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Archivi tag: Autocompiacimento registico

Recensionando / Kissing Candice [Irish Film Festa 2018]

26 lunedì Mar 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Ann Skelly, Aoife McArdle, Autocompiacimento registico, Berlinale 68, delicate palette cromatiche, estetica videoclippara, Irish Film Festa 2018, se capisce e non se capisce

Sbagliare per troppa ambizione e eccessiva voglia di dimostrare le proprie capacità è decisamente il modo migliore per esordire e farsi notare, anche con un film riuscito solo in parte.
Inoltre in questo caso specifico (arrivato in Italia con l’Irish Film Festa e passato anche a Toronto e alla Berlinale) stiamo parlando di un’esordiente donna, irlandese, con una comprovata esperienza nel comparto dei videoclip e una fascinazione palese per le contraddizioni fantastiche e cupe dell’adolescenza.
Sono queste le passioni e le influenze che si agitanotumultuose e sensuali in Kissing Candice, un lungometraggio che in soli 95 minuti tenta di essere formalmente e visivamente molto più di quel che contiene a livello narrativo. Aoife McArdle insomma mette a segno quella falsa partenza che fa venire voglia di tenerla d’occhio, in attesa di vederla quando riuscirà a correggere il tiro.
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Recensionando / Il filo nascosto

19 lunedì Feb 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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Autocompiacimento registico, Costumismi, Daniel Day-Lewis, delicate palette cromatiche, film d'Ammmmore, Jonny Greenwood, Lesley Manville, Oscar 2018, Paul Thomas Anderson, Vicky Krieps

Al contempo film senza tempo e traguardo nettissimo della carriera del suo realizzatore, Il filo nascosto prova ancora una volta come Paul Thomas Anderson sia un cineasta unico, il cui arco evolutivo è imprevedibile e soprattutto inimitabile.
Lasciatosi alle spalle la ribollente verve creativa degli esordi e relativo codazzo di minutaggi imponenti e di scene in aperta sfida alla maestria registica, Paul Thomas Anderson ha asciugato il suo cinema, concentrandone le forza in tutto quello che non mostra e non dice più in maniera diretta.
Con Il filo nascosto lascia per la prima volta i suoi Stati Uniti in favore della vecchia Inghilterra degli anni ’50, in un contesto classista che più posh e distante dalla west coast è difficile immaginare. Eppure lo sposalizio tra un tipo di film fuori dal tempo e le magnifiche ossessioni del suo cinema statunitense dà vita a un film così sottile e complesso che l’impressione più forte che si ricava da Il filo nascosto è quella che una visione sia gravemente insufficiente a comprendere il film nella sua interezza.
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Recensionando / Chiamami col tuo nome

25 giovedì Gen 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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amori adolescenziali, Armie Hammer, Autocompiacimento registico, c'e' anche un po' d'Italia, Deve far male!, Esther Garrel, fotografia leccatissima, Gardy consiglia, gente figa, James Ivory, Luca Guadagnino, Michael Stuhlbarg, omoaffettività, Oscar 2018, piangerone, Timothée Chalamet, tristezza a palate

Si può solo sperare di spiegare un film come Chiamami col tuo nome a parole e bisogna essere molto confidenti nelle proprie capacità di scrittori. La sua grana emozionale è così fine che le parole si rivelano limitanti per farne un ritratto. Come descrivi un colore con il senso del gusto o un profumo con la vista?
D’altro canto la dimensione cinematografica è così ricca e curata che si fa appena in tempo a coglierla durante la prima visione, sospinti sempre oltre la bellezza tecnica del film dal tumultuoso emozionare della pellicola.
Tocca rimettere tutto in prospettiva quando si parla di 2017 cinematografico se – come è successo in Italia – mancano all’appello due titoli importanti come Il filo nascosto e Chiamami col tuo nome. Il film di Luca Guadagnino si imprime sulla pellicola e sull’immaginario dello spettatore: è indubbiamente una di quelle visioni che, all’uscita dalla sala, sai già che porterai con te negli anni a seguire. Quindi sì, siamo oltre il grande film e l’ottima prova registica: solo il tempo ci dirà quanto vicino andiamo al concetto di “storia del cinema”, ma è uno di quei momenti che non dovete mancare in sala, perché lo vorrete poter raccontare da spettatore quando sarà diventato storia.
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Miscellanea / Missed but not Forgotten #3

13 giovedì Lug 2017

Posted by Elisa G. in 2016, 2017, Cinematografò, Recensionando

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Antonio Banderas, Autocompiacimento registico, Brad Pitt, Brendan Gleeson, Brian Goodman, Courtney Hunt, Dane DeHaan, Elle Fanning, father issue, Gore Verbinski, Jonathan Rhys Meyers, Keanu Reeves, ma anche no, Marion Cotillard, Michael Fassbender, Michiel Huisman, Nicolas Winding Refn, Paul Currie, Piper Perabo, Renée Zellweger, Robert Zemeckis, Sam Reid, shippabbestia, Teresa Palmer, thriller

La rubrica aperiodica e ritardataria nell’anima in cui vi racconto brevemente i film che ho visto prima dell’uscita nelle sale italiane ma che non sono riuscita a recensire prima del loro approdo nelle stesse.
Hashtag suggerita #megliotardichemai.

