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Urania 1632 – Chiusi dentro di John Scalzi
In un mese in cui controversie sulle numerose uscite Urania non mancheranno il titolo in arrivo sulla collana madre è davvero inattaccabile. D’altronde anche lo scorso anno con Uomini in Rosso Urania aveva dimostrato che Scalzi è forse l’unico nome, insieme a Reynolds, davvero di spicco nella scena contemporanea ad approdare con regolarità sulle sue pagine. Che Urania se lo tenga stretto, dato che a parte il tesoretto di Arthur C. Clarke sembra davvero l’unico in grado di piazzarsi con agio nella classifica dei titoli più venduti.
Benedetto anche da una cover delle più indovinate nella recente produzione di Franco Brambilla, Lock-In è l’ultimo titolo dell’autore (se si esclude l’ultima raccolta di Old Man’s War in volume cartaceo, The End of All Things), risalente al 2014. Per il canone di Urania, l’altro ieri.
La storia in realtà è un sapiente contesto fantascientifico che occhieggia a due generi ben più popolari: la detective story e il thriller. L’umanità è stata attaccata da un virus che ha appunto “rinchiuso” alcuni sopravvissuti nei loro corpi, coscienti ma incapaci di muoversi o interagire. L’unica soluzione è utilizzare delle unità robotiche o gli integratori, umani sani che si offrono volontariamente come involucro per gli ammalati.
Questo è solo lo scenario però: al centro della scena c’è l’indagine delle istituzioni su un omicidio perpetuato proprio da un integratore, dietro cui potrebbe nascondersi addirittura un complottone.
Lo acquisterò? Sì, senza dubbio, in cartaceo. Non amo così tanto Scalzi da recuperarlo in inglese (e come direbbero gli anglofoni, it is not my cup of tea) ma i suoi romanzi sono una parte importante della scena attuale e quanto meno sempre divertenti e di facile lettura.
[QUI il pezzo di presentazione su MondoFox e QUI la recensione al precedente Uomini in Rosso.]
Urania Collezione 162 – Le Guide del Tramonto di Arthur C. Clarke
Insieme a Frederic Brown (e ancor più di Brown), Arthur C. Clarke spadroneggia nelle classifiche di vendita degli ebook Urania e non è difficile immaginare che succeda lo stesso sul fronte cartaceo. Anzi, fa anche piacere che Mondadori si dimostri per una volta sul pezzo, sfruttando il traino della serie televisiva con Charles Dance su Syfy. Quindi tutto bellissimo e buono e giusto? No. Innanzitutto perché persiste il solito annoso problema di che tipo di traduzione ci troviamo di fronte per questo classico delle invasioni aliene d’annata: come di consuetudine è stata riciclata quella di Giorgio Monicelli, risalente al 1955. Che anche metti fosse integrale e attenta (pratica non certo comune in quegli anni sulla collana) ma magari sarà anche un filo desueta? Secondo, con l’ultimo aumento di prezzi di copertina, per titoli così noti non è difficile trovare l’edizione originale a meno del prezzo della collana da edicola. Terzo, ok che siamo in uno dei mesi di punta per la collana e che Clarke vende tanto, ma era davvero necessario far uscire due titoli di Clarke in un solo mese? Possibile che non ci fosse un buon titolo con dell’appeal da piazzare su Collezione? Pensando al futuro, le prospettive per la seconda metà del 2016 su questa collana non paiono poi così rosee…
Lo comprerò? Sicuramente mi piacerebbe dare una ripassata a questo classico di Arthur C. Clarke prima di testare la serie di SyFy, ma mi rivolgerò senza dubbio al mercato inglese.
Urania Jumbo 43 – Il segreto di Rama di Arthur C. Clarke
Sulla carta dovrei indignarmi per come venga gettata alle ortiche l’unica uscita calda dell’anno, integrale, ben tradotta e attuale, con un titolo così lontano dallo standard qualitativo e dall’hype che ha caratterizzato questa collana fin dalla sua (seconda) nascita. Il realtà però negli scorsi mesi, da quando era trapelata la voce che sul Jumbo 2016 sarebbe potuto esserci il sequel dell’ebook ad oggi più venduto di Urania, abbiamo così vituperato e condannato questa scelta che ormai ho quasi interiorizzato questa offesa e la sto prendendo quasi diplomaticamente. Quasi.
