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certo Leo, ogni anno, dopo aver fatto la notte in bianco.

certo Leo, ogni anno, dopo aver fatto la notte in bianco.

Ore 22:15 – io già smadonno perché hanno pubblicato *adesso* l’elenco di premiazione. Gli anni scorsi almeno qualche giorno prima. Dato che l’Academy vive della vendita dei diritti televisivi, categoria miglior attore protagonista / OscarForLeo sarà penultima. All’inizio la doppia sceneggiatura e i premi tecnici più blasonati. Il #teamDeakins andrà a letto presto, i quotidiani italiani smadonneranno. Dopo aver copincollato e sistemato tutto per bene, lo trovate già qui sotto, pronto all’uso.

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sdrammatizziamo con il piccolo bossy Jacob Tarley, protagonista di Room, che tira fuori l’Istagram più riuscito della serata

Se volete vedere Di Caprio, dovrete tirare le 5:15 / 5:30 circa.
Se volete vedere Ennio Morricone, dipende da dove piazzano i tributi finali, ma sicuramente dopo le 4:30.

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scusa, mi hai chiamata petalosa?

Ore 22:30 era dagli anni ’90 con lo strapotere dei Weinstein che non vedevo una sceneggiata di questo tipo, Shakespeare in Love, ricordate? Questo diventerà un case studies di come vincere un premio a furor di popolo e a suon di gif.
Sì, sono scettica. Il vero, amarissimo mancato Oscar lo ha avuto Michael Keaton l’hanno scorso (e quest’anno replicherà). Michael Keaton che rimette in tasca il discorso che ha già tra le mani, quello è il momento di tristezza suprema. Roger DeakinsThomas Newman con 13 nomination a testa e 0 vittorie, quella è gente che potrebbe accampar pretese.

I did my research, bitches

I did my research, bitches

Mi sovviene ora che non vi ho parlato degli stuntmen, passati sotto silenzio nel vortice degli #OscarSoWhite. Anche loro stasera boicottano e protestano perché vogliono una loro categoria, come ai SAG. E ci starebbe tutta cavolo!

Ore 00:00 Il mio kebabbaro mi ha tradito ed è tutto nero e drammatico.

tipo che tento di essere positiva come Mark Ruffalo che ha appena perso l'Oscar ma fa l'occhiolino

tipo che tento di essere positiva come Mark Ruffalo che ha appena perso l’Oscar ma fa l’occhiolino

Ore 00:20 Ve l’avevo detto che Sky avrebbe fatto la cazzara. Il tappeto rosso serio comincerà tra poco.

ogni anno rimedio una gif di Lady Gaga che fa ciaociao da piazzare all'inizio del post

ogni anno rimedio una gif di Lady Gaga che fa ciaociao da piazzare all’inizio del post

 

RED CARPET

[in aggiornamento]

 

