Ognuno reagisce a una gioventù passata sotto i riflettori a modo suo: da qualche tempo Jennifer Lawrence sembra alla ricerca dei ruoli più fisicamente estremi e psicologicamente mortificanti che si trovano sulla piazza.
Per il thriller Red Sparrow la star è tornata a lavorare in coppia con Francis Lawrence, il regista dei sequel di Hunger Games.
Se la loro precedente collaborazione vi era sembrata cupa e senza speranza, vi conviene stare alla larga da un film che sembra avere come proprio scopo quello di mortificare l’intrattenimento del pubblico, tramutando ogni nudità, scena d’azione (e di tortura) e colpo di scena in una stilettata al barlume di speranza che tiene in piedi la protagonista. Continua a leggere →
Dopo un ventennio di carriera e undici lungometraggi diretti con il suo stile sfavillante e distintivo, Guy Ritchie è il regista inglese d’azione, con buona pace dell’amico e collega Matthew Vaughn.
All’uscita dalla sala con ancora addosso l’entusiasmo e il divertimento che Operazione U.N.C.L.E. sa suscitare, mi sono chiesta come mai non sia mai uno di quei nomi che sfoggiamo nelle discussioni sul cinema del cuore. Non parlo dei registi della vita, parlo di quelli che però hanno una produzione dalla linea precisa con un paio di titoli memorabili sbanca botteghino e magari qualche piccolo gioiello da riscoprire, con situazioni e inquadrature ricorrenti, vere e proprie firme su pellicole di medio alto livello. Alla fine quando siamo sul divano, la sera, tanti blasonati film d’autore vengono messi da parte in favore di una rivisione di film come questi, brillanti, stilosi, ironici ma mai banali o vuoti. Guy Ritchie è tutto questo e forse tendiamo a darlo quasi per scontato.
In un 2015 in cui ogni serie vecchia o nuova incentrata sullo spionaggio ha fatto la sua mossa in attesa dell’uscita di 007 Spectre, non poteva certo mancare uno degli epigoni moderni più noti e amati sul grande schermo, Ethan Hunt, l’uomo delle missioni impossibili. Diciannove anni e quattro film dopo lo straordinario esordio di Brian de Palma, all’attore d’azione per antonomasia, almeno prima che la sua stella si oscurasse un bel po’, è riuscito un vero colpaccio: Tom Cruise è uno dei re dell’estate cinematografica. Se dopo Ghost Protocol sembrava che il periodo di transizione verso il nuovo Ethan fosse ormai verso la conclusione, un nuovo solidissimo capitolo come Mission:Impossible – Rogue Nation lo ha consacrato a 53 anni come uno degli attori più affidabili per i ruoli d’azione con un risvolto ironico. Continua a leggere →
Il mondo dei sottomarini cinematografici ha regole a se stanti, lontane dalla realtà militare: la prima e la più importante prescrive che non appena s’immergerà il veicolo in questione, sia ad Honolulu, nell’Artico o, come in questo caso, nel Mar Nero, succederanno casini tali da mettere in pericolo l’intero equipaggio e far disperare per la sopravvivenza dei virili marinai a bordo. L’esplosione a bordo mentre si è sott’acqua poi è praticamente irrinunciabile.
A queste e ad altre convenzioni del genere non sembra proprio volersi sottrarre Black Sea, l’ultima prova di Kevin MacDonald, impegnatissimo nel restituire l’ambiente claustrofobico, sporco, malsano sia a livello fisico che psicologico, dove il marinaio accanto a te può essere la tua salvezza o il tuo aguzzino. Continua a leggere →
Finalmente è arrivato il momento di parlare del ritorno di Bryan Singer al timone di quella che rimane la sua creatura cinematografica più riuscita, gli insuperabili X-men!, abbandonati in malo modo alla vigilia del terzo capitolo della prima trilogia. A perderci sono stati tutti: Singer si è infilato in un tunnel senza uscita di film disastrosi, mentre i mutanti vivacchiavano sulle spalle di film non all’altezza del personaggio di Wolverine.
Dopo il piccolo miracolo di X-men First Class (soldi zero ma tanta ironia e un cast di attori promettenti ora famosissimi) si è ovviamente tentato di ricapitalizzare, però per una volta lo si è fatto in maniera oculata, richiamando Singer all’ovile, coinvolgendo gente come Matthew Vaughn e Jane Goldman per elaborare una storia all’altezza di un cinecomics di seconda o terza generazione e soprattutto mettendoci una marea di soldi (addio effetti speciali stile Windows 95, non ci mancherete).
Il risultato è forse il miglior film sui mutanti che abbiamo visto al cinema, una sorta di oculato aggiornamento delle svolte topiche delle storie di Bryan Singer utile all’approccio scanzonato e tumblraro del film che ha aperto la strada per la concreta rinascita di questo filone cinecomics. Lo troverete al cinema da domani, mentre qui sotto trovate un rapido commento, con [SPOILER]sempre segnalati.
Lo vado a vedere? No. Guarda, proprio proprio se sei un fan all’ultimo stadio di Gina Carano, ti piacciono un sacco i film fatti con due lire, montati di merda, con una colonna sonora pezzente sempre fuori contesto, situazioni al limite del ridicolo, trama inesistente MA c’e’ una donna che mena le mani. E’ brutto come il peccato e probabilmente Steven Soderbergh ne è consapevole. Bastardo.