Dunque, cosa dirvi: spero con tutto il cuore che non venda nemmeno lontanamente quanto si aspettino. Ok che è Clarke è ok che è un inedito (tipo il meno atteso della storia, ma facciamo finta che) ma è _universalmente_ noto (ve lo giuro, provate a fare una ricerca) come un libro scritto per esigenze economiche. Nemmeno uno di quelli scritti per il mutuo che però fanno il loro onesto lavoro, chiariamo.
Agevolo il lavoro alle chiavi di ricerca di Google: Il segreto di Rama è inutile, il segreto di Rama è sconsigliato, il segreto di Rama è un sequel che Arthur C. Clarke dichiara, nella prefazione originale, che non aveva intenzione di scrivere. Quindi perché ha scritto dell’arrivo comunque paventato a fine del primo romanzo (del capolavoro autoconclusivo) di una seconda nave aliena sconosciuta, 70 anni dopo il primo contatto raccontato in quel geniale romanzo? Forse per lo spesso motivo per cui continuò la saga di 2001 Odissea nello Spazio? Il punto è che notoriamente per tono, qualità narrativa, intenzioni, scopi e ispirazione non c’entra nulla o quasi con l’amatissimo predecessore —> frase che si adatta perfettamente a entrambi i sequel.
Lo comprerò? GIAMMAI. Assolutamente no. Il motivo non risiede in questa stilettata (del tutto lecita, s’intende, ma lasciateci almeno con l’ultimo singulto di vita rimasto nei polmoni lamentarci a morte contro questa mossa omicida) di Mondadori, ma proprio nel fatto che, come lettrice, trovo che l’enorme fascino e il grande messaggio del primo volume sia proprio quello di NON dare le risposte che cerchiamo. Hashtag suggerita #mancomorta.
QUI la recensione di Incontro con Rama, che invece è da comprare a occhi chiusi.
Tutti i mondi possibili, AA.VV., a cura di Gardner Dozois Gardner Dozois
A causa del ritiro per lutto di David G. Hartwell, Urania passa alla più blasonata delle due antologie annuali di SF con titoli così simili che ogni volta bisogna concentrarsi tantissimo per non sbagliare. Abbiamo detto addio, recuperando più o meno tutti i pezzi mancanti, a Year’s Best SF (composta da 18 volumi) e da questo mese leggeremo The Year’s Best Science Fiction (33 volumi e ancora pubblicata a cadenza annuale) curata da quel monumento vivente di Gardner R. Dozois. Prima considerazione: Dozois non è manco lui un giovincello, dato che è nato nel 1947 (cfr. Giuseppe Lippi è del 1953). In effetti considerando certi volumi in mio possesso su cui già viene citato ha un suo senso, però me lo facevo molto più giovane.
Cosa cambia per il lettore di Urania? Sostanzialmente molto, per due motivi. Primo, pur essendo entrambe le raccolte molto note, diciamo che per editori coinvolti e priorità di scelta Hartwell è stato sempre considerato quello che metteva insieme ciò che poteva con quanto gli aveva gentilmente lasciato Dozois. Quindi sì, stavolta dovremmo davvero leggere il meglio del meglio in ambito anglosassone. Il punto a sfavore è che ci saranno molti meno nomi promettenti e esordienti, dato che per stare su questa raccolta bisogna già aver raggiunto un certo status quo.
Seconda considerazione che ovviamente innesta la polemica, vero contorno di ogni Millemondi che si rispetti: Mondadori stavolta molto onestamente ha già annunciato che il volume (705 pagine in totale in originale) verrà diviso in tre uscite. Ora, dato l’ultimo aumento di prezzo della collana Millemondi e il fatto che in passato non siano mancati volumi di 350 pagine e spicci, la manovra sembra di tipo economico. Siamo sotto le 300 pagine per quasi 8 euro (e, quello che considero veramente esagerato, 5 euro di ebook). Se anche la parte economica non fosse rilevante, questo significa “bloccare” 3 uscite su 4 in un anno con l’antologia di Dozois, congestionando Millemondi, l’unica collana insieme al Jumbo che ospita libri sopra le 300 pagine. Ditemi voi se questo non si chiama ridurre i costi e massimizzare il profitto.
