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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi della categoria: 2014

Recensionando / L’atelier e Ippocrate

10 domenica Giu 2018

Posted by Elisa G. in 2014, 2017, Cinematografò, Recensionando

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è così francese!, Cannes 2017, Florian Beaujean, Jacques Gamblin, Laurent Cantet, Marina Foïs, Matthieu Lucci, Reda Kateb, Robin Campillo, temi d'amore tra i banchi di scuola, Thomas Lilti, Vincent Lacoste

Vuole la tradizione che ai primi caldi i cinema italiani si svuotino non solo di spettatori ma anche di novità vere e proprie. Noto è il vizietto dei distributori italiani di tenersi da parte le chicche per l’affollatissimo autunno, tirando fuori dal cassetto pellicole non propriamente attesissime, stagionate in un limbo non meglio specificato per mesi, talvolta anni. Su questo sistema organizzativo, sulle cause e sugli effetti, potremmo dibattere fino a Ferragosto e oltre: per una volta, cerchiamo di vederne le ricadute cinefile.
Il lato positivo è che, sgombro da blockbuster e film che monopolizzano le sale, il circuito cinematografico italiano trova finalmente spazio per il cinema europeo e quello autoriale. Nel caso specifico, se come me amate le franceserie cinematografiche (così numerose da faticare a trovare spazio durante l’anno, nonostante la presenza settimanale più o meno fissa in sala) questa settimana avrete l’occasione di ritrovare in sala alcuni attori e registi d’Oltralpe con un pedrigree di tutto rispetto, con tanto di Palma d’Oro: Laurent Cantet con L’Atelier e Thomas Lilti con Ippocrate.

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Recensionando / It Follows

07 giovedì Lug 2016

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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attacco della camera roteante, Cannes 2014, coming of age, David Robert Mitchell, delicate palette cromatiche, horror, Jake Weary, Keir Gilchrist, Lili Sepe, Maika Monroe, Olivia Luccardi

itfollows_posterQuando mi chiedevo basita se mai avremmo finito si parlare dei film di Cannes 2015 non mi aspettavo certo la settimana successiva di dover rispolverare la selezione dell’annata ancora precedente, ma It Follows gode di uno status così alto che, per una volta (o per due, dato che questa settimana esce anche Tom at the Farm, il mio film preferito di Xavier Dolan), è davvero il caso di gioire per avere l’insperata possibilità di vedere pellicole davvero di pregio su grande schermo.
Essendo cronicamente incapace di sopportare la tensione e la paura al cinema, sono particolarmente selettiva nel settore horror e tutti gli anni finisco per recuperare solo pellicole così osannate da entrare nel novero dei film migliori dell’annata in generale e non solo per quanto riguarda il settore specifico. Insomma, la mia conoscenza è limitata ma qualitativamente alta e devo dire che sì, It Follows è davvero uno dei film spaventevoli più belli dell’ultimo decennio, oltre che ad essere un gran film in sé.
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Recensionando / A Girl Walks Home Alone at Night

28 martedì Giu 2016

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Ana Lily Amirpour, Arash Marandi, Autocompiacimento registico, bambaia missa, fotografia leccatissima, hipsteria portami via, la lobby del cinema iraniano, Marshall Manesh, Mozhan Marnò, Sheila Vand

agirl_locandina_bGrazie alla lobby del cinema iraniano, arriva finalmente anche in Italia un dei film più citati e amati dalla fascia cinefila più estetizzante e hipster degli ultimi anni. Un titolo evocativo diventato un vero tormentone, che promette di riportare autorialità e sottile fascino nella terra bruciata del genere vampiresco al cinema.
Un occhio di riguardo però A Girl Walks Home Alone at Night se lo merita anche solo in qualità di esordio registico femminile e lontanissimo dal cinema iraniano a noi più familiare di Jafar Panahi e Asghar Farhadi. Presentandolo come un film iraniano però si rischia di non mettere a fuoco una produzione interamente statunitense e girata in California, anche se la lingua del film è il persiano.
Complice il suo mondo sospeso nel tempo e nello spazio, il debutto di Ana Lily Amirpour finisce con l’essere molto più affine al sottobosco culturale del Sundance (dove venne presentato nel 2014) che a quello che sfugge le maglie della censura a Teheran.

