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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi della categoria: 2013

Recensionando / Locke

13 martedì Mag 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Andrew Scott, father issue, fatto con du lire, Joe Wright, Steven Knight, Tom Hardy, Venezia 70

lockeFilm come Locke sono importanti oltre il loro livello qualitativo, perché ci ricordano come la sperimentazione sia ancora possibile nel cinema, anche con pochi mezzi economici. Presentato a Venezia 70 (un’edizione in cui i titoli migliori erano tutti fuori concorso) Locke è un piccolo film che non sembra tale, capace di addentrarsi nella sperimentazione artistica senza mai perdere per strada il pubblico.
Certo, l’impatto iniziale non può che lasciare interdetti: dopo una giornata di duro lavoro, Ivan Locke sale in macchina, attacca il cellulare alla connessione bluetooth dell’auto e comincia a fare e ricevere chiamate, destinate a cambiare radicalmente la sua vita nel corso di una notte. Non vedrete altro volto oltre a quello di Tom Hardy, che non uscirà mai dall’abitacolo per l’intera durata della pellicola.
Suona come un film dalla pesantezza micidiale e invece proprio no.
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Recensionando / Nymphomaniac: Volume 1

02 mercoledì Apr 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Autocompiacimento registico, bellissime inquadrature di robe normalissime che ti fanno commuovere, Charlotte Gainsbourg, Christian Gade Bjerrum, Christian Slater, dramma familiare obbligatorio, Felicity Gilbert, Lars von Trier, Nicolas Bro, sesso droga e tanto altro ancora, Shia LaBeouf, Sophie Kennedy Clark, Stacy Martin, Stellan Skarsgård, Uma Thurman

nymph 2Facciamo che diamo per assodato che io, tu, noi si sia già oltre la polemica sulla pornografia / la mancata carica controversa del nuovo film di Lars von Trier, perché siamo adulti e non pruriginosi, certi servizi da tiggì della sera li abbiamo superati.
Nymphomaniac è un lungo film che narra per capitoli la vita sessuale di una ninfomane, dalle prime turbe infantili fino ai suoi 50 anni, quando un solitario cultore della pesca e della musica classica la trova riversa senza sensi in un vicolo vicino casa. Incuriosito dalla donna, se la porta nella casa e le offre un tè mentre lei gli racconta vari episodi della sua vita per provargli quanto sia una persona orrenda. E se non siete nuovi al cinema di Lars von Trier, avrete già intuito una forte vena ironico-depressiva che permea il tutto.

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Recensionando / Her

28 venerdì Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Amy Adams, delicate palette cromatiche, fantascienza, film PESO, fotografia leccatissima, induce menate mentali, Intelligenza Artificiale, internet è il NEMICO, Joaquin Phoenix, non posso pensare di essere un ostacolo alla sua felicità, Oscar 2014, Oscars, Rooney Mara, Scarlett Johansson, sento puzza di hipster, Spike Jonze, tristezza a palate, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

herIl grande ritardatario tra i nominati a Miglior Film per l’Oscar 2014 (dai, che quest’anno ci è andata di lusso), Her di Spike Jonze è un film di Spike Jonze. Per quanto lapalissiano possa suonare, al di là di meriti oggettivi e difetti discutibili, il gradimento di questo film dipende molto dalla vostra lunghezza d’onda emotiva. Si sovrappone almeno in parte con quella del sceneggiatore/regista di raffinate e sensibilissime pellicole, sì o no? Ecco la vostra risposta.
Parlando a livello personale, mi posizionerò a livello mediale. Non sono così socievole da poter bollare come cagata pazzesca l’effettiva difficoltà del protagonista della pellicola a relazionarsi a persone in carne ed ossa, capitolando alla tentazione di lasciarsi cullare dall’alternativa più comoda, solo apparentemente meno problematica, dell’intelligenza artificiale. Tuttavia non mi sento di gridare al miracolo circa la visione futuristica sulle relazioni umane e la tecnologia proposta da Jonze perché dai, raga, seriamente, ma dove sarebbe tutta questa pensata rivoluzionaria?

