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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi della categoria: 2011

Recensionando / Weekend

13 domenica Mar 2016

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

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Andrew Haigh, Autocompiacimento registico, Chris New, Jonathan Race, meglio tardi che mai, omoaffettività, piangerone, Tom Cullen

wekkendNegli strani ed errabondi sentieri che portano i film nelle sale, Weekend ha scelto di prendere la strada più lunga e tortuosa, capace di portarlo all’attenzione di stampa e pubblico non una, bensì due volte, purtroppo per questioni extracinematografiche che non meritano di entrare nel novero di questo post, perciò facciamole fuori subito.
Prima polemica: Weekend è un film del 2011 che solo oggi arriva nelle nostre sale, dopo la distribuzione internazionale, un passaggio al Milano Mix e l’uscita in homevideo e Criterion Collection.
Polemica numero due: il film esce in sole dieci sale in tutta la Penisola perché  osteggiato dalla Commissione nazionale per la Cinematografia gestita dalla CEI, che lo considera il film scabroso, inutilizzabile, sconsigliato per le sue tematiche gay e l’utilizzo della droga che si fa nel film. La CEI è liberissima di valutare i film secondo criteri che col cinema hanno poco a che fare, il problema è che il suo giudizio impatta poi sulla distribuzione in centinaia di sale parrocchiali o gestite da enti religiosi (sbocco naturale in Italia per il cinema autoriale di qualità), di qui la distribuzione rarefatta, lo scandalo mezzo stampa, un’incredibile pubblicità a un film che la meriterebbe per altri motivi.
Non scordiamoci di parlare di Teodora Film però, piccolo distributore che sta facendo meraviglie e che, dopo aver distribuito 45 anni, ultimo lavoro del regista, ha deciso in maniera forte, bella e antieconomica di potere al pubblico italiano anche questo film. Non scordiamocelo prima di lanciarci in discorsi disfattisti senza aver ben chiara questa situazione.

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Recensionando / 50 e 50

20 domenica Ott 2013

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

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Anjelica Huston, Anna Kendrick, Bryce Dallas Howard, film col dramma dentro, Jonathan Levine, Joseph Gordon-Levitt, la forza salvifica dell'Ammmore, ma anche no, Philip Baker Hall, sento puzza di hipster, Seth Rogen, tratto da una storia di poco falsa, tristezza a palate, Will Reiser

50 e 50 locandinaMeno male che alla fine James McAvoy non ha potuto accettare di interpretare il protagonista di questa sorta di dramamedy ispirata dalla lotta contro il cancro dello sceneggiatore Will Reiser, amico del produttore e coprotagonista Seth Rogen.
Non perché sia un film poi così tremendo (anche se), ma perché la presenza di Joseph Gordon-Levitt a interpretarne il protagonista rende ancora più calzante il parallelo che a fine film mi è balzato alla mente: 50/50 è ben sintetizzabile come la storia del protagonista di “(500) days of summer” che si ammala di cancro.

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Recensionando / Detachment – Il Distacco

12 sabato Ott 2013

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Adrien Brody, Autocompiacimento registico, Blythe Danner, Bryan Cranston, Carl Lund, Christina Hendricks, delicate palette cromatiche, film col dramma dentro, film PESO, inducendo al suicidio, James Caan, Lucy Liu, Marcia Gay Harden, Tony Kaye, tristezza a palate

detachment distacco locandinaQuando mi consigliano un film tendo a non prendere mai sottogamba la pellicola, anzi, possiedo svariati listoni di film menzionati e calorosamente raccomandanti chissà quando, chissà dove e soprattutto chissà da chi.
Questo continuo accumularsi di consigli e lungometraggi in attesa della mia attenzione fornisce uguale divertimento e disperazione; il primo dovuto all’avventurarsi una sera nella visione di qualcosa di cui non ricordi nulla (consiglio escluso), la seconda legata al rimorso di non sapere associare un nome al ringraziamento dovuto.
Sì, dovrei ringraziare perché Detachment fila via ad alto coinvolgimento emotivo, ti lascia un livido poteva sfiorarti. Forse dargli del “bello” non è pertinente, perché quando guardi in faccia tanta disperazione raccontata da un punto di vista tanto arroccato, il giudizio si radicalizza su uno dei due poli (assolutamente bellissimo! – fa schifo immondamente!). Forse la verità si muove su entrambi i poli, strattonato com’è dalla frammentarietà del racconto, dalla scazzottata tra realismo e svolte decisamente sopra le righe, dal budget abbastanza pezzente.

