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Archivi tag: dramma familiare obbligatorio

Cannes 72 / Parasite di Bong Joon-ho

12 lunedì Ago 2019

Posted by Elisa G. in 2019, Cinematografò, Recensionando

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Bong Joon-ho, cannes 2019, Cho Yeo-jeong, Choi Woo-shik, commedia nera, dramma familiare obbligatorio, Kang-ho Song, Lee Jung-eun, Lee Sun-kyun, Park So-dam

Il nuovo film di Bong Joon-ho valeva la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2019, la prima in assoluto vinta dallo strepitoso cinema sud coreano? Sì, con qualche riserva.
Quel che è certo è che dopo la precedente parentesi occidentale più o meno dignitosa di Snowpiercer e Okja, il regista coreano è tornato a lavorare con attori e maestranze connazionali, tirando fuori un film all’altezza delle sue opere migliori, quasi che all’estero si diverta con lezioni di stile (e genere) e toni ingentiliti, mentre quanto c’è da fare sul serio e andarci giù duro, nessun posto è meglio di casa.
In merito a questa vittoria, qualche giornalista italiano tra il nostalgico e il retrogrado ha tirato fuori tutta la stizza di cui era capace per lamentarsi della lunga scia di Palme d’Oro che – con la sola eccezione altoborghese The Square – negli ultimi anni hanno immancabilmente raccontato tante sfaccettature di una sola realtà: quella della povertà contemporanea, che si attacca addosso alle persone con metodi vecchi e nuovi, marchiandole indelebilmente.

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Recensionando / La mia vita con John F. Donovan

26 mercoledì Giu 2019

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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dramma familiare obbligatorio, Jacob Tremblay, Kit Harington, Natalie Portman, nessuno mi capisce, omoaffettività, Susan Sarandon, Xavier Dolan

Non è un mistero che La mia vita con John F. Donovan sia un’opera travagliata, rimandata a lungo e uscita in sordina (tranne in Italia, con una inconscia rivalsa sadica Dolan ottiene la sua miglior distribuzione con il suo film peggiore), dopo un supplizio in fase di montaggio che è facile immaginare. La discrepanza tra le foto di scena e il prodotto finito, tra le trama annunciata all’inizio del progetto su Instagram e quello che vedrete in sala, tra il ruolo da protagonista iniziale di Jessica Chastain e la sua totale assenza nel montaggio finale è tale che da far venire quasi il sospetto che il primo film di Xavier Dolan in lingua inglese e con attori internazionali sia stato fortemente condizionato dalle pressioni delle major.
Non fosse che lo stesso Dolan, dopo mesi di silenzio a riguardo e un’impietosa carrelata di stroncature (meritatissime) seguite alle poche proiezioni organizzate, ha ammesso di aver sottovalutato la sfida di un film non più indie, non più con un cast e una troupe fatta di conoscenti, non più tra le pieghe del cinema canadese. Un mea culpa che, dopo le reazioni emotivamente orgogliose a le prime critiche della sua intera carriera raccolte con È solo la fine del mondo, preannunciano forse una nuova fase, più matura e si spera ancora più feconda. Per ora tocca abbracciare serenamente il fatto che questo film è il primo disastro irredimibile del prodigio canadese.
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Recensionando / Resto qui di Marco Balzano

30 lunedì Lug 2018

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

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Alto Adige, Deve far male!, dramma familiare obbligatorio, Einaudi, letteratura italiana, Marco Balzano, premio Strega, tristezza a palate, vita agra, vita di montagna, voglio andare a vivere in campagna

Quello di Marco Balzano – insegnante di liceo, saggista e firma del Corriere della Sera – è l’unico romanzo che è stato in grado di impensierire il vincitore del Premio Strega 2018, La ragazza con la Leica di Helena Janeczek. Arrivato secondo con Resto qui, Balzano potrebbe essere ritratto come il grande sconfitto dell’edizione, per quanto possa essere considerato “perdente” uno scrittore approdato a un gigante come Einaudi, con già in tasca il Premio Campiello 2015.
Il suo romanzo agile e dalle sfumature storiche aveva l’identikit ideale per l’ennesima vittoria di un uomo e di un potere editoriale forte in un premio storicamente dominato da logiche spartitorie e non certo letterarie.
Dopo anni di dissidi, polemiche e una profonda revisione del regolamento, lo Strega è andato però in una direzione diversa, moderatamente nuova. Quando una copia del romanzo si è palesata nelle mie vicinanze, complice l’agilità estrema dello stile e la lunghezza più che contenuta, ho deciso di farmi un’idea sul secondo classificato, che in altri anni si sarebbe scolato senza colpo ferire la tradizionale bottiglia di Strega.
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Recensionando / Hereditary – Le radici del male