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Recensionando / Storia di una ladra di libri

26 mercoledì Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Anna B. Sheppard, Ben Schnetzer, Brian Percival, Emily Watson, Geoffrey Rush, hair porn, John Williams, Libri letti per poter (s)parlare del film, Markus Zusak, Michael Petroni, nazisti cattivissimi, Nico Liersch, Shoah, Sophie Nélisse

tbtLa freddissima accoglienza riservata negli Stati Uniti all’adattamento cinematografico dell’amatissimo best seller di Markus Zusak era un segnale evidente che qualcosa fosse andato storto. Peccato, perché se c’era un libro sulla Shoah e sulla Germania nazista capace di arricchire il già affollatissimo filone cinematografico dedicato a questo momento storico era proprio quello di Zusak e per due motivi: l’ambientazione dentro la Germania nazista, tra la popolazione che o sostiene apertamente il Führer o finge di farlo per il quieto vivere e il particolarissimo narratore della storia, la Morte.
Purtroppo però nel passaggio tra schermo e film qualcosa non è andato per il verso giusto e pur sfruttando un cast azzeccato e un adattamento fedele alla fonte, il film funziona solo a metà, risultando l’ennesima pellicola sugli ebrei deportati votata gratuitamente al dramma senza qualcosa di davvero efficace da dire.

Vi ho già parlato del libro QUI.

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Recensionando / I segreti di Osage County

13 giovedì Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Abigail Breslin, adolescenti problematici, Autocompiacimento registico, Benedict Cumberbatch, catfight, Chris Cooper, delicate palette cromatiche, dramma familiare obbligatorio, Ewan McGregor, film col dramma dentro, film PESO, fotografia leccatissima, John Wells, Julia Roberts, Julianne Nicholson, Juliette Lewis, Margo Martindale, Meryl Streep, Oscar 2014, Sam Shepard, Tracy Letts, tristezza a palate

osa1Ammettiamolo: Roman Polanski ce l’ha fatta. Ha piantato “Carnage” come un formidabile bastone tra le ruote per chiunque tenti di adattare una pièce teatrale sul grande schermo, una pietra di paragone che presto o tardi salta sempre fuori nella mente dello spettatore.
Se poi non puoi fare a meno di andare a pescare proprio quel testo teatrale super PESO con il dramma familiare obbligatorio ad ogni svolta, non ci vuole che un trailer a tracciare la connessione e porsi l’inevitabile domanda: a chi è riuscito meglio il difficile salto dal palco alla cinepresa?
John Wells non supera Polanski ma sicuro il suo bel film lo porta a casa, impresa poi non proibitiva quando hai dalla tua parte il gota recitativo anglofono per ogni fascia d’età.
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Recensionando / Snowpiercer

08 sabato Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Alison Pill, Chan-wook Park, Chris Evans, Corporazioni Malvagie, Ed Harris, fantascienza, film coi pugni nelle mani, il film SciFi rivelazione dell'anno XXXX, Jamie Bell, John Hurt, Joon-ho Bong, Ko Asung, Luke Pasqualino, Octavia Spencer, Song Kang-ho, Tilda Swinton


snow
Il microcosmo cinematografico coreano funziona secondo logiche talvolta incredibili agli occhi dell’industria europea e americana. I professionisti del settore sono così rari che finiscono per conoscersi intimamente anche quando si rifanno a generi molto diversi.
Per questo motivo non deve sorprendere se a produrre l’adattamento cinematografico della graphic novel francese Le Transperceneige, divorata da Joon-ho Bong mentre ancora si trovava in fumetteria, sia la Moho film, la casa di produzione di Chan-wook Park. “Snowpiercer” è il primo film in lingua inglese del regista coreano e il più grande investimento cinematografico della nazione, frutto di un’industria capace di sostenere chi ha buone idee, lavorando in gruppo.
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Recensionando / Nebraska

02 domenica Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, film PESO, Recensionando

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Alexander Payne, Autocompiacimento registico, Bob Odenkirk, Bruce Dern, Cannes 2013, delicate palette cromatiche, father issue, film PESO, Gerontofilia, June Squibb, momento patriottico bandiera inclusa, Oscar 2014, Oscars, Stacy Keach

neb1Forse Nebraska non sarebbe finito tra i candidati come miglior film in compagnia di “Philomena” se giusto l’anno precedente Haneke non avesse così potentemente sdoganato il tema geriatrico, aggiungendolo al lungo elenco di soft spot a cui l’Academy non riesce a rimanere indifferente. La discriminante però rimane sempre il cast chiamato ad affrontare una storia in bilico, che può risultare sia un toccante road movie familiare di rifondazione del rapporto padre e figlio sia una sviolinata sullo spirito dell’America preservato dagli stati più trascurati di cui non si sentiva il bisogno. Dato che dietro la camera da presa c’è Alexander Payne, il film è diventato automaticamente il da me più temuto tra i nove nominati alla categoria che mi impongo ogni anno di recuperare integralmente. Alex, senza rancore, ma sai essere pesantissimo anche quando non parli di anziani.
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Recensionando / Dallas Buyers Club

