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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Alicia Vikander

Recensionando / Tomb Raider

15 giovedì Mar 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Alicia Vikander, Alicia Vikander Walton Goggins Dominic West Daniel Wu Kristin Scott Thomas Nick Frost Hannah John-Kamen, Daniel Wu, Dominic West, father issue, Hannah John-Kamen, Kristin Scott Thomas, Nick Frost, videogiochi, Walton Goggins

In una settimana particolarmente ricca di uscite che si pongono il problema di mettere al centro un personaggio femminile e di farlo per bene, il film che avvicina di più un risultato soddisfacente potrebbe essere il più frivolo in competizione. Certo Tomb Raider è aiutato dalle basse, bassissime aspettative che genera un blockbuster action basato su una nota saga di videogiochi (fonti originarie popolarissime che non hanno ancora originato adattamenti senza intoppi) e che si configura come remake di una coppia di film davvero stupidini.
Alicia Vikander è invece al centro di un film che si muove agevolmente nel suo territorio e, senza strafare e con molto buon senso, tenta di porre le basi per un franchise più vicino al territorio videoludico e più soddisfacente da vedere in sala.
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Specialando / Tutti i film di Venezia 73 #1

31 mercoledì Ago 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Alicia Vikander, Christopher Murray, Damien Chazelle, Denis Villeneuve, Derek Cianfrance, Emma Stone, Forest Whitaker, i film con gli alieni e le astronavi, J.K. Simmons, Jake Gyllenhaal, Jeremy Renner, Michael Fassbender, Rachel Weisz, Ryan Gosling, Sonoya Mizuno, Ted Chiang, Tom Ford, venezia 73, Wim Wenders

Venezia 73: tutti i film in concorso e gli eventi più attesi fuori concorso dal 31 agosto al 2 settembre 2016.

lalaland

Son tutte presentazioni complete di locandine, trailer e pregiudizi, ma nessuna recensione, perché non sono al Lido ma in vacanza. La me stessa del passato però non è riuscita proprio ad esimersi dallo specialone, che ha scritto per tempo. Buona lettura!
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Recensionando / The Danish Girl

19 venerdì Feb 2016

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 5 commenti

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Alexandre Desplat, Alicia Vikander, Amber Heard, Ben Whishaw, biopic, Eddie Redmayne, film col dramma dentro, Matthias Schoenaerts, Oscar 2016, Paco Delgado, Psicologia e Psicosi, Tom Hopper, tratto da una storia di poco falsa, tristezza a palate, venezia 72

the danish girl posterÈ davvero semplice sparare a zero su Tom Hopper e ormai è uno sport riconosciuto tra gli amanti di cinema. Con suo stile espositivo al limite del pedante, con la sua esasperata ricerca di coinvolgimento emotivo via reiterati primissimi piani nel puro Oscar Bait (film “esca” per attrarre l’attenzione dell’Academy) delle sue lacrimevoli storie, presta molto più del fianco a critiche ferocissime. All’insegna del commovente e non pago del successo de Il Discorso del Re, eccolo tornare con la storia pioneristica di una coppia di pittori danesi in cui lui, a disagio con il proprio sé esteriore, decide di tirare fuori la donna che si sente di essere, con tragiche conseguenze personali e familiari. Insomma, Tom Hopper è tra i pochissimi che fanno cinema da Oscar con approcci e metodologie anni ’90 e soprattutto l’unico a riuscire a cavare nomination di pregio da questa tanto vituperata pratica.

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Recensionando / Operazione U.N.C.L.E.

02 mercoledì Set 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

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Alicia Vikander, Armie Hammer, Autocompiacimento registico, base militare russa, bromance, c'e' anche un po' d'Italia, delicate palette cromatiche, Elizabeth Debicki, father issue, fotografia leccatissima, gente figa, Guy Ritchie, Henry Cavill, Hugh Grant, I was distracted by the gay, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Jared Harris, Lionel Wigram, Luca Calvani, omoaffettività, Ship Sheep, shippabbestia, uno spia l'altro pure

uncle1Dopo un ventennio di carriera e undici lungometraggi diretti con il suo stile sfavillante e distintivo, Guy Ritchie è il regista inglese d’azione, con buona pace dell’amico e collega Matthew Vaughn.
All’uscita dalla sala con ancora addosso l’entusiasmo e il divertimento che Operazione U.N.C.L.E. sa suscitare, mi sono chiesta come mai non sia mai uno di quei nomi che sfoggiamo nelle discussioni sul cinema del cuore. Non parlo dei registi della vita, parlo di quelli che però hanno una produzione dalla linea precisa con un paio di titoli memorabili sbanca botteghino e magari qualche piccolo gioiello da riscoprire, con situazioni e inquadrature ricorrenti, vere e proprie firme su pellicole di medio alto livello. Alla fine quando siamo sul divano, la sera, tanti blasonati film d’autore vengono messi da parte in favore di una rivisione di film come questi, brillanti, stilosi, ironici ma mai banali o vuoti. Guy Ritchie è tutto questo e forse tendiamo a darlo quasi per scontato.

