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Mentre Cannes 70 si sta chiudendo con un’edizione che, salvo sorprese dell’ultimo minuto, si è rivelata senza infamia e senza lode, nei nostri cinema arriva una pellicola passata nella scorsa annata in Un Certain Regard che costituisce l’alternativa perfetta alla proposta mainstream e familiare dei Pirati Disney.
Ritratto di famiglia con tempesta conferma non solo che Hirokazu Kore-eda può tirare fuori dal nulla più banale un film in grado di scaldare il cuore, ma anche che negli ultimi anni le proposte più interessanti e solide di Cannes spesso non finiscono in concorso.
Siamo decisamente entrati in una seconda fase della carriera del grande umanista e regista giapponese, che, lasciatosi alle spalle i suoi film più importanti e ambiziosi, sembra concentrarsi su piccole pellicole che ruotano attorno al quotidiano più puro, lo slice of life.

Un paio di anni fa in concorso a Cannes presentò Our Little Sister, delizioso adattamento del premiatissimo manga di Akimi Yoshida (che nel frattempo è miracolosamente arrivato anche in Italia: consigliatissimo!) che indugiava su quel Giappone lento, folkloristico e rurale che solletica il gusto occidentale tanto quanto quello fosforescente e futuribile.

Ritratto di famiglia con tempesta è invece basato su un soggetto originale di Hirokazu Kore-eda e va a indagare in un Giappone fatto di case disordinate e vecchie, persone povere e poco efficienti, lontanissime dal Paese che il Sol Levante ama raccontare e che noi adoriamo sentirci presentato. Ryota, scrittore di belle speranze sommerso dai debiti accumulati al gioco, dalla gelosia verso l’ex moglie Kyoko e dal senso di fallimento che permea la sua vita, è un uomo fallito e miserevole, che si ricorda solo saltuariamente dell’affetto che prova per il figlio undicenne e non disdegna di rubare quel poco che è rimasto di valore a casa dell’anziana madre Yoshiko (interpretata da una colonna del cinema giapponese, Kirin Kiki).

Presentato così Ritratto di famiglia con tempesta promette di essere un vero film PESO, di quelli in cui l’autorialità viene utilizzata per trastullarsi con la visione ossessiva dello squallore delle vite di chi ha perso tutti i treni dell’esistenza. Invece ancora una volta Hirokazu Kore-eda tira fuori un film che sa commuovere e esorcizzare paure e angosce all’uscita in sala, ridendo con delicatezza della meschinità di tutti suoi personaggi, persone a tutto tondo e in tre dimensioni, colte nei propri vizi e nelle proprie virtù.

Ci sono registi che con trame roboanti riescono a descrivere così vividamente a malapena il protagonista, l’eroe: Ryota e la sua famiglia sono l’essenza stessa del quotidiano e del trascurabile, eppure sono vividissimi e, scena dopo scena, sanno portare su schermo una sottile transizione davvero difficile da cogliere nella vita, figuriamoci nel cinema: il continuo cambiamento a cui siamo sottoposti, l’eterno divenire in cui siamo immersi.

Questo è ancor più evidente nella parabola del protagonista Ryota, che si ripromette continuamente i cambiare ma si aggrappa disperatamente ai suoi vizi e al suo passato, almeno fino a quanto la tempesta lo costringe a vivere una notte che sarà un punto di non ritorno; quel che aveva perduto anni prima diviene definitivamente passato, cancellando i sogni e e le illusioni di riscatto.
Se Hirokazu Kore-eda non sembra illudersi sulla possibilità di redenzione dei suoi personaggi, non per questo li condanna allo squallore, anzi. A partire dalla vedova Yoshiko, rasserenata dalla morte del marito ubriacone e spendaccione, sembra quasi suggerire che abbracciando i nostri limiti potremo trovare una dimensione di serenità quotidiana.

Lo vado a vedere? Per chi ama il cinema delle piccole cose (giapponesi e non) e per chi vuole film che sappiano di vita vera, Ritratto di famiglia con tempesta è l’uscita della settimana. Kore-eda si conferma ancora una volta capace di tirar fuori un film emozionante dal quotidiano più banale che c’è.
Ci shippo qualcuno? Nnnnì, dai, il collega giovane che aiuta rassegnato Ryota pare un po’ un incipit di uno shonen ai raffinato per office lady.