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chiusidentro_ScalziUrania 1632 – Chiusi dentro di John Scalzi
In un mese in cui controversie sulle numerose uscite Urania non mancheranno il titolo in arrivo sulla collana madre è davvero inattaccabile. D’altronde anche lo scorso anno con Uomini in Rosso Urania aveva dimostrato che Scalzi è forse l’unico nome, insieme a Reynolds, davvero di spicco nella scena contemporanea ad approdare con regolarità sulle sue pagine. Che Urania se lo tenga stretto, dato che a parte il tesoretto di Arthur C. Clarke sembra davvero l’unico in grado di piazzarsi con agio nella classifica dei titoli più venduti.
Benedetto anche da una cover delle più indovinate nella recente produzione di Franco Brambilla, Lock-In è l’ultimo titolo dell’autore (se si esclude l’ultima raccolta di Old Man’s War in volume cartaceo, The End of All Things), risalente al 2014. Per il canone di Urania, l’altro ieri.
La storia in realtà è un sapiente contesto fantascientifico che occhieggia a due generi ben più popolari: la detective story e il thriller. L’umanità è stata attaccata da un virus che ha appunto “rinchiuso” alcuni sopravvissuti nei loro corpi, coscienti ma incapaci di muoversi o interagire. L’unica soluzione è utilizzare delle unità robotiche o gli integratori, umani sani che si offrono volontariamente come involucro per gli ammalati.
Questo è solo lo scenario però: al centro della scena c’è l’indagine delle istituzioni su un omicidio perpetuato proprio da un integratore, dietro cui potrebbe nascondersi addirittura un complottone.
Lo acquisterò? Sì, senza dubbio, in cartaceo. Non amo così tanto Scalzi da recuperarlo in inglese (e come direbbero gli anglofoni, it is not my cup of tea) ma i suoi romanzi sono una parte importante della scena attuale e quanto meno sempre divertenti e di facile lettura.
[QUI il pezzo di presentazione su MondoFox e QUI la recensione al precedente Uomini in Rosso.]
leguidedeltramonto_uraniaUrania Collezione 162 – Le Guide del Tramonto di Arthur C. Clarke
Insieme a Frederic Brown (e ancor più di Brown), Arthur C. Clarke spadroneggia nelle classifiche di vendita degli ebook Urania e non è difficile immaginare che succeda lo stesso sul fronte cartaceo. Anzi, fa anche piacere che Mondadori si dimostri per una volta sul pezzo, sfruttando il traino della serie televisiva con Charles Dance su Syfy. Quindi tutto bellissimo e buono e giusto? No. Innanzitutto perché persiste il solito annoso problema di che tipo di traduzione ci troviamo di fronte per questo classico delle invasioni aliene d’annata: come di consuetudine è stata riciclata quella di Giorgio Monicelli, risalente al 1955. Che anche metti fosse integrale e attenta (pratica non certo comune in quegli anni sulla collana) ma magari sarà anche un filo desueta? Secondo, con l’ultimo aumento di prezzi di copertina, per titoli così noti non è difficile trovare l’edizione originale a meno del prezzo della collana da edicola. Terzo, ok che siamo in uno dei mesi di punta per la collana e che Clarke vende tanto, ma era davvero necessario far uscire due titoli di Clarke in un solo mese? Possibile che non ci fosse un buon titolo con dell’appeal da piazzare su Collezione? Pensando al futuro, le prospettive per la seconda metà del 2016 su questa collana non paiono poi così rosee…
Lo comprerò? Sicuramente mi piacerebbe dare una ripassata a questo classico di  Arthur C. Clarke prima di testare la serie di SyFy, ma mi rivolgerò senza dubbio al mercato inglese.

