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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi della categoria: 2012

Recensionando / Frances Ha

03 lunedì Nov 2014

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

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Adam Driver, Autocompiacimento registico, bianco e nero, Charlotte d'Amboise, fotografia leccatissima, Gardy consiglia, Grace Gummer, Greta Gerwig, Michael Esper, Michael Zegen, Mickey Sumner, New York, Noah Baumbach

Frances1Girato interamente in quel di New York quasi clandestinamente, in  rapporto 1,85:1 e in bianco e nero, Frances Ha si qualifica al primo sguardo come una pellicola indie fatta e finita, con speranze pressoché nulle di sfondare al botteghino italiano. Questo però non giustifica una ricorsa di quasi due anni della sottoscritta, che peraltro a differenza di molti di voi vive nei pressi di una delle città più cinematograficamente ricche di sale nell’intera penisola. Eppure questo piccolo film di cui si è parlato tantissimo tra i cinefili e che è entrato in molte top 10 del 2012 sono riuscita a recuperarlo appena una settimana fa, proiettato per un unico giorno in quel di Milano, in una rassegna chiamata “Rivediamoli” ma che di fatto costitutiva il primo e unico passaggio milanese di questo film, certamente di nicchia ma meritevole di una programmazione meno affrettata.

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Recensionando / Thermae Romae

26 giovedì Giu 2014

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

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Abe Hiroshi, c'e' anche un po' d'Italia, Costumismi, FEFF, Giappone, Ho visto la gente nuda, kitsch imperiale, Mari Yamazaki, peplum, Tucker Film, Ueto Aya, voice over molesto

thermae Questa settimana cinematografica estiva ce la risolvono quei santi della Tucker Film portando nei nostri cinema una commedia sì un filo stagionata (è del 2012 e ha già un sequel), ma si tratta pur sempre di uno dei maggiori successi in Giappone degli ultimi anni e per giunta è davvero divertentissima senza essere mai (troppo) imbarazzante.
Thermae Romae nasce da un manga di Mari Yamazaki (edito anche in Italia da Star Comics) ed è la summa dell’idea di comicità giapponese incastonata in una storia stramba e piena di gag. Non solo, questa pellicola è anche la degna erede dei peplum storicamente fantasiosi e invariabilmente pacchiani della Hollywood d’annata, tanto che il film è stato girato a Cinecittà, perciò abbiamo anche un bel c’è anche un po’ d’Italia da piazzare subito, Mollica style. Potete già percepire la sottile sfumatura di pacchiano che sta per colorare questo post, vero?
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Recensionando / Alabama Monroe – Una storia d’amore

02 venerdì Mag 2014

Posted by Elisa G. in 2012

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Felix van Groeningen, film col dramma dentro, film PESO, hair porn, Johan Heldenbergh, la forza salvifica dell'Ammmore, Oscar 2014, Oscars, piangerone, tatuaggi, tristezza a palate, Veerle Baetens

TBCB_70_100_POSTER.inddTerzo film candidato come miglior film in lingua straniera ai premi Oscar 2014 a sbarcare nelle sale del nostro Paese con quell’annetto di ritardo (dati i precedenti, il bilancio è abbastanza roseo) The broken circle breakdown per tematiche, impostazione e finale è un film che non ha nemmeno bisogno di dichiarare la sua provenienza nordeuropea. Eppure il candidato del Belgio vanta un’accattivante estetica statunitense, incentrato com’è sulla musica bluegrass e sul sogno americano, tatuato sul corpo della sua volitiva protagonista.
Il rischio è quello di andare al cinema aspettandosi una sorta di “Walk the Line” belga, una bluegrass love story sparata in locandina e ritrovarsi lacerati da un film veramente bello, sì, ma con palate e palate di tristezza di contorno.
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Recensionando / Sister

22 mercoledì Gen 2014

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, chiamare le cose col loro nome, dramma familiare obbligatorio, film col dramma dentro, Gente che Cammina, Gillian Anderson, Kacey Mottet Klein, Léa Seydoux, Ursula Meier

sister locandinaSister è il classico piccolo film davvero notevole che uno finisce per perdersi a fronte di un’intera annata cinematografica cui star dietro. Insomma, se ne parlò parecchio bene ai tempi (era Berlino, mi pare), però Ursula Meier non è esattamente un nome che aumenta la priorità di recupero. Ai tempi non lo era nemmeno la bionda glaciale di “Mission Impossibile: Ghost Protocol”, quella che poi abbiamo amato e per cui abbiamo sofferto nel capolavoro di Kechiche. Léa Seydoux e la curiosità di capire se ci fosse del potenziale attoriale anche prima dello splendido film su Adéle mi hanno riportato sui miei passi. Risultato: una performance stupenda della nostra, tra il genuinamente inquieto e il vividamente spiazzante, ricca di quell’autenticità con cui Sofia Coppola consegnava alla notorietà planetaria una Scarlett Johansson ancora inconsapevole del suo fascino.

