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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Elizabeth Olsen

Recensionando / I segreti di Wind River

06 venerdì Apr 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Cannes 2017, Elizabeth Olsen, Gil Birmingham, indianume, Jeremy Renner, Kelsey Asbille, morti ammazzati, poliziesco, Taylor Sheridan

La fortuna vive in città è quel genere di battuta memorabile con cui uno sceneggiatore di razza farcisce un film, specie se decide di farlo diventare il suo esordio in veste di regista. Sui lungometraggi che raccontano il cuore nudo e cupo degli Stati Uniti Taylor Sheridan non ha certo bisogno di lezioni, avendo scritto negli ultimi anni esempi strepitosi di analisi cinematografiche della violenza istituzionalizzata alla base degli Stati Uniti d’america, da Sicario (di cui ha appena firmata anche la sceneggiatura per il sequel) a Hell or High Water.
Lo scontro tra natura selvaggia (il confine spaccato dal sole con il Messico, gli spazi immensi texani e qui le montagne impervie del Wyoming) e violenza degli abitanti rivolta contro altri essere umani sembra essere il conflitto che genera la sua stessa scrittura. Un conflitto che ha a sua volta radici profonde e attuali, che generano discriminazione e disuguaglianza, che nutrono l’attuale società statunitense.
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Recensionando / Captain America: Civil War

23 sabato Apr 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

≈ 12 commenti

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Anthony e Joe Russo, Anthony Mackie, Chadwick Boseman, Chris Evans, cinecomics, Daniel Brühl, Don Cheadle, Elizabeth Olsen, Emily VanCamp, film coi pugni nelle mani, Frank Grillo, hair porn, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Jeremy Renner, John Slattery, Marisa Tomei, Martin Freeman, Marvel, nazisti cattivissimi, omoaffettività, Paul Bettany, Paul Rudd, Robert Downey Jr, Scarlett Johansson, scienziati che combinano casini micidiali, Sebastian Stan, spara spara ci stanno massacrando, spiegazioni cazzare, supereroi con superproblemi, Tom Holland

civilwar_sebDa che parte stai? Chiede imperiosa la locandina di Captain America: Civil War, terzo capitolo del franchise dedicato al Cap e capitolo 2.5 di Avengers per ambizioni produttive e vastità di cast da gestire.
Se i Vendicatori divisi cadranno, cinematograficamente parlando la loro unione (e il loro numero sempre crescente) hanno provato più e più volte che il troppo storpia, o quanto meno il tanto non paga. Ecco, posto che io #TeamCap tutta la vita (specialmente nella continuity cinematografica) e che in particolare sto spudoratamente dalla parte di Bucky, bisogna ammettere che il duo registico Russo ha smentito i mezzi fallimenti di Whedon e Snyder, provando che sì, è possibile creare un film d’intrattenimento puro ben orchestrato e mai troppo pesante, dando spazio a circa una ventina di personaggi, ammiccate a parentesi televisive e a capitoli di là da venire. Insomma, a tirar fuori un film ponte verso qualcosa di più risolutivo (Infinity War?) senza per questo renderlo pesante o inutile e anzi, provando finalmente a cambiare registro nel copione ormai rodato del tipico film Marvel.

Info utili:

  • C’è solo una scena extra, posizionata tra i titoli di coda “di testa” (quelli animati) e il roll nero con tutto il cast tecnico. EDIT- a differenza di quanto mostrato alla stampa, c’è anche una seconda scena alla fine fine fine dei titoli di coda, con protagonista Spidey.
  • Il post è diviso in una parte spoiler free e una di considerazioni spoiler ben segnalate.
  • Per comprendere il film è necessario aver visto almeno Winter Soldier e Age of Ultron, ma non farebbe male aver visto anche Ant-Man e la serie televisiva di Agent Carter.

