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Cari, indomiti lettori di Urania, dopo aver parlato di cinema per settimane e aver assistito a un Palmares distopico (mettiamola così) a Cannes, eccoci di nuovo a parlare di Urania, croce e delizia di ogni appassionato SFF italiano che non abbia un briciolo di amor proprio.
Stavolta però la lunghezza e la complessità del post meritavano qualche giorno in più d’attesa…vedrete!
Urania 1619 – Capitan Abisso di Norman Spinrad
Finalmente arriva l’estate, la stagione delle proposte forti per le vacanze al mare, in montagna e in città, arrivano gli inediti i capolavori, aka le ristampe! Sarà anche un nominato al premio Nebula come ci ricorda il solerte bollotto in copertina, ma io questo Capitan Abisso son dovuta andarmelo a cercare, perché facendo mente locale proprio niente. L’unica associazione d’idee era quella con l’abisso di sconforto in cui mi getta Chris Evans quando interpreta Captain America. Poi mi è venuto un dubbio: sta a vedere che hanno cambiato il titolo di Astronavi nell’abisso! E infatti, stesso bollotto in copertina, stesso autore, stesse quattro righe risicate di trama. Chissà, magari alla prossima ristampa il titolo sarà la traduzione letterale di The Void Captain’s Tale (1982). A quelli che mi bacchettano sempre perché interpreto tutto in chiave femminista, replico con questo sunto della trama: l’uomo ha imparato a viaggiare per distanze siderali con una tecnologia che poco si comprende basata sugli orgasmi femminili. Adesso vi voglio. Non proprio così papale, ma i piloti del vuoto sono solo donne, la cui enorme fatica fisica porta a una vita estremamente accorciata…ma non per Dominique Alia Wu, una che sembra aver capito qualche regola del gioco. Vi prego, niente battutacce.
Lo leggerò? Ok, non è un grande titolo imperdibile, ma a leggere la trama non si può non cogliere un certo profumo di Delany in chiave eteronormativa! Ahhhh, i magici anni Ottanta! Lo ammetto, sono davvero molto tentata.