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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Deve far male!

Recensionando / Binti di Nnedi Okorafor

22 domenica Lug 2018

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

≈ 2 commenti

Tag

Binti, Deve far male!, fantascienza, Hugo Award, i libri con gli alieni e le astronavi, mondadori, Nebula 2016, Nebula Award, Nnedi Okorafor, social justice, Tor Books

La rabbia è un’arma pericolosa in campo letterario: può amplificare la tua voce letteraria, può donare al tuo racconto la forza di superare i tuoi stessi limiti di scrittore, ma può finire per farti urlare addosso a quel lettore a cui stai disperatamente cercando di raccontare la tua storia.
I primi scritti di Nnedi Okorafor, la quarantaquattrenne scrittrice statunitense regina della scena letteraria di genere negli ultimi anni, sono letteralmente divorati dalla smania di denunciare la sistematica cancellazione della voce delle minoranze etniche dalla vita sociale e culturale degli Stati Uniti.
Con la premiatissima trilogia di Binti (che presto arriverà anche in Italia) qualcosa sembra finalmente essere cambiato. 

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Cannes 70 / Il sacrificio del cervo sacro

29 venerdì Giu 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

Tag

Autocompiacimento registico, Barry Keoghan, Cannes 2017, Colin Farrell, Deve far male!, film PESO, Nicole Kidman, Psicologia e Psicosi, Raffey Cassidy, Yorgos Lanthimos

Viene da chiedersi quale torto abbia mai compiuto l’umanità contro Yorgos Lanthimos, il regista greco che forse più di chiunque altro sa giocare ad armi pari con un certo Michael Haneke sul terreno di cinismo e pessimismo universale. Se avevate trovato inutilmente cinico e crudelmente sadico The Lobster (definito da Luca Guadagnino per questi motivi come “un film orrendo e senza speranza”), vi conviene stare alla larga da Il sacrificio del cervo sacro. Il vincitore del premio alla miglior sceneggiatura al Festival di Cannes 70 fa sembrare tutto sommato speranzoso e possibilista il suo predecessore.
Haneke e Lanthimos spartiscono un interesse cinematografico comune: quello per una clinica dissezione del comportamento umano e delle emozioni più universali (anche le più positive), alla ricerca delle loro radici più profondi e non particolarmente nobili. Il sacrificio del cervo sacro è proprio questo: un asfissiante thriller che, strato dopo strato, spoglia un nucleo famigliare amorevole e unito, fino ad arrivare al cuore delle loro relazioni e guardare su cosa davvero poggino.

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Recensionando / A Beautiful Day – You Were Never Really Here

03 giovedì Mag 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Alessandro Nivola, Autocompiacimento registico, Cannes 2017, Deve far male!, Ekaterina Samsonov, Joaquin Phoenix, John Doman, Lynne Ramsay, tristezza a palate

Finalmente mi capita tra le mani il perfetto esempio festivaliero per illustrarvi una pratica molto diffusa tra i cineasti che partecipano alla lotta per l’Orso, la Palma e il Leone d’oro. You Were Never Really Here è infatti un caso da manuale di responso critico molto altalenante: chi seguì le sorti del nuovo film di Lynne Ramsay nel giorno di presentazione alla Croisette ricorderà di certo come le recensioni fossero in gran parte negative, incentrate sull’eccessiva lunghezza e vacuità del film con protagonista Joaquim Phoenix.
Quel film, così come raccontato dai giornalisti dalla Croisette, di fatto oggi non è esiste: in A Beatiful Day* è davvero difficile riconoscere quella pellicola scoperta attraverso le prime recensioni. Il motivo è semplice: quella che vediamo nelle sale in questi giorni è una seconda versione, rimontata, snellita di tantissime sequenze, ripensata per alcuni versi radicalmente dalla sua creatrice.
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Avengers Infinity War / Qualche considerazione a caldo

25 mercoledì Apr 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò

≈ 3 commenti

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Anthony e Joe Russo, Avengers, Benedict Cumberbatch, Chris Evans, Chris Hemsworth, Chris Pratt, cinecomics, Deve far male!, film coi pugni nelle mani, hair porn, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Josh Brolin, Mark Ruffalo, Marvel, Robert Downey Jr, Scarlett Johansson, Sebastian Stan, supereroi con superproblemi, Tom Holland, TUTTO MAIUSCOLO, umani fanno il mazzo ad alieni, Zoe Saldana