urania_jumbo_ramaUrania Jumbo 43 – Il segreto di Rama di Arthur C. Clarke
Sulla carta dovrei indignarmi per come venga gettata alle ortiche l’unica uscita calda dell’anno, integrale, ben tradotta e attuale, con un titolo così lontano dallo standard qualitativo e dall’hype che ha caratterizzato questa collana fin dalla sua (seconda) nascita. Il realtà però negli scorsi mesi, da quando era trapelata la voce che sul Jumbo 2016 sarebbe potuto esserci il sequel dell’ebook ad oggi più venduto di Urania, abbiamo così vituperato e condannato questa scelta che ormai ho quasi interiorizzato questa offesa e la sto prendendo quasi diplomaticamente. Quasi.
Dunque, cosa dirvi: spero con tutto il cuore che non venda nemmeno lontanamente quanto si aspettino. Ok che è Clarke è ok che è un inedito (tipo il meno atteso della storia, ma facciamo finta che) ma è _universalmente_ noto (ve lo giuro, provate a fare una ricerca) come un libro scritto per esigenze economiche. Nemmeno uno di quelli scritti per il mutuo che però fanno il loro onesto lavoro, chiariamo.
Agevolo il lavoro alle chiavi di ricerca di Google: Il segreto di Rama è inutile, il segreto di Rama è sconsigliato, il segreto di Rama è un sequel che Arthur C. Clarke dichiara, nella prefazione originale, che non aveva intenzione di scrivere. Quindi perché ha scritto dell’arrivo comunque paventato a fine del primo romanzo (del capolavoro autoconclusivo) di una seconda nave aliena sconosciuta, 70 anni dopo il primo contatto raccontato in quel geniale romanzo? Forse per lo spesso motivo per cui continuò la saga di 2001 Odissea nello Spazio? Il punto è che notoriamente per tono, qualità narrativa, intenzioni, scopi e ispirazione non c’entra nulla o quasi con l’amatissimo predecessore —> frase che si adatta perfettamente a entrambi i sequel.
Lo comprerò? GIAMMAI. Assolutamente no. Il motivo non risiede in questa stilettata (del tutto lecita, s’intende, ma lasciateci almeno con l’ultimo singulto di vita rimasto nei polmoni lamentarci a morte contro questa mossa omicida) di Mondadori, ma proprio nel fatto che, come lettrice, trovo che l’enorme fascino e il grande messaggio del primo volume sia proprio quello di NON dare le risposte che cerchiamo. Hashtag suggerita #mancomorta.

QUI la recensione di Incontro con Rama, che invece è da comprare a occhi chiusi.

millemondi_tuttiimondipossibiliTutti i mondi possibili, AA.VV., a cura di Gardner Dozois Gardner Dozois
A causa del ritiro per lutto di David G. Hartwell, Urania passa alla più blasonata delle due antologie annuali di SF con titoli così simili che ogni volta bisogna concentrarsi tantissimo per non sbagliare. Abbiamo detto addio, recuperando più o meno tutti i pezzi mancanti, a Year’s Best SF (composta da 18 volumi) e da questo mese leggeremo The Year’s Best Science Fiction (33 volumi e ancora pubblicata a cadenza annuale) curata da quel monumento vivente di Gardner R. Dozois. Prima considerazione: Dozois non è manco lui un giovincello, dato che è nato nel 1947 (cfr. Giuseppe Lippi è del 1953). In effetti considerando certi volumi in mio possesso su cui già viene citato ha un suo senso, però me lo facevo molto più giovane.
Cosa cambia per il lettore di Urania? Sostanzialmente molto, per due motivi. Primo, pur essendo entrambe le raccolte molto note, diciamo che per editori coinvolti e priorità di scelta Hartwell è stato sempre considerato quello che metteva insieme ciò che poteva con quanto gli aveva gentilmente lasciato Dozois. Quindi sì, stavolta dovremmo davvero leggere il meglio del meglio in ambito anglosassone. Il punto a sfavore è che ci saranno molti meno nomi promettenti e esordienti, dato che per stare su questa raccolta bisogna già aver raggiunto un certo status quo.
Seconda considerazione che ovviamente innesta la polemica, vero contorno di ogni Millemondi che si rispetti: Mondadori stavolta molto onestamente ha già annunciato che il volume (705 pagine in totale in originale) verrà diviso in tre uscite. Ora, dato l’ultimo aumento di prezzo della collana Millemondi e il fatto che in passato non siano mancati volumi di 350 pagine e spicci, la manovra sembra di tipo economico. Siamo sotto le 300 pagine per quasi 8 euro (e, quello che considero veramente esagerato, 5 euro di ebook). Se anche la parte economica non fosse rilevante, questo significa “bloccare” 3 uscite su 4 in un anno con l’antologia di Dozois, congestionando Millemondi, l’unica collana insieme al Jumbo che ospita libri sopra le 300 pagine. Ditemi voi se questo non si chiama ridurre i costi e massimizzare il profitto.

Così a spanne i racconti inseriti in questa antologia, il numero 31 datato 2014, dovrebbero essere questi:
“The Discovered Country” by Ian R. MacLeod
“The Book Seller” by Lavie Tidhar
“Pathways” by Nancy Kress
“A Heap of Broken Images” by Sunny Moraine
“Rock of Ages” by Jay Lake
“Rosary and Goldenstar” by Geoff Ryman
“Gray Wings” by Karl Bunker
“The Best We Can” by Carrie Vaughn
“Transitional Forms” by Paul McAuley
“Precious Mental” by Robert Reed
“Martian Blood” by Allen M. Steele
“Zero For Conduct” by Greg Egan
“The Waiting Stars” by Aliette de Bodard
“A Map of Mercury” by Alastair Reynolds
“One” by Nancy Kress
Lo comprerò? Non manco mai l’appuntamento con le antologie annuali Urania. Tendenzialmente acquisto in formato ebook, ma stavolta sarei quasi tentata dal cartaceo, per via del prezzo. Come volume dovrebbe essere molto buono come media ma senza punte d’eccellenza o grandi sorprese, quindi forse l’antologia migliore per il lettore medio di Urania.

