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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Florence Pugh

Cineriassuntone settimanale #2 / Piccole donne, Hammamet, City of Crime

10 venerdì Gen 2020

Posted by Elisa G. in 2020, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

Tag

Alexandre Desplat, Anthony e Joe Russo, Chadwick Boseman, cinema italiano, Florence Pugh, Gianni Amelio, Greta Gerwig, in sacrificio per Taylor, Jacqueline Durran, Matthew Michael Carnahan, Pierfrancesco Favino, poliziesco, Saoirse Ronan, spara spara ci stanno massacrando, Taylor Kitsch, titolisti italiani

PICCOLE DONNE di Greta Gerwig
Il classico della letteratura statunitense Piccole Donne di Louisa May Alcott torna al cinema con una produzione hollywoodiana, un cast super glamour e la seconda, attesissima regia di Greta Gerwig.
L’aspetto più limitante dell’esperienza cinematografica dei film di Greta Gerwig è la sua claque, con risate di quelle iper consapevoli e applausi da scena aperta che magari, mh, anche no.
Detto questo (e temendo parecchio che alla lunga questa esasperazione me la renda indigesta) il mio notevole scetticismo iniziale è stato quasi del tutto cancellato da un film genuinamente emozionante, che centra il non semplicissimo obiettivo di dare una risposta sensata al quesito principale che sorge spontaneo: ma Greta, ma hai Hollywood ai tuoi piedi e fai Piccole donne, ma perché?

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Recensione / Midsommar di Ari Aster

24 mercoledì Lug 2019

Posted by Elisa G. in 2019, Cinematografò, Recensionando, Uncategorized

≈ 4 commenti

Tag

Ari Aster, Autocompiacimento registico, delicate palette cromatiche, Florence Pugh, horror, Jack Reynor, Pawel Pogorzelski, Vilhelm Blomgren, Will Poulter, William Jackson Harper

Midsommar e Hereditary sono due horror fratelli ma non gemelli, seppur condividano una marcata rassomiglianza simbolica e tematica. Entrambi sono creature del giovane sceneggiatore e regista statunitense Ari Aster, entrambi hanno la loro genesi in un periodo seminale nella carriera del cineasta. I contorni dello stesso non sono chiavi, ma Aster ne parla come di un biennio così ricco di lutti, sfortune, drammi per sé e per la propria famiglia da portarlo a pensare ai propri primi progetti artistici e alla propria vita come perseguitati da una maledizione.
Secondo lungometraggio ma primo progetto messo in cantiere dal regista, Midsommar per la sottoscritta è nettamente superiore a Hereditary. Sia per come scelga un contesto piuttosto radicale e ci si attenga, senza tentare si spiegare sé stesso o peggio rincorrere lo spettatore, sia per come rifugga le inutili complicazioni folk barocche che affossavano la seconda metà di Hereditary in una marea di nonsense e soluzioni di ripiego.
Se in Hereditary l’oscurità si traduceva anche in annebbiamento narrativo, la luce eterna svedese dona a Midsommar un’inaspettata, potente chiarezza, che rendono il film davvero riuscito.

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Recensionando / The Little Drummer Girl di Park Chan-wook

28 mercoledì Nov 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Recensionando, seriale

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Tag

Alexander Skarsgård, Charles Dance, Costumismi, delicate palette cromatiche, Florence Pugh, John le Carré, Michael Shannon, Park Chan-wook, regia, uno spia l'altro pure

Brucia con una fiammata di sfavillanti colori, emette scintille luminose e il suo fumo sale lentamente fino ad essere visibile in ogni angolo dell’affollatissima ma spesso sterile landa televisiva contemporanea: è The Little Drummer Girl, la miniserie evento di BBC (trasmessa negli Stati Uniti da Amc e ancora inedita in Italia) che rischia davvero di essere tra le migliori produzioni televisive di quest’annata. No, anzi, cancellate pure il “rischia” e appuntatevela come un titolo da provare assolutamente.
Non che ci si potesse aspettare di meno dalla combustione spontanea di elementi tanto pregiati. Ci sono interi film e svariate serie TV che si sostengono su uno solo dei nomi che concorrono alla realizzazione di un prodotto che di nuovo non ha davvero nulla, ma la cui qualità prova quanto la formula televisiva classica sia difficile da battere.

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Recensionando / Lady Macbeth

15 giovedì Giu 2017

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Alice Birch, Autocompiacimento registico, Christopher Fairbank, Cosmo Jarvis, delicate palette cromatiche, fatto con du lire, film in costume, Florence Pugh, William Oldroyd

Lady Macbeth è la risposta ideale per quanti pensano che film in costume equivalga a smancerie e sospiri d’amore, ma non solo: è anche una belle piccole pellicole che trovano finalmente spazio nella sonnacchiosa estate cinematografica italiana, una delle pochissime che vale davvero la pena andare a vedere sfidando la calura estiva.
Presentato qualche tempo fa al Torino Film Festival, Lady Macbeth è un costume drama luciferino e il sorprendente esordio al cinema del regista teatrale inglese William Oldroyd. Non manca qualche impasse, ma la cura estrema della forma e la capacità di far buon viso a cattivo budget rendono la ricorrenza di scenografie e costumi un valore aggiunto nel ritratto di un matrimonio claustrofobico da cui una giovane sposina tenta di liberarsi con metodi davvero poco ortodossi.
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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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