Alicia Vikader gialla e cristallosa: fa un po’ troppo cocktail party. I capelli poi sciolti così proprio no. Bocciata.
*
Saoirse Ronan versione sirena metallizzata: è la prima volta in cui è sexy, bellissima! Vorrei una gif della faccia “vecchio contenitente educatamente annoiato” che ha tenuto tutta sera. Promossa!
*
Daisy Miller zero fantasia sulle tinte e le fantasie ma carina, unico vero dubbio: la lunghezza dell’abito stona. MEH.
*
Olivia Wilde perpetua l’orrendo taglio del vestito bianco di Rosamunde Pike l’anno scorso. Il retro però è pazzesco e lei è comunque figa. Devo dire che in foto viene molto meglio che in video quest’abito. Mi arrendo, ha vinto lei.
*
Charlotte Rampling doma una fantasia impossibile (non molto saggia, dato come squadretta in camera) e col suo rigore inglesi non teme rivali.
*
Brie Larson è perfetta e ha un vestito da vincitrice.
*
Margot Robbie porta una ventata di anni ’80 ma è talmente figa che vabbè, può. Stupenda e doratissima.
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Sandy Powell, costumista e regina del I do what I want. Fun fact: dall’inviato di E! è stata scambiata per Tilda Swinton.
*
Rachel McAdams austera ma bellissima, per me la migliore. Il colore poi è meraviglioso e la fa magra ma gnocca in tutti i punti giusti. SLAAAAY!
*
Tina Fey osa un viola elettrico. Wow.
*
Kerry Washington monocromo guerriera. Non so cosa pensare ma stima per il coraggio di portassi appresso quel busto di ecopelle.
*
Lady Gaga sbaglia tutto sul red carpet, ma poi niente dal vivo, ed è ciò che conta.
*
Michael Fassbender, boom!
*
Tom Hardy con gli occhiali da sole: un po’ che me frega, un po’ ultimately cool.
*
Rooney Mara ci ricorda quanto sia magra con un abito dalle forme impossibili che mezzo grammo di ciccia renderebbe importabile. Non sono convinta.
*
Cate Blachett sdogana il petaloso e solo lei può scegliere quel vestito e farlo funzionare su quel red carpet.
*
Kate Winslet porta la versione glamour di un sacco della spazzatura. Informe uguale.
*
Emily Blunt col pancione mi impedisce di esprimere quanto sto pensando sul suo abito.
*
Sofia Vergara ha sempre degli abiti così impeccabili da essere scelte noiose.
*
Di Jennifer Lawrence mi piacciono pizzo e trasparenze, ma la forma del vestito le cade addosso e non le dona alla linea.

evvai, quest’anno sono riuscita anche a ritagliarmi una parentesi fashion police

Mi pare giusto che nell’anno della supernostalgia anni ’90 arrivi la coppia icona degli anni ’90 al cinema.

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Sta per scoppiare un caso: Jennifer Lawrence non è ancora passata sul red carpet. Jen, dove sei?
Aggiornamento: era in super ritardo per cui ha fatto una cosa volante, facendo preoccupare l’Internet.

LA PREMIAZIONE

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Ore 2:33 – si comincia!

SELFIE TIME!

SELFIE TIME!

Si parteeee con la solita carrellata delle immagini dei film più rilevanti dell’anno. Ci siamo!
Lieve disappunto: tra i film remarkable ci sarebbero…Ted 2 e Jurassic World? Cominciamo bene.

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Chris Rock apre la serata definendola come annunciato con il White People Choice Award, dopo lo scandalo #OscarsSoWhite.
Sorpresa Chris Rock: il suo discorso è la cosa migliore di tutta la lunghissima, a tratti estenuante parentesi sul “abbiamo bisogno di più afroamericani alla notte degli Oscar” (e tra l’altro tra i presentatori sono la netta maggioranza).

Cattissimo anche nel fuoco amico sui presunti boicottaggi: 

“Jada [Pinkett Smith] boycotting the #Oscars is like me boycotting Rihanna’s panties. I wasn’t invited.” 

In sintesi la sua posizione è che sì, l’Academy è affetta da razzismo, ma non del tipo a cui la comunità è abituata e la soluzione non è quella di boicottare o chiedergli di non condurre in nome della causa, ma fare di tutto per esserci.
Arriva persino a proporre di avere delle categorie black, come per esempio miglior amico/spalla per un attore bianco.

That’s right. Is Hollywood racist? You’re damn right Hollywood is racist. But it ain’t that racist that you’ve grown accustomed to.

Gran bella apertura, misurata ma acuta, giusta. Vi consiglio di leggere il testo del suo monologo integralmente che qualcuno al Washington Post ha trascritto integralmente QUI. Se invece volete leggere un ottimo pezzo critico sulla sua conduzione, QUI.

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Emily Blunt e Charlize Theron presentano la categoria delle sceneggiature originali…largo alla bellezza!