Così a spanne i racconti inseriti in questa antologia, il numero 31 datato 2014, dovrebbero essere questi:
“The Discovered Country” by Ian R. MacLeod
“The Book Seller” by Lavie Tidhar
“Pathways” by Nancy Kress
“A Heap of Broken Images” by Sunny Moraine
“Rock of Ages” by Jay Lake
“Rosary and Goldenstar” by Geoff Ryman
“Gray Wings” by Karl Bunker
“The Best We Can” by Carrie Vaughn
“Transitional Forms” by Paul McAuley
“Precious Mental” by Robert Reed
“Martian Blood” by Allen M. Steele
“Zero For Conduct” by Greg Egan
“The Waiting Stars” by Aliette de Bodard
“A Map of Mercury” by Alastair Reynolds
“One” by Nancy Kress
Lo comprerò? Non manco mai l’appuntamento con le antologie annuali Urania. Tendenzialmente acquisto in formato ebook, ma stavolta sarei quasi tentata dal cartaceo, per via del prezzo. Come volume dovrebbe essere molto buono come media ma senza punte d’eccellenza o grandi sorprese, quindi forse l’antologia migliore per il lettore medio di Urania.
Recensioni di antologie precedenti in ordine di gradimento: Nove Inframondi – Graffiti nella Biblioteca di Babele – Il Fantasma di Laika – Infiniti
Urania Horror 11 – Video Kill di Joanne Fluke
Riproposta di qualche anno fa con una copertina molto accattivante che fa davvero Videodrome. D’altronde siamo nel 1989 e l’ossessione lettaria per la TV che uccide (star della radio e non) è ai massimi in ambito culturale. la troupe di un film horror che strizza l’occhio a l’Occhio che uccide di Michael Powell non arriva a produrre la sua sceneggiatura per problemi di budget, ma, a qualche anno di distanza, un misterioso killer comincia a realizzare nella realtà la macabra trama del film.
Come ripeto ad ogni uscita di Urania Horror, non sono ferrata nel genere quindi mi limito a darvi conto di quel che si dice in giro, ovvero che proprio proprio un horror non è: mancando l’elemento sovrannaturale, pare ricadere di più in un thriller particolare splatter.
Sono state annunciate anche le prossime uscite di Urania Horror, che saranno: Malpertuis di Jean Ray a dicembre 2016 e La città vampira di Paul Féval a luglio 2017.
Prossimamente: su Urania ad agosto 2016 …
Oscar I Grandi Della Fantascienza
A chi un mese fa mi rimproverava di non aver riportato l’annuncio in pompa magna delle uscite (ristampe) della neonata collana Oscar fantastica vorrei rispondere idealmente con queste due novità arrivate a fine giugno. Ristampe anch’esse, s’intende, ma che non hanno goduto dello stesso clamore mediatico.
Ad unire queste due collane di Segrate, oltre al genere SFF, mi sembra l’assoluta confusione del piano editoriale. Sinceramente: voi ricordavate ancora questa collana, sparata un’annetto fa con la pubblicazione contemporanea di sei titoli e poi caduta nel vuoto? Oscar Fantastica sembra essere diventata la veste grafica unitaria di uova d’oro che Mondadori non si rende conto di covare fino a quanto i visori di serie TV / film fanno abbastanza rumore da fargli notare che i romanzi d’origine sono fuori stampa o di difficile reperimento.
Discorso diverso per quest’altra collana che torna con due titoli: il secondo del ciclo di Hainish, Il Pianeta dell’Esilio di Ursula K. Le Guin e Il Pianeta delle Scimmie di Pierre Bouelle. Romanzi davvero noti tra appassionati e che puntano ad attirare il pubblico generalista grazie alla fama di autori e adattamenti, ma anche qui: perché partire dal secondo libro della saga della Le Guin (che, per dovere di cronaca, ha sempre sostenuto che non fosse un ciclo in senso lato) e non incominciare dal primo romanzo o puntare a titoli molto, molto più blasonati ed emblematici della sua produzione presenti nel medesimo gruppo di opere? Certo la veste grafica è attraente (soprattutto considerando quanto Mondadori abbia toppato il rinnovo d’immagine appena avvenuto per la collana Oscar) ma a questo punto, perché questi 2 libri non proporli nella loro collocazione naturale, ovvero Urania Collezione, ultimamente vessata da una scelta tragica di titoli di secondaria importanza? Non venitemi a dire che è per arrivare al pubblico delle librerie, non con una collana che non ha ancora una sezione sul sito della casa editrice e le cui uscite arrivano di sorpresa, per caso, in ordine sparso, una volta l’anno.
