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Archivi tag: Berlinale 65

Recensionando / Il Club

24 mercoledì Feb 2016

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

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Alejandro Goic, Alejandro Sieveking, Alfredo Castro, Antonia Zegers, Autocompiacimento registico, Berlinale 65, delicate palette cromatiche, film PESO, fotografia leccatissima, Jaime Vadell, Marcelo Alonso, Pablo Larraín, Roberto Farías, suore preti e altre cristiane malvagità, tratto da una storia di poco falsa

elclubCon questo post voglio correggere un torto, un torto colossale, che si è consumato per l’intero 2015. Il tutto cominciò con la Berlinale 65, la scorsa edizione, quando il nuovo film di Pablo Larraín riscosse un consenso clamoroso e venne dato per favorito fino all’ultimo, quando dovette accontentarsi di un secondo posto. Taxi di Jafar Panahi è un film intenso e riuscitissimo, ma la vittoria se la meritava il maestoso, potente e PESO film di Pablo Larraín, che tra l’altro era incredibilmente in linea con i gusti berlinali. Non bastò.
Inviato dal Cile come proprio rappresentante agli Oscar e forte dell’Orso d’Argento, il film è stato snobbato già nella longlist di categoria. Un’esclusione abbastanza prevedibile, tenendo conto della preferenza accordata a film ben più tradizionali e concilianti di questo. Poi però come front runner troviamo un filo spaccabudella come Il figlio di Saul e in gara Il caso Spotlight, perciò c’è ben di che essere irritati.
Ciliegina sulla torta, una distribuzione italiana tardiva (quanti mesi fa vi ho parlato di Taxi Teheran?) e confusa, tanto che questa recensione, scritta da tempo, è rimasta nel limbo delle bozze per mesi, senza che nessuno sapesse quando sarebbe uscito nelle sale.
Rimediamo a tutto questo: cinefili, questa settimana il film da vedere è Il Club.
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Recensionando / Mr. Holmes

03 martedì Nov 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

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Berlinale 65, Bill Condon, Gerontofilia, Hattie Morahan, Hiroyuki Sanada, Ian McKellen, Laura Linney, Milo Parker, vittoriano è meglio

berl_holmesContinuiamo a parlare di pellicole presentate all’ultima edizione della Berlinale, anche se stavolta con esito meno felice. Purtroppo Mr. Holmes, l’adattamento filmico del romanzo del 2005 A Slight Trick of the Mind di Mitch Cullin, è stato accolto piuttosto freddamente dalla critica, poco soddisfatta dall’ultimo adattamento in ordine cronologico del sempreverde mito di Sherlock Holmes.
Peccato, perché per riportare Holmes su grande schermo in età molto avanzata si era ricomposta la doppietta di Dei e Demoni, con Bill Condon alla regia e Ian McKellen assoluto protagonista, e le aspettative erano alte. D’altronde è un periodo dorato per il canone holmesiano e questo passo falso non scoraggerà sicuramente altri produttori dal produrre adattamenti similiari, tipo, quanto ci vorrà per vedere su grande schermo The Final Solution di Michael Chabon?

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Recensionando / 45 anni

30 venerdì Ott 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

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Andrew Haigh, Berlinale 65, Charlotte Rampling, David Constantine, Dolly Wells, film col dramma dentro, film PESO, finale con mazzata, Gerontofilia, Richard Cunningham, Tom Courtenay

45years_1Quando si parla di Berlinale l’allegria e l’innovazione non sono generalmente contemplate tra gli ingredienti principali dei suoi film tipo, il che rende questo festival forse meno attraente di altre kermesse più giovani e alla moda. Quest’anno però a Berlino si è visto un programma di tutto rispetto e da quel poco che sono riuscita a recuperare, comprendeva due grandissimi film autoriali, tra i migliori dell’annata: El Club e questo 45 Years.
Non stupisce quindi che l’accoppiata dei suoi protagonisti, vera colonna portante di una storia potente ma piuttosto sintetica (l’adattamento del racconto breve In Another Country by David Constantine) si sia portata a casa il premio per la miglior interpretazione. Orsi meritatissimi, dato che qua e là la loro perfomance è così intensa da poter essere tra le migliori di due carriere ricchissime di successi e ruoli memorabili.
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Recensionando / Life