Best Original Screenplay

Matt Charman, Joel ed Ethan Coen – Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
Alex Garland – Ex Machina
Josh Cooley, Ronnie del Carmen, Pete Docter e Meg LeFauve – Inside Out
Tom McCarthy e Josh Singer – Il caso Spotlight (Spotlight)
Andrea Berloff, Jonathan Herman, S. Leight Savidge e Alan Wenkus – Straight Outta Compton

Come da pronostico, Spotlight. Nonostante i sottopancia, io non noto cambiamenti nella noia dei ringraziamenti.

ciao, sono l'odiatissimo Tom Hopper.

ciao, sono l’odiatissimo Tom Hopper.

Best Adapted Screenplay

Charles Randolph e Adam McKay – La grande scommessa (The Big Short)
Nick Hornby – Brooklyn
Phyllis Nagy – Carol
Drew Goddard – Sopravvissuto – The Martian (The Martian)
Emma Donoghue – Room

Adam McKay vince, evviva! Primo affondo della serata: non votate i poliici legati a petrolio e banche, o “strani miliardari”. Sarà una serata politica e non razziale?

leonardo di caprio è il ritratto della tensione

leonardo di caprio è il ritratto della tensione

Momento incredibile di Chris Rock che però richiede spiegazioni preliminari: la salita di Stacey Dash sul palco non era certo attesa dopo l’introduzione di un paladina dei diritti neri. La sua colpa: non essere l’attrice di Clueless, bensì di lavorare per FOX News e di essere apertamente repubblicana, non sostenendo il presidente nero.

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Montaggione che presenta i candidati al miglior film in versione parodistica con Whoopi Golberg e Chris Rock: era un’idea nuova a tempi degli MTV Movie Awards.

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Segue Sarah Silverman che dice cose a caso! Però ha delle braccia bellissime. La comica introduce Sam Smith con la canzone bondiana. Mah, un po’ moscia, l’unica cosa forte è quanto stia male la barba a Smith. Così moscia che manco mezza gif, proprio.

Altra considerazione: date le proteste degli interpreti delle altre due canzoni nominate, a cui è stato detto “non ti puoi esibire, non c’è tempo”, questa prova risulta ancora più amara. Comunque è ‘na schifezza questo dualismo: se sono in cinque, o cantano tutti o nessuno, checcavolo.

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Performance by an Actress in a Supporting Role

Jennifer Jason Leigh – The Hateful Eight
Rooney Mara – Carol
Rachel McAdams – Il caso Spotlight (Spotlight)
Alicia Vikander – The Danish Girl
Kate Winslet – Steve Jobs

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È nata una stella straniera che saluta in svedese ma non si commuove come fece Marion Cotillard, di cui ricalca l’ascesa.  citerà poi anche la serie Transparent, incentrando il suo discorso sul ringrazimento a Redmayne e sulla tematica del film. Mhhh, preferivo Marion piangente.

Achievement in Costume Design

Sandy Powell – Carol
Sandy Powell – Cenerentola (Cinderella)
Paco Delgado – The Danish Girl
Jenny Beavan – Mad Max: Fury Road
Jacqueline West – Revenant – Redivivo (The Revenant)

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Chiunque abbia osato parlar male di Jenny Beaven deve solo sciaquarsi la bocca. Come rimette a posto lo sguardo di disapprovazione di Inarritu. Epocale.
Per chi non lo sapesse Stephen Fry ai Golden Globes ha scherzato sul suo stile “non me ne frega un accidenti” e lei non si è nemmeno dovuta offendere: è stato il mondo a difenderla. Poi invita tutti ad essere gli uni più gentili con gli altri e a prendersi cura dell’ambiente, rubando probabilmente la tematica a Di Caprio.

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la gif più tenera della serata.