QUI l’approfondimento sui due titoli su MondoFOX
FANUCCI EDITORE
2055 False Hearts di Laura Lam
Volersi male. Io lo so che fissate la copertina pensando “ma io di queste cose da ragazzine non ne voglio proprio sapere”, invece è solo Fanucci che persiste con questa abitudine abbastanza fraintendibile di sdoganare toni pastello e atmosfere romantiche solo per libri scritti da autrici, mentre la palette cromatica della controparte varia tra i toni noiosi del nero/blu/rossomarte.
Facciamoci quindi guidare dalla copertina anglosassone, metallizzata riflettente con due impronte digitali che formano un cuore: quello che condividono le gemelle siamesi protagoniste di questo romanzo, costrette a fuggire di nascosto dalla comunità in cui vivono perché il cuore che hanno in comune sta cedendo e se non fanno qualcosa presto moriranno. Dieci anni dopo il loro rocambolesco approdo nella San Francisco sconvolta dal terremoto la cui data è stata aggiunta nel titolo italiano sennò con tutto quel rosa non si capiva che era distopia cyberpunk (oppure datemi delle alternative voi), una delle due rimane coinvolta in un omicidio in cui c’entra un’organizzazione criminale e una strana, potente droga.
Il debutto di Laura Lam è stato trattato coi guanti da Vintage, che lo sta spingendo parecchio sui social; la mia impressione è che, pur non essendo imperdibile, si lasci quantomeno leggere agilmente. So di per certo che qualcuno tra voi lo ha già letto (perché vi stalkero sì), quindi fateci sapere!
QUI il pezzo di presentazione su MondoFox
Master Magician di Charlie N. Holmberg
Stavolta Fanucci si porta avanti e chiude già quest’estate una trilogia su cui Disney ha messo al lavoro la produttrice di Cenerentola e Hunger Games. Il target di Paper Magician è infatti abbastanza giovanile: d’altronde siamo in una scuola di magia in cui tutti studiano fino ad acquisire un elemento dominante con cui creare i propri incantesimi. Alla protagonista va inaspettatamente per lei ma prevedibilmente per il titolo l’elemento della carta e lei ci rimane malissimo perché le sembra un po’ da fighette (in effetti). A farle cambiare idea sarà il suo strambo maestro e da qui saltiamo direttamente a questo capitolo finale, con gli esami di fine accademia e un segreto inconfessabile della protagonista che verrà a galla. Se è quanto mi sembra di capire, il suddetto è la classica boiata cosmica che uno scrittore mai e poi mai dovrebbe concedersi.
Conosco parecchie persone che lo hanno letto e mi pare di capire che 1- qui su gerundiopresente siamo decisamente un po’ fuori target 2-in ogni caso ne hanno parlato le splendide ragazze di The Book Girls (mannaggia a voi, dove siete finite?) per cui per interessati abbiamo una recensione affidabile. Io mi sa che aspetto il film Disney.
Adesso io prendo un bel respiro e tento di darvi nel tono più neutro possibile i due titoli fantascientifici che dovrebbero uscire nel corso del mese per Fanucci:
–2001: Odissea nello spazio di Arthur C. Clarke
se poi qualche altro editore vuole farsi avanti e pubblicare qualche altro titolo di Clarke a Luglio 2016, dia una voce, da qualche parte ci sarà pure un romanzo che non sia stato ristampato negli ultimi 36 mesi. I più distratti penseranno che gli autori del momento che continuano ad essere ristampati siano Murakami o Wallace, #einvece noi conosciamo la verità!!
