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Archivi tag: Billy Ray

Recensionando / Overlord

08 giovedì Nov 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

Tag

Billy Ray, horror, J.J. Abrams, Jovan Adepo, Julius Avery, Mathilde Ollivier, nazisti cattivissimi, pazze risate per zombie mostri e vampiri, Pilou Asbæk, scienziati che combinano casini micidiali, seconda guerra mondiale, spara spara ci stanno massacrando, Wyatt Russell

Dici Bad Robot, evochi J.J. Abrams, una delle poche entità hollywoodiane capaci di dare una piega precisa a un progetto pur limitandosi a benedirlo nelle vesti di chi ci caccia i soldi in qualità di produttore. D’altronde nomi grossi da sparare con font ragguardevole in locandina Overlord davvero non ne ha altri: Julius Avery è un regista con un solo film alle spalle (Son of a Gun) e alla redini di un progetto di cui supervisiona giusto la direzione filmica, il codazzo di attori con cui s’interfaccia sono le classiche belle facce di belle speranze, viste qua e là in tanti progetti precedenti più o meno interessanti ma a cui davvero in pochissimi saprebbero dare un nome e cognome al primo sguardo.
Poco male, anzi benissimo: se c’è un prodotto di cui a Hollywood c’è disperatamente bisogno sono questo genere di progetti originali, pensati per il cinema, indipendenti da altri franchise e dalla fama delle star che vi militano.  Continua a leggere →

Recensionando / Captain Phillips – Attacco in Mare Aperto

06 mercoledì Nov 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Barkhad Abdi, Billy Ray, film col dramma dentro, i nostri amici arabi, in the navy!, le cazzutissime forze armate americane, Michael Chernus, navy SEALs, Oscar 2014, Oscars, Paul Greengrass, titolisti italiani, Tom Hanks, tratto da una storia di poco falsa

captain phillips locandinaSe c’è un film davvero in difficoltà a incontrare l’italico gusto in questa settimana tutta in salita (assieme al fantascientifico “Ender’s Game”) è Captain Phillips, un’ottima pellicola che non esprime il suo pieno potenziale nei materiali promozionali.
Io stessa sono andata al cinema più per il sentore marcato che lo rivedremo alla notte degli Oscar (come sapete bene, cerco sempre di vedere almeno tutti i candidati a miglior film) che per la voglia insopprimibile di recuperarlo appena possibile.
Sapevo più o meno questo: pellicola probabilmente tratta da una storia vera (selling point irrinunciabile per la corsa alla statuetta dorata) con un capitano di una nave cargo che finisce nei guai con dei pirati somali. Pirati di quelli pericolosi e realisticamente violenti, non di quelli simpaticoni e con l’andatura buffa. Sapevo che l’interpretazione di Tom Hanks era tanto buona da aver sostanzialmente portato di prepotenza il film tra quelli più chiacchierati in ottica premiazioni, ma non amo particolarmente Hanks e ritengo sia stato premiato più per lo status di icona che per le sue perfomance comunque buone, almeno in passato.
In effetti si tratta proprio di una descrizione precisa, ma il tutto è declinato su un livello tecnico superbo e con uno stile e un linguaggio che lo rendono un’esperienza da cui si esce provati, una sorta di ultimi venti minuti di “Zero Dark Thirty” lunghi due ore e un quarto. Perché non lo si sia lanciato come il degno erede di quella sorta di filone alla Kathryn Bigelow ultima maniera è un mezzo mistero.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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