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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Dane DeHaan

Miscellanea / Missed but not Forgotten #3

13 giovedì Lug 2017

Posted by Elisa G. in 2016, 2017, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

Tag

Antonio Banderas, Autocompiacimento registico, Brad Pitt, Brendan Gleeson, Brian Goodman, Courtney Hunt, Dane DeHaan, Elle Fanning, father issue, Gore Verbinski, Jonathan Rhys Meyers, Keanu Reeves, ma anche no, Marion Cotillard, Michael Fassbender, Michiel Huisman, Nicolas Winding Refn, Paul Currie, Piper Perabo, Renée Zellweger, Robert Zemeckis, Sam Reid, shippabbestia, Teresa Palmer, thriller

La rubrica aperiodica e ritardataria nell’anima in cui vi racconto brevemente i film che ho visto prima dell’uscita nelle sale italiane ma che non sono riuscita a recensire prima del loro approdo nelle stesse.
Hashtag suggerita #megliotardichemai.

In questa puntata parleremo di thriller thrilleroni thrilleracci, alcuni ancora in sala, di molti solo per il gusto del LOL epico che procurano:

Black Butterfly
2:22
Una Doppia Verità
Codice criminale
The Neon Demon 
La cura del benessere
La vendetta di un uomo tranquillo 
John Wick 2
Allied

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Recensionando / Life

15 giovedì Ott 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

Tag

Alessandra Mastronardi, Anton Corbijn, Berlinale 65, c'e' anche un po' d'Italia, coat porn, Dane DeHaan, delicate palette cromatiche, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Joel Edgerton, Lauren Gallagher, nessuno mi capisce, omoaffettività, Robert Pattinson, Ship Sheep, shippabbestia, tratto da una storia di poco falsa

life1Il problema dei grandi miti del cinema è che ogni volta che li riporti sul grande schermo devi ricordare allo spettatore perché sono diventati tali. Bionde fatali e giovani ribelli, non importa chi sia il tuo bersaglio: se li prendi dal lato umano e decidi di ripercorrere la strada che li ha trasformati da uomini a miti, non devi mai dimenticarti di mostrare il loro potenziale e il contesto che ha permesso loro di esplodere.
Il nuovo film di Anton Corbijn, Life, prende la strada del flash biografico, raccontando una settimana della vita della stella nascente di Hollywood, James Dean, e del giovane fotografo convinto di aver scorto in lui l’icona di una generazione da consacrare.
Il problema è che perde da qualche parte parte la sua motivazione, il suo perché.

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Specialando / Berlinale 2015

17 martedì Feb 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinemozioni5, Specialando

≈ 4 commenti

Tag

Alba Rohrwacher, Berlinale, Berlinale 65, Bill Condon, Dane DeHaan, film PESO, Jayro Bustamante, Kenneth Branagh, olga, Patricio Guzmán, Radu Jude, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

berl_poster65Si è chiusa ieri l’edizione numero 65 della Berlinale. Per la legge di Murphy l’anno in cui ho potuto dedicare solo una porzionale minima della mia attenzione giornaliera a quel che succedeva alla Berlinale 65 (Sanremo e le uscite degli Oscar, difficile trovare una settimana altrettanto densa) segna un ritorno a un livello qualitativo dignitoso della kermesse, soprattutto per quanto riguarda il concorso principale.
A seguire trovate la mia solita, breve selezione delle pellicole di cui si è parlato meglio, che hanno attirato la mia attenzione e che sarebbe bello poter vedere anche nei cinema italiani prima del 2020.
Ovviamente il manifesto come di consueto è abbastanza terribile e odio profondamente chiunque non abbia pubblicato uno straccio di locandina del suo film sfasandomi la scansione grafica del post.

Se volete dare un’occhiata a cosa è successo un anno fa QUI (oppure nella sezione Essential, in alto).

