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La rubrica aperiodica e ritardataria nell’anima in cui vi racconto brevemente i film che ho visto prima dell’uscita nelle sale italiane ma che non sono riuscita a recensire prima del loro approdo nelle stesse.
Hashtag suggerita #megliotardichemai.

In questa puntata parleremo di:

Jack Reacher
La Verità Negata
In Guerra Per Amore
Quel Bravo Ragazzo

Sing
Louise By The Shore
Il Medico di Campagna
Quando hai 17 anni
Lettere da Berlino

jackreacher2Il fatto che abbia dovuto googlare un po’ in giro per tentare di rimettere i pezzi di trama che riuscivo a ricordarmi di Jack Reacher non depone proprio a suo favore, però c’è anche da dire che all’epoca mi colpì per come Tom Cruise risulti ancora tutto sommato credibile nel ruolo di action hero super addestrato, performante, aitante  ma dal cuoricino paterno d’oro che si è ritagliato negli anni.
Il valore aggiunto di una pellicola action che non ha davvero nulla di memorabile è proprio quello: con Tom al comando, sempre pronto a saltare dai tetti, sparare alla gente malvagia e hackerare qualsiasi impenetrabile sistema. La formula ormai è superato il pericolo d’invecchiamento, dà quasi una sensazione di familiarità. Chissà se Cobie Smulders riuscirà mai a uscire dal personaggio di Maria Hill o quantomeno a incarnarne una versione memorabile.

jackreacherhero

laveritanegata_locandinaDocente universitaria di origini ebree decide di battersi contro un noto negazionista affidandosi alla legge inglese, nonostante la sua mente liberal e amerigggana fino al midollo fatichi a capire il funzionamento del sistema giuridico inglese. Seguono avvocati, parrucconi e tutto il corredo di britishness richiesto, soprattutto in fase di casting.
Se fosse stato girato negli anni ’90 e fosse stato un film abbastanza ordinario e paraculo, Spotlight sarebbe sembrato qualcosa sul genere di questo Denial. Nel mare magnum dei film sull’Olocausto combina una storia inedita e tutto sommato interessante da seguire (soprattutto se siete patiti di legal drama come la sottoscritta) e aggiunge all’equazione Rachel Weisz in versione bionda liberal e gente tipo Andrew Scott, Timothy Spall, Tom Wilkinson e Mark Gatiss. Talvolta pare di stare sulla BBC, il che tutto sommato è anche un complimento no?

inguerraperamore_locandinaPif come Ben Affleck: paragone azzardato? No. Quando entrambi si decideranno a stare dietro la macchina da presa o alla scrittura dei copioni, lasciando fare il mestiere dell’attore a chi lo padroneggia davvero, ecco, sarà un bel giorno per il mondo del cinema italiano e statunitense. Per Pif in aggiunta c’è la clausola della riconoscibilissima, piaciona e molesta voce narrante.
Con La Mafia Uccide Solo d’Estate era sembrato insomma di veder sbocciare un nuovo talento, ma con questo In Guerra Per Amore un po’ viene da ripensarci. La storia è accattivante il giusto, ma se già alla seconda pellicola i temi sembrano sempre quelli e la piacioneria tipicamente italiana strangola quel che di buono c’è (e in effetti ci sarebbe tanto potenziale), magari mi entusiasmo per altri post esordienti. [RECE]

quelbravoragazzo_lcoandinaQual è il valore aggiunto delle parodie di Maccio Capatonda? Se chiedete a me, la scrittura brillante e apocalittica di Maccio, l’unico del suo bizzarro entourage di freak ad essere convincente anche in veste di caratteristae quello con più farina nel suo sacco. Quindi da un lungometraggio che vede per sceneggiatura il copione scritto da un fan di Maccio e per protagonista forse l’interprete meno convincente di tutti della cumpa macciana, Herbert Ballerina, ma cosa ci si poteva aspettare se non questo film qui?
Una copiatura molto sbiadita (ma molto più danarosa) di Italiano Medio, che prova che la vera forza del circo messo su da Maccio Capatonda alberga al 90% in nella stessa capa tonda di Maccio. [RECE][INTERVISTA AL CAST]

sing_locandinaNell’anno in cui tutti gli studios d’animazione hanno deciso di tirar fuori il film con gli animali parlanti e cittadini, Illumination non ha potuto fare a meno di tornare sul luogo del delitto a battere cassa due volte. Dopo averci “deliziato” con Pets, ecco che tenta di nuovo la combo di animali carini+tormentone animale con Sing, che potrebbe essere brutalmente riassunto come un incrocio tra Saranno Famosi e X Factor in una città abitata da animali e non si starebbe comunque sminuendo un film le cui premesse di base non sono particolarmente più solide o ambiziose.
Che vi posso dire? Non è terribilmente molesto e comprende solo una scena in cui ho seriamente pensato di volermi cavare gli occhi (quella tremenda dei peti) e questo per la Illumination Entertainment, su questo blog, è già un signor risultato. Rimane il fatto che avrei preferito impiegare quel minutaggio riguardando Zootopia. Nota personale: ancora non mi capacito di come venga venduto come eroe in cerca di redenzione il koala protagonista, che è praticamente un truffatore egoista, arrogante e delusional al massimo grado, che mi ha suscitato autentici istinti omidici. [RECE]

