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Venezia 73: tutti i film in concorso e gli eventi più attesi fuori concorso del 3, 4 e 5 settembre 2016.

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Son tutte presentazioni complete di locandine, trailer e pregiudizi, ma nessuna recensione, perché non sono al Lido ma in vacanza. La me stessa del passato però non è riuscita proprio ad esimersi dallo specialone, che ha scritto per tempo. Buona lettura!

3 SETTEMBRE

theyoungpope2The Young Pope di Paolo Sorrentino
Senza ombra di dubbio l’evento di giornata, anche se si tratta di una proiezione speciale fuori concorso. D’altronde stiamo parlando dell’esordio del regista premio Oscar italiano attualmente più noto al mondo (e amato negli Stati Uniti) al comando di una mini serie televisiva di 8 episodi, una produzione enorme e congiunta tra Sky, HBO e Canal+.
A Venezia verranno oggi proiettati 2 degli 8 episodi della serie che sancisce la comunione spirituale tra l’ego del regista e il gigantismo architettonico romano, anche se teoricamente il tutto è ambientato in Vaticano. The Young Pope racconta infatti la salita al soglio pontificio di un papa giovane e del tutto differente dai suoi predecessori venuti dalla fine del mondo e che dispensano carezze: interpretato da Jude Law, il nuovo papa è cinico, tagliente, consapevole del proprio potere. Per noi poracci che non saremo a Venezia, bisognerà aspettare l’autunno e sperare di recuperare un amico Sky munito per farsene un’idea. Dopo Moretti continua la fascinazione dei registi italiani col vaticano, valli a capire.
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frantzFrantz di François Ozon
Voglio essere molto sincera con voi: così a occhio potrebbe essere il solito film di Ozon che risulta prevedibilissimo perché le sue menate e idiosincrasie le conosciamo ormai a memoria, ma sapete cosa? Fottesega, perché io le menate di Ozon, maestro francese del melo con toni omo, le adoro alla follia e questo Frantz che mi si piazza come film in costume (Germania 1919) e in bianco e nero mi ha già conquistato e punto.
La storia ruota attorno a un morto (come in Una Nuova Amica, insomma), un soldato tedesco perito durante un battaglia della Prima guerra mondiale. La sua promessa sposa e quasi vedova Anna scopre che sulla sua tomba si reca tutti i giorni un’altra persona, un bel ragazzo francese di nome Adrien e, spinta dalla madre che vorrebbe trovare una nuova chance di accasarla, si avvicina al ragazzo, che è chiaramente in un trip psicotico e ossessivo per lo stesso Frantz. Seguono segreti (che si spera non siano che Adrien era l’amante di Frantz e/o ha ucciso Frantz, perché con Ozon di mezzo che segreto sarebbe?) e viaggi a Parigi e gente che si guarda negli occhi e non dovrebbe. Aggiungiamoci che il protagonista lo interpreta Pierre Niney, nuovo prodigio del cinema francese (devo ancora recuperare YSL, mannaggia!) e beh, apposto. Potrebbe essere di una prevedibilità noiosissima ma non importa perché questo film io lo aspetto già tipo venuta del Messia. Se poi fosse una cosa incredibile tipo Nella Casa, tanto meglio.
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brimstoneBrimstone di Martin Koolhoven
Immagino già i servizi dei tiggì con “gli idoli delle serie TV dei ragazzini”, data la mezza reunion di Game of Thrones che prevede questo film. Sul tappeto rosso arriverà Kit Harington, protagonista di un tentativo finora per me incomprensibile da parte del mondo del cinema festivaliero di renderlo credibile come attore (vedi prossimo film di Xavier Dolan) e Carice van Houten, chiaro indizio che la produzione o il regista provengono dai Paesi Bassi (e infatti), dove rimane l’indiscussa e bellissima regina di ogni progetto con ambizioni internazionali.
Del film non si sa molto a parte che è riuscito a tirar dentro un cast davvero di spicco: Dakota Fanning (che non dovrebbe venire in Laguna) interpreta Liz, la giovane ragazza accusata di un crimine che non ha commesso dal temibile Reverendo (Guy Pearce, che invece ha confermato la sua presenza). L’ambientazione è quella dei western, l’atmosfera pare quella dei padri fondatori bacchettoni (The Witch anyone?) ma ci rimane il dubbio di che cosa combinerà il cast di GoT. Al momento è un vero punto di domanda questo film, ma almeno alzerà il coefficiente glamour del tappeto rosso serale.

