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Azzurritudine, Costumismi, delicate palette cromatiche, Domhnall Gleeson, Emma Lowe, Emory Cohen, Hugh Gormley, Jessica Paré, John Crowley, Julie Walters, melodramma, Nick Hornby, Oscar 2016, Saoirse Ronan, Yves Bélanger
Ultimo film protagonista di quest’annata di Oscar e uscita di rilievo in una settimana di riempitivo con tante uscite minori, finalmente arriva nelle sale italiane Brooklyn. L’accoglienza calorosa agli Academy Awards conferma che a differenza del resto del pubblico pagante, tra il blocco più tradizionalista di votanti c’è ancora voglia e bisogno di melodrammi e film sentimentali.
Abbiamo già avuto modo di riflettere sugli ultimi mesi sulla crisi del genere sentimentale tutto e del cosiddetto “cinema per donne”, che rimane comunque una galassia in cui si trova una varietà notevole di film. Questo adattamento letterario dal cuore irlandese e dagli scenari di una New York di altri tempi (1952) di femminile ha più che altro un punto di vista, rifacendosi al grande filone della migrazione che coincide con la scoperta del mondo e della propria libertà individuale.
Quando poi lo spettatore è invitato a scoprire gli Stati Uniti e la propria libertà attraverso gli occhi azzurrissimi di un’attrice talentuosa come Saoirse Ronan, allora il film finisce per fare il salto di qualità che manca a tante pellicole carucce ma nulla più a tema sentimentale