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Recensionando / Disconnect

20 lunedì Gen 2014

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

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adolescenti problematici, Alexander Skarsgård, Andrea Riseborough, Andrew Stern, Henry Alex Rubin, internet è il NEMICO, Jason Bateman, Jonah Bobo, la forza salvifica dell'Ammmore, ma anche no, Michael Nyqvist, Paula Patton

disconnect locandinaPer dovere di completezza, per mettervi in guardia e per togliermi la soddisfazione di massacrare un film senza l’angoscia di fare torto a qualcuno. Perché diciamolo, Disconnect è una porcata fatta e finita. Un film con un cast amplissimo in cui almeno un nome che vi interessa lo trovate, votato a una storia composta da tante microtrame che finiscono per intrecciarsi tutte insieme in un messaggio che più o meno suona com’è solitario e triste il mondo in cui Internet mina i rapporti umani, signora mia!
Nell’anno in cui gente del calibro di Spike Jones indaga la sfera più intima e personale condivisa con un sistema operativo in “Her”, in Italia approda con tutta calma una pellicola che per profondità riflessiva e intento moraleggiante potrebbe tranquillamente essere scritta dagli autori di un contenitore pomeridiano di cronaca spiccia sulla tv generalista italiana. Paura eh?

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Recensionando / Il Sospetto

02 lunedì Dic 2013

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Raccontando

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Annika Wedderkopp, Cannes 2012, Deve far male!, film col dramma dentro, film PESO, finale con mazzata, Fottuto Cervo Metaforico, Mads Mikkelsen, omoaffettività, Oscar, Oscar 2014, Oscars, pampini!!, perdita di fiducia nel genere umano, Psicologia e Psicosi, Thomas Vinterberg, Tobias Lindholm

il sospetto locandinaCon le nomination degli Indipendent Spirit Awards (QUI) si apre ufficialmente la stagione dei premi cinematografici americani e la lunga corsa alle nomination degli Oscar 2014. Cosa cambia per lo spettatore comune? Sostanzialmente nulla, mentre per gli addetti ai lavori ogni nomination (o mancata nomination) ha un’importanza capitale. Si cominciano infatti a i titoli che potrebbero aver colpito i giudici da quelli che poi sono riusciti a farlo veramente. Da qui in avanti fino a Febbraio si susseguiranno una marea di premiazioni, molte delle quali vedono nelle commissioni giudici che fanno parte dell’Academy e che quindi voteranno anche per le statuette dorate.

Questa valutazione è ancora più rilevante per i film internazionali in lizza. Come ho già avuto modo di spiegare, oltre alla qualità conta tantissimo la visibilità che le pellicole riescono a raggiungere entro i confini americani. Agli Indipendent Spirit Awards hanno prevalso pellicole già note e non può che far piacere notare che Sorrentino ha passato quest’esame, guadagnando la nomination. In un mondo in cui “La Vita di Adele” non esiste, il cliente più scomodo potrebbe rivelarsi Jagten (lett. “la caccia”), con cui la Danimarca tenta di nuovo l’impresa dopo la nomination di “A Royal Affair” nella scorsa edizione.

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Recensionando / Vanishing Waves

29 martedì Ott 2013

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

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Bruno Samper, esistono storie che non esistono, fantascienza, fatto con du lire, Gente che guarda i film coi sottotitoli in ceco, Ho visto la gente nuda, il film SciFi rivelazione dell'anno XXXX, Jurga Jutaite, Kristina Buozyte, la forza salvifica dell'Ammmore, Marius Jampolskis, science bros, se capisce e non se capisce, tristezza a palate, un etto e mezzo di metafore...lascio?, WTF!?

vanishing waves locandinaQuando ci si lamenta di una certa asfitticità del panorama cinematografico, specie se paragonato alla produzione televisiva, si tende a scordare un piccolo grande particolare: non c’è solo l’America. Indubbiamente l’immaginario americano è il più prominente e pervade ogni nazione con una sala cinematografica attiva, ma è anche vero che nelle pieghe delle cinematografiche nazionali più sconosciute si nascondono produzioni inimmaginabili altrove.
Vanishing Waves è un film così anomalo da aver attirato l’attenzione di chi è alla spasmodica ricerca di storie elitarie con cui riempirsi la bocca: lungometraggio lituano, genere fantascientifico, forte ascendente erotico, scritto e diretto da una donna. Sembrava essere il candidato più forte per la corsa agli Oscar 2013, ma la commissione lituana (non nuova a scelte inaspettate) ha dirottato su altro. Nel frattempo però ne avevo già sentito parlare e grazie ai potenti mezzi della scienza e della tecnica, ho finito per vederlo.

