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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Ewan McGregor

Recensionando / La Bella e la Bestia

14 martedì Mar 2017

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

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Alan Menken, Bill Condon, Cinemozioni5, Dan Stevens, Disney, Emma Thompson, Emma Wats, Ewan McGregor, film d'Ammmmore, Hattie Morahan, Ian McKellen, Josh Gad, Kevin Kline, la forza salvifica dell'Ammmore, omoaffettività, Stanley Tucci

Con già una decina di remake live action del suo canone che hanno ottenuto la luce verde e che ci sorbiremo, volenti o nolenti, nei prossimi anni, Disney si può permettere di fare ciò che vuole. Tirar fuori un classico ancora amatissimo come La Bella e la Bestia, appiccarci sopra il nome di un’attrice di riferimento per la generazione post-potteriana sono mosse che sanno molto di rassicurazione per gli stake holder (o per chi attende i dividendi), per avere le spalle coperte e prendersi rischi altrove. Nel 2015 però una serie di nomi infallibili (Kennet Branagh e Colleen Atwood) e la volontà di rispettare e reinventare insieme un classico come Cenerentola aveva tirato fuori un film piacevole e fresco da quella che forse è la più datata e stantia delle principesse del reame Disney. Belle invece è la nerd del gruppo, che con la sua indipendenza e il suo amore per la lettura suggeriva possibilità più interessanti…se ci si fosse presi la briga di coglierle, ovvio.
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Recensionando / Missed but not Forgotten #1

25 martedì Ott 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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André Téchiné, Brendan Gleeson, Céline Sciamma, Corentin Fila, Dakota Fanning, Dan Brown, Daniel Brühl, Emma Thompson, Ewan McGregor, Felicity Jones, Jennifer Connelly, Jon Lucas, Kacey Mottet Klein, Kathryn Hahn, Kristen Bell, Marina Vlady, Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, Mila Kunis, Philip Roth, Ron Howard, Sandrine Kiberlain, Scott Moore, Tom Hanks, venezia 73, Vincent Perez, Werner Herzog

La rubrica aperiodica e ritardataria nell’anima in cui vi racconto brevemente i film che ho visto prima dell’uscita nelle sale italiane ma che non sono riuscita a recensire prima del loro approdo nelle stesse.
Hashtag suggerita #megliotardichemai.
In questa puntata parleremo di:

Spira Mirabilis
Quando Hai 17 Anni
Lettere da Berlino
Inferno
Bad Moms
American Pastoral
Lo and Behold: Reveries of the Connected World

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Recensionando / Il nostro traditore tipo

05 giovedì Mag 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Anthony Dodd Mantle, Damien Lewis, Ewan McGregor, Grigoriy Dobrygin, Hossein Amini, John le Carré, Mark Gatiss, Mark Stanley, Naomi Harris, russi cattivizzimi, spionaggio, Stellan Skarsgård, Susanna White, uno spia l'altro pure

our_kind_of_traitor_locandinaL’ultimo di una lunga e fortunata serie di adattamenti tratti dai romanzi di spionaggio di John Le Carré approda curiosamente in Italia una settimana prima della sua uscita ufficiale nel Regno Unito.
A livello letterario, Il nostro traditore tipo viene ricordato come una delle migliori prove dell’ultima produzione di Le Carré, pur non arrivando ai livelli dei suoi capolavori, quelli con lo sfuggente e indimenticabile George Smiley.
A dare nuova linfa creativa allo scrittore è stato l’improvviso ritorno dell’ultimo decennio di tensioni diplomatiche e tentativi di spionaggio industriale tra Occidente e Mosca, che ha visto proprio Londra teatro di incidenti degni delle fasi più concitate della Guerra Fredda (l’avvelenamento da Polonio fa così guerra nucleare, non vi pare?).
A livello cinematografico invece su entrambe le sponde dell’Atlantico nessuno perde l’occasione per portare al cinema qualche nuovo pezzo della bibliografia dello scrittore: se i risultati variano dal molto buono alla perfezione, nessuno ha mai davvero lasciato un forte impatto sulla memoria collettiva del pubblico. Mi sento già da ora di escludere che Our Kind of Traitor possa farcela dove i suoi predecessori hanno fallito.