Achievement in Production Design

Rena DeAngelo, Bernhard Henrich e Adam Stockhausen – Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
Michael Standish e Eve Stewart – The Danish Girl
Colin Gibson e Lisa Thompson – Mad Max: Fury Road
Celia Bobak e Arthur Max – Sopravvissuto – The Martian (The Martian)
Jack Fisk e Hamish Purdy – Revenant – Redivivo (The Revenant)

Evvai, Mad Max continua bene. Ringraziamenti davvero british:

“It never ceases to annoy me how many people it takes to make me look competent

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ero già così addormentata che realizzo solo ora il collegamento con Suicide Squad

Achievement in Makeup and Hairstyling

Lesley Vanderwalt, Elka Wardega e Damian Martin – Mad Max: Fury Road
Love Larson e Eva Von Bahr – Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve (Hundraåringen som klev ut genom fönstret och försvann)
Sian Grigg, Duncan Jarman e Robert A. Pandini – Revenant – Redivivo (The Revenant)

Della superiorità degli acceptance speech dei tecnici:

“you can pop the corks at home”

Achievement in Cinematography

Ed Lachman – Carol
Robert Richardson – The Hateful Eight
John Seale – Mad Max: Fury Road
Emmanuel Lubezki – Revenant – Redivivo (The Revenant)
Roger Deakins – Sicario

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NUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
*ondata di odio purissimo*
Ma tipo che per un momento Lubezki mi è stato inviso quanto Murakami.
Questa forse era la categoria di più alta qualità, in cui era veramente, veramente difficile scartare anche solo uno dei nominati. Per questo (e non per il mio amore purissimo verso Roger Deakins TEAM ROGER GO GO GO!) premiare per il terzo anno di fila Emmanuel Lubezki è stato un gigantesco spreco. Forse sarà il Re della categoria, ma la distanza non è così siderale da giustificare questa decisione, MA CHE TI FAI L’OCCHIOLINO, DANNATO?!?!
Unica consolazione: il più grande perdente agli Oscar, il tecnico del sonoro Kevin O’Connell, dista ancora 7 lunghezze.

Achievement in Film Editing

Hank Corwin – La grande scommessa (The Big Short)
Margaret Sixel – Mad Max: Fury Road
Stephen Mirrione – Revenant – Redivivo (The Revenant)
Tom McArdle – Il caso Spotlight (Spotlight)
Maryann Brandon e Mary Jo Markey – Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)

Un po’ speravo che vincesse Corwin, dato il lavoraccio che si è fatto in quel film psichedelico che gli è toccato. Stephen Sixel tira fuori l’understatement del momento:

I suppose ‘Mad Max’ is doing okay tonight

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Achievement in Sound Mixing

Andy Nelson, Gary Rydstrom e Drew Kunin – Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
Chris Jenkins, Gregg Rudloff e Ben Osmo – Mad Max: Fury Road
Andy Nelson, Christopher Scarabosio e Stuart Wilson – Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)
Paul Massey, Mark Taylor e Mac Ruth – Sopravvissuto – The Martian (The Martian)
Jon Taylor, Frank A. Montaño, Randy Thom e Chris Duesterdiek – Revenant – Redivivo (The Revenant)

A questo punto, Mad Max sarà in ogni caso il film più premiato della serata, oltre che ad essere quello con i vincitori più australo-fichi.

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Achievement in Sound Editing

Mark Mangini e David White – Mad Max: Fury Road
Alan Robert Murray – Sicario
Matthew Wood e David Acord – Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)
Oliver Tarney – Sopravvissuto – The Martian (The Martian)
Martin Hernandez e Lon Bender – Revenant – Redivivo (The Revenant)

Mark Mangini, che lavora a suoni fantascientifici da anni e anni (Il Quinto Elemento, Star Trek) ma è alla sua prima vittoria, vero australiano dentro, sbotta:

“George Miller would tell us ‘Mad Max’ is a film we see with our ears. I knew sound could tell my story, but nothing quite like this. Sound artists are storytellers. Thank you, George.