In questa puntata parleremo di thriller thrilleroni thrilleracci, alcuni ancora in sala, di molti solo per il gusto del LOL epico che procurano:

Black Butterfly
2:22
Una Doppia Verità
Codice criminale
The Neon Demon 
La cura del benessere
La vendetta di un uomo tranquillo 
John Wick 2
Allied

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Recensionando / Lady Macbeth

15 giovedì Giu 2017

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Alice Birch, Autocompiacimento registico, Christopher Fairbank, Cosmo Jarvis, delicate palette cromatiche, fatto con du lire, film in costume, Florence Pugh, William Oldroyd

Lady Macbeth è la risposta ideale per quanti pensano che film in costume equivalga a smancerie e sospiri d’amore, ma non solo: è anche una belle piccole pellicole che trovano finalmente spazio nella sonnacchiosa estate cinematografica italiana, una delle pochissime che vale davvero la pena andare a vedere sfidando la calura estiva.
Presentato qualche tempo fa al Torino Film Festival, Lady Macbeth è un costume drama luciferino e il sorprendente esordio al cinema del regista teatrale inglese William Oldroyd. Non manca qualche impasse, ma la cura estrema della forma e la capacità di far buon viso a cattivo budget rendono la ricorrenza di scenografie e costumi un valore aggiunto nel ritratto di un matrimonio claustrofobico da cui una giovane sposina tenta di liberarsi con metodi davvero poco ortodossi.
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Approfondendo / Cannes 70, tutto quello che dovete sapere su tutti i film in concorso

29 lunedì Mag 2017

Posted by Elisa G. in Approfondendo, Cinematografò, Specialando

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Andrey Zvyagintsev, Autocompiacimento registico, Benny e Josh Safdie, Bong Joon-ho, Cannes, Cannes 2017, Fatih Akin, film PESO, François Ozon, gardy commenta, Hong Sang-soo, Jacques Doillon, Kornél Mundruczó, Lynne Ramsay, Michael Haneke, Michel Hazanavicius, Naomi Kawase, Noah Baumbach, Robin Campillo, Roman Polanski, Ruben Östlund, Sofia Coppola, Todd Haynes, Un Certain Regard, Yorgos Lanthimos

Lo so cosa avete pensato: che vi avessi abbandonato, trascurando Gerundiopresente in favore di piattaforme più remunerative prestigiose e popolari. Indubbiamente lo sforzo necessario per commentare giorno per giorno quanto succedeva in Croisette su MondoFOX mi ha impedito di fare altrettanto anche qui, ma chi mi conosce bene e mi segue anche su altri lidi sa che il Festival di Cannes per la sottoscritta è una faccenda dannatamente personale, perciò figuriamoci se vi lasciavo senza il solito postone delirante con tutte le trame e i (pre)giudizi con cui affrontare con tranquillità lo stillicidio di uscite che ci consentirà tra un anno /un anno e mezzo di valutare se davvero come dicono quelli che hanno seguito il festival dalla Croisette (ringhio sommesso) la 70esima edizione sia stata così deludente da essere la peggiore del nuovo Millennio.

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Recensionando / Jackie

20 lunedì Feb 2017

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Autocompiacimento registico, Billy Crudup, biopic, Caspar Phillipson, delicate palette cromatiche, fotografia leccatissima, Greta Gerwig, John Hurt, Natalie Portman, Noah Oppenheim, Oscar 2017, Pablo Larraín, Peter Sarsgaard

jackie_locandinaCi sono registi che la sera vanno a dormire pensando della loro carriera “è tutto qui?”. Il giorno dopo si alzano, bevono un caffè e si rimettono a lavorare, pregando ardentemente il loro Dio di riuscire a realizzare nella propria carriera almeno un film al livello di Neruda o Jackie. Poi c’è Pablo Larraín, che questi due film biografici eccezionali, sull’orlo del capolavoro, li ha realizzati nel solo 2016. In un solo anno, lavorando all’interno di uno dei generi più attivi e in corso di evoluzione nel panorama cinematografico mondiale, il regista cileno più noto al mondo ha saputo regalare ai cinefili due pellicole diversissime, due risposte contrastanti al che spostano in avanti il confine del cinema contemporaneo e in alto l’asticella della qualità. Il fatto che nessuno dei due sia finito tra i nominati a miglior film di questo giro agli Oscar è l’esclusione più scandalosa, che certifica lo status di Pablo Larraín di regista autoriale più sottovalutato e trascurato al mondo. L’ho detto, sue me.