sing_maiale

stagioniluisa4Sfatiamolo questo mito che tutti i lungometraggi animati creati al di fuori dei grandi studi d’animazione statunitensi siano meravigliose opere d’arte. Per esempio durante la visione di Le Stagioni di Luisa ero perenne in bilico tra la palpebra calante e l’irritazione montante (la mia espressione facciale deve essere stata esilarante). E dire che un film su una vecchina altezzosa, rompicoglioni e testardamente solitaria che, dopo aver perso l’ultimo treno per rincasare in città, si gode mesi e mesi di solitudine in una cittadina balneare francese letteralmente spopolata nel periodo invernale va praticamente a nozze con la mia latente misantropia.
Invece gli ho trovato gli stessi difetti della protagonista: altezzoso, abbastanza pretenzioso e a un certo punto, di fronte a cani parlanti che ti portano a rivivere il tuo primo amplesso sessuale, beh, no grazie. Anche sul fronte animazione di profonda matericità ed linee essenziali, si vabbè, ma quanto li soffri sti ’90 minuti di disegnetti essenziali animati sul cartoncino ruvido.
Non ha di certo aiutato il fatto che Piera Degli Esposti, come tanti altri valenti attori, non è una una doppiatrice eppure è l’unica voce che sentiamo per quasi la totalità del film. [RECE]

ilmedico-dicampagnaVorrei un francese sottomano per chiedergli se è semplicemente una coincidenza che in questo 2016 cinematografico io abbia visto non uno, non due, bensì TRE film francesi incentrati sulla figura del medico della mutua, sulla fatica fisica e psicologica di essere il punto di riferimento non solo a livello di salute per una comunità più o meno piccola/agricola/multiculturale nella Francia lontana dalla realtà sovrarappresentata di Parigi. Dopo il tanto vituperato ma secondo me valente La Ragazza senza Nome dei Dardenne, ci sono stati nell’ordine anche Quando hai 17 anni e Il Medico di Campagna.
Il primo è un delicato, duplice e parecchio omosessuale coming of age di due giovani studenti nella Francia agricola. Il film è molto intenso e ottimamente recitato (per non parlare della strage di cuori che il giovane e affascinante Corentin Fila fa tra i personaggi del film e il pubblico in sala), ma dato che è originato dalle menti della strana ma incredibile coppia di André Téchiné e Céline Sciamma, era lecito aspettarsi persino qualcosa di più. Fangirl all’ascolto, ragazze dai gusti raffinati all’ascolto, gente che coi coming of age piange come una fontana all’ascolto: recuperatelo. Sembra una sciocchezza pensare che Fila sia stato scelto perché André Téchiné aveva questa fissazione di un corpo nero nudo che si staglia contro il biancore della neve di montagna, ma dopo aver visto la suddetta scena (e Fila nudo), in quanto persona profondamente estetizzante, non posso che plaudire a chi ha inseguito questa visione folle. [RECE]

quandohai17anni

Il Medico di Campagna potrebbe essere quasi un film girato da noi, tanto che non mi stupirei un domani di vederne un remake italico: burbero medico di campagna di mezz’età scopre di essere malato e di dover almeno in parte delegare il proprio lavoro, ma quando arriva la giovane (diciamo chiurgicamente giovane, ecco) sostituta dalla città comincia a metterle in bastoni tra le ruote e si rifiuta di fidarsi, mentre la cittadina si spacca a metà, in parte conquistata dalla gentilezza della forestiera, in parte diffidente come il burbero medico di sempre.
Sapete già più o meno cosa succederà, ma rimane il fatto che fatto da noi sarebbe probabilmente una visione abbastanza penosa e retorica a cui assistere, mentre qui tutti fanno dignitosamente la loro parte, la riflessione umana sulla professione di medico di campagna (e sull’ineluttabilità della morte) coglie nel segno e tutto sommato si guarda con piacere, pur non essendo ovviamente il film del secolo.

letteredaberlinoChe poteva mancare un (secondo) film più o meno trascurabile sui nazisti cattivizzismi? Giammai, quindi ecco la trasposizione filmica di quello che Primo Levi considerava il miglior romanzo sulla Germania nazista mai scritto, frutto del lavoro su una serie di verbali di polizia finiti quasi per caso nelle mani di Hans Fallada. L’impressione è che, pur avendo a disposizione un cast pazzesco, il film non sappia assolutamente portare su schermo la forza narrativa e storica di Ognuno Muore Solo.
L’impressione è che la sceneggiatura troppo tradizionale e pacata e una regia sin troppo manichea non rendano giustizia a questa storia vera con tutti gli estremi del thriller che ti fa trattenere il fiato. Difficile dire chi sia più bravo tra Emma Thompson, Brendan Gleeson e Daniel Brühl: quest’ultimo fa uno di quei ruoli da investigatori solitari e dolenti (qualcosa di simile al non protagonista di Neruda) per cui io ho un amore sconfinato. Per non parlare poi dell’adorazione che nutro per Daniel Brühl, uno che ogni volta che lo vedo in film più o meno tragici o irrilevanti come questo, penso a che mastodontico spreco di bravura sia in atto. Fate qualcosa. [RECE]

Ai soliti eroi che sono arrivati a leggere sin qui, stavolta chiedo un feedback: vi intriga la possibilità di leggermi un riflessioni multititolo che non superino il paragrafo o vi bastavano e avanzavano le recensioni singole e insomma, Gardy mollaci please?