4 SETTEMBRE

Così ad occhio il primo giorno di noia apocalittica in Laguna (che guarda caso corrisponde all’arrivo degli italiani), ma a questo punto anche ci sta no?

hacksaw1Hacksaw Ridge di Mel Gibson
Finalmente un filmone patriottico bandiera a stelle e strisce inclusa e senza troppe pretese di autorialità in un’edizione che fino ad ora si presentava come ineccepibile. Suvvia, ogni festival deve pur aver il suo momento commerciale, ci sta e il ritorno di Mel Gibson alla regia (che anticipa il trend di film sulla Seconda guerra mondiale facendo ciao ciao con la manina a Dunkirk di Nolan) ci sta tutto.
Sulla carta è un film che abbiamo visto centomila volte: stavolta la storia vera è quella di Desmond T. Doss, soldato semplice che durante il Secondo conflitto mondiale salvò un sacco di commilitoni inoltrandosi oltre le linee nemiche e portando a spalla i feriti fino al campo base.
Il twist sta nel fatto che Doss era così pio da rifiutarsi di toccare un fucile, cosa che gli valse pestaggi, derisione e un processo militare: il tribunale gli ingiunse di andare in battaglia ma gli concesse di farlo disarmato e lui riuscì a diventare un eroe di guerra senza sparare un solo colpo. Dato il livello di agnello sacrificale coinvolto, non stupisce che lo intepreti Mr Bambi Andrew Garfield, al fianco di  Vince Vaughn, Teresa Palmer, Hugo Weaving e Sam Worthington. Che a ben vedere dopo Unbroken di Angelina Jolie i Gesù Cristi del campo di battaglia non sono manco più una novità, ma se realizzato bene, potrebbe essere quantomeno godibile.
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Spira Mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti
Il dramma di Venezia ogni anno è che ovviamente ci devono essere degli italiani ma non troppi e tendenzialmente non troppo ignobili sennò la stampa internazionale spernaccia, però poi Rai Cinema e compagnia cantante che investono tanto nella mostra vanno accontentate e quindi che fare? Ovvio, cacciare dentro i documentari: appeal pari quasi allo zero ma tendenzialmente sempre cose molto dignitose con cui salvare capra e cavoli e magari farci pure il sorpresone, tipo Sacro GRA di Rosi.
Di Spira Mirabilis non si sa molto a parte che è diretto da una coppia artistica e sentimentale, parla d’immortalità attraverso 4 storie da 4 luoghi differenti (e fin qui è un vago sbadiglio) e par che Chatrian lo volesse fortissimamente a Locarno 69, ma che Venezia l’abbia spuntata, infilandolo a sorpresa assoluta nel concorso. Niente trailer, niente locandina. Insomma, potrebbe essere bello, potrebbe essere una vaccata artistoide: non rimarrò col fiato sospeso.

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elciudadanoilustreEl Ciudadano Ilustre di Mariano Cohn e Gastón Duprat
Finalmente arriva qualcosa di sudamericano, grande componente geografica negli ultimi anni di Festival e festivaletti, in attesa di Larrain.
Mariano Cohn e Gastón Duprat sembrano però guardare a un certa componente più tradizionale (o almeno avere capacità di quel livello) e propongono questa storia fittizia che si pone a metà tra i vizi nascosti di La Grande Bellezza e una superficie di normalità oltre il quale alberga violenza e corruzione come in El Clan, o almeno così mi pare dal trailer.
La storia è quella di un premio Nobel che ha raccontato al mondo di una cittadina cilena di nome Salas, pur vivendo da anni in Europa. Dopo il riconoscimento, il cittadino illustre viene invitato a tornare in patria per festeggiare e, a dispetto di ogni pronostico, accetta.
Quando rientra però il benvenuto caloroso si trasforma dapprima in una commedia surreale di imbarazzato contegno da parte del culturale e cosmopolita autore, poi in qualcosa di molto più violento e pericoloso.
Dal trailer pare girato con uno stile che ogni tanto sfocia nel televisivo: vedremo.[TRAILER]
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5 SETTEMBRE

