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Archivi tag: biopic

Cineriassuntone settimanale #3 / Jojo Rabbit e Richard Jewell

19 domenica Gen 2020

Posted by Elisa G. in 2020, Cinematografò, Recensionando

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Alfie Allen, biopic, Clint Eastwood, Jon Hamm, Kathy Bates, momento patriottico bandiera inclusa, nazisti cattivissimi, Olivia Wilde, Oscar 2020, Paul Walter Hauser, Rebel Wilson, Roman Griffin Davis, Sam Rockwell, Scarlett Johansson, Taika Waititi, Thomasin McKenzie

JOJO RABBIT di Taika Waititi
Il piccolo Jojo ha 10 anni ed è un fervente fanatico nazista nella Germania vicina alla disfatta della Seconda guerra mondiale. Essendo mingherlino e irriso dai giovani della città, Jojo si accomopagna a un amico immaginario con le fattezze del Führer. Quando però scopre che la madre nasconde una ragazzina ebrea in un’intercapedine del muro, Jojo sarà costretto a confrontarsi con una realtà molto differente dalla propaganda nazista.
La prova provata che alle volte tirare fuori dal cappello un film riuscito non è nemmeno lontanamente abbastanza. Sinceramente sono un po’ scettica sulle nomination di peso che questo crowd pleaser ha raccolto, tra cui quella per miglior film. Bisogna certo riconoscergli di riuscire a fare un’operazione comica non scontata per un film così trasversale, accessibile e commerciale. Senza Taika Waititi al timone (regia, sceneggiatura e interpretazione di Hitler) palesemente questo film non si sarebbe fatto, o quantomeno non si sarebbe proposto con successo a un pubblico così ampio. Continua a leggere →

Recensionando / Rocketman

28 martedì Mag 2019

Posted by Elisa G. in 2019, Cinematografò, Recensionando

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biopic, Bryce Dallas Howard, Dexter Fletcher, Jamie Bell, nessuno mi capisce, Richard Madden, sesso droga e tanto altro ancora, Taron Egerton

La vera sorpresa di Rocketman è che per raccontare una leggenda del rock sceglie uno dei generi considerati più antitetici al genere musicale trasgressivo per antonomasia: il musical.
Non si tratta solo di strizzare un quantitativo congruo di canzoni iconiche di Elton John in un film, ripercorrendone l’ascesa e la caduta (nella cocaina) di un’icona della musica inglese del Novecento. Si tratterebbe di un semplice biopic musicale sulla falsa riga di Bohemian Rhapsody. Invece, pur essendo un progetto figlio di quell’esperienza e con lo stesso regista, Rocketman rivela ben presto di essere fatto di ben altra pasta e di fare giustizia al suo protagonista in maniera umanamente e cinematograficamente più soddisfacente.

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Cineriassuntone settimanale #1 / Suspiria, Aquaman e gli altri film della settimana

06 domenica Gen 2019

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Adam McKay, biopic, Christian Bale, cinecomics, cinema d'animazione, cineriassuntone settimanale, DC, Deve far male!, Disney, James Wan, jason mamoa, Julian Schnabel, Luca Guadagnino, nessuno mi capisce, Phil Johnston, Rich Moore, Venezia 75, Willem Dafoe

Anno nuovo, nuova rubrica: il cineriassuntone settimanale, in cui vi racconto in breve i film in uscita nella settimana, vi consiglio cosa andare a vedere e cosa evitare come la peste e vi rimando ad opinioni della sottoscritta più dettagliate nel caso vogliate indagare ulteriormente*. Come vi vizio.


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Recensionando / Bohemian Rhapsody

02 domenica Dic 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Aidan Gillen, Allen Leech, Ben Hardy, biopic, Bryan Singer, Gwilym Lee, Joseph Mazzello, Lucy Boynton, musica, nessuno mi capisce, omoaffettività, Rami Malek, Tom Hollander, volemose bene

