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Autocompiacimento registico, Charlie Kaufman, David Thewlis, delicate palette cromatiche, Duke Johnson, film d'animazione in stop motion, Jennifer Jason Leigh, Oscar 2016, Psicologia e Psicosi, Tom Noonan, venezia 72
Pur essendosi aperta all’insegna del messaggio di una kermesse nuova, in grado di identificare nuovi talenti e fungere da trampolino di lancio per i filoni cinematografici più sperimentali, Venezia 72 si è rivelata una rassegna non particolarmente brillante in entrambe le direzioni, con l’unica, enorme eccezione costituita da Anomalisa.
Lungometraggio animato in stop-motion con per protagonisti dei pupazzi dalle proporzioni adulte e realistiche, il film più umano dell’anno esplora nuove strade sin dalla sua produzione, finanziata attraverso una campagna kickstarter per consentire al talentuoso sceneggiatore e coregista Charlie Kaufman di esprimere in completa libertà la sua vena esistenziale e straniante senza i limiti comprensibili di una casa di produzione alle spalle preoccupata di mettere un limite al livello di “stranezza” raggiungibile dalle sue storie (Synecdoche, New York, Se mi lasci ti cancello, Essere John Malkovich).
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