Tag
Catherynne M. Valente, Claire Vaye Watkins., Edwin Lester Arnold, Francesco Verso, Fritz Leiber, Helen MacDonald, Helen Oyeyemi, i libri con gli alieni e le astronavi, Pepe Rojo, Sandro Battistini, Urania, Urania Collezione, Urania Millemondi, Walter Tevis
Urania 1624 – Il sangue e l’impero di Sandro Battisti e Francesco Verso
A Novembre cadono le foglie e arrivano i premi Urania. Insomma, ritmi naturali che scandiscono il passare delle stagioni. Stavolta non posso giocarmi la carta della “sospetta” riscoperta di Urania degli autori italiani per ridurre ulteriormente il numero di titoli inediti internazionali pubblicati annualmente perché è ben noto che novembre è l’appuntamento annuale con la SFF italiana selezionata da Mondadori, stavolta raddoppiata, presentando i due romanzi (o forse, per lunghezza, novellette?) vincitori. L’impero restaurato è già una sfida riassuntiva, pieno com’è di presunte alternative history imperiali romane con re alieni sempiterni che fanno casini con il continuum temporale del futuro ma per interferire con l’età giustiniana e le sue conquiste. Eh? Sono confusa.
Il secondo, Bloodbusters, ha quantomeno una sinossi molto divertente: nel futuro le tasse si pagano con il sangue, letteralmente. Un agente di riscossione e la sua squadra vengono interrotti durante il loro giro esattoriale da una banda anarchica di Robin Blood, solo che il protagonista Alan non è decisamente pronto a mollare il suo sangue da riscuotere al primo teppistello di turno.
Lo leggerò? Diamo a Giustiniano quel che è di Giustiniano e a Urania quel che è di Urania, quest’anno non ci sono detective stories dalle atmosfere noir con un sottofondo fantascientifico. Evviva! Detto questo e rispolverando tutta la diplomazia di cui sono capace, non amo molto la SFF contemporanea italiana e nel caso mi incuriosissi ho già un paio di titoli appositamente recuperati a StraniMondi, quindi non mi precipiterò a comprarlo. Oggi vado fortissimo, sono tutta fiorellini e sentimenti positivi, perciò aggiungo che se mi capitasse tra le mani sicuramente partirei dal secondo, che ha un tono da remake scalziano giocoso che pare proprio divertente, mentre sul primo…respiro profondo…oltre a dover dare ragione ad Aliette de Bodard sulla fissazione per l’impero romano nella SFF, in questo campo al momento la mia priorità è finire il ciclo Imperial Radch di Ann Leckie. E prima di diventare democristiana, vorrei salutare la solita amica Tettona Anonima in copertina.
Continua a leggere