Se ieri l’abbiamo scampata con qualche sbadiglio, oggi c’è odore di noia assoluta nell’aria, ma andiamo con ordine.

piumaPiuma di Roan Johnson
Color me WAIT WHAT? Di Johnson non ho mai visto nulla ma mi dicono dalla regia che i suoi precedenti I Primi della Lista e Fin Qui Tutto Bene erano dignitosi, però di fronte a questo Juno con gli accenti dialettali italiani io rimango comunque un po’ così.
Se poi vi dico che il film s’intitola così perché i due protagonisti 18enni che decidono di tenere la loro figlia in arrivo e di chiamarla Piuma perché così librerà sopra le patturnie pesanti di tutti i giorni immagino sarete un filo scettici anche voi giusto,
Che poi magari è caruccio e comunque L’Estate Addosso ci lascia una sfumatura d’orrore ben maggiore, però quando nel trailer sono cominciate le riprese metaforico artistoiodi con le paperelle io ho detto definitivamente no. Per parlare di giovani non bisogna essere infantili, eccheccavolo.
La spallata definitiva arriva dal fatto che in due minuti e spicci di trailer tutti parlano di cazzata epocale ma nessuno pronuncia le parole “aborto” e “volete tenerlo?”. Anzi, ci arriva anche un “è l’età giusta per fare figli, sennò poi si è troppo vecchi. NEEEEXT.[TRAILER]

la_region_salvaje2La Región Salvaje di Amat Escalante
Qui sono sospesa tra film PESO dalla noia mortale e vago interesse perché pare sia un dei titoli accreditati per contendersi il Leone Queer, parlando a tinte forti di omofobia e machismo.
Amat Escalante è un regista messicano che zitto zitto ha vinto il premio per la miglior regia a Cannes 2013 con Heli, però il fatto che questo La Región Salvaje venga descritto come più mistico del precedente un filo preoccupa eh. Come da risicatissima locandina (ma mai lamentarsi di cotanto brodo grasso) cade un meteorite nella vallata vicino a una cittadina d’altura messicana, viene interpretato da alcuni come un evento di carattere religioso e poi violenza a fiotti. Pare centri una donna che se ne va in giro alla ricerca del sasso caduto dal cielo e una giovane coppia che incontra durante le sue perlustrazioni, che vive con i propri due figli un momento difficile e dalle immagini promozionali, non la vedo proprio benissimo, o forse 5 righe di sinossi non fanno granché giustizia al film, coefficiente PESO a parte.

la región salvaje

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nickcaveOne more time with Feeling di Andrew Dominik
Esistono due categorie di persone a cui potrebbe interessare questo film: i musicofili che amano deprimersi che potranno seguire il loro idolo Nick Cave mentre scrive un nuovo album con i The Bad Seed ma soprattutto scende a patti con la recente morte del figlio in un incidente, tragedia che trasforma questo documentario musicale sulla nascita di un album in un percorso di lutto drammatico con tanto di soliloqui.
Poi ci sono i cinefili come la sottoscritta che guardano con speranza a al nome del regista Andrew Dominik, quello di Killing Them Softly, perché se vogliono essere depressi mortalmente si affidano al cinema con fiducia.
Per tutti è bene sapere che ce lo porterà Nexo Digital al cinema per un paio di giorni a fine settembre.
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[TRAILER]

[Prima parte – dal 31 agosto al 2 settembre]