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Recensionando / The Amazing Spider-Man 2 : Il potere di Electro

20 domenica Apr 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Alex Kurtzman, Andrew Garfield, cinecomics, Dane DeHaan, dawson cast, Emma Stone, father issue, Hans Zimmer, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Jamie Foxx, le mani addosso!, Marc Webb, Marvel, nessuno mi capisce, Paul Giamatti, rallenty, Roberto Orci, Sally Field, sento puzza di hipster, Ship Sheep, slow motion, spandex!, supereroi con superproblemi, The Magnificent Six

asm1Dopo un inizio parecchio deludente, rieccoci qui a parlare dell’Uomo Ragno hipster, parvenza adolescenziale (a essere generosi col dawson cast) e un nessuno mi capisce! grosso così. Devo essere sincera: la voglia di vederlo non era esattamente ai massimi e la scoperta che la durata dichiarata era di 142 minuti mi ha portato a un passo dalla resa. Tuttavia non potevo esimermi, non dopo aver ammirato la zazzera bionda e il talento di Dane DeHaan in “Chronicles” e “Kill Your Darlings“. Il rimpiazzo di James Franco (ehm) con un talento simile era l’unico movimento qualitativo ascensionale, in netta controtendenza con il resto del franchise, ormai pericolosamente vicino all’irrilevanza. E a quella zazzera bionda (e a una strepitosa colonna sonora) qualcuno deve un enorme grazie.

NOTA: Così come richiesto da SONY, la recensione che segue è assolutamente spoiler free. Attenderò la fine di aprile (ovvero: avete una settimana, cocchi!) e poi inserirò un paio di considerazioni ben più spoiler. Quindi leggete pure senza timore.
EDIT: Spoiler in coda al post, occhio!

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Recensionando / Giovani Ribelli

14 lunedì Ott 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Tag

adolescenti problematici, Austin Bunn, Ben Foster, biopic, Dane DeHaan, Daniel Radcliffe, Elizabeth Olsen, film col dramma dentro, Ho visto la gente nuda, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Jack Huston, John Krokidas, KIll Your Darlings, Michael C. Hall, omoaffettività, piangerone, tratto da una storia di poco falsa, tristezza a palate

kill your darlings locandinaDici film biografico e già scatta in chi ti ascolta una reazione a metà tra la difesa preventiva e il pregiudizio bello e buono. Difficile infatti non essere scettici quando negli ultimi decenni il genere è stato ampiamente sfruttato e svilito, spesso con lo scopo esplicito di raccattare della facile visibilità durante la stagione dei premi cinematografici.
Che il risultato sia interessante (“The King’s Speech” non era male no?) o disastroso (nel caso abbiate letto le recensioni riguardo l’imminente “Diana”), rimane il fatto che i meccanismi stessi del racconto biografico sono lisi, irrigiditi da un uso così ripetitivo da renderli approcci ricorrenti di pura maniera, vuoti di significato.

L’esordiente John Krokidas che si mette alla regia di un biopic sulla beat generation, attraverso lo sbocciare stilistico e biografico di tre sue grandi firme non lasciava presagire nulla di buono. Invece Korkidas ha gestito la tirannia del tratto da una storia vera con realismo, senza rinunciare a un tocco artistico, realizzando un notevole film di stampo classico.

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Recensionando / Chronicle

14 lunedì Mag 2012

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

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adesso ridono felici ma poi son cavoli amari, adolescenti problematici, Dane DeHaan, era ora, fantascienza, il film SciFi rivelazione dell'anno XXXX, Josh Trank, lucette azzurre

Quando arriva quel periodo dell’anno in cui le canotte non sembrano più così volgari e il sole non è più una piacevole riscoperta ma un aguzzino quotidiano, i distributori italiani ci deliziano con “il film SciFi rivelazione dell’anno XXXX”. Non specifico l’anno perchè è sempre un film rivelazione, ma spesso arriva con mesi e mesi di ritardo sulle nostre coste. Vabbè, almeno ce lo godiamo con l’aria condizionata.


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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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