–La rifondazione di Dune di Frank Herbert
FUTURE FICTION
Oh toh, fanno speculazione climatica anche dalla nazione più utopica che c’è, il Canada! L’ultima uscita di Future Fiction è infatti La natura dell’acqua di Nina Munteanu, una visione sul futuro prossimo che esplora i risvolti della corruzione e degli inganni delle aziende e del governo e ci ciucciano pure l’acqua, ad occhio croce.
Dopo aver letto l’ampiamente trascurato The Water Knight di Paolo Bacigalupi mi sento già parecchio ferrata sul tema, che, quando trattato con una precisa cognizione di causa, mette davvero i brividi.
Siccome però il caro Bacigalupi o masticate tanto inglese o proprio non ce la si fa, se in questa torrida estate volete provare un brivido di consapevolezza ad ogni sorsata di acqua, beh,
potreste provare questo titolo.
Intanto hanno anche assegnato i Locus Award! I vincitori nella categoria miglior romanzo sono stati:
Ancillary Mercy di Ann Leckie
Uprooted di Naomi Novik —> questa ad Agosto ci fa il triplete, se continua così.
Nel frattempo, in attesa della premiazione del premio a forma fallica più fantascientifico che c’è, qualche giorno fa ho fatto anche il recappone delle nomination di Hugo e Nebula, just because: QUI.
In altre categorie hanno vinto anche premi Neil Gaiman (Trigger Warning, di cui riparleremo molto presto) e Alstair Reynolds con una storia medio breve. E credetemi, sono giorni che mi trattengo un commento acidissimo sul titolo di Fantascienza.com che recitava tipo “Locus Awards i vincitori da Gaiman a Reynolds”. Vi vedo già tutti con l’ansia per scoprire chi vincerà l’anno prossimo miglior raccolta e miglior novelette.
Per il momento chiudiamo qui, che è questo Clarkuglio è stato particolarmente intenso come post.
Ma quello di Laura Lam tecnicamente non è proprio debutto, aveva già una trilogia all’attivo con editori meno blasonati. A me non aveva fatto impazzire.
“Debutto fantascientifico” riportavano da qualche parte e furba io che non capisco il sottotesto.
Grazie comunque per averci detto…sì, non sembra proprio un romanzo da cardiopalma, ecco.
La Lam mi dà l’impressione di avere una certa morbosità per il diverso – che mi lascia perplessa: le gemelle siamesi qui, gli ermafroditi là.
Stavo per chiederti in che senso diverso ma credo di aver capito. Forse le fanno molto eugenetica, chissà.
Anche io mi sono lamentato un po’ sul blog Mondadori per questo monopolio di Clarke su Urania: ormai è assodato, in edicola ci vanno solo gli over 50 (battutaccia)… Però ci sono anche gli ebook sugli smartphone dei millenials, perché snobbarli???
Se il calendario non mi tradisce, il terzo volume del Radch della Leckie avrebbe dovuto comparire sugli scaffali proprio a luglio, ammesso che la uranite non abbia colpito anche Fanucci e l’editore romano voglia posticipare gli autori contemporanei forti sostituendoli con i classiconi… -.-
Su Ancillary Mercy potrei anche capire, scusa, giustamente è luglio e lanci il titolo che pensi venda di più e purtroppo non è la Leckie, non da noi almeno.
Se uscisse in sordina, aggiorniamo tutto al volo!
Domanda kattiva: a che serve l’uscita del terzo volume di una trilogia i cui primi due volumi sono stati tradotti talmente male da essere illeggibili?
Ai posteri…
Appunto, assurdo Elisa… Tra l’altro, appena pubblicato il commento mi sono accorto che anche con il ciclo Expanse andavano abbastanza spediti quelli di Fanucci. Controllo e vedo due pubblicazioni nella seconda metà del 2015: che sarà successo nel frattempo???
@ Antonio: no, veh… Per carità! Ci manca solo un altro ciclo incompiuto… O.O
Da fonte vicina all’editore, pare che Fanucci cu abbia regalato l’ennesima trilogia monca.
@Senzapre7ese:
Se dovessero davvero fare una cosa così goffa sono pronto a boicottare Fanucci a vita e lo scrivo anche! Ma è sicuro o solo posticipata?