Achievement in Visual Effects

Mark Williams Ardington, Sara Bennett, Paul Norris e Andrew Whitehurst – Ex Machina
Andrew Jackson, Dan Oliver, Andy Williams e Tom Wood – Mad Max: Fury Road
Anders Langlands, Chris Lawrence, Richard Stammers e Steven Warner – Sopravvissuto – The Martian (The Martian)
Richard McBride, Matt Shumway, Jason Smith e Cameron Waldbauer – Revenant – Redivivo (The Revenant)
Chris Corbould, Roger Guyett, Paul Kavanagh e Neal Scanlan – Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)

Prima sorpresa della serata! YAY! Qui credo di aver già detto tutto con un tweet:

Performance by an Actor in a Supporting Role

Christian Bale – La grande scommessa (The Big Short)
Tom Hardy – Revenant – Redivivo (The Revenant)
Mark Ruffalo – Il caso Spotlight (Spotlight)
Mark Rylance – Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
Sylvester Stallone – Creed – Nato per combattere (Creed)

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La prima, vera, enorme sorpresa della serata: niente Sly, a trionfare è Mark Rylance, che subito corre ad abbracciare Steven Spielberg, la persona più ringraziata di sempre agli Oscar, anche più di Dio. Curioso come avvenga dopo che per buona parte della serata ci si sia presi gioco del film di Spielberg “che verrà recuperati prima o poi in in un viaggio aereo”. Per dire che l’exploit che ha avuto qui è un fenomeno inspiegabile e locale. Comunque Rylance ha una gran carriera a suo favore e Sly ha incassato da gran signore.

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Best Animated Short Film

Bear Story, regia di Gabriel Osorio Vargas
Prologue, regia di Richard Williams
Sanjay’s Super Team, regia di Sanjay Patel
We can’t live without cosmos, regia di Konstantin Bronzit
World of tomorrow, regia di Don Hertzfeldt

Il primo premio Oscar cileno. Di Bear Story non so niente, ma è una grandissima ingiustizia che non sia il secondo, dato quello che Pablo Larrain ha tirato fuori, ignorato, in questi anni.

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Best Animated Feature Film
Anomalisa, regia di Charlie Kaufman e Duke Johnson
Il bambino che scoprì il mondo (O Menino e o Mundo), regia di Alê Abreu
Inside Out, regia di Pete Docter e Ronnie del Carmen
Shaun, vita da pecora – Il film (Shaun the Sheep Movie), regia di Mark Burton e Richard Starzak
Quando c’era Marnie (思い出のマーニー Omoide no Mānī?), regia di Hiromasa Yonebayashi

Ma se la categoria la introducono Woodie e Buzz, chi altro poteva vincere, scusatemi? Ovvviamente stravince la Pixar con Inside Out. Pete Docter tira fuori dal cappello il discorso più inspirational.

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Best Documentary Short Subject

Body Team 12 – regia di David Darg e Bryn Mooser
Chau, Beyond The Lines – regia di Courtney Marsh e Jerry France
Claude Lanzmann: Spectres Of The Shoah – regia di Adam Benzine
A Girl In The River: The Price Of Forgiveness – regia di Sharmeen Obaid-Chinoy
Last Day Of Freedom – regia di Dee Hibert e Jones Nomi Talisman

La direttrice nera e donna dell’Academy Cheryl Boone Isaacs si ritaglia un minuto sul palco per ribadire in diretta che verranno presi davvero provvedimenti per diversificare platea e nominati. Ne approfitto per farvi notare un dettaglio fashion ricorrente della serata: donne con gli occhiali (mossa di per sé già ardita) e dalla spessa montatura nera!

A introdurre i documentari, nientepopodimeno che Louis C.K. Io, sarà il sonno, l’ho interpretata come una prova esplorativa verso una conduzione futura. Chissà. Sicuramente la serata non sarebbe così piatta, ma forse i membri dell’Academy con lui al timone non arriverebbero con le coronarie a posto a fine serata.

Il comico ci ricorda con amarezza l’importanza dei documentari, ma anche la vita di sussistenza che conducono i loro realizzatori.

“These people, this is documentary short film. It’s not even documentary feature. You cannot make a dime on this. These people will never be rich as long as they live

Miglior battuta secca della serata:

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Best Documentary Feature

Amy, regia di Asif Kapadia
Cartel Land, regia di Matthew Heineman
The Look of Silence, regia di Joshua Oppenheimer
What Happened, Miss Simone?, regia di Liz Garbus
Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom, regia di Evgeny Afineevsky

Amy, altro colpaccio di Cannes, dove se ne era parlato tantissimo. Occhio: due nominati sono della scuderia Netflix. In generale una categoria in grande spolvero: senza googlare saprei descrivervi a grandi linee la trama di quattro su cinque titoli.

