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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Berlinale 66

Recensionando / La comune

31 giovedì Mar 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Autocompiacimento registico, Berlinale 66, dramma familiare obbligatorio, Fares Fares, film col dramma dentro, Helene Reingaard Neumann, Julie Agnete Vang, sesso droga e tanto altro ancora, Thomas Vinterberg, Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen

berlinale_kollektivetDopo l’infelice parentesi anglofona di Via dalla pazza folla, Thomas Vinterberg ripara nell’amata Danimarca e nella sua esperienza autobiografica per il suo ultimo lavoro, presentato alla Berlinale 66.
La storia al centro di Kollektivet contiene infatti gli echi della sua adolescenza, spesa in una comune a Copenaghen negli anni ’70. Le atmosfere e le ideologie di questo periodo storico sembrerebbero essere al centro di questa costruzione e crisi di una vita collettiva in una grande casa, se non fosse che La Comune è un film ben più individualistico di quanto ci si aspetterebbe. Tanto da abbandonare molto presto il racconto corale per concentrarsi e affidarsi quasi totalmente alla sua protagonista Trine Dyrholm, poi premiata a Berlino per la sua performance in un film che sembra segnare innanzitutto la lontananza siderale della nostra società da una visione collettiva.

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Specialando / Berlinale 2016

22 lunedì Feb 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Specialando

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Tag

Alex Gibney, André Téchiné, Berlinale 66, c'e' anche un po' d'Italia, Céline Sciamma, Danis Tanović, film PESO, Gianfranco Rosi, Isabelle Huppert, Majd Mastoura, Mia Hansen-Løve, Mohamed Ben Attia, Thomas Vinterberg, Tomasz Wasilewski, Trine Dyrholm

berlinale66_3Si è chiusa con una fiammata tricolore l’edizione numero 66 della Berlinale, dove è regnata fino all’ultimo la mestizia. Pur rimanendo la kermesse cinematografica più estesa al mondo per numero di film coinvolti in concorso (che quasi mai si rivela la branca più forte), sezione Panorama, sezioncine minori e angolo di compravendita di diritti e pellicole, quest’anno dopo Ave, Cesare! dei Coen (che comunque non ha entusiasmato tutti, stolti!) è stato il gelo, il silenzio, l’irrilevanza.
In particolare la pattuglia statunitense era così misera che nemmeno col glamour è riuscita ad entrare nel post successivo, più che mai necessario (quanto avrei voluto trovare io un sunto così, che non elencasse i film più attesi prima dell’inizio della Kermesse, quando buona parte di loro si sono rivelati inenarrabili ciofeche).
Dopo lo strepitoso successo di 45 anni e una selezione che nel 2015 si è dimostrata in grado di approdare nei nostri cinema e nelle classifiche di fine anno, stavolta come l’orso in locandina conviene poggiare il sedere a terra e gettare uno sguardo sconsolato sullo skyline di Berlino e chiedersi “ok i film PESO, Berlinale, ma perché tutta questa robetta?“.

A seguire riassunto e pararecensione (che ancora nessuno si è deciso a mandarmi in quel di Berlino a vedere e recensire per davvero il PESO del primo festival dell’anno, perciò mi devo muovere per sentito dire) (pratica non del tutto sconosciuta anche per chi a Berlino poi c’è stato, ma questa è un’altra storia) di tutti i vincitori e di un paio di esclusi che si sono fatti notare. L’obiettivo è come sempre uscirne con un’ampia (e quest’anno desolante) panoramica su quello che è stata questa Berlinale 66. Spesso ci azzecco, talvolta prendo delle cantonate micidiali…staremo a vedere.

Nelle puntate precedenti: Berlinale 65 – Berlinale 64
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Recensionando / Ave, Cesare!

09 martedì Feb 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando, Uncategorized

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Alden Ehrenreich, Alison Pill, ballo ballo ballo da capogiro, Berlinale 66, Channing Tatum, COLLO, fotografia leccatissima, Frances McDormand, George Clooney, Joel e Ethan Coen, Jonah Hill, Josh Brolin, Mary Zophres, omoaffettività, Ralph Fiennes, Roger Deakins, Scarlett Johansson, Tilda Swinton, Veronica Osorio, voice over molesto

hailcaesarQualcuno nella direzione della Berlinale ha deciso di graziare il pubblico e la critica almeno all’apertura: quest’anno infatti il festival cinematografico notoriamente più PESO del mondo apre con una nota decisamente frizzante, che segna il ritorno alla commedia degli inossidabili fratelli Coen. Certo, probabilmente la scelta di Hail, Caesar! come film di apertura della 66esima edizione della Berlinale è stata dettata dal fatto che con il suo cast stellare (una parata infinita di star hollywoodiane, dai protagonisti fino a decine di cammei eccellenti) consentirà una buona copertura stampa per un festival meno glamour dei concorrenti europei, ma quello che conta è che, nonostante il box office impietoso in patria e una critica divisa, Ave, Cesare! è il primo film sopra le righe e sopra la media del 2016.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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