A quanto pare non è ufficiale, ma da fonte vicina a Fanucci. Poi può darsi che tra qualche anno cambino idea, come è stato per Miéville (anche Embassytown non doveva essere tradotto). Certo che dopo il disastro di AJ e AS non scommetterei su Mercy…
A proposito del Millemondi, mi pareva d’aver letto sul blog urania che ora sono 3 uscite all’anno.
Infatti mentre prima usciva ogni 3 mesi a febbraio, maggio, agosto e novembre, finora le uscite di quest’anno sono marzo e luglio, a distanza di 4 mesi.
Quindi se ogni anno Dozois sarà spalmato su tre uscite, addio Millemondi liberi!
ma non era uno a stagione?! E il Millemondi con James Tiptree Jr.!?!?!?
Magari (si spera!) i prossimi Dozois saranno divisi in due parti invece che in tre.
Ho trovato la comunicazione della redazione: “Millemondi (collana che adesso ha tre uscite annuali): da luglio e per tre uscite consecutive (quindi nei mesi di luglio 2016, novembre 2016 e marzo 2017), pubblicheremo la monumetale antologia di Gardner Dozois”.
Da qui: http://blog.librimondadori.it/blogs/urania/2016/03/23/i-capolavori-di-urania-1629-coyote-del-cielo-la-compagnia-del-tempo-2/#comments (primo commento datato 18 aprile).
Perciò Tiptree o a luglio 2017 o più avanti… 😦
O__O No comment
Sono dei campioni della diluzione, c’è poco da fare. Che hanno creato la jumbo a fare poi.
Teoricamente per mettere quelli sopra le 500 pagine in edizione integrale ma siccome ci parcheggiano i pochi inediti nuovi e non vogliono fare 2 uscite annuali (e forse il materiale per Millemondi scarseggia…) O forse perché Dozois costa e così ci rientrano. Davvero non so.
Tra tutti i titoli annunciati quello che prenderò è sicuramente lo Scalzi, in quanto al resto…beh stendo un pietoso silenzio sulla scelta di Segrate di spalmare il pur ottimo Dozois in tre antologie. Invece, se non ricordo male, i “nuovi” titoli annunciati per Urania Horror sono titoli che già erano stati annunciati per Epix prima della chiusura della Collana e prima ancora per le varie collane Oscar a fine anni ’80s.
Insomma, le novità abbondano.
Sì, per il momento Urania Horror è Urania Collezione Horror.
Il Millemondi di questo mese mi fa piangere il cuore. Da un lato, è un’uscita irrinunciabile per ogni appassionato; dall’altro, spalmarlo su tutte le uscite annuali programmate è un segnale preoccupante.
E non intendo solo la fastidiosa tendenza al dividere le opere che, lo ammetto, fa rognare anche me.
Il problema è che se, per rientrare da investimenti un pelo più cospicui come immagino sia stata l’acquisizione dei diritti di questo volume (o precedentemente di un Hamilton qualsiasi), bisogna per forza “creare dal nulla” 1 o 2 volumi supplementari, tralasciando le panzanate riguardo alla lievitazione dei numeri di pagina nella traduzione o altro, si può trarre una solo conclusione: il modello economico di Urania non funziona più.
La mossa del Collezione col bollino “Serie TV” fa molto Fanucci, che infatti ha rispolverato 2001 dato che ne stanno facendo una serie su Syfy…
Il bollino lo fanno in tanti e devo dire che, data la disattenzione di Mondadori verso potenziali titoli in grado di tornare a vendere molto, mi fa piacere vedere che stanno “sul pezzo”.
Su Dozois sono d’accordo: è vero che il numero di pagine in italiano lievita un po’ (tranne quando lievita troppo poco ma va comunque bene perché loro non tagliano e non condensano) e in due volumi ci stava tutto…ma tre danno proprio quell’impressione.
C’è da sperare che siano racconti fantastici, perché più dividi e più rischi di rendere uno o più volumi deboli (vedi la differenza tra nove e dodici inframondi).
Quella sul bollino era più che altro una presa per i fondelli di Fanucci, che da mossa di marketing sembra averla trasformata in linea editoriale, pescando SOLO libri dai quali hanno tratto/trarranno serie tv.
In Mondadori fanno bene, se ne accorgono 2 volte al secolo (John Carter, ti fischiano le orecchie) ma almeno dimostrano di avere qualcuno che fa un giro su internet ogni tanto.
