduttore, quindi in realtà non è integrale rispetto all’originale (ma diventa paradossalmente integrale rispetto a sè stessa…).
Per Dozios, toglietemi una curiosità: andando a cercare trovo solo le raccolte “The year’s best SF” che viaggiano tutte tra le 650 e le 700 pagine. Ma sono quelle che verranno spezzate in 3? Fanno dei Millemondi da 220 pagine l’uno?
Marzullianamente, hai fatto una domanda e hai dato una risposta.
Non posso fare un confronto con le antologie da te citate (non le ho ancora lette), tuttavia “Infiniti” mi sembra una buona (mezza) antologia. Il livello dei racconti è mediamente buono e la loro scaletta è ben costruita: sono arrivato velocemente alla fine, senza mai annoiarmi.
A mio parere su tutti prevale “La cetra senza corde” di Yoon Ha Lee: ci sono idee e materiale per farne almeno un romanzo breve. Molto bello è anche “L’isola”, di Peter Watts.
“Esegesi” (Kress), “Erosione” (Creasey) e “Collisione” (Jones) mi sembrano i meno riusciti (i primi due sono molto brevi e certamente non indimenticabili, il terzo è una sorta di prequel, poco comprensibile, della trilogia “White Queen”).
Anche se non amo particolarmente le antologie di racconti, leggerò sicuramente anche la prossima metà.
Lo sto leggendo pure io! Spero di poter dire la mia presto.