Best Live-Action Short Film

Ave Maria, regia di Basil Khalil
Day one, regia di Henry Huges
Everything will be ok, regia di Patrick Vollrath
Shock, regia di Jamie Donoughu
Stutterer, regia di Benjamin Cleary e Serena Armitage

Tipo che, da titolo, parla di un tipografo con problemi di balbuzie. I registi ringraziano l’Academy per essersi ricordata anche quest’anno che questa categoria esiste.

Kate Winslet legge gli ingredienti che le scout nere stanno vendendo in platea

Kate Winslet legge gli ingredienti che le scout nere stanno vendendo in platea

Best Foreign-Language Film

El abrazo de la serpiente, regia di Ciro Guerra (Colombia)
Mustang, regia di Deniz Gamze Ergüven (Francia)
Il figlio di Saul (Saul fia), regia di László Nemes (Ungheria)
Theeb, regia di Naji Abu Nowar (Giordania)
A War (Krigen), regia di Tobias Lindholm (Danimarca)

Così incisivo che non c’è stato verso di cavare una gif per la categorie. Anche qui la fantasia al potere ma si sa: l’Olocausto è viatico di vittoria certa o quasi. E brava Cannes, che ha piazzato due suoi film in cinquina, tra cui il vincitore László Nemes, che dice:

“Even in the darkest hours of mankind, there might be a voice within us that allows us to remain human

La nota e la mancanza di fantasia e ardore di Hollywood è tale che il momento più riuscito della serata in qualità di presentatore se lo porta a casa Joe Biden, sapete, il vicepresidente degli Stati Uniti, che introduce Lady Gaga.

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Dopo aver detto che è la persona meno qualificata a stare lì a fare quello che sta facendo, beh, viene fuori che è tipo la migliore nel creare la giusta atmosfera. Forse gli afroamericani avrebbero dovuto affidarsi a lui per perorare la loro causa.

“We must and we can change the culture so that no abused woman or man, like the survivors you will see tonight, ever feel they have to ask themselves ‘What did I do?’ They did nothing wrong.”

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Lady Gaga è una macchina da guerra dal vivo, ormai. Dopo la perfomance dell’anno scorso, l’inno al Superbowl e il tributo a David Bowie ai Grammy’s, anche qui spacca tantissimo, mettendoci il 250% di passione, un piano e un gruppo di donne vittime degli abusi di cui parla di documentario da cui è tratta la canzone.

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Standing ovation e Rachel McAdams quasi in lacrime.

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Achievement in Music Written for Motion Pictures Original Score)

Thomas Newman – Il ponte delle spie (Bridge Of Spies)
Carter Burwell – Carol
Ennio Morricone – The Hateful Eight
Jóhann Jóhannsson – Sicario
John Williams – Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)

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C’È ANCHE UN PO’ D’ITALIA! YAY!
Io e Vincenzo Mollica a fare il tifo da stadio. Forse uno dei più bei discorsi della serata, emozionatissimo, tenuto in italiano e tradotto dal figlio di Ennio Morricone, che lo scorta sul palco. Tutte le brutte figure degli scorsi mesi sono un ricordo e non fa una gaffe, anzi, ringrazia e saluta John Williams, il competitor contro cui di fatto ha vinto.

Tutti i sostenitori del c’è anche un po’ d’Italia in piedi ad applaudire. Stavolta c’è davvero.