Espletate queste pratiche essenziali e completato il tentativo di risparmiarvi una delusione cocente, passiamo alla ciccia.
Se vi dovessi raccontare ogni singola situazione/ricostruzione/combattimento che mi ha provocato spasmi di risa, staremmo a far notte perché, veramente, ho riso tantissimo. In maniera un po’ imbarazzata alle volte, altre proprio a scena aperta. Ricorrerò subito al mio amatissimo elenco puntato, con una doverosa premessa; nel film Gina Carano interpreta tale Mallory (ex marine, quartieri difficile, babbo sei tutta la mia vita, brava a menare le mani, non mette gonne – fine caratterizzazione). Ma a memoria di questo
per me sarà semplicemente Geena. E dentro il mio cuore, rimpiango che i titolisti italiani non se ne sia uscito con una cosa tipo Geena picchia tutti. Per me si intitola così.
La Genesi– in sintesi, Soderbergh prende il cellulare e richiama le ultime 5 chiamate senza risposta; Fassbender, Douglas, Banderas, Tatum, McGregor. Gli dice una cosa tipo “Oh raga, c’ho un’idea fighissima: pigliamo una lottatrice professionista e facciamo un film in cui vi mena”. Tutti dicono di sì per quel dogma misterioso per cui tutta le gente famosa non sa dire di no alla peggio merda di Soderbergh. Poi spunta l’inghippo: la trama! Nessun timore, ci pensa Lem Dobbs (noto sceneggiatore i cui pregevoli pezzi riempiono le seconde serate di Italia1). Con una storia che per livello di pressapochismo e approssimazione fa impallidire la ormai celeberrima BASE MILITARE RUSSA di Xmen first class. Geena lavora per l’Agenzia Freelance, è un’Agente, Fassbender è una Spia, Douglas lavora per il Governo… basta metterci una maiuscola, secondo Dobbs.
Le Motivazioni che spingono i cattivi ad essere cattivi sono ancora dibattito apertissimo tra chi ha visto il film dato che, ehm, gli indizi sono scarsi. Tipo, quando Fassbender (che, facendo un personaggio subdolo e smirkatore, ne esce vincitore vincendo facile) con una singola frase fa capire a McGregor che lui “lavora per questioni puramente professionali” e dei suoi screzi amorosi con Geena non gliene ‘na mazza, ti devi appigliare solo a quello. E siccome il solo pensiero di Gina che fa sesso con Ewan mi pare una violenza, ho deciso che Ewan, stuprato nell’anima e nel corpo da Geena, metta su questa messa in scena per liberarsene e vivere appieno la sua omosessualità. Con Fassbender.
E vi giuro che non solo il film è così vago che è plausibile, ma mi azzardo a dire che funzionerebbe anche molto meglio.
Geena & il cast – Gina Carano fa il possibile, ma è una lottatrice, non un’attrice. D’altronde il suo personaggio è talmente ben caratterizzato che se voi aggiungete alla fine dei dialoghi incentrati su di lei la frase “eh, è un po’ grezza”, il film risulta migliore.
Mi risulta invece che Channing Tatum sia in effetti un attore, ma se non l’avessi saputo sarebbe stato difficile capire chi dei due fosse un non professionista. Quando tenta di farci capire col suo COLLO che prova dei sentimenti per Geena sentirete lacrime di compassione affiorarvi agli occhi. Quantomeno è così grezzo che come fidanzato di Gina risulta credibile, almeno quello. Fassbender e McGregor sono ok, almeno fin quando non devono menare le mani. Appena li vedi tentare di attaccare Geena il tuo sopracciglio corre verso l’attaccatura dei capelli e infatti, appena lei gli mette le mani addosso, li fa volare. I combattimenti sono resi ancora più ridicoli da un montaggio folle e dall’accostamento di musichette assolutamente fuori luogo. (dopo la storia del Fassbender che avrebbe picchiato la sua ex però un po’ tifavo per Geena, che lo ha atterrato con la celebre Mossa soffocante della Vagina di Geena. Temo che lì si tentasse di metaforizzare un amplesso/l’amore è una battaglia, ma CHE IMBARAZZO).
FCM – approposito di metafore, sapete chi è apparso in tutta la sua bellezza? Il Fottuto Cervo Metaforico e, se nessuno si darà da fare, il probabilmente miglior FCM del 2012. Nella prima scena occhieggia da sopra la porta in forma di trofeo, ma per notarlo bisogna essere dei Pro.
Verso metà invece è stato semplicemente folgorante. Un cervo entra nella macchina in cui si trova Geena lanciandosi attraverso il lunotto posteriore, mentre lei fa la retro. VE LO GIURO e se non mi credete sappiate che scrivendo “Haywire” su Google suggerisce “deer scene”.
Infatti dopo seguono varie morti metaforiche, tra cui quella classica del poliziotto che non crede al fuggitivo, bravo idiota.
Lo vado a vedere? Vedi sopra. Ci shippo qualcuno? Segui la ShipSheep, ma questo giro è un trip mio. Coefficiente risata involontaria? Aspettate di vedere Geena che spunta dal fondo della spiaggia al tramonto su cui passeggia Ewan correndo con le sue gambe muscolose e zompandogli addosso, poi ne riparliamo.