Tag
Alfredo Castro, Autocompiacimento registico, Cannes 2016, delicate palette cromatiche, Gael García Bernal, Luis Gnecco, Pablo Larraín
È un destino beffardo quello di Neruda, metà trascurata dell’incredibile dittico biografico che Pablo Larraín ha tirato fuori dal cappello quest’anno. D’altronde il biopic che omaggia la sua terra natia, il Cile, e il suo cittadino e poeta più illustre, Neruda, non gode della smaccata visibilità della sua prima pellicola in lingua inglese e con serie aspirazioni per la corsa agli Oscar, Jackie.
In attesa di vedere questa seconda prova dell’incredibile 2016 di Larraín, non posso che mettervi in guardia: non dovete lasciarvi assolutamente sfuggire Neruda, anche a costo di lanciarsi in una caccia all’ultima delle poche sale cinematografiche che punteranno coraggiosamente su questo film. Neruda rischia concretamente di essere il film dell’anno.
Continua a leggere