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Cannes 2018, Corea del Sud, delicate palette cromatiche, Haruki Murakami, il triangolo no!, Jun Jong-seo, Lee Chang-dong, nessuno mi capisce, Steven Yeun, Yoo Ah-in
Il 2019 sarà l’anno in cui quasi certamente la Corea del Sud riuscirà finalmente a strappare la prima, agognatissima, meritatissima nomination nella categoria Miglior film in lingua straniera agli Oscar. Sembra incredibile che una nazione che negli ultimi 20 anni ha espresso una così alta qualità cinematografica non sia riuscita ancora ad entrare nella cinquina finale agli Academy Awards. Basterà la Palma d’Oro di Parasite, in un anno che si preannuncia già affollatissimo di grandi film in categoria? Lo scopriremo tra qualche mese, mentre grazie a Tucker Film possiamo finalmente goderci in sala Burning di Lee Chang-dong, il film coreano che nel 2018 sbarcò nella long list della categoria e rimase fuori dalla cinquina finale per una manciata di voti. In molti sostengono immeritatamente: in effetti quello che sbarca nelle sale oggi è un grande film, uno dei migliori visti nel 2018 e uno dei più amati da Cannes 72. Burning è un film a combustione lenta, certo, ma che marchia a fuoco la mente e gli occhi dello spettatore.