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Achievement in Music Written for Motion Pictures (Original Song)

“Earned It” from – Fifty Shades of Grey • Music and Lyrics: Belly, Stephan Moccio, Jason “Daheala” Quenneville, and The Weeknd
“Manta Ray” – Racing Extinction • Music: J. Ralph • Lyrics: Antony Hegarty
“Simple Song #3” – Youth • Music and Lyrics: David Lang
“Til It Happens to You” – The Hunting Ground • Music and Lyrics: Lady Gaga and Diane Warren
“Writing’s on the Wall” – Spectre • Music and Lyrics: Jimmy Napes and Sam Smith

pure lui ci è rimasto

pure lui ci è rimasto di sasso

La rivolta della Rete e uno dei momenti di disappunto più alti della serata. Anche perché, come già detto, Gaga (la favorita) se l’è mangiato Sam Smith, dal vivo. Non contento di aver cantato così così, si è pure inventato questa tremenda gaff rispondendo a Ian McKellen, che accusava la mancanza di attori dichiaratamente gay tra quanti avevano vinto la statuetta. Peccato che Sam Smith abbia generalizzato e si sia presentato come il primo LGBT certificato a ritirare un Oscar. Ma poi, Elton John? Vabbè dai.

“I stand here tonight as a proud gay man.

Achievement in Directing

Lenny Abrahamson – Room
Alejandro González Iñárritu – Revenant – Redivivo (The Revenant)
Tom McCarthy – Il caso Spotlight (Spotlight)
Adam McKay – La grande scommessa (The Big Short)
George Miller – Mad Max: Fury Road

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Ma c’era veramente bisogno di dare il secondo oscar registico di fila a Alejandro G. Iñárritu? Con la riscossa epocale di George Miller nella stessa categoria? Mah. Uno dei momenti più irritanti della serata, con tanto di sviolinata a Leo, che è Revenant. Sigh. Tra gli altri ha ringraziato anche i nativi americani che hanno preso parte al film, che hanno ricevuto giusto un filo di attenzione in meno. Il suo film, in tutta modestia, arriva in un momento che è:

“a great opportunity to our generation to really liberate ourselves from all prejudice”

Performance by an Actress in a Leading Role

Cate Blanchett – Carol
Brie Larson – Room
Jennifer Lawrence – Joy
Charlotte Rampling – 45 anni (45 Years)
Saoirse Ronan – Brooklyn

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L’Oscar su cui ero più sicura. Qualcuno ha definito Brie Larson l’outsider, perché alla prima nomination: per farlo però bisogna ignorare anni di recensioni ottime strappate con film indie e blockbuster, oltre a una campagna martellante for your consideration.
Bella, brava e sensibile: poco prima aveva abbracciato ad una ad una le vittime di stupro salite sul palco assieme a Lady Gaga.

Performance by an Actor in a Leading Role

Bryan Cranston – L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo (Trumbo)
Matt Damon – Sopravvissuto – The Martian (The Martian)
Leonardo DiCaprio – Revenant – Redivivo (The Revenant)
Michael Fassbender – Steve Jobs
Eddie Redmayne – The Danish Girl

gli ride anche il culo, come si dice dalle mie parti

gli ride anche il culo, come si dice dalle mie parti

Mi chiedo quanta ingenuità o malizia serva per aver dubitato, anche solo per un minuto, che dopo tutto il casino tirato in piedi questo inverno, che potesse non vincere lui.

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Discorso di ringraziamento piuttosto canonico: il compagno di avventura, il regista, il primo regista che lo ha scritturato e poi un singulto di novità. L’ossessione per le tematiche ambientali di Di Caprio ha la meglio e quindi chiude così:

“Let us not take this planet for granted. […] Climate change is real, it is happening right now… it is the most urgent threat facing our entire species and we need to work collectively together and stop procrastinating.”

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Tom Hardy se la rideva con la fichissima moglie.

Best Motion Picture of the Year

La grande scommessa (The Big Short), regia di Adam McKay
Il ponte delle spie (Bridge of Spies), regia di Steven Spielberg
Brooklyn, regia di John Crowley
Mad Max: Fury Road, regia di George Miller
Sopravvissuto – The Martian (The Martian), regia di Ridley Scott
Revenant – Redivivo (The Revenant), regia di Alejandro González Iñárritu
Room, regia di Lenny Abrahamson
Il caso Spotlight (Spotlight), regia di Tom McCarthy

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E così vince Spotlight, nonostante Revenant avesse tentato di farci credere di poter spopolare anche qui. La gioia di Michael Keaton, onestamente felice per il suo film, che sale per il secondo anno da protagonista del film del premio più importante, ma mai da vincitore.