È arrivato il momento di sfoderare uno dei miei indubbi talenti: parlare di tutto senza dire niente, ovvero evitare con consumata agilità non solo ogni possibile spoiler, ma anche ogni singolo accenno di trama, anche vago e recondito su Avengers Infinity War, un film che forse non vale nemmeno la pena di recensire in maniera “seria”, perché ognuno a riguardo avrà da dire la sua e, con 2 ore e 40 minuti di minutaggio, di materiale su cui lambriccare ce ne sarà davvero tantissimo nei mesi a venire.
Quindi aspettando che anche voi vediate uno dei film più attesi dell’annata (e il consiglio è di farlo quanto prima perché spoilerarselo è davvero un attimo) questa sono io che in maniera informale e disordinata dico la mia a riguardo, in una reazione a caldo nel post visione.
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Recensionando / The Happy Prince

14 sabato Apr 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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biopic, c'e' anche un po' d'Italia, Colin Firth, Colin Morgan, Deve far male!, Edwin Thomas, Emily Watson, fotografia leccatissima, i soliti attori inglesi, John Conroy, omoaffettività, Oscar Wilde, Rupert Everett, sesso droga e tanto altro ancora

Ogni uomo corre verso la propria distruzione e il passo tenuto dall’autore per antonomasia di aforismi e argute massime Oscar Wilde era più che spedito.
The Happy Prince è il film biografico sugli ultimi mesi di vita dello scrittore e commediografo che Rupert Everett ha realizzato davanti e dietro la cinepresa, regalandosi la sua prima pellicola da regista pur di ottenere un ruolo di quelli che impreziosiscono una carriera, se azzeccati.
Come il regista sa comunque il fatto suo l’attore inglese, ma come interprete porta a casa con consumata eleganza un ruolo che in realtà poi così facile non è, dovendo giostrarsi con un mito enorme ma il cui carattere spesso scivola nell’eccesso melodrammatico e macchiettistico. Un’ottima interpretazione non basta però a costruire un grande film.

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Recensionando / Tonya

31 sabato Mar 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Allison Janney, anni '90, biopic, Craig Gillespie, Deve far male!, Julianne Nicholson, Margot Robbie, Oscar 2018, Sebastian Stan, sportivi emotivi, Steven Rogers, tratto da una storia di poco falsa

[Stavolta è un filo più spoiler del solito, quindi occhio.]
Non importa quante nomination e Oscar abbia portato a casa il film di Craig Gillespie se poi mi sento tradita come spettatrice e cinefila di fronte a Tonya. Non dal film, che è portentoso almeno il doppio di quanto si sia detto in giro, ma dall’incapacità di chi lo promuove e di ne scrive a riguardo di far capire sul serio che film si vedrà in sala.
La banda che ha messo su questo piccolo miracolo è scapestrata e reietta almeno quanto la protagonista che va a raccontare: lo sceneggiatore Steven Rogers ha un curriculum farcito di cinemozioni5 più o meno stucchevoli, Craig Gillespie ha una filmografia che rende davvero difficile capire come all’improvviso sfoderi questo piglio sicuro e smargiasso e la produttrice e protagonista Margot Robbie si è dovuta presentare come la bionda mozzafiato per anni nella speranza di mettere insieme l’influenza e il denaro necessario per ritagliarsi un ruolo per sé, che prevedesse una sua propria attorialità.
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Recensionando / Oltre la notte

17 sabato Mar 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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Cannes 2017, Denis Moschitto, Deve far male!, Diane Kruger, Fatih Akin, film PESO, i nostri amici arabi, nazisti cattivissimi, terrorismo

Dopo l’Oscar a magnifico Le vite degli altri, alla Germania in piena rinascita cinematografica e fermento creativo proprio non riesce di entrare nella cinquina finale di Miglior film straniero e vincere la statuetta. Dopo aver provato ad attirare l’Academy con alcuni dei film più belli visti in Europa negli ultimi anni (solo un anno fa fu la volta di Toni Erdmann), col pragmatismo che li contraddistingue i tedeschi hanno deciso di giocarsi la carta della diva.
In effetti sarebbe stato un delitto non farsi rappresentare dalla lodatissima performance di Diane Kruger, che di fatto è il motivo principale per cui si è parlato di Oltre la notte. L’attrice – la cosa più vicina a una diva hollywoodiana che abbiano a disposizione sotto il cielo di Berlino – recita qui in tedesco e piange davvero tutte le sue lacrime, in un ruolo ad altissimo voltaggio emotivo. Il mancato sbarco in cinquina prova però che non basta né la bella prova di una famosa attrice né la carta facile dei (neo)nazisti per approdare al tanto agognato risultato.
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Recensionando / Chiamami col tuo nome