Recensioni di antologie precedenti in ordine di gradimento: Nove InframondiGraffiti nella Biblioteca di Babele Il Fantasma di Laika Infiniti 

videokilluraniaUrania Horror 11 – Video Kill di Joanne Fluke
Riproposta di qualche anno fa con una copertina molto accattivante che fa davvero Videodrome. D’altronde siamo nel 1989 e l’ossessione lettaria per la TV che uccide (star della radio e non) è ai massimi in ambito culturale. la troupe di un film horror che strizza l’occhio a l’Occhio che uccide di Michael Powell non arriva a produrre la sua sceneggiatura per problemi di budget, ma, a qualche anno di distanza, un misterioso killer comincia a realizzare nella realtà la macabra trama del film.
Come ripeto ad ogni uscita di Urania Horror, non sono ferrata nel genere quindi mi limito a darvi conto di quel che si dice in giro, ovvero che proprio proprio un horror non è: mancando l’elemento sovrannaturale, pare ricadere di più in un thriller particolare splatter.

Sono state annunciate anche le prossime uscite di Urania Horror, che saranno: Malpertuis di Jean Ray a dicembre 2016 e La città vampira di Paul Féval a luglio 2017.

Prossimamente: su Urania ad agosto 2016 …

Oscar I Grandi Della Fantascienza

ilpianeta_leguinA chi un mese fa mi rimproverava di non aver riportato l’annuncio in pompa magna delle uscite (ristampe) della neonata collana Oscar fantastica vorrei rispondere idealmente con queste due novità arrivate a fine giugno. Ristampe anch’esse, s’intende, ma che non hanno goduto dello stesso clamore mediatico.
Ad unire queste due collane di Segrate, oltre al genere SFF, mi sembra l’assoluta confusione del piano editoriale. Sinceramente: voi ricordavate ancora questa collana, sparata un’annetto fa con la pubblicazione contemporanea di sei titoli e poi caduta nel vuoto? Oscar Fantastica sembra essere diventata la veste grafica unitaria di uova d’oro che Mondadori non si rende conto di covare fino a quanto i visori di serie TV / film fanno abbastanza rumore da fargli notare che i romanzi d’origine sono fuori stampa o di difficile reperimento.

oscar_ilpianetadellescimmieDiscorso diverso per quest’altra collana che torna con due titoli: il secondo del ciclo di Hainish, Il Pianeta dell’Esilio di Ursula K. Le Guin e Il Pianeta delle Scimmie di Pierre Bouelle. Romanzi davvero noti tra appassionati e che puntano ad attirare il pubblico generalista grazie alla fama di autori e adattamenti, ma anche qui: perché partire dal secondo libro della saga della Le Guin (che, per dovere di cronaca, ha sempre sostenuto che non fosse un ciclo in senso lato) e non incominciare dal primo romanzo o puntare a titoli molto, molto più blasonati ed emblematici della sua produzione presenti nel medesimo gruppo di opere? Certo la veste grafica è attraente (soprattutto considerando quanto Mondadori abbia toppato il rinnovo d’immagine appena avvenuto per la collana Oscar) ma a questo punto, perché questi 2 libri non proporli nella loro collocazione naturale, ovvero Urania Collezione, ultimamente vessata da una scelta tragica di titoli di secondaria importanza? Non venitemi a dire che è per arrivare al pubblico delle librerie, non con una collana che non ha ancora una sezione sul sito della casa editrice e le cui uscite arrivano di sorpresa, per caso, in ordine sparso, una volta l’anno.