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Recensionando / Ex Machina

30 giovedì Lug 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 10 commenti

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Alex Garland, Alicia Vikander, androidi droni e robot, Autocompiacimento registico, Corey Johnson, Domhnall Gleeson, fantascienza, fotografia leccatissima, il film SciFi rivelazione dell'anno XXXX, Intelligenza Artificiale, Oscar Isaac, scienziati che combinano casini micidiali

exma2L’uscita italiana, peraltro chiaramente suicida per date e modalità, si è fatta talmente tanto attendere che i motivi d’interesse nei riguardi di Ex Machina si sono lentamente spostati dal suo essere il film scifi piccola rivelazione dell’anno corrente all’essere la prima prova registica di colui che porterà su grande schermo la trilogia Southern Reach di Jeff VanderMeer.
L’estate ci porterà la solita triste profezia che si auto-avvera: il film andrà quasi certamente malissimo, arrivando in sala mesi dopo la disponibilità di una copia in qualità più che consona attraverso i canali alternativi che tutti conosciamo, con buona parte dei siti/blogger di riferimento che ne hanno già ampiamente parlato e con i pochi che gli avrebbero concesso una chance in sala a godersi le meritate ferie chissà dove, probabilmente lontano dal numero non impressionante di sale che si conquisterà.
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Recensionando / Il Quinto Potere

22 martedì Ott 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Alexander Beyer, Alicia Vikander, attacco della camera roteante, Benedict Cumberbatch, Bill Condon, biopic, bromance, Carice van Houten, constatatore dell'ovvio, Corporazioni Malvagie, Dan Stevens, Daniel Brühl, David Thewlis, Dreamworks, fangirlism, gioventù digitale, googlare i nomi per sicurezza, grande fantasia in fase di casting, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Josh Singer, Laura Linney, omoaffettività, Peter Capaldi, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, shippabbestia, Stanley Tucci, tratto da una storia di poco falsa

il quinto potere locandinaSe ci fosse stato bisogno di un’ulteriore prova di quanto “The Social Network” si sia imposto come pietra miliare e punto di riferimento nell’ultimo decennio cinematografico americano (e chissà se questa spanna temporale si potrà ulteriormente allungare), ecco arrivare nelle sale a distanza di un paio d’anni The Fifth Estate, film che per ambizione, tematiche e approccio punta palesemente a replicare l’incredibile successo del film di David Fincher.
L’ambizione della Dreamworks sembrava essere quella, almeno a giudicare dalla fretta su cui si è gettata ad opzionare i più rilevanti libri scritti ad oggi sulla figura di Julian Assange, compreso quello del collaboratore poi allontanato da WikiLeaks. Il soggetto, per quanto ancora in divenire, è particolarmente allettante e adatto a finire sul grande schermo, specie alla vigilia della stagione dei premi.
La prudenza però dovrebbe consigliare alla Dreamworks di non mettersi in competizione con un film così dirompente senza le adeguate contromosse, soprattutto affidando postazioni cruciali come regia e sceneggiatura a nomi conosciuti ma non stimati al livello dei predecessori. Sennò si prendono fregature terribili e si lascia ancora una volta Benedict Cumberbatch a salvare il film da solo.

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Specialando / Miglior Film Straniero 2013

15 giovedì Ago 2013

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, film PESO, Specialando

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A Royal Affair, Alicia Vikander, Costumismi, Espen Sandberg, film col dramma dentro, film in costume, film PESO, Gael García Bernal, Gente che guarda i film coi sottotitoli in ceco, Gustaf Skarsgård, Joachim Rønning, Kim Nguyen, Kon-Tiki, Mads Mikkelsen, Mikkel Boe Følsgaard, Nikolaj Arcel, No i giorni dell'arcobaleno, Pablo Larraín, Pål Sverre Hagen, period drama, piangerone, Rachel Mwanza, Rebelle, Thor Heyerdahl, War Witch

a royal affair locandinaCome si fa a negare che la nostra visione della cinematografia sia fortemente anglocentrica, per non dire americanocentrica? Vivendo in Europa, grazie a iniziative di tutela dell’Unione Europea e a sale convenzionate, qualcosa si riesce sempre a recuperare (nelle grandi città), ma pensandoci su la curiosità pocahontesca è sempre quella: oltre il fiume cosa c’è? In questo senso, festival e premiazioni internazionali sono alleati davvero preziosi del cinefilo. Spesso nell’anno solare i titoli ricorrenti a più latitudini segnalano il grado di rilevanza di qualche pellicola non anglosassone e/o extraeuropea che si avvia a diventare un cult.

In questo senso, la cinquina del Miglior Film Straniero agli Oscar è una manna. Primo, perché ogni anno tutti gli stati nominano il film nostrano che ritengono migliore (o per i più sgamati, quello più spendibile a livello internazionale), perciò chi fosse interessato a particolari cinematografie, ogni anno almeno un titolo considerato meritevole in patria si trova sempre. Secondo perché nella cinquina finale in genere l’equilibrio tra film artisticamente meritevoli e film godibili è quasi sempre rispettato. In genere il film PESO si spende nei festival, mentre in America si mandano pellicole che non siano completamente impenetrabili al gusto e alla comprensione del pubblico a stelle e strisce.

Nel 2013 Amour di Michael Haneke ha spadroneggiato anche nelle categorie principali, rubando del tutto la scena agli altri candidati che, in partenza, non avevano alcuna chance. Ricordate: non vince quasi mai il più bello degli stranieri, ma quello meglio distribuito e sponsorizzato, magari con qualche premio europeo pesante già in tasca. Non per niente Benigni ai tempi si fece il giro di tutto i late show americani e infatti “Robbbberto, vieni!” non è figlio solo di un film intrinsecamente italiano e spendibile universalmente, ma anche di uno sforzo di pubblicizzazione da parte dell’Italia che da allora non si è più visto.

Quali erano gli altri candidati a Miglior Film Straniero 2013? C’è qualcosa d’interessante? Approderanno mai in Italia? Lo speciale ferragostano è qui per voi!

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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