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Adelphi, detective stories, Gala Maria Follaco, letteratura giapponese, Matsumoto Seichō, morti ammazzati, Tokyo
Tokyo Express recita la copertina italiana con tanto di foto di affascinante viaggiatrice dai lineamenti orientali, perché la combo Tokyo qualcosa + ammaliante donna orientale è lo standard estetico-descrittivo del crime giapponese in Italia (vedi l’intera produzione di Kirino Natsuo per Neri Pozza, giusto per fare un esempio). Non me ne voglia Adelphi, che ha il merito di aver ripescato questo classicone del giallo giapponese dal triste angolo polveroso in cui era finito dopo la pubblicazione nel 1971 su Giallo Mondadori, ma l’originale Ten to sen (点と線) è un titolo molto più evocativo ed elegante nella sua sintesi simbolica.
I punti e le linee sono quelli delle rappresentazioni grafiche del sistema ferroviario, infrastruttura di culto e mania di un consistente numero di appassionati nipponici di treni e stazioni, oltre che mezzo di trasporto feticcio del giallo classico. Punti e linee che riassumono una modernità veloce, che stuzzica l’immaginazione di assassini e giallisti.