QUI l’approfondimento sui due titoli su MondoFOX

FANUCCI EDITORE

2055c0ver2055 False Hearts di Laura Lam
Volersi male. Io lo so che fissate la copertina pensando “ma io di queste cose da ragazzine non ne voglio proprio sapere”, invece è solo Fanucci che persiste con questa abitudine abbastanza fraintendibile di sdoganare toni pastello e atmosfere romantiche solo per libri scritti da autrici, mentre la palette cromatica della controparte varia tra i toni noiosi del nero/blu/rossomarte.
Facciamoci quindi guidare dalla copertina anglosassone, metallizzata riflettente con due impronte digitali che formano un cuore: quello che condividono le gemelle siamesi protagoniste di questo romanzo, costrette a fuggire di nascosto dalla comunità in cui vivono perché il cuore che hanno in comune sta cedendo e se non fanno qualcosa presto moriranno. Dieci anni dopo il loro rocambolesco approdo nella San Francisco sconvolta dal terremoto la cui data è stata aggiunta nel titolo italiano sennò con tutto quel rosa non si capiva che era distopia cyberpunk (oppure datemi delle alternative voi), una delle due rimane coinvolta in un omicidio in cui c’entra un’organizzazione criminale e una strana, potente droga.
Il debutto di Laura Lam è stato trattato coi guanti da Vintage, che lo sta spingendo parecchio sui social; la mia impressione è che, pur non essendo imperdibile, si lasci quantomeno leggere agilmente. So di per certo che qualcuno tra voi lo ha già letto (perché vi stalkero sì), quindi fateci sapere!

QUI il pezzo di presentazione su MondoFox

mastermagicianMaster Magician di Charlie N. Holmberg
Stavolta Fanucci si porta avanti e chiude già quest’estate una trilogia su cui Disney ha messo al lavoro la produttrice di Cenerentola e Hunger Games. Il target di Paper Magician è infatti abbastanza giovanile: d’altronde siamo in una scuola di magia in cui tutti studiano fino ad acquisire un elemento dominante con cui creare i propri incantesimi. Alla protagonista va inaspettatamente per lei ma prevedibilmente per il titolo l’elemento della carta e lei ci rimane malissimo perché le sembra un po’ da fighette (in effetti). A farle cambiare idea sarà il suo strambo maestro e da qui saltiamo direttamente a questo capitolo finale, con gli esami di fine accademia e un segreto inconfessabile della protagonista che verrà a galla. Se è quanto mi sembra di capire, il suddetto è la classica boiata cosmica che uno scrittore mai e poi mai dovrebbe concedersi.
Conosco parecchie persone che lo hanno letto e mi pare di capire che 1- qui su gerundiopresente siamo decisamente un po’ fuori target 2-in ogni caso ne hanno parlato le splendide ragazze di The Book Girls (mannaggia a voi, dove siete finite?) per cui per interessati abbiamo una recensione affidabile. Io mi sa che aspetto il film Disney.

Adesso io prendo un bel respiro e tento di darvi nel tono più neutro possibile i due titoli fantascientifici che dovrebbero uscire nel corso del mese per Fanucci:
2001: Odissea nello spazio di Arthur C. Clarke
se poi qualche altro editore vuole farsi avanti e pubblicare qualche altro titolo di Clarke a Luglio 2016, dia una voce, da qualche parte ci sarà pure un romanzo che non sia stato ristampato negli ultimi 36 mesi. I più distratti penseranno che gli autori del momento che continuano ad essere ristampati siano Murakami o Wallace, #einvece noi conosciamo la verità!!
La rifondazione di Dune di Frank Herbert

FUTURE FICTION

naturaacquaffOh toh, fanno speculazione climatica anche dalla nazione più utopica che c’è, il Canada! L’ultima uscita di Future Fiction è infatti La natura dell’acqua di Nina Munteanu, una visione sul futuro prossimo che esplora i risvolti della corruzione e degli inganni delle aziende e del governo e ci ciucciano pure l’acqua, ad occhio croce.
Dopo aver letto l’ampiamente trascurato The Water Knight di Paolo Bacigalupi mi sento già parecchio ferrata sul tema, che, quando trattato con una precisa cognizione di causa, mette davvero i brividi.
Siccome però il caro Bacigalupi o masticate tanto inglese o proprio non ce la si fa, se in questa torrida estate volete provare un brivido di consapevolezza ad ogni sorsata di acqua, beh,
potreste provare questo titolo.

Intanto hanno anche assegnato i Locus Award! I vincitori nella categoria miglior romanzo sono stati:
Ancillary Mercy di Ann Leckie
Uprooted di Naomi Novik —> questa ad Agosto ci fa il triplete, se continua così.

Nel frattempo, in attesa della premiazione del premio a forma fallica più fantascientifico che c’è, qualche giorno fa ho fatto anche il recappone delle nomination di Hugo e Nebula, just because: QUI.

In altre categorie hanno vinto anche premi Neil Gaiman (Trigger Warning, di cui riparleremo molto presto) e Alstair Reynolds con una storia medio breve. E credetemi, sono giorni che mi trattengo un commento acidissimo sul titolo di Fantascienza.com che recitava tipo “Locus Awards i vincitori da Gaiman a Reynolds”. Vi vedo già tutti con l’ansia per scoprire chi vincerà l’anno prossimo miglior raccolta e miglior novelette.

Per il momento chiudiamo qui, che è questo Clarkuglio è stato particolarmente intenso come post.