Piccola nota: sentitevi comunque liberi di consigliarmi anche film che non mi inducano a raggomitolarmi sotto una coperta di lana e gemere sommessamente per l’inutilità dell’esistenza umana. Non mi offendo, promesso.

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Recensionando / Another Earth

13 martedì Ago 2013

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

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Brit Marling, fantascienza, fatto con du lire, film col dramma dentro, film PESO, il film SciFi rivelazione dell'anno XXXX, Mike Cahill, piangerone, tristezza a palate, William Mapother

Questo film del 2011 non è certo una novità, anzi, attendeva da tempo che trovassi il tempo e lo stimolo per dargli un’occhiata. Un pieno recupero insomma, giustificato dal numero di segnalazioni che lo riguardavano. Forse non il post più impellente, ma spero necessario affinché qualcuno possa essere ispirato dallo stesso a provare la visione di questo piccolo gioiello, ricambiando indirettamente il favore fattomi dai sussurri e le voci della Rete.
“Another Earth” rientra a pieno titolo in quel gruppo di film fantascientifici dell’ultimo decennio ormai diventati cult del genere, in cui la forza della storia e del messaggio riesce a supplire alla pochezza del budget e alla pochezza di fantascienza visibile, dato appunto il costo proibitivo del suo allestimento.
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Recensionando / Attack the Block

06 mercoledì Giu 2012

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

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adolescenti problematici, fantascienza, i film con gli alieni e le astronavi, il film SciFi rivelazione dell'anno XXXX, Jodie Whittaker, Joe Cornish, John Boyega, lucette azzurre

E’ bastato lamentarsi del fatto che Attack the Block da noi latitasse ancora nel nulla perché magicamente venisse annunciato, anche se un po’ in sordina. Dovrei lamentarmi pubblicamente più spesso (ne approfitto per dire PROMETHEUS A OTTOBRE!? Seriamente?). Anticipato del trailer italiano più brutto, falsante e blocca-voglia-di-andare al cinema che si ricordi a memoria di internauta, Attack the Block è approdato nei nostri lidi, yay!

Andate a vedere Attack the Block, vi divertirete. Fine, spegnete il computerino e andate a vivere la vostra vita.

Attack the Block locandina art
Poster art trovata qui. L’illustrazione vince sempre, lo sapete.

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Recensionando / Hunger & Shame

25 venerdì Mag 2012

Posted by Elisa G. in 2008, 2011, Cinematografò, film PESO, Recensionando

≈ 3 commenti

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a Steve piace Michael, Autocompiacimento registico, Carey Mulligan, film col dramma dentro, film PESO, Ho visto la gente nuda, il Fassbender nudo è una metafora, Liam Cunningham, Michael Fassbender, steve mcqueen, tristezza a palate

Ovvero Morto di Fame e Morto di Figa, i due titoli che *speravo* i titolisti italiani non si lasciassero scappare. Invece l’atmosfera di coolness che permea questi due film di Steve McQueen (no, so cosa state pensando, ma tutto il contrario. Mai visto un tipo così lontano dall’immagine che vi sareste aspettati dal suo nome) ha impedito questa meraviglia e li ha anche fatti arrivare in Italia. Certo, Hunger è arrivato con ANNI di ritardo (2012 – 2008 = 4 anni) e sulla scia del clamore di Shame, ma sappiamo che con i distributori che ci ritoviamo, dobbiamo anche dire *grazie* per il discreto numero di sale in cui è uscito.

Dunque, vale la pena di sciropparsi due evidentissimi film PESO in onore dell’uomo che idolatra il Fassbender tanto da metterlo (nudo) all’esatto centro di due pellicole tali da farci dimenticare che lui stava in robe tipo 300 e Centurion e farlo diventare uno di questi attori fighi fighi impossibili ma anche così terribilmente attori?

