Tag
Ana Lily Amirpour, Arash Marandi, Autocompiacimento registico, bambaia missa, fotografia leccatissima, hipsteria portami via, la lobby del cinema iraniano, Marshall Manesh, Mozhan Marnò, Sheila Vand
Grazie alla lobby del cinema iraniano, arriva finalmente anche in Italia un dei film più citati e amati dalla fascia cinefila più estetizzante e hipster degli ultimi anni. Un titolo evocativo diventato un vero tormentone, che promette di riportare autorialità e sottile fascino nella terra bruciata del genere vampiresco al cinema.
Un occhio di riguardo però A Girl Walks Home Alone at Night se lo merita anche solo in qualità di esordio registico femminile e lontanissimo dal cinema iraniano a noi più familiare di Jafar Panahi e Asghar Farhadi. Presentandolo come un film iraniano però si rischia di non mettere a fuoco una produzione interamente statunitense e girata in California, anche se la lingua del film è il persiano.
Complice il suo mondo sospeso nel tempo e nello spazio, il debutto di Ana Lily Amirpour finisce con l’essere molto più affine al sottobosco culturale del Sundance (dove venne presentato nel 2014) che a quello che sfugge le maglie della censura a Teheran.
D’altronde con la sua dimensione sensuale e talvolta disinibita e la prevalenza dei due personaggi del padre drogato e della prostituta e aggiungendoci qualche castigata nudità, questo film era non irrealizzabile, ma proprio impensabile in Iran.
Tuttavia ad eccezione di un chador che diventa un simbolo grafico e mantello per la protagonista e per qualche accenno al comportamento di una ragazza non maritata, la storia rimane sospesa in un mondo di confine che è forte l’elemento più riuscito del film.
In location deserte e solitarie si alterna un orizzonte di pozzi di petrolio a periferie da cittadina statunitense in un telefilm degli anni ’90 fino a una camera di una ragazza che pare uscita da un film di Xavier Dolan. Il tutto è catturato con un elegantissimo bianco e nero e una fotografia raffinata, combinata a una ricerca così attenta dell’inquadratura più suggestiva da far scivolare il film nel territorio degli esordienti impegnati con tutti se stessi a perseguire nella pratica quanto imparato a scuola di cinema.
Il difetto madornale del film sta tutto lì, ma diventa via via sempre più evidente e pesante, dilatando una durata contenuta di 101 minuti nell’impressione di assistere a un film più lungo e via volutamente allungato. Se nell’apertura del film Ana Lily Amirpour fa davvero grandi cose, rimanendo attentissima a soggiogare una dimensione visiva strabordante alla necessità di introdurci a Bad City, città immaginaria di quieta disperazione e quotidiano vizio, via via che il film procede salta fuori tutta l’ingenuità dell’esordiente incapace di piantare un perno attorno a cui far girare una storia.
Così questa versione autoriale e femminile di Sin City aspira ad essere tutto: un noir d’annata in bianco e nero, una sussurrata storia d’amore d’influsso europeo, un horror indie, un film dalle atmosfere western e una storia di vampiri. Tanta, troppa ambizione che non riesce a dare forza a una trama che via via si rivela esile e inconsistente, troppo dipendente da un fumetto che non si può pretendere lo spettatore medio conosca a menadito. L’impressione maestosa dei primi minuti viene insomma presto sostituita dalla classica sensazione di trovarsi davanti a qualcuno desideroso di sottolineare la sua raffinata sensibilità hipster, a costo di non far cambiare per tutto il film l’insistente magliettina a righe della sua vampira, più attento a farle suonare i vinili giusti che a indagare quel minimo sulla sua ben più conturbante ambiguità morale, che la rende ora angelo custode, ora carnefice dei concittadini che spia ogni notte.
Lo vado a vedere? A Girl Walks Home Alone at Night è un passo falso che si prova un certo piacere a commettere, soprattutto se si subisce il fascino dell’estetica senza badare troppo alla trama. Basta non pensare a un film gemello che parte da premesse simili ma senza cadere negli stessi errori, l’enormemente migliore Lasciami Entrare. Se ce la fate, rimarrete comunque soddisfatti.
Ci shippo qualcuno? No.