Se non è solo fantasia, di certo non profuma di vita vera Bohemian Rhapsody, il film biografico che promette di rileggere la storia della rock band inglese per eccellenza ricalcandola sulla classica parabola del carismatico leader: ascesa, fama, diventare uno stronzo, caduta, rialzarsi faticoso e ultimo momento topico, raggiunto finalmente con consapevolezza adulta.
A compiere l’ascensione al Golgota della Fama è ovviamente Freddie Mercury, leader indiscusso del gruppo, una spanna di geniale sensibilità sopra gli altri: magari anche un film sull’infinita pazienza di Brian May sarebbe interessante, ma c’è un indubbio vantaggio ad essere la leggenda deceduta in giovane età.
La prima notizia non esattamente sorprendente è che il film – pur valutandolo negli standard non proprio autoriali degli studios statunitensi – non è l’omaggio irriverente e ardito che si sarebbe meritato una delle icone della musica inglese del Novecento. La seconda è che inaspettatamente siamo ripiombati in un mood biografico volemosebenista da pieni anni ’90.

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Recensionando / A Quiet Passion

16 sabato Giu 2018

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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biopic, Cynthia Nixon, Jennifer Ehle, Keith Carradine, Terence Davies

È considerata una dei più grandi poeti statunitensi di tutti i tempi, eppure A Quiet Passion è il primo film che ne racconta la vita. Stavolta però l’ostilità verso l’attribuzione dei meriti delle donne e la ritrosia a realizzare “progetti al femminile” potrebbero non aver avuto un peso determinante nell’equazione.
Da qualsiasi prospettiva la si guardi, la vita di Emily Dickinson è tra le meno cinematografiche immaginabili, anche usufruendo della staticità e dell’intimismo consentiti al cinema autoriale. L’orizzonte non solo è ristretto a una sola nazione, a una sola cittadina, ma addirittura a una sola casa; quella paterna, dove Dickinson visse per larghissima parte della sua vita, passando gli ultimi anni quasi segregata nella propria stanza.
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Recensionando / Molly’s Game

20 venerdì Apr 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

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avvocatese, biopic, father issue, Idris Elba, Jeremy Strong, Jessica Chastain, Kevin Costner, Michael Cera, Oscar 2018, tratto da una storia di poco falsa, un profondo senso di giustizia

Ispira persino un po’ di divertita tenerezza constatare l’assoluta trasparenza dell’operazione Molly’s Game, il film con cui lo sceneggiatore contemporaneo per antonomasia Aaron Sorkin decide di dirigere un copione scritto di suo pugno in maniera letterale, esordendo alla regia. Il meccanismo è ben oliato, quasi un automatismo di scrittura: cerca il tratto da una storia vera giusto, un profilo biografico straordinario e iconico, quello che gli statunitensi definiscono larger than life.
Poi scrivilo e riscrivilo piegandolo ai messaggi e alle riflessioni che intendi farci sopra, anche se la vicenda iniziale non era poi così automaticamente riferibile a quello che gli arguti dialoghi sorkiniani ora alludono e ora urlano.
Solo che stavolta al centro della vicenda scritta da uno degli autori più criticati per le sue controverse figure femminili c’è una protagonista di sesso femminile.
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Recensionando / The Happy Prince

14 sabato Apr 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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biopic, c'e' anche un po' d'Italia, Colin Firth, Colin Morgan, Deve far male!, Edwin Thomas, Emily Watson, fotografia leccatissima, i soliti attori inglesi, John Conroy, omoaffettività, Oscar Wilde, Rupert Everett, sesso droga e tanto altro ancora

Ogni uomo corre verso la propria distruzione e il passo tenuto dall’autore per antonomasia di aforismi e argute massime Oscar Wilde era più che spedito.
The Happy Prince è il film biografico sugli ultimi mesi di vita dello scrittore e commediografo che Rupert Everett ha realizzato davanti e dietro la cinepresa, regalandosi la sua prima pellicola da regista pur di ottenere un ruolo di quelli che impreziosiscono una carriera, se azzeccati.
Come il regista sa comunque il fatto suo l’attore inglese, ma come interprete porta a casa con consumata eleganza un ruolo che in realtà poi così facile non è, dovendo giostrarsi con un mito enorme ma il cui carattere spesso scivola nell’eccesso melodrammatico e macchiettistico. Un’ottima interpretazione non basta però a costruire un grande film.