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Recensionando / Hysteria

06 martedì Mar 2012

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

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Costumismi, Felicity Jones, Maggie Gyllenhaal, period movie, Rupert Everett, trini&bonnett

Datemi un film ambientato in quel meraviglioso mondo di pudicizia e perversione che vivono gomito a gomito, l’epoca Vittoriana, è io mi ci tuffo a pesce. Inutile dire che se come me amate i period movie, la visione è quasi obbligatoria.
La sorpresa relativa, data l’accoglienza positiva che il film ha ricevuto, è che potrebbe piacere ad un pubblico molto più ampio.

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Recensionando / Knockout – Resa dei conti

02 venerdì Mar 2012

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

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base militare russa, Channing Tatum, COLLO, Ewan McGregor, film coi pugni nelle mani, Fottuto Cervo Metaforico, Geena picchia tutti, Gina Carano, Michael Douglas, Michael Fassbender, Mossa soffocante della Vagina di Geena, Ship Sheep, Steven Soderbergh, what's trama?

Lo vado a vedere? No. Guarda, proprio proprio se sei un fan all’ultimo stadio di Gina Carano, ti piacciono un sacco i film fatti con due lire, montati di merda, con una colonna sonora pezzente sempre fuori contesto, situazioni al limite del ridicolo, trama inesistente MA c’e’ una donna che mena le mani. E’ brutto come il peccato e probabilmente Steven Soderbergh ne è consapevole. Bastardo.

Espletate queste pratiche essenziali e completato il tentativo di risparmiarvi una delusione cocente, passiamo alla ciccia.
Se vi dovessi raccontare ogni singola situazione/ricostruzione/combattimento che mi ha provocato spasmi di risa, staremmo a far notte perché, veramente, ho riso tantissimo. In maniera un po’ imbarazzata alle volte, altre proprio a scena aperta. Ricorrerò subito al mio amatissimo elenco puntato, con una doverosa premessa; nel film Gina Carano interpreta tale Mallory (ex marine, quartieri difficile, babbo sei tutta la mia vita, brava a menare le mani, non mette gonne – fine caratterizzazione). Ma a memoria di questo

per me sarà semplicemente Geena. E dentro il mio cuore, rimpiango che i titolisti italiani non se ne sia uscito con una cosa tipo Geena picchia tutti. Per me si intitola così.

  • La Genesi– in sintesi, Soderbergh prende il cellulare e richiama le ultime 5 chiamate senza risposta; Fassbender, Douglas, Banderas, Tatum, McGregor. Gli dice una cosa tipo “Oh raga, c’ho un’idea fighissima: pigliamo una lottatrice professionista e facciamo un film in cui vi mena”. Tutti dicono di sì per quel dogma misterioso per cui tutta le gente famosa non sa dire di no alla peggio merda di Soderbergh. Poi spunta l’inghippo: la trama! Nessun timore, ci pensa Lem Dobbs (noto sceneggiatore i cui pregevoli pezzi riempiono le seconde serate di Italia1). Con una storia che per livello di pressapochismo e approssimazione fa impallidire la ormai celeberrima BASE MILITARE RUSSA di Xmen first class. Geena lavora per l’Agenzia Freelance, è un’Agente, Fassbender è una Spia, Douglas lavora per il Governo… basta metterci una maiuscola, secondo Dobbs.
  • Le Motivazioni che spingono i cattivi ad essere cattivi sono ancora dibattito apertissimo tra chi ha visto il film dato che, ehm, gli indizi sono scarsi. Tipo, quando Fassbender (che, facendo un personaggio subdolo e smirkatore, ne esce vincitore vincendo facile) con una singola frase fa capire a McGregor che lui “lavora per questioni puramente professionali” e dei suoi screzi amorosi con Geena non gliene ‘na mazza, ti devi appigliare solo a quello. E siccome il solo pensiero di Gina che fa sesso con Ewan mi pare una violenza, ho deciso che Ewan, stuprato nell’anima e nel corpo da Geena, metta su questa messa in scena per liberarsene e vivere appieno la sua omosessualità. Con Fassbender.