Dozois: molto giusto quello che dici sulla qualità. Rischio altino di avere un primo e un terzo volume molto buoni e un secondo più “meh…”, che poveretto si becca tutti i racconti di mezzo, spesso quelli meno fabulosi
A meno che non riorganizzino i racconti apposta per l’edizione uranica, col rischio che scoppi la polemica pure su quello o su presunte sparizioni di racconti.
Comunque vada, sarà un bel casotto.
Dozois 2: è sicuramente cero che le pagine aumentano, da 700 diventeranno tipo 850 (magari anche di più), ci fai 2 bei libri e tutti contenti, ma ricordo di aver visto volare sul blog cifre come 1200 e rotte pagine…eddai..!
“2055: False Heart” dovrebbe essere il primo romanzo non “young adult” di Laura Lam. Sono d’accordo sulla copertina (quasi fuorviante e, per i miei gusti, la peggiore nel confronto con le altre edizioni) e anche sulla qualità del testo: non imperdibile, tuttavia una buona lettura.
Limiti: manca vera “suspense” e i pochi momenti d’azione sono diluiti da parti a volte un po’ troppo prolisse (l’impressione è che 20-30 pagine in meno, su oltre 300, avrebbero giovato). Pregi: le gemelle (Tila e Taema), due personaggi ben caratterizzati e approfonditi, e la realtà di San Francisco nel 2055 che, nel bene e nel male, è fantastica ma non esageratamente futuristica.
Io il Dozois lo prenderò con calma nell’usato per tre bei motivi:
1)Non intendo avallare atteggiamenti spudoratamente speculativi da parte di chi ritiene che io che io abbia l’anello al naso e la sveglia al collo.
2)Una volta procuratimi i tre volumi leggerò la raccolta in maniera unitaria come ogni libro degno di questo nome necessiterebbe.
3) Ricordare a Mondadori che esiste ancora il rischio d’impresa: un paperback unico dal costo diciamo di 15 € l’avrei preso tranquillamente senza batter ciglio.
Credo che questo mese prenderò solo “Chiusi dentro” di John Scalzi. Uomini in Rosso mi era piaciuto molto.
Ad agosto sul Collezione ci sarà “Marziani, andate a casa!” di Fredric Brown… non ho parole, è ancora disponibile l’edizione Delos Books di 4 anni fa. Mi chiedo che senso abbia un collezione del genere. Dopo Stross, pare quasi che Mondadori stia prendendo il vizio di ripubblicare un po’ di roba della Delos, mah.
Millemondi n°75 – “Tutti mondi possibili”, parte 1; contiene i racconti:
“Il paese scoperto” – Ian R. MacLeod
“Il libraio” – Lavie Tidhar
“Percorsi” – Nancy Kress
“Un cumulo di immagini spezzate” – Sunny Moraine
“La roccia delle ere” – Jay Lake
“Rosary e Goldenstar” – Geoff Ryman
“Ali grigie” – Karl Bunker
“Il nostro meglio” – Carrie Vaughn
“Forme transizionali” – Paul G. McAuley
“Mentale prezioso” – Robert Reed
“Sangue marziano” – Allen M. Steele
Fonte: http://www.mondourania.com (Non l’ho acquistato: come “tehom”, lo farò solo dopo la pubblicazione di tutte e tre le parti).
Notizia di oggi: “Pulphagus®” di Lukha B. Kremo ha vinto il Premio Urania 2016
(http://www.fantascienza.com/21501/kremo-e-il-vincitore-del-premio-urania-2016)
Ma scusa, Elisa, sei sicura che a questo Millenondi manchino SOLO 4 racconti dell’originale? Di cui uno sicuramente breve, Le stelle che ci aspettano già pubblicato 2 volte da delos? Impossibile che dividano per 3 in questo modo!
Aspetta, mi sono persa: io ho elencato circa la metà dei racconti presenti nel volume, ce ne sono molti ma molti di più di 4. In ogni caso nei commenti puoi vedere i titoli esatti di quelli inclusi.
Ah, ok, il Millemondi (che ho letto) contiene nell’ordine i racconti che hai elencato fino a Martian Blood.