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Recensionando / Tonya

31 sabato Mar 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Allison Janney, anni '90, biopic, Craig Gillespie, Deve far male!, Julianne Nicholson, Margot Robbie, Oscar 2018, Sebastian Stan, sportivi emotivi, Steven Rogers, tratto da una storia di poco falsa

[Stavolta è un filo più spoiler del solito, quindi occhio.]
Non importa quante nomination e Oscar abbia portato a casa il film di Craig Gillespie se poi mi sento tradita come spettatrice e cinefila di fronte a Tonya. Non dal film, che è portentoso almeno il doppio di quanto si sia detto in giro, ma dall’incapacità di chi lo promuove e di ne scrive a riguardo di far capire sul serio che film si vedrà in sala.
La banda che ha messo su questo piccolo miracolo è scapestrata e reietta almeno quanto la protagonista che va a raccontare: lo sceneggiatore Steven Rogers ha un curriculum farcito di cinemozioni5 più o meno stucchevoli, Craig Gillespie ha una filmografia che rende davvero difficile capire come all’improvviso sfoderi questo piglio sicuro e smargiasso e la produttrice e protagonista Margot Robbie si è dovuta presentare come la bionda mozzafiato per anni nella speranza di mettere insieme l’influenza e il denaro necessario per ritagliarsi un ruolo per sé, che prevedesse una sua propria attorialità.
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Recensionando / L’ora più buia

18 giovedì Gen 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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Anthony McCarten, Ben Mendelsohn, biopic, Dario Marianelli, fotografia leccatissima, Gary Oldman, i soliti attori inglesi, Joe Wright, Kristin Scott Thomas, Lily James, Oscar 2018, seconda guerra mondiale

Ci sono trecentomila uomini bloccati su una spiaggia francese e un singolo che decide del loro destino a Londra. La storia si consuma sui due fronti, ma le sorti di tutti sono nelle mani di quel solo uomo e delle sue decisioni.
Quella di L’ora più buia non è una storia nuova, anzi: il cinema è impegnato nel ruolo di Penelope sin dalla fine della Seconda guerra mondiale, cucendo e disfando discorsi e film su un momento drammatico dell’umanità. Perché il Secondo e non il Primo conflitto mondiale? Probabilmente per sua posizione perfettamente mediata tra il senso di passato così concluso da essere Storia eppure così vicino da poter essere ancora presente e rilevante.
La Prima guerra mondiale è l’ultima dei grandi conflitti alla vecchia maniera, la seconda è l’introduzione al Guerra fredda, è moderna e ha un nemico cinematograficamente perfetto, cristallizzato nel concetto stesso di Male (il Nazismo, Hitler, la Shoah).
Dunkirk con la sua mancanza di protagonista e la sua visione collettiva è stato spesso tirato in ballo come la versione moderna di un film molto più tradizionale come L’ora più buia. Difficile non farlo, quando lo stesso preciso ricorso storico viene raccontato da due film che concorrono insieme per gli Oscar.
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Recensionando / Jackie

20 lunedì Feb 2017

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Autocompiacimento registico, Billy Crudup, biopic, Caspar Phillipson, delicate palette cromatiche, fotografia leccatissima, Greta Gerwig, John Hurt, Natalie Portman, Noah Oppenheim, Oscar 2017, Pablo Larraín, Peter Sarsgaard

jackie_locandinaCi sono registi che la sera vanno a dormire pensando della loro carriera “è tutto qui?”. Il giorno dopo si alzano, bevono un caffè e si rimettono a lavorare, pregando ardentemente il loro Dio di riuscire a realizzare nella propria carriera almeno un film al livello di Neruda o Jackie. Poi c’è Pablo Larraín, che questi due film biografici eccezionali, sull’orlo del capolavoro, li ha realizzati nel solo 2016. In un solo anno, lavorando all’interno di uno dei generi più attivi e in corso di evoluzione nel panorama cinematografico mondiale, il regista cileno più noto al mondo ha saputo regalare ai cinefili due pellicole diversissime, due risposte contrastanti al che spostano in avanti il confine del cinema contemporaneo e in alto l’asticella della qualità. Il fatto che nessuno dei due sia finito tra i nominati a miglior film di questo giro agli Oscar è l’esclusione più scandalosa, che certifica lo status di Pablo Larraín di regista autoriale più sottovalutato e trascurato al mondo. L’ho detto, sue me.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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