E vi giuro che non solo il film è così vago che è plausibile, ma mi azzardo a dire che funzionerebbe anche molto meglio.

  • Geena & il cast – Gina Carano fa il possibile, ma è una lottatrice, non un’attrice. D’altronde il suo personaggio è talmente ben caratterizzato che se voi aggiungete alla fine dei dialoghi incentrati su di lei la frase “eh, è un po’ grezza”, il film risulta migliore.
    Mi risulta invece che Channing Tatum sia in effetti un attore, ma se non l’avessi saputo sarebbe stato difficile capire chi dei due fosse un non professionista. Quando tenta di farci capire col suo COLLO che prova dei sentimenti per Geena sentirete lacrime di compassione affiorarvi agli occhi. Quantomeno è così grezzo che come fidanzato di Gina risulta credibile, almeno quello.
    Fassbender e McGregor sono ok, almeno fin quando non devono menare le mani. Appena li vedi tentare di attaccare Geena il tuo sopracciglio corre verso l’attaccatura dei capelli e infatti, appena lei gli mette le mani addosso, li fa volare. I combattimenti sono resi ancora più ridicoli da un montaggio folle e dall’accostamento di musichette assolutamente fuori luogo.
    (dopo la storia del Fassbender che avrebbe picchiato la sua ex però un po’ tifavo per Geena, che lo ha atterrato con la celebre Mossa soffocante della Vagina di Geena. Temo che lì si tentasse di metaforizzare un amplesso/l’amore è una battaglia, ma CHE IMBARAZZO).
  • FCM – approposito di metafore, sapete chi è apparso in tutta la sua bellezza? Il Fottuto Cervo Metaforico e, se nessuno si darà da fare, il probabilmente miglior FCM del 2012. Nella prima scena occhieggia da sopra la porta in forma di trofeo, ma per notarlo bisogna essere dei Pro.
    Verso metà invece è stato semplicemente folgorante. Un cervo entra nella macchina in cui si trova Geena lanciandosi attraverso il lunotto posteriore, mentre lei fa la retro. VE LO GIURO e se non mi credete sappiate che scrivendo “Haywire” su Google suggerisce “deer scene”.
    Infatti dopo seguono varie morti metaforiche, tra cui quella classica del poliziotto che non crede al fuggitivo, bravo idiota.

Lo vado a vedere? Vedi sopra.
Ci shippo qualcuno? Segui la ShipSheep, ma questo giro è un trip mio.
Coefficiente risata involontaria? Aspettate di vedere Geena che spunta dal fondo della spiaggia al tramonto su cui passeggia Ewan correndo con le sue gambe muscolose e zompandogli addosso, poi ne riparliamo.

Recensionando / La Talpa

28 martedì Feb 2012

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, film PESO, Recensionando

≈ 5 commenti

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Benedict Cumberbatch, Colin Firth, Costumismi, film con Mark Strong, Gary Oldman, gary stu, il tracollo di Yuki Eiri, John le Carré, Mark Strong, omoaffettività, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, russi cattivizzimi, Ship Sheep, shippabbestia, Tinker Taylor Soldier Spy, to smirk, Tom Hardy, Tomas Alfredson, uno spia l'altro pure

Non solo è uno dei film più belli di un 2011 cinematografico un po’ avaro, il secondo titolo importante di  Tomas Alfredson è un film che cresce nel post visione. In sintesi, La Talpa è un film veramente meritevole e se siete stati così sprovveduti da perdervelo nonostante il calore dedicatogli dalla critica, filate immediatamente a recuperarlo.
Incentrato su un intrigo di spionaggio reso celebre dal romanzo di John le Carré, la pellicola non ricalca le classiche modalità di racconto tipiche della Guerra Fredda: niente azione, niente rocamboleschi inseguimenti, niente gadget prototecnologici.
Che il film sia guidato da Alfredson è palese nel suo approccio alla storia; divisi tra la Repubblica Ceca e il Regno Unito, i destini dei protagonisti sono tratteggiati attraverso lunghe sequenze d’atmosfera, dialoghi sussurrati, un gusto innegabile per il racconto visivo, cinematografico ante litteram, senza troppe spiegazioni di contorno.