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Recensionando / La La Land

25 mercoledì Gen 2017

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Autocompiacimento registico, Damien Chazelle, delicate palette cromatiche, Emma Stone, film d'Ammmmore, J.K. Simmons, musical, Oscar 2017, Ryan Gosling

lalaland2Se il cinema è l’arte di girare film in senso lato, allora è dura argomentare qualche tesi contraria alla preponderanza artistica dell’ultima fatica di Damien Chazelle nell’anno cinematografico che stiamo preparandoci a chiudere con gli Oscar. Se invece, per parafrasare un noto motto, il cinema è vita, allora pur riconoscendo a La La Land una sartorialità cinematografica eccelsa, qualche appunto da fare io ce l’avrei. Partiamo da un dato non trascurabile: ho cominciato a riflettere sulla valenza della storia di Mia e Sebastian durante la visione del film, indice non certo di grande coinvolgimento emotivo. Contante che ho un trasporto emotivo senza pari, in sala empatizzo come manco Will Graham e sono parziale al limite dello scandalo per ogni briciola estetizzante che appare sul grande schermo. Mi piacciono discretamente le persone che al posto di agire riflettono cantando e ballando coi passanti e sono una paladina persino dei cinemozioni5 brutti come il peccato, figuriamoci dei film romantici belli e pieni di sentimento. Allora perché ero così distaccata mentre Ryan Gosling e Emma Stone ballavano tra le stelle?
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Recensionando / È solo la fine del mondo

08 giovedì Dic 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Autocompiacimento registico, Cannes 2016, delicate palette cromatiche, dramma familiare obbligatorio, fotografia leccatissima, Gaspard Ulliel, Léa Seydoux, Marion Cotillard, Nathalie Baye, omoaffettività, Oscar 2017, piangerone, tristezza a palate, Vincent Cassel, voice over molesto, Xavier Dolan

gp_-onlytheend4Se Xavier Dolan sbaglia un film non è la fine del mondo, o forse sì. Eppure il giovane prodigio del cinema canadese dovrà rassegnarsi, prima o poi, al fatto che il suo ultimo film è un’opera divisiva, incapace di generare quell’unanime accoglienza trionfale che ha caratterizzato quasi tutti i suoi lavori precedenti.
Xavier Dolan non ha fatto mistero di essere rimasto ferito e mortificato dall’accoglienza polemica riservata a È solo la fine del mondo a Cannes e non sembra che nemmeno la vittoria del Grand Prix della Giuria e la candidatura come rappresentate del Canada agli Oscar del 2017 abbiano saputo ripagarlo a dovere.
Se rimane verissimo l’assunto che quando ci si siede a vedere un film di Dolan non si sa mai cosa aspettarsi, stavolta è difficile capire cosa pensare a riguardo anche all’uscita dalla sala.

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Recensionando / Animali Notturni

18 venerdì Nov 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Aaron Taylor-Johnson, Amy Adams, anche i ricchi piangono, Andrea Riseborough, Armie Hammer, Autocompiacimento registico, Ellie Bamber, hair porn, Isla Fisher, Jake Gyllenhaal, Laura Linney, Michael Shannon, Michael Sheen, thriller, Tom Ford, venezia 73

nocturnalanimals3Paradossalmente un film poco più che mediocre e problematico come Animali Notturni prova che Tom Ford ha davvero la stoffa del cineasta (e forse per fine post la smetto anche con questi pun intended sartoriali) e può solo migliorare, una volta che riuscirà a scendere a patti con le sue idiosincrasie.
Per stavolta però, per il suo secondo giro sulla giostra del cinema autoriale, deve accontentarsi di una sufficienza stiracchiata.
Con il finale pasticciato che si ritrova e parecchi spezzoni di difficile gestione, Animali Notturni appare come un successo solo per chi come la sottoscritta, sventuratamente, ha avuto a che fare anche con il romanzo originale e sa in quale guaio si è volutamente andato a cacciare Tom Ford.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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Update - pare sia Soo Joo Park, una modella di fama internazionale. Ho uno stock ben nutrito di foto di modelle ignote immortalate sul tappeto rosso della scorsa Venezia. Sono l’incarnazione vivente della potenza visiva dello standard artificiale ma reiterato dalla nostra decadente società occidentale: essere fotogeniche all’estremo. Quanta invidia. Questa poi aveva un’aura un po’ aliena davvero intrigante. Also, voglio quell’orologio. #Venezia74 #gardygoesvenice #mostradelcinemadivenezia2017 #venicefilmfestival #venicefilmfestival #veniceredcarpet2017 #veniceredcarpetfashion #SooJooPark
#ritrattidispalle . . . #varesetheplacetobe #varese #varesecittàgiardino #giardiniestensi

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TUTUTU! TUTUTU! You have been watched! Il governo italiano has a system, a machine, that spies on you every hour of every day. La legge sancisce che però devo essere io ad accertarmi che tu sia al corrente del biscottino che ti spia ogni volta che visiti questo blog. Sei consapevole di questa ship appassionante tra i cookies di wordpress e i tuoi device? Our Cookie Policy