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Aiden Gillan, Annabelle Wallis, Astrid Bergès-Frisbey, Charlie Hunnam, ciclo arturiano, Daniel Pemberton, Djimon Hounsou, Eric Bana, fantasy, Guy Ritchie, Jude Law, l'addominale prende aria, una storia di uomini e di re
Sebbene molte parte delle volte i commenti a caldo che senti all’uscita della proiezione stampa varino dall’inutile al pretenzioso con punte di vero ridicolo, per questa recensione devo proprio ringraziare uno sconosciuto collega che all’uscita dal cinema dove avevamo appena visto King Arthur – Il Potere della Spada commenta con l’amico “è divertente ma non avvicente”. Sul momento l’affermazione mi ha punta sul vivo e mi è parsa ingenerosa, ma mi è rimasta incollata nella testa e devo ammettere che c’è del vero.
Altra ammissione che mi tocca fare prima di dirvi com’è il nuovo film di Guy Ritchie: oltre che a sottovalutarlo sempre ma ad amarlo molto come regista, io ho una vera e propria passione per il ciclo arturiano e una sorta di venerazione per il classicone del 1981, Excalibur di John Booman. Cominciamo.