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Il primo re è tutto quello che siamo abituati a rimproverare al cinema italiano di non essere. Quello di Matteo Rovere è un progetto già impressionante sulla carta, con una sfilza incredibile di numeri e dati che ne manifesta l’ambizione sconfinata nell’orizzonte ristretto del nostro panorama cinematografico.
Nove milioni di euro raccolti per produrre il film, cinque mesi di preparazione fisica e linguistica per gli attori e di ricerca e allestimento dei set per le maestranze in giro per il Lazio, una schiera di linguisti, semiologi, archeologi e studiosi della Sapienza di Roma impegnati a garantire il massimo rigore storico a questo kolossal mitologico sulla fondazione di Roma.
Della grandiosità dei risvolti d’azione e realizzazione di Il primo re ho già parlato ampiamente altrove, perciò stavolta voglio concentrarmi su un passaggio che ogni film, grande e piccolo che sia, deve affrontare: la scrittura di un copione.
Seguono riflessioni non propriamente SPOILER, ma ecco, magari vale la pena di andare a vedere il film prima + i miei soliti 5 minuti di sclero (ma pieni di fun facts, statistiche e info varie) che mi prendono in questa stagione. Niente cineriassuntone a questo giro, che le uscite importanti sono solo due e le copriamo tra oggi e domani.
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