15 giovedì Ott 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

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Alessandra Mastronardi, Anton Corbijn, Berlinale 65, c'e' anche un po' d'Italia, coat porn, Dane DeHaan, delicate palette cromatiche, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Joel Edgerton, Lauren Gallagher, nessuno mi capisce, omoaffettività, Robert Pattinson, Ship Sheep, shippabbestia, tratto da una storia di poco falsa

life1Il problema dei grandi miti del cinema è che ogni volta che li riporti sul grande schermo devi ricordare allo spettatore perché sono diventati tali. Bionde fatali e giovani ribelli, non importa chi sia il tuo bersaglio: se li prendi dal lato umano e decidi di ripercorrere la strada che li ha trasformati da uomini a miti, non devi mai dimenticarti di mostrare il loro potenziale e il contesto che ha permesso loro di esplodere.
Il nuovo film di Anton Corbijn, Life, prende la strada del flash biografico, raccontando una settimana della vita della stella nascente di Hollywood, James Dean, e del giovane fotografo convinto di aver scorto in lui l’icona di una generazione da consacrare.
Il problema è che perde da qualche parte parte la sua motivazione, il suo perché.

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Recensionando / Taxi Teheran

26 mercoledì Ago 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 6 commenti

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Berlinale, Berlinale 65, film PESO, Hanna Saedi, Jafar Panahi, tratto da una storia di poco falsa

TAXI2C’è qualcosa di assolutorio nell’affermare che Taxi, il nuovo film di Jafar Panahi, sia un gran bel film, una delle uscite autoriali più importanti dell’annata, sicuramente meritevole della vittoria che si è portata a casa all’ultima Berlinale. Questo perché vista dall’esterno è facile cadere nella trappola del riconoscimento all’uomo, al martire, al coraggio. Jafar Panahi è un regista iraniano la cui discontinuità di produzione è dovuta principalmente ad attriti col governo del suo Paese, che ha finito per imporgli formalmente il divieto di realizzare nuovi lavori. Eppure lui si presenta a Berlino (o meglio, manda il film a Berlino e chiede alla giovane nipote di ritirare il premio per lui, perennemente assente, perennemente sull’orlo dell’arresto) con un film, costruito per passare tra le difficoltà produttive e le maglie della censura.
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Specialando / Berlinale 2015

17 martedì Feb 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinemozioni5, Specialando

≈ 4 commenti

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Alba Rohrwacher, Berlinale, Berlinale 65, Bill Condon, Dane DeHaan, film PESO, Jayro Bustamante, Kenneth Branagh, olga, Patricio Guzmán, Radu Jude, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

berl_poster65Si è chiusa ieri l’edizione numero 65 della Berlinale. Per la legge di Murphy l’anno in cui ho potuto dedicare solo una porzionale minima della mia attenzione giornaliera a quel che succedeva alla Berlinale 65 (Sanremo e le uscite degli Oscar, difficile trovare una settimana altrettanto densa) segna un ritorno a un livello qualitativo dignitoso della kermesse, soprattutto per quanto riguarda il concorso principale.
A seguire trovate la mia solita, breve selezione delle pellicole di cui si è parlato meglio, che hanno attirato la mia attenzione e che sarebbe bello poter vedere anche nei cinema italiani prima del 2020.
Ovviamente il manifesto come di consueto è abbastanza terribile e odio profondamente chiunque non abbia pubblicato uno straccio di locandina del suo film sfasandomi la scansione grafica del post.

Se volete dare un’occhiata a cosa è successo un anno fa QUI (oppure nella sezione Essential, in alto).

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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