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Recensionando / Avengers: Age of Ultron. Una recensione character driven

22 mercoledì Apr 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 23 commenti

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Aaron Taylor-Johnson, awwww!, c'e' anche un po' d'Italia, Chris Evans, Chris Evans faccia di cera, Chris Hemsworth, cinecomics, Cobie Smulders, Costumismi, Disney, Elizabeth Olsen, figa-astronavi-esplosioni, film coi pugni nelle mani, gente figa, hair porn, Hayley Atwell, Idris Elba, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, James Spader, Jeremy Renner, Joss Whedon, le mani addosso!, Linda Cardellini, Mark Ruffalo, Marvel, omoaffettività, Paul Bettany, Robert Downey Jr, Samuel L. Jackson, Scarlett Johansson, science bros, scienziati che combinano casini micidiali, shippabbestia, spara spara ci stanno massacrando, spiegazioni cazzare, supereroi con superproblemi

aveii1Pare proprio che non mi riesca di fare una recensione su un cinecomics Marvel che non sia super cazzara. Anzi, più il film è giga-roboante-esplosioni-effetti speciali e quel poco di gnocca che il marchio Disney consente, più io sento il bisogno di rivolgermi al fandom, ovvero quella piccola nicchia di appassionati in cui si è riversato tutto il pubblico generalista, rendendo i Marvel studios un impero. Oggi giorno tutti siamo un po’ fan della Marvel, tutti abbiamo un Vendicatore del cuore e quell’easter egg che siamo convinti di aver visto solo noi, giusto?
Per questo motivo ho deciso di sfornare la recensione più paracula, più character driven mai vista: un paragrafo a personaggio, tirando le somme di quali fandom escono vincitori dal secondo capitolo della giga saga Marvel in cui tutti prima o poi faranno una comparsata (Spiderman, mi riferisco a te).
Primo paragrafo collettivo spoiler free, poi è terra bruciata. Abbiamo smesso di far finta che non ci precipiteremo al cinema al primo giorno di proiezione dallo scorso Avengers, giusto?

Segue, nel dettaglio, come la Marvel cercherà di spillarvi soldi nell’estate 2015. Come sempre, gif incluse!

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Recensionando / Godzilla

19 lunedì Mag 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Aaron Taylor-Johnson, Autocompiacimento registico, Bryan Cranston, Elizabeth Olsen, father issue, Gareth Edwards, joe, Juliette Binoche, Ken Watanabe, monster movie, Sally Hawkins, spara spara ci stanno massacrando

godzillaSe da una parte non mi aspettavo di trovare proprio in Godzilla, la mega-hit estiva di casa Warner, il film da difendere contro tutti dell’anno, dall’altra è davvero sorprendente leggere le reazioni di chi ha già visto il primo monster movie a subire dell’influenza di quel che Pacific Rim è stato per il genere. Difficile trovare due persone che la pensino allo stesso modo su quanto è riuscito, cosa è piaciuto, cosa è andato storto, come posizionarlo rispetto ai suoi predecessori. Mentre parte lanciatissimo al box office americano e si comporta davvero bene anche da noi, Godzilla si rivela essere un film tra i più divisivi dell’ultimo periodo.
A me personalmente è piaciuto moltissimo e neppure l’ondata di malcontento seguita all’uscita nelle sale mi ha fatto ridimensionare l’opinione all’uscita dalla sala. Probabilmente tra le scelte nette che mette in campo, Godzilla è andato a pescare giusto quelle che erano più congeniali per me.

Post [SPOILER], proseguite a vostro rischio e pericolo.

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Recensionando / Giovani Ribelli

14 lunedì Ott 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Austin Bunn, Ben Foster, biopic, Dane DeHaan, Daniel Radcliffe, Elizabeth Olsen, film col dramma dentro, Ho visto la gente nuda, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Jack Huston, John Krokidas, KIll Your Darlings, Michael C. Hall, omoaffettività, piangerone, tratto da una storia di poco falsa, tristezza a palate

kill your darlings locandinaDici film biografico e già scatta in chi ti ascolta una reazione a metà tra la difesa preventiva e il pregiudizio bello e buono. Difficile infatti non essere scettici quando negli ultimi decenni il genere è stato ampiamente sfruttato e svilito, spesso con lo scopo esplicito di raccattare della facile visibilità durante la stagione dei premi cinematografici.
Che il risultato sia interessante (“The King’s Speech” non era male no?) o disastroso (nel caso abbiate letto le recensioni riguardo l’imminente “Diana”), rimane il fatto che i meccanismi stessi del racconto biografico sono lisi, irrigiditi da un uso così ripetitivo da renderli approcci ricorrenti di pura maniera, vuoti di significato.

L’esordiente John Krokidas che si mette alla regia di un biopic sulla beat generation, attraverso lo sbocciare stilistico e biografico di tre sue grandi firme non lasciava presagire nulla di buono. Invece Korkidas ha gestito la tirannia del tratto da una storia vera con realismo, senza rinunciare a un tocco artistico, realizzando un notevole film di stampo classico.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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