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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Bill Condon

Il Listone / Il meglio (e il peggio) dei film delle Feste

06 lunedì Gen 2020

Posted by Elisa G. in 2019, Cinematografò, il Listone, Specialando

≈ 2 commenti

Tag

Anthony Hopkins, Awkwafina, Bill Condon, Céline Sciamma, Checco Zalone, Danny DeVito, Fernando Meirelles, Ferzan Ozpetek, Hirokazu Kore-eda, J.J. Abrams, Jonathan Pryce, Lulu Wang, Marine Vacth, Matteo Garrone, Rian Johnson, Richard Linklater, Roberto Benigni, Vittoria Puccini

Il Natale del cinefilo è senza respiro. Il numero di uscite al cinema è imponente e, per chi sa ben cercare, non mancano nemmeno film di qualità, seppur seppelliti dal numero mostruoso di copie con cui si fronteggiano i titani del botteghino natalizio: da una parte l’impero (Disney), dall’altra i “ribelli” (giusto di nome, dato che come leggerete durante le Feste si raggiungono dei picchi di democristianità notevoli) del cinema italiano, guidati dall’impavido Checco Zalone. Mentre Luca Medici ormai battaglia con sé stesso volando verso i 24 milioni di euro, la Befana già bussa alla porta. Ditele di farsi da parte e correte al cinema, perché finalmente il Listone di gerundiopresente è qui per riparare alle mancanze e ai torti, per proclamare a suo sindacabilissimo giudizio vincitori e vinti, per linkarvi (quasi) tutte le recensioni pertinenti. Per essere, come sempre, un blog di cinema tenerino con lo sguardo severo (cit.) nei suoi giudizi. Taylor.
Errrr, sigla.
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Recensionando / La Bella e la Bestia

14 martedì Mar 2017

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

Tag

Alan Menken, Bill Condon, Cinemozioni5, Dan Stevens, Disney, Emma Thompson, Emma Wats, Ewan McGregor, film d'Ammmmore, Hattie Morahan, Ian McKellen, Josh Gad, Kevin Kline, la forza salvifica dell'Ammmore, omoaffettività, Stanley Tucci

Con già una decina di remake live action del suo canone che hanno ottenuto la luce verde e che ci sorbiremo, volenti o nolenti, nei prossimi anni, Disney si può permettere di fare ciò che vuole. Tirar fuori un classico ancora amatissimo come La Bella e la Bestia, appiccarci sopra il nome di un’attrice di riferimento per la generazione post-potteriana sono mosse che sanno molto di rassicurazione per gli stake holder (o per chi attende i dividendi), per avere le spalle coperte e prendersi rischi altrove. Nel 2015 però una serie di nomi infallibili (Kennet Branagh e Colleen Atwood) e la volontà di rispettare e reinventare insieme un classico come Cenerentola aveva tirato fuori un film piacevole e fresco da quella che forse è la più datata e stantia delle principesse del reame Disney. Belle invece è la nerd del gruppo, che con la sua indipendenza e il suo amore per la lettura suggeriva possibilità più interessanti…se ci si fosse presi la briga di coglierle, ovvio.
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Recensionando / Mr. Holmes

03 martedì Nov 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 6 commenti

Tag

Berlinale 65, Bill Condon, Gerontofilia, Hattie Morahan, Hiroyuki Sanada, Ian McKellen, Laura Linney, Milo Parker, vittoriano è meglio

berl_holmesContinuiamo a parlare di pellicole presentate all’ultima edizione della Berlinale, anche se stavolta con esito meno felice. Purtroppo Mr. Holmes, l’adattamento filmico del romanzo del 2005 A Slight Trick of the Mind di Mitch Cullin, è stato accolto piuttosto freddamente dalla critica, poco soddisfatta dall’ultimo adattamento in ordine cronologico del sempreverde mito di Sherlock Holmes.
Peccato, perché per riportare Holmes su grande schermo in età molto avanzata si era ricomposta la doppietta di Dei e Demoni, con Bill Condon alla regia e Ian McKellen assoluto protagonista, e le aspettative erano alte. D’altronde è un periodo dorato per il canone holmesiano e questo passo falso non scoraggerà sicuramente altri produttori dal produrre adattamenti similiari, tipo, quanto ci vorrà per vedere su grande schermo The Final Solution di Michael Chabon?

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Specialando / Berlinale 2015

17 martedì Feb 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinemozioni5, Specialando

≈ 4 commenti

Tag

Alba Rohrwacher, Berlinale, Berlinale 65, Bill Condon, Dane DeHaan, film PESO, Jayro Bustamante, Kenneth Branagh, olga, Patricio Guzmán, Radu Jude, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

berl_poster65Si è chiusa ieri l’edizione numero 65 della Berlinale. Per la legge di Murphy l’anno in cui ho potuto dedicare solo una porzionale minima della mia attenzione giornaliera a quel che succedeva alla Berlinale 65 (Sanremo e le uscite degli Oscar, difficile trovare una settimana altrettanto densa) segna un ritorno a un livello qualitativo dignitoso della kermesse, soprattutto per quanto riguarda il concorso principale.
A seguire trovate la mia solita, breve selezione delle pellicole di cui si è parlato meglio, che hanno attirato la mia attenzione e che sarebbe bello poter vedere anche nei cinema italiani prima del 2020.
Ovviamente il manifesto come di consueto è abbastanza terribile e odio profondamente chiunque non abbia pubblicato uno straccio di locandina del suo film sfasandomi la scansione grafica del post.

Se volete dare un’occhiata a cosa è successo un anno fa QUI (oppure nella sezione Essential, in alto).

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Recensionando / Il Quinto Potere

22 martedì Ott 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

Tag

Alexander Beyer, Alicia Vikander, attacco della camera roteante, Benedict Cumberbatch, Bill Condon, biopic, bromance, Carice van Houten, constatatore dell'ovvio, Corporazioni Malvagie, Dan Stevens, Daniel Brühl, David Thewlis, Dreamworks, fangirlism, gioventù digitale, googlare i nomi per sicurezza, grande fantasia in fase di casting, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Josh Singer, Laura Linney, omoaffettività, Peter Capaldi, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, shippabbestia, Stanley Tucci, tratto da una storia di poco falsa

il quinto potere locandinaSe ci fosse stato bisogno di un’ulteriore prova di quanto “The Social Network” si sia imposto come pietra miliare e punto di riferimento nell’ultimo decennio cinematografico americano (e chissà se questa spanna temporale si potrà ulteriormente allungare), ecco arrivare nelle sale a distanza di un paio d’anni The Fifth Estate, film che per ambizione, tematiche e approccio punta palesemente a replicare l’incredibile successo del film di David Fincher.
L’ambizione della Dreamworks sembrava essere quella, almeno a giudicare dalla fretta su cui si è gettata ad opzionare i più rilevanti libri scritti ad oggi sulla figura di Julian Assange, compreso quello del collaboratore poi allontanato da WikiLeaks. Il soggetto, per quanto ancora in divenire, è particolarmente allettante e adatto a finire sul grande schermo, specie alla vigilia della stagione dei premi.
La prudenza però dovrebbe consigliare alla Dreamworks di non mettersi in competizione con un film così dirompente senza le adeguate contromosse, soprattutto affidando postazioni cruciali come regia e sceneggiatura a nomi conosciuti ma non stimati al livello dei predecessori. Sennò si prendono fregature terribili e si lascia ancora una volta Benedict Cumberbatch a salvare il film da solo.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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