Non è nemmeno più interessante rilevare come Steven Soderbergh riesca a cavar fuori in tempi record (meno di 40 giorni di riprese) un film che cammina sulle sue gambe e che della sua dimensione alternativa a Hollywood fa una risorsa e un vanto. Dopo il fiasco e le pressioni per non realizzare il notevole Behind the Candelabra il tuttofare workaholic di Hollywood prima ha divorziato col cinema, annunciato che più avrebbe girato un film, poi si è messo a produrre questo e quello. Come ampiamente immaginavamo, l’addio è durato una manciata di mesi. Una pausa obbligata per altri, per lui che è abituato a calendari da una decina di progetti l’anno, dirigendo, montando, producendo e musicandone almeno un paio, un’eternità.
Dopo aver preso attentamente le misure dello spazio al di fuori dagli studios con pellicole più o meno riuscite ed esagerate, l’uomo dietro al successo della saga di Ocean’s è tornato con La truffa dei Logan, il film meno sottile possibile per indicare un modello produttivo e dire: ecco l’alternativa.
Dopo due fine settimana di programmazione (e dopo una mia visione extra perché sì) torniamo a parlare di SPECTRE, stavolta con tutti gli spoiler, le anticipazioni sulle svolte salienti della trama, senza saltarci un’approfondita riflessione sui destini della saga e sul suo andamento al box office.
Il post sarà costruito sulla falsariga dello speciale Listone Bond che con i futuri appuntamenti coprirà tutta la saga, nella speranza di avere tutta la cronologia bondiana mappata qui sul blog per il prossimo film, che uscirà in occasione dell’anniversario numero 55 e sarà il 25esimo film della saga. Considerando che intendevo concluderlo prima dell’uscita del 24esimo, capirete a che livello di dettaglio spaccamaroni si inoltri il post (e la quantità folle di tempo che richieda la sua compilazione).
E dopo questo breve angolo di autopromozione per lasciare il testo prima del cut spoilerfree, scriviamo senza freni (io nel post, voi nei commenti), finalmente!
Per quanti di voi non abbiamo ancora visto il film (ma perché vi ostinate ancora ad avere delle vite sociali, folli!), ricordo che c’è una lunga riflessione del tutto priva di anticipazioni QUI. Continua a leggere →
State per leggere più che una recensione, una serie di considerazioni del tutto SPOILER FREE riguardanti l’ultimo capitolo della saga dell’Agente 007. A tempo debito arriveranno analisi più approfondite e fangirlistiche. Se siete curiosi, leggete pure senza remore, non mi rovinerò la sorpresa, promesso.
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La prima informazione che immagino vogliate sapere su SPECTRE, che si configura sempre più come la fine di un’epoca con l’addio sicuro di Sam Mendes e un Daniel Craig sempre più apertamente insofferente, è quanto sia valido in quanto film e in quanto pellicola bondiana. All’interno del quartetto craigiano si piazza al terzo posto, quindi no, non è stato possibile bissare o superare Skyfall, che si attesta come un picco che difficilmente si tornerà ad insidiare a breve. Casino Royale, grezzo e irruento com’era, è di certo migliore, dato che a differenza di quest’ultimo film non ha mille rimandi e storie precedenti da sistemare armoniosamente. Dalla sua però SPECTRE ha una produzione fastosa, delle sequenze d’azione assolutamente fantastiche e la consapevolezza che con la squadra ad oggi formata si tira fuori un gran film d’intrattenimento (e un ottimo film bondiano in toto) praticamente col pilota automatico.
Si è tenuta pochi minuti fa la conferenza stampa in cui sono stati annunciati tutti i dettagli sul nuovo film dedicata all’agente segreto al servizio di Sua Maestà, James Bond!
Da grande fan della serie e da spettatrice innamorata del Bond di Craig e dall’ultima pellicola Skyfall, non potevo che attendere con gran trepidazione questo annuncio sul 24esimo film della saga, avvenuto alla presenza di tutto il cast ai mitici studi cinematografici di Pinewood.
Cominciamo dal titolo, che ad ogni fan della serie non può che far scatenare HYPE più micidiale.
Carissimi, è arrivato l’ultimo giorno dell’anno. Avere un blog significa tirar fuori almeno una classifica, una lista, un raggruppamento di qualche tipo o un oroscopo, male che vada (mi son trattenuta, ma data la natura del post, occhio a qualche [SPOILER] volante).