26 giovedì Lug 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Alex Wolff, Ann Dowd, Ari Aster, Autocompiacimento registico, dramma familiare obbligatorio, Gabriel Byrne, horror, libri col DRAMMA dentro, manieri malvagi, Milly Shapiro, se capisce e non se capisce, spiegazioni cazzare, Toni Collette

Almeno un paio di volte l’anno tocca anche ai cinefili paurosi come la sottoscritta arrendersi alla necessità di andare in sala e soffrire le pene dell’inferno orrorifico per merito e colpa di pellicole di paura che hanno riscosso il plauso della critica e del pubblico oltreoceano. È successo con It Follows, The VVitch, Get Out e quest’anno è già capitato di parlare (e bene) di Un posto tranquillo. La premessa di Hereditary – Le radici del male avrebbe dovuto essere sempre quella di horror ottimamente diretto da un esordiente o poco più che si fa notare e che vale la pena vedere in senso cinematografico e cinefilo. Ecco, stavolta per me questa premessa è stata tradita, perché per perdonare a questo film i suoi scivoloni bisogna essere quantomeno appassionati del genere e affamati di nuove pellicole orrorifiche.
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Cannes 71 / Un affare di famiglia (Manbiki Kazoku) di Hirozaku Kore-eda

20 mercoledì Giu 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Cannes 2018, Cannes e dintorni, dramma familiare obbligatorio, Giappone, giapponesi tristi forte, Hirokazu Kore-eda, Ikewaki Chizuru, Kiki Kirin, Lily Franky, Mayu Matsuoka, Sakura Ando

Il nuovo film di Hirokazu Kore-eda valeva la Palma d’Oro? Sì, è di certo un film ben sopra il livello del meritorio, che non esiterei a definire magistrale.
Certo con solo cinque dei venti e passa film in concorso visti è difficile esprimere giudizi di merito, però quel che è certo è che il regista giapponese vivente più amato e noto nel circuito internazionale ha scritto e diretto una pellicola di raro equilibrio e maestria, anche per uno come lui che sia dall’esordio documentaristico ma dimostrato di una capacità di sintesi e un’espressività eccezionali.
La domanda dopo l’ulteriore conferma di Un affare di famiglia sorge spontanea: Hirokazu Kore-eda ha mai sbagliato un film in vita sua?
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Commentando / Le Otto Montagne di Paolo Cognetti vince il premio Strega

07 venerdì Lug 2017

Posted by Elisa G. in Commentando, Libreria

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adolescenti problematici, Deve far male!, dramma familiare obbligatorio, Einaudi, father issue, letteratura italiana, Milano capitale del Male, premio Strega

Paolo Cognetti ha vinto, anzi, ha stravinto il Premio Strega 2017. Una vittoria così preannunciata, così pronosticata da tempo immemore che la qui presente – non esattamente la lettrice più puntuale di narrativa contemporanea italiana – l’ha spostato nella pigna dei tomi già letti a marzo.
Il problema delle polemiche puntuali come la morte, le tasse e gli strali delle piccole case editrici nei confronti dei colossi editoriali che si spartiscono uno dei più importanti premi letterari italiani è che non permettono distinguo di sorta. Anche quando vincitore reale e morale coincidono nella consacrazione di Paolo Cognetti, una delle penne “giovani” più amate dall’editoria e dal pubblico italiano, forte di uno dei romanzi che ben sintentizzano l’annata letteraria italiana.
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Recensionando / Le Ardenne – oltre i confini dell’amore

28 mercoledì Giu 2017

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

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Belgio, dramma familiare obbligatorio, Eric Godon, Jan Bijvoet, Jehon Gorani, Jeroen Perceval, Kevin Janssens, libri col DRAMMA dentro, Oscar 2015, Robin Pront, Veerle Baetens