Cosa ci dice la vittoria di questo film? Innanzitutto che, nonostante Mad Max: Fury Road sia già un film entrato nella storia e una spanna sopra gli altri, l’Academy non è ancora pronta ad abbracciare film tanto lontani dal suo standard. Perciò, in un anno senza un chiaro front runner, per una volta ha saputo dare un po’ a tutti, rimanendo comunque prevedibile nelle sue scelte per gran parte della serata. La direzione degli ultimi anni si conferma essere meno attenta al box office e più alla qualità, e in particolare a chi sa dire o fare qualcosa di cinematograficamente innovativo / artistico / ineccepibile, senza però allontanarsi troppo dal gusto dell’Academy.
Altra nota: ancora una volta Venezia, che io tanto critico, è riuscita a piazzare in questo slot uno dei suoi film, complimenti! Sono diversi anni ormai che non perde questo primato.

L’unica cosa da riproverare a un film che si è portato sul palco anche i giornalisti protagonisti della storia vera, è di aver fatto sfumare la possibilità di vedere un evento Papa Francesco free.

“This film gave a voice to survivors and this Oscar amplifies that voice which we hope will become a choir that will resonate all the way to the Vatican. Pope Francis, it’s time to protect the children and restore the faith.”

Come aggiungerà Spotlight alla lunga serie di vincitori, giusti o sbagliati, agli 88 migliori film dell’anno cinematografico statunitense? Sarà, come sempre, la memoria collettiva a parlare. Regia, fai partire RVM.

una bellissima gallery con tutte le foto del dietro le quinte, da cui ho tratto anche la nuova immagine di testata, la trovate QUI.

E  anche per quest’anno abbiamo finito. Non ci speravo quasi più. oscar2016_thanksgod

Ci rivediamo agli Oscars 2017, ok? Baci stellari!oscar2016_ladygagaperde

 

PRESENTATORI

Cedering Fox Announcer for the 88th annual Academy Awards
J. J. Abrams
Patricia Arquette Presenter of the award for Best Supporting Actor
Abraham Attah
Sacha Baron Cohen
Joe Biden Introducer of the performance of Best Original Song nominee “Til It Happens to You”
Cate Blanchett
Emily Blunt
Chadwick Boseman
Steve Carell
Henry Cavill
Priyanka Chopra
Louis C.K.
Common
Russell Crowe
Chris Evans
Tina Fey
Morgan Freeman
Jennifer Garner
Whoopi Goldberg
Ryan Gosling
Louis Gossett, Jr.
Kevin Hart
Quincy Jones
Michael B. Jordan
Lee Byung-hun
John Legend
Jared Leto
Rachel McAdams
Julianne Moore Presenter of the award for Best Actor
Olivia Munn
Jason Segel Presenters of the segment of the Academy Awards for Technical Achievement and the Gordon E. Sawyer Award
Dev Patel
Eddie Redmayne Presenter of the award for Best Actress
Daisy Ridley
Margot Robbie
Liev Schreiber
Andy Serkis
Sarah Silverman
J. K. Simmons Presenter of the award for Best Supporting Actress
Charlize Theron
Benicio del Toro
Jacob Tremblay
Sofía Vergara
Kerry Washington
Olivia Wilde
Pharrell Williams
Reese Witherspoon
ESIBIZIONI DAL VIVO

Harold Wheeler Musical arranger
Conductor Orchestral
Lady Gaga Performer “Til It Happens to You” from The Hunting Ground
Sam Smith Performer “Writing’s on the Wall” from Spectre
The Weeknd Performer “Earned It” from Fifty Shades of Grey
Dave Grohl Performer Special performance

Oscar onorario
Spike Lee
Gena Rowlands