In attesa del Listone tutti i gusti + 1, rimandato ai prossimi giorni perché proprio in queste ore sarò attiva nel recuperone di un paio di film che immagino possano influenzare le prime posizioni, ho deciso di farmi giudice di una classifica che conta davvero. Anzi, un CLASSIFICONE, perché quando si coinvolge il momento PURE EMOTION della fangirl, i sentimenti sono puri e le reazioni emotive violentissime. Non da ultimo, data la mission di questo blog, sentivo che dovevo esprimervi il mio (autorevole) parere.
Dieci posizioni, conquistate grazie ai sottotesti, alle cose sparate lì in faccia, al biechissimo bromance o alla devastazione emotiva lasciata dall’effetto “No, non me lo aspettavo proprio”.
Quella peperina di Alt!Olivia sembra interessata.
Ovviamente nel caso aveste delle proposte alternative, non esitate ad insultarmi nei commenti, perché quel momento era più TRUE EMOTION del tuo!
…se poi avete seguito tutto l’anno GerundioPresente, non dovrebbe essere troppo difficile indovinare TUTTE le posizioni.
Prendete i popcorn…si parte!!!
era un annetto che cercavo l’occasione di usare questa gif coi popcorn e il rimando lesbo.
Chiariamo.
Quella voce che Quantum of Solace sia un grave passo falso nella saga dell’agente 007 può averla messa in giro solo chi abbia presente il ciclo craigiano e poco altro perché, ma veramente? Ma ve li ricordate i film con Brosnan,per rimanere nel passato recente? Io ho ancora le crisi epilettiche quando ripenso a Il mondo non basta. Tuttavia è innegabile che rispetto al film di rifondazione della saga, il mai troppo lodato Casino Royale (chiariamo, io lo amo d’un amore purissimo ed incrollabile), abbia costituito un bel passo indietro.
Quando si è cominciato a parlare di franchise in crisi, di taglio di sceneggiatura e location per ridurre al minimo il budget richiesto alla moribonda Mgm io avevo i sudori freddi. Invece poi è uscito il primo trailer ed è stato un ottima rassicurazione.
Volontariamente ho evitato di seguire una campagna promozionale martellante, che credo abbia mostrato i 3/4 del film, e me ne sono andata al cinema sapendo che stava piacendo, e molto, a molti. Vi consiglio di fare lo stesso. Andate sulla fiducia, perché ne vale la pena. E lo dico anche a te, amica mia fangirl, fidati.
Nella prima parte discorsi a caso, ma dalla scritta[SPOILER]procedete su un campo minato.
Domani arriverà nelle sale italiane Millenium – uomini che odiano le donne, l’adattamento con più soldi e meno estetica da film tv del primo libro della trilogia di Stieg Larsson.
Considerazioni preliminari:
a me il libro è piaciuto molto
a me David Fincher piace a riprese alterne (per esempio The Social Network per me è un nì)
a me la voglia di vederlo con tre settimane d’anticipo mi ha portato a vederlo in vacanza, nella versione ceca altresì detta Muži, kteří nenávidí ženy
Chiarito con il triplice a me che si tratta di un’opinione personale, mi sento di consigliarvi di andare al cinema a vederlo con una certa celerità.
Considerandolo come un film a sé
Mi sono sempre chiesta cosa avesse spinto uno dalla simpatia congenita come Fincher a prendere in mano una materia così conosciuta, amata e popolarizzata. Lui che se non ha la colonna sonora fighetto chic e gli attori giusti da torturare con decine di la rifacciamo non muove nemmeno un dito. Pensavo che qualche produttore fosse riuscito ad incastrarlo, magari con la promessa di lasciargli carta bianca per qualche sua idea più snob del solito. Invece devo dire che avere la briglia più stretta rende il suo lavoro molto più appetibile. Per una volta il caro David ha messo da parte tutta la sua spocchia registica e si è messo veramente al servizio dello spettatore, facendogli da tramite nella fruizione di una trama che, per quanto avvincente, presenta una marea di personaggi secondari essenziali e un climax narrativo ritardato.
La cura riservata alle ricostruzioni e agli ambienti (tutto girato in Svezia, con set che seguono fedelmente la descrizione letteraria e attori svedesi / facilmente svedesizzabili) è speculare alla cura riservata a rendere il cold case principale e anche le tematiche care a Larsson. Quindi nel pacchetto c’e’ tutto; il concetto piuttosto elastico di famiglia di Mikael, limiti e possibilità della tecnologia (in cui Fincher sguazza come un pesce), misoginia e razzismo latente nella civilissima Svezia, rapporto intricato e problematico con la religione e le autorità, violenza pubblica e privata.