25 giovedì Gen 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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amori adolescenziali, Armie Hammer, Autocompiacimento registico, c'e' anche un po' d'Italia, Deve far male!, Esther Garrel, fotografia leccatissima, Gardy consiglia, gente figa, James Ivory, Luca Guadagnino, Michael Stuhlbarg, omoaffettività, Oscar 2018, piangerone, Timothée Chalamet, tristezza a palate

Si può solo sperare di spiegare un film come Chiamami col tuo nome a parole e bisogna essere molto confidenti nelle proprie capacità di scrittori. La sua grana emozionale è così fine che le parole si rivelano limitanti per farne un ritratto. Come descrivi un colore con il senso del gusto o un profumo con la vista?
D’altro canto la dimensione cinematografica è così ricca e curata che si fa appena in tempo a coglierla durante la prima visione, sospinti sempre oltre la bellezza tecnica del film dal tumultuoso emozionare della pellicola.
Tocca rimettere tutto in prospettiva quando si parla di 2017 cinematografico se – come è successo in Italia – mancano all’appello due titoli importanti come Il filo nascosto e Chiamami col tuo nome. Il film di Luca Guadagnino si imprime sulla pellicola e sull’immaginario dello spettatore: è indubbiamente una di quelle visioni che, all’uscita dalla sala, sai già che porterai con te negli anni a seguire. Quindi sì, siamo oltre il grande film e l’ottima prova registica: solo il tempo ci dirà quanto vicino andiamo al concetto di “storia del cinema”, ma è uno di quei momenti che non dovete mancare in sala, perché lo vorrete poter raccontare da spettatore quando sarà diventato storia.
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Recensionando / A Stranger in Olondria di Sofia Samatar

16 domenica Lug 2017

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

≈ 9 commenti

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cartina geografica a inizio volume, coming of age, Deve far male!, fantasy, piangerone, Sofia Smatar, World Fantasy Awards

Se ne stava lì indisturbato sulla mia mensola dal tardo 2014: questo è lo sconcertante potere di una copertina che sembra una brutta fan art di 12 Anni Schiavo. Avevo giurato e spergiurato che, solo come atto di principio, avrei affrontato A Stranger in Olondria nel 2017, ma dentro di me temevo che fosse uno di quei tomi rilevanti nella sua finestra temporale di dibattito che, scaduto il tempo massimo, perdono quasi la loro valenza.
Mi sbagliavo. Del tutto. Il vincitore del World Fantasy Award 2014 è un romanzo notevole e un esordio davvero straordinario, che gode di una fama piuttosto contenuta nella quantità (non nella qualità) solo per via della casa editrice microscopica che lo sostiene e pubblica, la Small Press Beer. Lo stile è diverso, ma la sensazione di lettura è simile a quella data da Jonathan Strange e Mr Norrell: più giri le pagine e più sai di star leggendo una gemma che racchiude anni e anni di lavoro.

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Commentando / Le Otto Montagne di Paolo Cognetti vince il premio Strega

07 venerdì Lug 2017

Posted by Elisa G. in Commentando, Libreria

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adolescenti problematici, Deve far male!, dramma familiare obbligatorio, Einaudi, father issue, letteratura italiana, Milano capitale del Male, premio Strega

Paolo Cognetti ha vinto, anzi, ha stravinto il Premio Strega 2017. Una vittoria così preannunciata, così pronosticata da tempo immemore che la qui presente – non esattamente la lettrice più puntuale di narrativa contemporanea italiana – l’ha spostato nella pigna dei tomi già letti a marzo.
Il problema delle polemiche puntuali come la morte, le tasse e gli strali delle piccole case editrici nei confronti dei colossi editoriali che si spartiscono uno dei più importanti premi letterari italiani è che non permettono distinguo di sorta. Anche quando vincitore reale e morale coincidono nella consacrazione di Paolo Cognetti, una delle penne “giovani” più amate dall’editoria e dal pubblico italiano, forte di uno dei romanzi che ben sintentizzano l’annata letteraria italiana.
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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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