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Recensionando / Love & Mercy

30 mercoledì Mar 2016

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Autocompiacimento registico, Bill Pohlad, Deve far male!, Elizabeth Banks, John Cusack, la forza salvifica dell'Ammmore, maschio caucasico over 30 dalla genialità incompresa, nessuno mi capisce, Paul Dano, Paul Giamatti, sesso droga e tanto altro ancora, tratto da una storia di poco falsa

love1A ventiquattro dalla fine di marzo eccoci di nuovo a parlare di possibili candidati all’Oscar (anche se poi è arrivata solo la meritatissima nomination per Paul Dano ai Golden Globes). Per un film del 2014. Uscito negli Stati Uniti nel 2015. Che arriva da noi non solo dopo l’uscita home video, ma probabilmente (e strategicamente) dopo la scadenza dei link per il live streaming…ok, cosa vi dicevo un paio di settimane fa circa il periodo tra marzo e maggio e gli avanzi di magazzino?
E infatti eccoci qui a recensire Love & Mercy, un film che è piaciuto tantissimo alla critica ma che alla fin fine si è rivelato irrilevante a livello di critica e premi…e per la maggior parte, a ragione.
E se percepite una punta in più di acidità in me è perché non riesco a capacitarmi di come basti piazzare lì l’ennesima storia del genio bianco incompreso e bistrattato per farla franca…più o meno, considerato che comunque parecchi avranno reagito a titolo e locandina con un “cheeee?”.

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Recensionando / Una volta nella vita & Il labirinto del silenzio

27 mercoledì Gen 2016

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Ahmed Dramé, Alexander Fehling, c'e' anche un po' d'Italia, Giulio Ricciarelli, Johannes Krisch, ma anche no, Marie-Castille Mention-Schaar, nazisti cattivissimi, Noémie Merlant, Oscar 2016, Shoah, tratto da una storia di poco falsa

unavoltanellavita_1Dalla fine della Seconda guerra mondiale il cinema non ha mai spesso di raccontare la Shoah e gli orrori della guerra legati alla soluzione finale nazista, che hanno toccato ebrei e altri indesiderati, carnefici, semplici cittadini, eroi laici e cristiani, tanto che analizzando le produzioni legate al filone è possibile ripercorrere lo sviluppo del discorso sull’eccidio nazista, Come si è ricordato l’Olocausto, come lo si è raccontato via via che i decenni hanno reso l’orrore vivo un misfatto storico e la Shoah da terribile eccidio novecentesco è divenuta pietra di paragone e inevitabile relazione per ogni orrore perpetuato dall’uomo?
Il problema che vive anche il cinema è duplice: parlare e raccontare l’orrore più indicibile con rispetto, ma senza lasciarsi fagocitare da una liturgia di inquadrature e dettagli visivi che ledono la causa più che perpetrarla. Il 27 gennaio 2016 è stata un’annata di uscite particolarmente ricca in questo senso: dopo Il figlio di Saul (il migliore in assoluto, da molti anni a questa parte) oggi vi parlo di altre due pellicole oggi nelle sale, Una volta nella vita e Il labirinto del silenzio, ricordandovi che ci sono due ulteriori appuntamenti: The Eichmann Show e Remember.

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Recensionando / Quando c’era Marnie

28 martedì Lug 2015

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, cinema d'animazione, Gualtiero Cannarsi, Hiromasa Yonebayashi, nessuno mi capisce, omoaffettività, Studio Ghibli

marnieAnche dopo l’addio nominale di Hayao Miyazaki allo Studio Ghibli, che tanto ha fatto penare gli estimatori dell’animazione e temere la fine della casa d’animazione stessa, la sua grande influenza rimane sostanzialmente invariata sul primo film della seconda era, in tutto e per tutto una pellicola di assestamento e transizione.
Come spiegarsi altrimenti d’adattamento del celebre romanzo inglese per ragazzi del 1967 When Marnie was there di Joan G. Robinson, segnalato a suo tempo dallo stesso maestro nella lista dei cinquanta libri da lui raccomandati o una squadra di lavoro ripescata dai collaboratori storici del celebre regista?
Hiromasa Yonebayashi si è preso sulle spalle l’enorme responsabilità di dare avvio alla seconda fase e ha deciso di farlo in continuità con i temi e l’approccio che ha reso lo Studio Ghibli un punto di riferimento mondiale nel mondo dell’animazione. Per rompere con il passato e innovare ci sarà tempo in futuro.
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Recensionando / Predestination