Se proprio ripescaggio e rimestaggio nel trascurato e dimenticato deve essere, almeno che sia al livello di Le Ardenne, un esordio davvero ragguardevole che il Belgio decise di mandare come suo rappresentante agli Oscar 2015. È proprio attraverso questo canale che negli ultimi la cinematografia belga si è fatta conoscere tra i cinefili che scavano in questo genere di materiale, presentandosi come un’altra produzione europea con i suoi filoni d’elezione e i suoi volti ricorrenti. C’è chi ha la corruzione e Toni Servillo, c’è chi fa i tradimenti familiari, Jan Bijvoet di Borgman e la bella e talentuosa Veerle Baetens, già protagonista di Alabama Monroe.
Certo che avere a disposizione attori tanto bravi e rodati deve aver aiutato non poco l’esordiente Robin Pront a farsi notare, anche se la qualità c’è tutta, anche dietro la macchina da presa. Ottimo cast, incipit classico da rapina finita male e un paio di sorprese ben piazzate rendono Le Ardenne un esordio incisivo, tanto quanto il collega spagnolo di qualche settimana fa La vendetta di un uomo tranquillo.
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Recensionando / Resta la Polvere di Sandrine Collette

04 domenica Giu 2017

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

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dramma familiare obbligatorio, edizioni e/o, libri col DRAMMA dentro, Literary Fiction, Sandrine Collette, western

Mi sento un po’ come Dolcenera a Sanremo 2016 nel ritrovarmi a recensirvi e consigliarvi il classico romanzo che sa di Faulkner e di McCarthy, di vita agra e degrado agreste. A uno sguardo superficiale Resta la polvere sembra proprio quel tipo di titolo letterario recensito in lungo e in largo in tutti i posti giusti della blogosfera italiana, a cui io posso tutt’al più offrire un’alternativa di genere, di quelle che nemmeno nei peggiori blog di Caracas.
Eppure mi tocca constatare – con un misto in parti uguali di disappunto, irritazione e tristezza – che Resta la polvere è rimasto un rombo di tuono lontano, sommerso dal chiacchiericcio della blogosfera e dei saloni letterari, mentre in Francia è stato un fulmine a cielo sereno, capace di incenerire la concorrenza e vendere 170mila.
Quindi eccoci per un’altra puntata dei Bellissimi (incompresi) di Rete Gardy.

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Recensionando / Ritratto di famiglia con tempesta

26 venerdì Mag 2017

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Cannes 2016, dramma familiare obbligatorio, Giappone, giapponesi tristi forte, Hirokazu Kore-eda, Hirokazu Koreeda, Hiroshi Abe, piangerone, Satomi Kobayashi, Yôko Maki

Mentre Cannes 70 si sta chiudendo con un’edizione che, salvo sorprese dell’ultimo minuto, si è rivelata senza infamia e senza lode, nei nostri cinema arriva una pellicola passata nella scorsa annata in Un Certain Regard che costituisce l’alternativa perfetta alla proposta mainstream e familiare dei Pirati Disney.
Ritratto di famiglia con tempesta conferma non solo che Hirokazu Kore-eda può tirare fuori dal nulla più banale un film in grado di scaldare il cuore, ma anche che negli ultimi anni le proposte più interessanti e solide di Cannes spesso non finiscono in concorso.
Siamo decisamente entrati in una seconda fase della carriera del grande umanista e regista giapponese, che, lasciatosi alle spalle i suoi film più importanti e ambiziosi, sembra concentrarsi su piccole pellicole che ruotano attorno al quotidiano più puro, lo slice of life.

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Recensionando / Rosso Istanbul e Omicidio all’Italiana

01 mercoledì Mar 2017

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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cinema italiano, commedia all'italiana, delicate palette cromatiche, dramma familiare obbligatorio, fatto con du lire, Ferzan Ozpetek, Halit Ergenç, Herbert Ballerina, Maccio Capatonda, se capisce e non se capisce, Selim Bayraktar, Tuba Büyüküstün

Nonostante come critica vorrei somigliare al solido, rassicurante e paterno Ettore, purtroppo molti di voi si sono accorti del mio tallone d’Achille: il cinema italiano. Ebbene sì, soffro di una spesso non giustificabile insofferenza verso i prodotti italiani, un’alterigia che mi porta costantemente a perdermi le nostre migliori uscite dell’anno. Finisce sempre che recupero in tempo utile per parlarvene solo le maggiori uscite festivaliere e qualche tragico lungometraggio a cui ho dato una chance, pentendomene amaramente.rossoistanbul_4
A mia discolpa posso dirvi che sono uscita abbastanza provata dal pomeriggio di proiezioni stampa che mi hanno sottoposto in rapida successione alla visione delle due uscite tricolori della settimana: Omicidio all’Italiana di Maccio Capatonda e Rosso Istanbul e Ferzan Ozpetek.

 

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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