01 sabato Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Corporazioni Malvagie, Craig Borten, Denis O'Hare, film col dramma dentro, Jared Leto, Jean-Marc Vallée, Jennifer Garner, Matthew McConaughey, Melisa Wallack, omoaffettività, Oscar, Oscar 2014, sesso droga e tanto altro ancora, tratto da una storia di poco falsa, TRUE EMOSCION, Usa (gay) characters welcome, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

dbc 1Dopo tanti film artistoidi, impegnati, complessi e mai banali, finalmente con Dallas Buyers Club arriva il film che punta al cuore dell’Academy giocando sporchissimo pur d’indurre al pianto.
Il bello è che in un anno con delle perfomance attoriali strepitose e dei film nettamente più riusciti e qualitativamente rilevanti questa pellicola, presentata senza gran clamore al Toronto Film Festival, sta per portarsi a casa entrambe le statuette per le categorie attoriali maschili (se tutto va come pronosticato), per non parlare della nomination alla sceneggiatura che ha tagliato fuori gente come Woody Allen.

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Recensionando / American Hustle

23 domenica Feb 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Amy Adams, Autocompiacimento registico, Bradley Cooper, Christian Bale, Costumismi, David O. Russell, Eric Warren Singer, fotografia leccatissima, gente figa, grande fantasia in fase di casting, hair porn, Jennifer Lawrence, Louis C.K., Michael Wilkinson, Oscar 2014, Oscars, tratto da una storia di poco falsa, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato, voice over molesto

american hustle amy adams locandinaSe ho recuperato in consistente ritardo il nuovo film di David O. Russell capace di fare strage di nomination pesanti agli Oscar è a causa dei pareri contrastanti ricevuti da chi si è fiondato al cinema al vederlo (sì. sto dando la colpa a voi).
Data la scintillante confezione anni ’70/’80 e il ritorno di attori che avevano già fatto grandi cose con Russell in “The Fighter” e “Silver Linings Playbook” (un altro regista che ha una fantasia coi cast che levati) l’attesa per questo titolo era consistente, ma il risultato non è stato altrettanto entusiasmante. Accanto a persone secondo cui è una grande storia recitata in maniera eccelsa, in molti (la maggioranza, almeno nel mio giro) me ne hanno parlato come di un bellissimo guscio vuoto, senza una storia all’altezza della dimensione visiva del film.
Stavolta credo che darò ragione ad entrambe le fazioni e nemmeno per ragioni paracule.
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Recensione / 12 anni schiavo di Steve McQueen

20 giovedì Feb 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Benedict Cumberbatch, Brad Pitt, Chiwetel Ejiofor, Costumismi, delicate palette cromatiche, film PESO, fotografia leccatissima, Hans Zimmer, John Ridley, Lupita Nyong'o, Michael Fassbender, Oscar 2014, Oscars, Paul Dano, Paul Giamatti, Quvenzhané Wallis, Sarah Paulson, Sean Bobbitt, steve mcqueen, tratto da una storia di poco falsa, tristezza a palate, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

Debutta oggi nei cinema italiani il terzo lungometraggio di Steve McQueen e mi preme consigliarvi un giro in sala al più presto.
Candidato di punta agli Oscar, già vincitore di numerosi riconoscimenti nella stagione dei premi quasi conclusa, 12 Years a Slave è quel genere di film durante la cui visione percepisci che ti sta scorrendo davanti un pezzo di futura storia del cinema.
Sensazione abbastanza ricorrente in un 2013 (Gravity che dà una vera motivazione d’esistere al 3D, Adele che si scava un posto nei film del decennio a suon di emozioni graffianti) che, in differita di qualche mese, si rivela anche in Italia come un’annata cinematografica pazzesca.
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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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