01 mercoledì Lug 2015

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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avanti e indietro nel tempo, Christopher Sommers, Ethan Hawke, fantascienza, lucette azzurre, retrofuturismo, Robert A. Heinlein, Sarah Snook, The Spierig Brothers

predestinationQuando c’è di mezzo la fantascienza, tendo a diventare emotiva. Questo per dirvi che questa volta si comincia con una bella infornata di fatti miei e un quesito implicito: quanto la quantità di informazioni che abbiamo (o non abbiamo) su un film pregiudica la nostra visione? Io Predestination l’ho vissuto più o meno così: arriva l’invito alla proiezione stampa, leggo la prima riga “invito alla proiezione per la stampa di Predestination, film di fantascienza”, smetto immediatamente di leggere e rispondo che ci sarò. Reazione tipica di chi nella fantascienza sempre ci spera, ma ha anche imparato che a volte è meno doloroso se non si sa nulla.
Arriva il giorno stabilito, entro in sala, mi siedo e appare il volto di Ethan Hawke e di un tipo che non riesco esattamente a ricollegare a nulla. Tempo dieci minuti e mi rendo conto con enorme commozione che sono davanti all’adattamento su grande schermo di un racconto di Heinlein letto un annetto fa su Urania (A tutti voi Zombie, su Il mestiere dell’avvoltoio).
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Recensionando / Fury

03 mercoledì Giu 2015

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Brad Pitt, David Ayer, Deve far male!, film dal fronte, Jason Isaacs, l'addominale prende aria, Logan Lerman, omoaffettività, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Roman Vasyanov, seconda guerra mondiale, Shia LaBeouf, spara spara ci stanno massacrando

fury“Gli ideali sono pacifici, la storia è violenta”: lo dice un Brad Pitt protettivo e paterno a un Logan Lerman condannato dal suo volto adolescenziale ad essere l’incarnazione vivente della recluta ingenua da iniziare, mentre con il loro carro armato M4 Sherman s’inoltrano in una Germania nazista sull’orlo del tracollo ma fermamente intenzionata a uccidere nella caduta quanti più soldati alleati possibili. Fury è uno dei migliori film di guerra degli ultimi anni, un prodotto ispirato e convincente, anche se non memorabile o rivoluzionario come Zero Dark Thirty. A volte però può bastare il ritratto di quella violenza quotidiana, talvolta ingiustificata ma spesso inevitabile che percorre la storia nei suoi episodi di routine, tra i suoi ranghi minori, il cui ricordo rimane in vita solo finchè ci sono superstiti. Continua a leggere →

Recensionando / Calvario

14 giovedì Mag 2015

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Aidan Gillen, Brendan Gleeson, Chris O'Dowd, David Wilmot, Domhnall Gleeson, Dylan Moran, film PESO, fotografia leccatissima, John Michael McDonagh, Kelly Reilly, Larry Smith, le verdi colline e l'alcolismo d'Irlanda, M. Emmet Walsh, riprese di paesaggi commissionate dall'Ufficio Turismo, sesso droga e tanto altro ancora, tristezza a palate

calvary1Un maggio lungo un anno, è questo il mio sogno di cinefila in Italia, dove una straordinaria congiuntura di ritardi non più prorogabili, film anticipati dal “chiuso per estate” e l’incombente Cannes creano quattro lunghe settimane di cinema intenso e straordinario.
Calvario arriverà domani nelle sale, largamente anticipato dall’ovazione tributatagli dalla comunità cinefila mondiale: il secondo film di John Michael McDonagh ha convinto veramente tutti, trascinato da un Domhnall Gleeson alle prese con il ruolo della vita, cucitogli su misura si dalle prime fasi di scrittura della sceneggiatura, quello di un prete irlandese a cui viene annunciato in confessionale il suo personale calvario.

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Recensionando / Forza maggiore

05 martedì Mag 2015

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Autocompiacimento registico, Cannes, Cannes 2014, Clara Wettergren, delicate palette cromatiche, dramma familiare obbligatorio, fotografia leccatissima, in Svezia c'e' la neve, Johannes Kuhnke, Karin Myrenberg, Lisa Loven Kongsli, Psicologia e Psicosi, Ruben Östlund, Vincent Wettergren

fmposterLa vera forza di un festival cinematografico non sta tanto nell’offerta della blasonata, seguitissima sezione principale del concorso, quanto nella capacità di mantenere altissima la qualità dei prodotti nelle sezioni collaterali, fondamentali vivai per gli autori di domani. Il fatto che l’anno scorso sulla Croisette potessero permettersi di mettere l’ultimo film dello svedese Ruben Östlund “solo” nella sezione Un Certain Regard la dice lunga sullo straordinario stato di salute della kermesse francese.
E Forza Maggiore quella sezione così amata dei cinefili più esigenti l’ha vinta, portandosi a casa il gran premio della giuria, una nomination ai Golden Globes e consacrando il suo sceneggiatore e regista svedese come uno degli nuovi autori più interessanti a livello europeo.
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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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