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Commentando / Il traditore è la scelta migliore per rappresentare l’Italia agli Oscar 2020?

27 venerdì Set 2019

Posted by Elisa G. in 2019, Cinematografò, Commentando

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c'e' anche un po' d'Italia, Claudio Giovannesi, Edoardo De Angelis, gardy commenta, Marco Bellocchio, Matteo Rovere, Oscar, Oscar 2020, Pietro Marcello

Come da previsioni, Il Traditore di Marco Bellocchio sarà il film italiano che rappresenterà il nostro Paese nella corsa agli Oscar 2020, nella categoria dedicata ai film in lingua non inglese che si contendono una statuetta apposita e per cui ogni nazione è chiamata a eleggere anualmente il proprio candidato.
La scelta era nell’aria da tempo, dato che sin dal suo passaggio a Cannes la critica italiana e il sistema cinema del nostro paese avevano fatto fronte comune per sostenere le ambizioni del film, ricoperto entro i confini nostrani di calorosissimi apprezzamenti.

Nella cinquina di film italiani selezionati come rosa di candidati da cui selezionare il nostro rappresentante agli Oscar però non mancavano concorrenti di pregio e non solo per la qualità intrinseca delle pellicole. Come infatti è risaputo, la vittoria di una statuetta è un risultato ottenibile attraverso molte variabili – alcune fisse, altre specifiche per una singola categoria in base al regolamento e alla platea di votanti effettivi tra i membri dell’Academy – e la qualità del film è solo una di queste, talvolta nemmeno la più rilevante.
Per amor di chiacchiera e con un filo di vena polemica esaminiamo quindi i cinque candidati italiani e facciamo qualche considerazione sulla loro “oscarabilità”: il Traditore di Marco Bellocchio è davvero il candidato più forte, posto che quest’anno ci sono già almeno (almeno) un paio di pellicole che hanno ipotecato la vittoria di categoria, vedi Parasite e Dolor y gloria?

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Recensione / C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino

17 martedì Set 2019

Posted by Elisa G. in 2019, Cinematografò, Recensionando

≈ 3 commenti

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Al Pacino, anni '70, Brad Pitt, c'e' anche un po' d'Italia, cannes 2019, Dakota Fanning, Emile Hirsch, Kurt Russell, Leonardo DiCaprio, Lorenza Izzo, Margaret Qualley, Margot Robbie, Quentin Tarantino, sesso droga e tanto altro ancora

C’era una volta la Hollywood d’oro e c’era una volta Quentin Tarantino geniale iconocasta e rielaboratore del pulp in pop: entrambi non ci sono più. A porre fine a un certo tipo di Hollywood e a una certa percezione d’America non è stato l’omicidio di Sharon Tate, anche se poi quella mattanza è diventata il perno della svolta, il punto cronologico a cui appuntare il cambiamento, un’icona e un’ossessione. La storia però è un fluire lento e inesorabile, così come la filmografia di Tarantino: già da qualche tempo il suoi film davano segnali di evoluzione, anche se il punto di svolta verso un domani tutto da definire è proprio C’era una volta a… Hollywood, un film destinato a disintegrare le aspettative cinefile rispetto al cineasta e deludere quella parte del pubblico che non saprà riprendersi dal disorientamento generato dal cambiamento.

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Recensionando / Spider-Man: Far From Home

08 lunedì Lug 2019

Posted by Elisa G. in 2019, Cinematografò, Recensionando

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amori adolescenziali, c'e' anche un po' d'Italia, cinecomics, Cobie Smulders, Jacob Batalon, Jake Gyllenhaal, Jon Watts, Marisa Tomei, Marvel, Samuel L. Jackson, supereroi con superproblemi, Tom Holland, Zendaya

Che il modello Marvel funzioni ormai è un fatto assodato, tanto che spesso lo si dà per scontato, quasi fosse un risultato tutto sommato semplice portare a casa bene o quantomeno dignitosamente ogni film supereroistico su cui si mette mano, grande o piccolo, prequel o sequel, super blockbusterone dai costi vicini a una manovra finanziaria o cauto esperimento finanziato con il minimo sindacale.
Con l’acquisizione di Marvel e FOX da parte di Disney diventa sempre più rara l’occasione fornita da Spider-Man: Far From Home: la possibilità di vedere il modello Marvel usato da terzi con le stesse facce e le stesse storie. Attori dell’ecosistema MCU impegnati in un progetto che sulla carta è il più possibile ricalcato su quella famosa formula infallibile, ma che anche qui evidenzia uno scarto, una distanza minima ma percepibile rispetto a quando Marvel Studios è totalmente in controllo della lavorazione e non coinvolta fino a un certo punto, come supervisore e consigliere sul campo. È in quello scarto minimo che si nasconde il valore aggiunto dei Marvel Studios, quel quid che rende i film visti da spettatori come spontanei, semplici e quasi intuitivi, ma che in realtà sono quasi l’esatto opposto. Lo testimonia la pila di epigoni Warner Bros/DC, per cui quell’intercapedine tra modello e riproposizione si è rivelata spesso un baratro.
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Recensionando / Soldado

