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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Andrew Haigh

La Forma dell’acqua e gli altri: tutti i film di Venezia 74, ranked

14 mercoledì Feb 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Abdellatif Kechiche, Ai Weiwei, Anaïs Demoustier, Andrew Haigh, è così francese!, Charlie Plummer, cinema italiano, Darren Aronofsky, documentario, Frederick Wiseman, George Clooney, gerontocinema, Guillermo del Toro, i nostri amici arabi, Isabelle Huppert, Jennifer Lawrence, Joel e Ethan Coen, Koreeda Hirokazu, legal drama, Manetti bros, Martin McDonagh, Paolo Virzì, Paul Schrader, Robert Guédiguian, Samuel Maoz, Sebastiano Riso, venezia 74, Vivian Qu, Warwick Thornthon, Ziad Doueiri

Cari lettori, proprio quando avevo ripreso un bel ritmo, flu happened. E non è nemmeno vero che ciò che non ci uccide ci fortifica, perché sono ancora qui ma con l’energia e la prestanza di un panda rosso, notoriamente gli animali più stupidi, imbranati e fisiologicamente atti ad estinguersi per incapacità latente del globo terracqueo. O di un kiwi, un uccelletto che non sa volare, è grassoccio e per cui probabilmente anche la propria ombra potrebbe risultare mortale.

Per la serie: su gerundiopresente i pazienti saranno ricompensanti…in ritardo. Non perdete mai le speranze. Ed ecco a voi le recensioni sintetiche e ficcanti di tutti, tutti i film in concorso a Venezia 74, Leone d’Oro compreso, in arrivo nelle sale da domani. 

Se fossi in voi non tratterei troppo il fiato, un po’ come accaduto per Cannes 70. In rigoroso ordine qualitativo crescente (perché qui ci sbilanciamo, gente), dall’orrore all’amore: iniziamo!

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Recensionando / Weekend

13 domenica Mar 2016

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

Tag

Andrew Haigh, Autocompiacimento registico, Chris New, Jonathan Race, meglio tardi che mai, omoaffettività, piangerone, Tom Cullen

wekkendNegli strani ed errabondi sentieri che portano i film nelle sale, Weekend ha scelto di prendere la strada più lunga e tortuosa, capace di portarlo all’attenzione di stampa e pubblico non una, bensì due volte, purtroppo per questioni extracinematografiche che non meritano di entrare nel novero di questo post, perciò facciamole fuori subito.
Prima polemica: Weekend è un film del 2011 che solo oggi arriva nelle nostre sale, dopo la distribuzione internazionale, un passaggio al Milano Mix e l’uscita in homevideo e Criterion Collection.
Polemica numero due: il film esce in sole dieci sale in tutta la Penisola perché  osteggiato dalla Commissione nazionale per la Cinematografia gestita dalla CEI, che lo considera il film scabroso, inutilizzabile, sconsigliato per le sue tematiche gay e l’utilizzo della droga che si fa nel film. La CEI è liberissima di valutare i film secondo criteri che col cinema hanno poco a che fare, il problema è che il suo giudizio impatta poi sulla distribuzione in centinaia di sale parrocchiali o gestite da enti religiosi (sbocco naturale in Italia per il cinema autoriale di qualità), di qui la distribuzione rarefatta, lo scandalo mezzo stampa, un’incredibile pubblicità a un film che la meriterebbe per altri motivi.
Non scordiamoci di parlare di Teodora Film però, piccolo distributore che sta facendo meraviglie e che, dopo aver distribuito 45 anni, ultimo lavoro del regista, ha deciso in maniera forte, bella e antieconomica di potere al pubblico italiano anche questo film. Non scordiamocelo prima di lanciarci in discorsi disfattisti senza aver ben chiara questa situazione.

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Recensionando / 45 anni

30 venerdì Ott 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Andrew Haigh, Berlinale 65, Charlotte Rampling, David Constantine, Dolly Wells, film col dramma dentro, film PESO, finale con mazzata, Gerontofilia, Richard Cunningham, Tom Courtenay

45years_1Quando si parla di Berlinale l’allegria e l’innovazione non sono generalmente contemplate tra gli ingredienti principali dei suoi film tipo, il che rende questo festival forse meno attraente di altre kermesse più giovani e alla moda. Quest’anno però a Berlino si è visto un programma di tutto rispetto e da quel poco che sono riuscita a recuperare, comprendeva due grandissimi film autoriali, tra i migliori dell’annata: El Club e questo 45 Years.
Non stupisce quindi che l’accoppiata dei suoi protagonisti, vera colonna portante di una storia potente ma piuttosto sintetica (l’adattamento del racconto breve In Another Country by David Constantine) si sia portata a casa il premio per la miglior interpretazione. Orsi meritatissimi, dato che qua e là la loro perfomance è così intensa da poter essere tra le migliori di due carriere ricchissime di successi e ruoli memorabili.
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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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