Non è però un adattamento pedissequo. La sceneggiatura funziona alla perfezione, a parte un innesto un po’ forzato nel finale. Il tutto è riprodotto fedelmente, aggiustando solo lo spiegone attesissimo e asciugando un paio di lungaggini proprie del libro. Fincher poi non sta a guardare, non fa mancare alcune soluzioni magistrali e alcune scelte suggestive (il vertiginoso movimento di camera su Lisbeth che medita vendetta), ma senza schiacciare la storia sotto il peso dei virtuosismi. Anche perché lo spazio se lo prende all’inizio, plasmando una sequenza mozzafiato per i titoli di testa; su una nuova versione di Immigrant Song cantata da una scatenata Karen O, David Fincher omaggia le sue origini da regista di videoclip, deliziando lo spettatore/lettore con alcune strizzatine d’occhio e schiacciando sull’acceleratore emotivo ben sapendo di avere davanti a sé almeno 20 minuti in sordina.
A livello tecnico il film è sublime. Tutti i vostri stereotipi sulla fredda luce svedese e sugli interni asettici delle case del Nord Europa verranno ampiamente soddisfatti. La colonna sonora è più di una mera comprimaria.
Per quanto riguarda il casting, è semplicemente stupefacente. La cura nella scelta dei protagonisti è tanta e tale che chi ha letto il libro riconoscerà ad una semplice occhiata tutti i membri della famiglia Vanger. Rooney Mara è perfetta, mantiene una recitazione tesa e sottile nel dipingere un personaggio che, per sua natura, potrebbe scadere facilmente nell’eccesso. Se questa Lisbeth rimane ancorata alla realtà senza sformarla nelle svolte più drammatiche della vicenda, Daniel Craig riesce a tirare fuori la normalità di Mikael e i suoi conflitti morali senza costringerlo al mero ruolo di detective per caso.
Insomma, un adattamento forte di una storia di genere, che va ben oltre la media. Forse non il Fincher più artistico ma, data la desolazione qualitativa di questo giro di nomination agli Oscar, avrebbe meritato di più.
Considerandolo come il secondo remake del libro
Tutto è opinabile. E’ vero. Però guardiamoci in faccia: la versione svedese di questo libro è praticamente un film tv. L’estetica, la banalizzazione dei contenuti più morali della pellicola, la gigioneria di quel Mikael, l’attenzione concentrata esclusivamente sull’indagine, anche un certo calcare la mano sugli aspetti più freak di Lisbeth. Da quelle parti di film veramente valevoli ne fanno, ma questo non è il caso. E’ un la ragazza del lago svedese, che sale di un gradino grazie alla capicità di Noomi Rapace di non gettare alle ortiche un personaggio così fuori standard, donandogli un’umanità inaspettata.
Se poi ragioniamo sul metro dell’adattamento migliore su scala cronologica, allora è inutile che ne discutiamo.
Se c’e’ un film che rende giustizia con interezza non al risvolto giallo, ma ai temi della scrittura di Larsson, è quello di Fincher. Aggiungiamoci una realizzazione più elegante e degli interpreti sempre azzeccati, anche tra i comprimari. Daniel Craig è una star hollywoodiana, ma sul Mikael figazzo un po’ sciupato dalla vita solitaria post divorzio, guidato dalla sua moralità assoluta che fa breccia nel cuore di ogni svedese, beh, non mi pare ci sia storia.
Sulla questione del non vederlo perché la violenza nei film mi fa impressione e Fincher è misogino quindi sarà ancora più violento… per me è un ragionamento al limite della fantascienza. Soprattutto considerando il fatto che la pellicola svedese, a conti fatti, non taglia niente e anzi, mostra di più nella tanto vituperata scena dello stupro. Sotto quel punto di vista i film si equivalgono, anzi, Fincher glissa chiudendo una porta e lasciando al solo audio il compito di agghiacciarci. Ovvio che se si specula su una pellicola considerando i propri ragionamenti non come ipotesi ma come certezze fondate sul nulla, è inutile discuterne. Infine sulle polemiche riguardanti l’atmosfera plumbea della pellicola di Fincher, come se la materia iniziale fosse neutra e ambientata in quel di Capri, vi grazierò di ulteriori commenti.
Lo vado a vedere? Sì, se hai voglia di un buon film basato su un cold case piuttosto intricato e supportato da un ottimo lato tecnico e interpretativo. Ci shippo qualcuno? Mh, non è questo il punto. Coefficiente viuleeenza? A patto di non essere troppo impressionabili, non vi turberà la coscienza. A meno che vi infastidiscano le scene di nudo. Ma allora che ci state a fare qui? XD
Conferisco al film una di gradimento personale come roba che avrei voglia di rivedere subito. E per i guardaroba da svenimento con cui hanno rifinito Daniel Craig.