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Cate Blanchett, Dennis Quaid, Elisabeth Moss, giornalismo, James Vanderbilt, momento patriottico bandiera inclusa, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Robert Redford, Topher Grace, tratto da una storia di poco falsa
Guardare con sospetto a ogni uscita che si affaccerà nei cinema italiani come riempitivo tra Pasqua, blockbuster vari e la prima ondata di pellicole di Cannes (tra l’altro l’avete vista la locandina ufficiale pubblicata oggi, sì?) è più che legittimo. Non è un mistero infatti come questo periodo relativamente vuoto di uscire di peso venga utilizzato per piazzare pellicole non proprio brillanti, avanzi che non sono riusciti ad entrare in programmazione negli anni passati e almeno un paio di ciofeche inenarrabili che si fa uscire quasi sotto silenzio, nella speranza che la bella stagione induca il pubblico a ignorarle preferendo qualche scampagnata fuori porta.
Cosa centra con questa lega minore un film come Truth, che spara in locandina una coppia prestigiosa Cate Blanchett e Robert Redford? Beh, talvolta carriere scintillanti riescono a far dimenticare che anche il più blasonato degli attori incappa talvolta in film quantomeno trascurabili, proprio come questo Truth.