19 venerdì Ott 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Benicio del Toro, c'e' anche un po' d'Italia, Catherine Keener, Deve far male!, fotografia leccatissima, Isabela Moner, Josh Brolin, Stefano Sollima, Taylor Sheridan

Da spettatori italiani è davvero difficile mettere da parte l’orgoglio di vedere Stefano Sollima (Gomorra – La serie, Suburra) alla guida di un grande film hollywoodiano e concentrarsi su altro, soprattutto considerando l’ottima riuscita di Sicario – The Day of the Soldado. Non sfigurare a paragone diretto con Denis Villeneuve non era semplice, soprattutto se privati del talento di Emily Blunt e di figure tecniche come il leggendario direttore della fotografia Roger Deakins.
Eppure anche con il regista italiano alla guida, la macchina da guerra di quello che zitto zitto potrebbe presto trasformarsi in un franchise vero e proprio non fallisce. Allora il nome da mettere sotto i riflettori forse è un altro: quello dello sceneggiatore Taylor Sheridan.

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Recensionando / The Happy Prince

14 sabato Apr 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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biopic, c'e' anche un po' d'Italia, Colin Firth, Colin Morgan, Deve far male!, Edwin Thomas, Emily Watson, fotografia leccatissima, i soliti attori inglesi, John Conroy, omoaffettività, Oscar Wilde, Rupert Everett, sesso droga e tanto altro ancora

Ogni uomo corre verso la propria distruzione e il passo tenuto dall’autore per antonomasia di aforismi e argute massime Oscar Wilde era più che spedito.
The Happy Prince è il film biografico sugli ultimi mesi di vita dello scrittore e commediografo che Rupert Everett ha realizzato davanti e dietro la cinepresa, regalandosi la sua prima pellicola da regista pur di ottenere un ruolo di quelli che impreziosiscono una carriera, se azzeccati.
Come il regista sa comunque il fatto suo l’attore inglese, ma come interprete porta a casa con consumata eleganza un ruolo che in realtà poi così facile non è, dovendo giostrarsi con un mito enorme ma il cui carattere spesso scivola nell’eccesso melodrammatico e macchiettistico. Un’ottima interpretazione non basta però a costruire un grande film.

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Recensionando / Chiamami col tuo nome

25 giovedì Gen 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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amori adolescenziali, Armie Hammer, Autocompiacimento registico, c'e' anche un po' d'Italia, Deve far male!, Esther Garrel, fotografia leccatissima, Gardy consiglia, gente figa, James Ivory, Luca Guadagnino, Michael Stuhlbarg, omoaffettività, Oscar 2018, piangerone, Timothée Chalamet, tristezza a palate

Si può solo sperare di spiegare un film come Chiamami col tuo nome a parole e bisogna essere molto confidenti nelle proprie capacità di scrittori. La sua grana emozionale è così fine che le parole si rivelano limitanti per farne un ritratto. Come descrivi un colore con il senso del gusto o un profumo con la vista?
D’altro canto la dimensione cinematografica è così ricca e curata che si fa appena in tempo a coglierla durante la prima visione, sospinti sempre oltre la bellezza tecnica del film dal tumultuoso emozionare della pellicola.
Tocca rimettere tutto in prospettiva quando si parla di 2017 cinematografico se – come è successo in Italia – mancano all’appello due titoli importanti come Il filo nascosto e Chiamami col tuo nome. Il film di Luca Guadagnino si imprime sulla pellicola e sull’immaginario dello spettatore: è indubbiamente una di quelle visioni che, all’uscita dalla sala, sai già che porterai con te negli anni a seguire. Quindi sì, siamo oltre il grande film e l’ottima prova registica: solo il tempo ci dirà quanto vicino andiamo al concetto di “storia del cinema”, ma è uno di quei momenti che non dovete mancare in sala, perché lo vorrete poter raccontare da spettatore quando sarà diventato storia.
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Raccontando / 5 giorni a Lucca Comics and Games 2017

27 mercoledì Dic 2017

Posted by Elisa G. in Cinematografò, manga, mostra, musica, Raccontando

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c'e' anche un po' d'Italia, Cosplay, Disney, gardy commenta, graphic novel, Killing Stalking, Koogi, Lucca Comics & Games 2017, manga, Marvel, Michael Whelan, Morrigan, Netflix, Sakizou, Star Trek Discovery, Stranger Thing, Tite Kubo, visual kei, Warner Bros

Si avvicina l’anno nuovo e quindi abbiamo davanti a noi un pugno i giorni dicembrini davvero impegnatissimi per i blog di questo e quello: tra post speciali da regalare ai lettori, bilanci di fine anno, listoni vari ed eventuali (siete pronti?) e buoni propositi per i mesi venturi, ci sarà davvero tanto da scrivere e da leggere qui su Gerundiopresente.

Specie se poi una rimane un po’ indietro (un po’) e a Santo Stefano vi racconta come è andata a Lucca Comics & Games 2017, dove ha trascorso ben 5 giorni folli, intensi e memorabili. Soprattutto in quel caso, sì sì. Diamo dunque il via al memento post/mio caro diario.