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Recensionando / I segreti di Osage County

13 giovedì Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

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Abigail Breslin, adolescenti problematici, Autocompiacimento registico, Benedict Cumberbatch, catfight, Chris Cooper, delicate palette cromatiche, dramma familiare obbligatorio, Ewan McGregor, film col dramma dentro, film PESO, fotografia leccatissima, John Wells, Julia Roberts, Julianne Nicholson, Juliette Lewis, Margo Martindale, Meryl Streep, Oscar 2014, Sam Shepard, Tracy Letts, tristezza a palate

osa1Ammettiamolo: Roman Polanski ce l’ha fatta. Ha piantato “Carnage” come un formidabile bastone tra le ruote per chiunque tenti di adattare una pièce teatrale sul grande schermo, una pietra di paragone che presto o tardi salta sempre fuori nella mente dello spettatore.
Se poi non puoi fare a meno di andare a pescare proprio quel testo teatrale super PESO con il dramma familiare obbligatorio ad ogni svolta, non ci vuole che un trailer a tracciare la connessione e porsi l’inevitabile domanda: a chi è riuscito meglio il difficile salto dal palco alla cinepresa?
John Wells non supera Polanski ma sicuro il suo bel film lo porta a casa, impresa poi non proibitiva quando hai dalla tua parte il gota recitativo anglofono per ogni fascia d’età.
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Recensionando / Knockout – Resa dei conti

02 venerdì Mar 2012

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

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base militare russa, Channing Tatum, COLLO, Ewan McGregor, film coi pugni nelle mani, Fottuto Cervo Metaforico, Geena picchia tutti, Gina Carano, Michael Douglas, Michael Fassbender, Mossa soffocante della Vagina di Geena, Ship Sheep, Steven Soderbergh, what's trama?

Lo vado a vedere? No. Guarda, proprio proprio se sei un fan all’ultimo stadio di Gina Carano, ti piacciono un sacco i film fatti con due lire, montati di merda, con una colonna sonora pezzente sempre fuori contesto, situazioni al limite del ridicolo, trama inesistente MA c’e’ una donna che mena le mani. E’ brutto come il peccato e probabilmente Steven Soderbergh ne è consapevole. Bastardo.

Espletate queste pratiche essenziali e completato il tentativo di risparmiarvi una delusione cocente, passiamo alla ciccia.
Se vi dovessi raccontare ogni singola situazione/ricostruzione/combattimento che mi ha provocato spasmi di risa, staremmo a far notte perché, veramente, ho riso tantissimo. In maniera un po’ imbarazzata alle volte, altre proprio a scena aperta. Ricorrerò subito al mio amatissimo elenco puntato, con una doverosa premessa; nel film Gina Carano interpreta tale Mallory (ex marine, quartieri difficile, babbo sei tutta la mia vita, brava a menare le mani, non mette gonne – fine caratterizzazione). Ma a memoria di questo

per me sarà semplicemente Geena. E dentro il mio cuore, rimpiango che i titolisti italiani non se ne sia uscito con una cosa tipo Geena picchia tutti. Per me si intitola così.