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Recensionando / Nella Casa

18 venerdì Ott 2013

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Autocompiacimento registico, è così francese!, Bastien Ughetto, chi di penna ferisce..., Emmanuelle Seigner, Ernst Umhauer, Fabrice Luchini, François Ozon, Juan Mayorga, Kristin Scott Thomas, omoaffettività, Team Gerontofilia

Un bravo sceneggiatore e regista non basta a tirare fuori un filmone dalla materia che ha per le mani. Le pellicole vivono di una sottile alchimia tra contenuti, attori, storie, troupe, regia, post-produzione, finanziamenti e momento di approdo sul grande schermo. Incastrare tutti questi elementi in maniera veramente efficace non capita poi così spesso nella carriera di tantissimi talentuosi, perché è fisiologico che a ogni nuova produzione pur qualitativamente degna si affacci un “ma”, un lato negativo rilevato da qualche parte in questi complicatissimi intrecci.
Trovare un “ma” a Nella Casa di François Ozon è piuttosto arduo, così come è arduo trovare un film che fili via così privo di sbavature dall’inizio alla fine, dicendoti con tanta ironia nerissima quel che c’è da dire senza commettere mai un solo passo falso. Anche per Ozon però si tratta di un’alchimia faticosamente replicabile, almeno a giudicare da “Giovane e Bella”, di cui ho già parlato QUI.

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Recensionando / Evangelion: 3.0 You Can (not) Redo

20 venerdì Set 2013

Posted by Elisa G. in 2012, anime, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Akira Ishida, cinema d'animazione, figa-robottoni-esplosioni, film col dramma dentro, fissiamoci intensamente negli occhi, Hideaki Anno, i film con gli alieni e le astronavi, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, induce menate mentali, Maaya Sakamoto, Megumi Hayashibara, Megumi Ogata, omoaffettività, operazione nostalgia, piangerone, sadismi autoriali, se capisce e non se capisce, Ship Sheep, shippabbestia, Studio Khara, tristezza a palate, WTF!?, Yûko Miyamura

evangelion you can not redo locandinaDifficile non scadere nell’amarcord adolescenziale in questa recensione pressoché inutile dato che i cultori hanno già divorato ogni singolo frame e relativa teoria apocalittica dalla reperibilità di una versione decente dopo l’uscita cinematografica giapponese del 2012 e le personcine a modo ignoreranno beatamente la release per un solo giorno, il 25 settembre, nelle sale italiane grazie ai santi di Nexo Digital. Sul fatto che questo film sia più o meno fangirlabile, il Kaworu Nagisa che campeggia sul materiale promozionale garantisce da solo sulla qualità dello shipping proposto.
Allora perché parlarne? Perché l’ultima produzione costola del Neon Genesis Evangelion televisivo, dopo la mezza prova lilithiana dei due film, arriva nei cinema italiani e val bene un post con qualche poco velato riferimento biblico, perché Evangelion è Evangelion. Pa-pa-pa.
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Recensionando / The Sessions – Gli incontri

09 lunedì Set 2013

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

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Ben Lewin, film col dramma dentro, Helen Hunt, Ho visto la gente nuda, John Hawkes, piangerone, tratto da una storia di poco falsa, tristezza a palate, William H. Macy

the sessions locandinaSul tema della disabilità il cinema ha sempre avuto un occhio di riguardo ed è di poco tempo fa lo straordinario successo di “Quasi amici”. Merito dell’estrema emotività che certi argomenti sanno suscitare ma anche del sicuro appeal che l’etichetta “tratto da una storia vera” tende ad esercitare sul pubblico, come una sorta di bollino di garanzia dell’autenticità delle sventure altrui vissute su schermo.
Parlare al cinema di disabilità però equivale anche a puntare un faro su realtà trascurate e problemi spesso sconosciuti ai normodotati ma dal potenziale narrativo tutt’altro che tiepido. The Sessions ha l’indubbio merito di prendere il problema dell’invisibilità di petto, affrontando il per nulla banale compito di parlare di sessualità contigua alla disabilità.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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