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In sacrificio per Taylor / la recensione di American Assassin

27 lunedì Nov 2017

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

≈ 7 commenti

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c'e' anche un po' d'Italia, Dylan O'Brien, father issue, i nostri amici arabi, in sacrificio per Taylor, l'addominale prende aria, Michael Cuesta, Michael Keaton, spara spara ci stanno massacrando, spiegazioni cazzare, Taylor Kitsch

Da quant’è che non vi facevo una recensione cazzara, che sotto sotto è il tipo di post che preferite insieme alle stroncature senza appello e alle fangirlate senza ritorno? Ebbene, questa recensione sarà tutto questo, perché di mettersi a fare discorsoni sul cinema e la vita di fronte a un lungometraggio come American Assassin proprio non ne vale la pena.Da purtroppo grande esperta di film terribili con dentro il tormento e l’estasi della sottoscritta, il beneamato Taylor Kitsch, posso assicurarvi che non è nemmeno nella metà più negativa dei film in cui si è riuscito a ficcare. Il che non discolpa il film di Michael Cuesta, ma dà uno spaccato drammatico degli orrori a cui mi sono sottoposta volontariamente in questi anni per amore del nostro, che non vedevo su grande schermo da febbraio 2014!

Avvertenza: post dannatamente spoileroso, nel caso foste davvero interessati a sottoporvi alla visione.

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Oscar 2017 / Recensioni, considerazioni e previsioni sulle categorie tecniche

24 venerdì Feb 2017

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Specialando

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Academy Awards, c'e' anche un po' d'Italia, gardy commenta, Oscar 2017

In queste ore a Los Angeles si srotolano metri e metri di tappeto rosso su cui cammineranno attori e attrici famosissimi, registi blasonati e illustri sconosciuti che in realtà contribuiscono tanto quanto i colleghi davanti alla cinepresa e sotto le luci dei riflettori a realizzare i film come li conosciamo e amiamo: è il turno di brillare anche per le troupe e i cast tecnici.
Dunque è arrivato il momento di parlare un po’ delle categorie tecniche: da quelle meno chiacchierate note come visual (che impattano direttamente sulla componente visiva del film) a quelle di peso di sceneggiatura e regia. Chi vincerà gli Oscar tecnici e quale sarà il regista principe del 2016? Ecco i pronostici!
jimmyoscar2017

[Per consultare previsioni, speciali e reportage degli anni passati, Essential]

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Segnalando / Uscite Urania Maggio 2016 e nomination Hugo 2016

28 giovedì Apr 2016

Posted by Elisa G. in Libreria, Segnalando

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Alessandro Vietti, Alun Llewellyn, c'e' anche un po' d'Italia, Charles Stross, David Hofmeyr, Hugo Award, i libri con gli alieni e le astronavi, John Scalzi, Maico Morellini, Mike Resnick, Urania, Urania Collezione, zona 42

urania_laterzamemoriaUrania 1629 – La Terza Memoria di Maico Morellini
Il lato negativo di militare in fandom così microscopici come quello letterario fantascientifico italiano è che sei abbastanza sicuro che tempo un’ora dalla pubblicazione e i diretti interessati, nel caso di autori italiani, staranno leggendo i tuoi (pre)giudizi. Insomma, mi sentirei di camminare davvero sulle uova in questo mese ricco di uscite made in Italy se non fosse che ormai lo sapete tutti, ogni volta che tento di pimpare qualche titolo/ allargare il fandom si viene a scoprire che sono la nemica della fantascienza italiana o giù di lì. Quindi chi mai rimarrà sorpreso se dico che in un mese già caldino come maggio a livello di pianificazione editoriale è sconfortante ritrovare un autore italiano al secondo romanzo e ex vincitore dell’omonimo premio su Urania sulla collana madre? Sulla qualità del romanzo è ben difficile pronunciarsi (7 righe di trama, sfido chiunque), posso solo dire che per i miei gusti è un po’ troppo apocalittico in cui Istituzioni, Messia e Organismi sono tutti scritti con la lettera maiuscola. Fortunatamente tra i lettori del blog ci sono tanti che sono meno prevenuti di me e danno una chance a ogni autore italiano: ci sapranno dire loro tra qualche settimana.
Di fronte all’aumento dei prezzi dei mesi scorsi (di cui parliamo più sotto) e a una mossa che intacca ancora di più il numero di inediti di grande richiamo pubblicati, non mi pare rimanga molto da dire. Urania sta morendo. Mi permetto anche di far notare che anche in queste condizioni ci sarebbero tantissime strade da percorrere per dare il via a progetti interessanti e low budget, approfittando proprio delle dimensioni ridotte del fandom e della sua fedeltà…ma figuratevi.
Lo leggerò? No. In realtà ho in programma di immergermi a breve in almeno un paio di letture SFF nostrane, purtroppo però leggendo la sinossi qui non è scattata la scintilla. Sarei però interessata a sapere se nell’intervista in coda al volume a Giuseppe Lippi salterà fuori qualcosa d’interessante.
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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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