  • La Genesi– in sintesi, Soderbergh prende il cellulare e richiama le ultime 5 chiamate senza risposta; Fassbender, Douglas, Banderas, Tatum, McGregor. Gli dice una cosa tipo “Oh raga, c’ho un’idea fighissima: pigliamo una lottatrice professionista e facciamo un film in cui vi mena”. Tutti dicono di sì per quel dogma misterioso per cui tutta le gente famosa non sa dire di no alla peggio merda di Soderbergh. Poi spunta l’inghippo: la trama! Nessun timore, ci pensa Lem Dobbs (noto sceneggiatore i cui pregevoli pezzi riempiono le seconde serate di Italia1). Con una storia che per livello di pressapochismo e approssimazione fa impallidire la ormai celeberrima BASE MILITARE RUSSA di Xmen first class. Geena lavora per l’Agenzia Freelance, è un’Agente, Fassbender è una Spia, Douglas lavora per il Governo… basta metterci una maiuscola, secondo Dobbs.
  • Le Motivazioni che spingono i cattivi ad essere cattivi sono ancora dibattito apertissimo tra chi ha visto il film dato che, ehm, gli indizi sono scarsi. Tipo, quando Fassbender (che, facendo un personaggio subdolo e smirkatore, ne esce vincitore vincendo facile) con una singola frase fa capire a McGregor che lui “lavora per questioni puramente professionali” e dei suoi screzi amorosi con Geena non gliene ‘na mazza, ti devi appigliare solo a quello. E siccome il solo pensiero di Gina che fa sesso con Ewan mi pare una violenza, ho deciso che Ewan, stuprato nell’anima e nel corpo da Geena, metta su questa messa in scena per liberarsene e vivere appieno la sua omosessualità. Con Fassbender.

E vi giuro che non solo il film è così vago che è plausibile, ma mi azzardo a dire che funzionerebbe anche molto meglio.

  • Geena & il cast – Gina Carano fa il possibile, ma è una lottatrice, non un’attrice. D’altronde il suo personaggio è talmente ben caratterizzato che se voi aggiungete alla fine dei dialoghi incentrati su di lei la frase “eh, è un po’ grezza”, il film risulta migliore.
    Mi risulta invece che Channing Tatum sia in effetti un attore, ma se non l’avessi saputo sarebbe stato difficile capire chi dei due fosse un non professionista. Quando tenta di farci capire col suo COLLO che prova dei sentimenti per Geena sentirete lacrime di compassione affiorarvi agli occhi. Quantomeno è così grezzo che come fidanzato di Gina risulta credibile, almeno quello.
    Fassbender e McGregor sono ok, almeno fin quando non devono menare le mani. Appena li vedi tentare di attaccare Geena il tuo sopracciglio corre verso l’attaccatura dei capelli e infatti, appena lei gli mette le mani addosso, li fa volare. I combattimenti sono resi ancora più ridicoli da un montaggio folle e dall’accostamento di musichette assolutamente fuori luogo.
    (dopo la storia del Fassbender che avrebbe picchiato la sua ex però un po’ tifavo per Geena, che lo ha atterrato con la celebre Mossa soffocante della Vagina di Geena. Temo che lì si tentasse di metaforizzare un amplesso/l’amore è una battaglia, ma CHE IMBARAZZO).
  • FCM – approposito di metafore, sapete chi è apparso in tutta la sua bellezza? Il Fottuto Cervo Metaforico e, se nessuno si darà da fare, il probabilmente miglior FCM del 2012. Nella prima scena occhieggia da sopra la porta in forma di trofeo, ma per notarlo bisogna essere dei Pro.
    Verso metà invece è stato semplicemente folgorante. Un cervo entra nella macchina in cui si trova Geena lanciandosi attraverso il lunotto posteriore, mentre lei fa la retro. VE LO GIURO e se non mi credete sappiate che scrivendo “Haywire” su Google suggerisce “deer scene”.
    Infatti dopo seguono varie morti metaforiche, tra cui quella classica del poliziotto che non crede al fuggitivo, bravo idiota.

Lo vado a vedere? Vedi sopra.
Ci shippo qualcuno? Segui la ShipSheep, ma questo giro è un trip mio.
Coefficiente risata involontaria? Aspettate di vedere Geena che spunta dal fondo della spiaggia al tramonto su cui passeggia Ewan correndo con le sue gambe muscolose e zompandogli addosso, poi ne riparliamo.