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Recensionando / Albert Nobbs

18 sabato Feb 2012

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

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Albert Nobbs, colla vinilica, Costumismi, film col dramma dentro, film in costume, Glenn Close, Janet McTeer, lesbofilm, Mia Wasikowska, sad leo faces

(OCCHIO AGLI SPOILER!)

Glenn vs Meryl: quando fai un film per beccarti la statuetta con il ruolo col dramma dentro e qualcuno ha avuto la tua stessa pensata e scatta la Guerra.

The Iron Lady non l’ho ancora visto, ma così, a naso, Glenn Close vince la sfida accademica. Innazitutto perchè era una vita che la menava in giro che voleva fare ‘sto film e alla fine c’e’ riuscita, brava Glenn. Il come è semplice: ha tirato su il primo regista messicano che gli è capitato a tiro, un paio di persone che non dicono mai di no (Mia Wasikowska in un film in costume, ci credereste mai!?) ft attori inglesi a casaccio, paghi due lire per i set e la colonna sonora e…fatto? FATTO! E senza colla vininilica!

Infatti, come si è detto in giro, il film poggia tutto su Glenn Close, che ha sempre dimostrato di possedere il talento necessario per riuscire in un’impresa del genere. La cosa curiosa è che più che la sua performance en travesti a colpire è l’anima semplice, parsimoniosa, ingenua e piagnona di questo ometto completamente perso nel suo sogno di aprire un negozio tutto suo, a cui solo più tardi si aggiunge il risvolto sentimentale verso Mia, più che altro indotto da uno spirito di emulazione perso Hubert, l’imbianchino che scopre il suo segreto. E poi gli mostra di avere le tette anche lei per rassicurarlo/a. A questo proposito bisogna ricordare anche la prova di Jane McTeer, ingiustamente nascosta persino su IMBD, che senza le scene col dramma dentro per pigliarsi l’Oscar costruisce senza strafare una bella spalla per permettere alla Close di spadroneggiare.
Ovviamente la cosa più sconvolgente rimane GLENN CLOSE CHE NON FA UNA PAZZA PSICOTICA PRONTA AD ACCOLTELLARTI APPENA TI GIRI, MWUHAHAH.
Temo di non aver ancora superato la cosa.

Per il resto tutto nella norma o poco più sotto, per un film che soddisfa il desiderio di un’attrice e fa onestamente e con un ritmo adeguato quello che deve fare: il film discreto. Un film in costume (+1) discreto, ma con molte svolte ampiamente prevedibili (-1). Magari se evitavano quella morte posticcia che urla vendetta al cospetto dell’Academy era meglio, ma suvvia, almeno Glenn sostiene una parte *credibile* senza un mascherone sulla faccia. Capito Meryl? Probabilmente Meryl la spunterà ma non credo che Glenn si esibirà in qualche Sad Leo Faces per consolarsi. Le basterà fare la faccia di quella che sembra normale ma poi ci viene a prendere a tutti…brrrrr.

E siccome so che siete delle personcine curiose…
Mia Wasikwoska e Glenn Close limonano? Sì, ma è impossibile trovarci qualcosa di morboso.
C’e’ la scena della vestizione? No, niente.
C’e’ la scena del dottore che ti sgama perchè stai male? Sì ma post mortem
C’e’ la lesbica che sembra un uomo? DUE.

Menzione d’onore al bimbetto che sgama tutte le donne vestite da uomini fissandole negli occhi, con il suo vestito alla scolaretta e i suoi boccoli d’oro.

Lo vado a vedere?  Chiariamo. Se vi piacciono i film tranquilli, in costume, differenze di classe bla bla bla può andare, ma non è un lesbofilm. Niente morbosetterie, ze-ro.
Ci shippo qualcuno? Non è che se ci sono le lesbiche allora non ci sono i gay. C’e’ proprio una coppia canon, ma così di sfuggita.
Costumismi? Niente di urlato, ma l’atmosfera c’era. Anche se faceva più Londra che Dublino, valli a capire.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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