Recensionando / Beginners

23 lunedì Gen 2012

Posted by Elisa G. in 2010, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

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Christopher Plummer, Ewan McGregor, film col dramma dentro, film PESO, Mélanie Laurent, Mike Mills, omoaffettività, tristezza a palate

Ci sono film che non esistono.
Con questa citazione così high brow mi accingo a parlarvi della (quasi) opera prima di Mike Mills, scoperta assolutamente per caso. Ora, stando alle cronache, è persino uscita nei cinema nostrani lo scorso dicembre, ma in quanti e per quanto non è dato sapere.
Siccome sono una personcina a modo, l’ho recuperato da Blockbuster, partendo da un’esiguo monte informazioni:
-Ewan McGregor che sta con Mélanie Laurent
-Christopher Plummer che fa l’anziano omosessuale
-Un cagnolino sottotitolato

E questo è, in sintesi, quanto ho ricavato:
-E’ la versione cinematografica di Tristezza a Palate
-Strapparvi le gengive dai denti potrebbe essere meno straziante
-Ewan McGregor è uno dei massimi esponenti viventi della faccetta afflitta

Beginners è passato inosservato e comincio a capire il perché. Rimane per me un mistero come uno con un background così indie-ebraico sia riuscito a mettere le mani su un cast del genere. L’unico motivo per cui si è parlato della pellicola (che si è cuccata un golden globe) è per la figura omosessuale in ballo, quella dell’attempato padre del protagonista. Christopher Plummer in effetti ci regala un marito che, alla morte della moglie fa il suo coming out pacato col figlio e cerca disperatamente di ottenere parte della felicità che gli è stata preclusa in giovinezza. Oliver però non sembra così disposto a passar sopra sul cambiamento repentino del padre e su un’infanzia costellata di ricordi della madre, decisamente sopra le righe e alternativa, ma senza traccia del padre.
Quindi potremmo riassumerla con un “mio padre è gay, mia madre è scema!”

Per quanto riguarda la tristezza a palate, vi fornisco un veloce campionario: la pellicola si apre rivelandoci che il padre di Oliver è morto di cancro, proprio mentre riusciva ad ottenere un po’ di felicità. Olivier da parte sua pare totalmente incapace di costruire una relazione duratura, anche con la bella attrice Anna (ebrea, perché è un chiodo fisso della Laurent). Non pensiate che Anna sia felice, ANZI! Vive in lugubri alberghi a causa del suo lavoro, con un padre che le telefona per dirle che sta per suicidarsi. Il padre e la madre li escludiamo in partenza perché si sono scelti a vicenda in un’epoca in cui la felicità non era raggiungibile. Persino il cane comincia a guaire in maniera straziante se Oliver si allontana da lui.

Chiariamo; a me i film con il dramma dentro piacciono un sacco. Ma a tutto c’e’ un limite. Qui siamo oltre, così oltre che Olivier crea un booklet per una band emergente che si intitola “Storia della tristezza”. In pratica è il booklet di Mariottide.

Il tutto è ulteriormente aggravato dalla volontà di confezionare un prodotto che profumi di indie ma che si rivela irrecuperabilmente PESO. La durata è considerevole, ma diventa psicologicamente infinita quando assistiamo ai vagabondaggi dei protagonisti per la città, agli sguardi verso il nulla, al sole che sorge e ad altre immagini poetiche che paiono piazzate lì esclusivamente per causare una caduta palpebre irreversibile.

Poi possiamo star qui a discutere quanto volete di quanto l’interpretazione sommessa di Ewan McGregor sia ancora una volta emozionale e che salvi sostanzialmente il film e un personaggio egoista e antiemotivo (insieme al cane che, essendo sottotitolato, gioca la facile carta del “ahhhh checccarino!”). Di quanto Mélanie Laurent lo aiuti risultando deliziosa e straziante. Di quanto certe modalità narrative siano fuori dai canoni e di sicuro impatto. Fatto sta che io salverei giusto quel che si vede nel trailer (e “storia della tristezza”).

Mike Mills, so che hai tante cose da dirci, ma stringi e taglia la prossima volta. Ti prego.

Lo devo vedere? Solo se ti vuoi veramente del male, se ami Mariottide o le faccette tristi di McGregor.
Ci shippo qualcuno? Niente gay friendly, qui ci sono i gay veri, bambina.
Coefficiente film PESO? Livello vicino ai massimi storici
Coefficiente kleenex? E’ così straziante che blocca i dotti lacrimali.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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