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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: giapponesi tristi forte

Specialando / il Listone Libri 2019

12 domenica Gen 2020

Posted by Elisa G. in il Listone, Libreria, Specialando

≈ 4 commenti

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Amal El-Mohtar, C.L. Polk, China Miéville, edizioni e/o, Elena Ferrante, Enchi Fumiko, fantasy, giapponesi tristi forte, Ian McDonald, il Listone, John le Carré, Jun'ichirō Tanizaki, letteratura giapponese, Max Gladstone, new weird, omoaffettività, Roberto Bolaño, Safarà editore, Saga press, Yuko Tsushima, zona 42

A seguire i dieci libri che più ho amato e che più mi sono rimasti nel cuore o nella mente tra quanto ho letto e completato nel 2019. Come sempre, dato che il mio monte letture annuale non spiluccate o testate non supera la cinquantina di unità, i titoli caldamente raccomandanti/imperdibili sono da considerarsi i tre sul podio o poco più. Dieci titoli sono pur sempre più di un quinto del totale, ma potreste trovare qualcosa di vostro interesse anche nella parte bassa della classifica.

Nelle puntate precedenti…
[Listone 2018] [Listone 2017] [Listone 2016]
[Listone 2015] [Listone 2014] [Listone 2013]
[Listone 2012]
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Pagine: 1 2

Recensionando / Dandelions di Kawabata Yasunari e Territory of Light di Yuko Tsushima

27 domenica Gen 2019

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

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giapponesi tristi forte, Kawabata Yasunari, letteratura giapponese, Yuko Tsushima

Una volta che avrete acquisito una certa familiarità con la letteratura giapponese del Novecento, vi basteranno poche pagine per poter stabilire com assoluta precisione se il romanzo che state leggendo sia stato scritto prima o dopo. C’è una fortissima linea di demarcazione, un prima e dopo appunto, nella produzione letteraria nipponica novecentesca. Anzi, a ben vedere la letteratura giapponese tende proprio a procedere per lunghi tratti di strada a velocità e direzione invariata, per poi subire brusche sterzate impartite dalla Storia. L’ultimo di questi cambiamenti epocali non ha investito solo la letteratura, ma la società giapponese nel suo insieme. Il Novecento giapponese è stato un periodo di profondi cambiamenti sociali per i nipponici e di conseguenti turbamenti per gli scrittori che ne raccontavano la realtà. Appena usciti da un isolazionismo centenario, l’impero conobbe in un pugno di decenni prima l’espansionismo coloniale, poi la guerra mondiale, poi le due Bombe, la fine dell’ultimo residuo di divinità insita nell’Impero del Sole e un decennio di occupazione statunitense. Tutti i conseguenti cambiamenti letterari sono una risposta originata da una situazione drammatica, uno stimolo negativo, doloroso. L’ultimo grande cambio di rotta invece fiorisce nel pieno boom economico, durante gli anni ’80, quando due scrittori che condividono lo stesso cognome distrussero le convenzioni letterarie precedenti, mentre un’intera generazione di giovani sfidava la società tradizionale come forse mai prima d’ora nell’Arcipelago.

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Recensionando / Voglio mangiare il tuo pancreas, il film e il manga

23 mercoledì Gen 2019

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, manga, Recensionando

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animazione giapponese, anime, Dynit, giapponesi tristi forte, Idumi Kirihara, Nexo Digital, Shinichiro Ushijima, Yoru Sumino

È davvero difficile non partire in quarta con un confronto tra questo film d’animazione e Your Name, perché i punti d’incontro tra andamento al botteghino, tematiche affrontate e un certo modo d’intendere l’animazione giapponese oggi sono molteplici. Mi trattengo però e comincio dicendovi che gli esperti di cose giapponesi hanno già grande familiarità con questo spiazzante titolo: prima del lungometraggio animato infatti l’omonimo romanzo best seller di Yoru Sumino è diventato un film live action (che non ho visto) e un manga in due volumi (che ho letto e di cui vi parlerò brevemente in coda).
A visione appena conclusa Voglio mangiare il tuo pancreas mi ha proprio convinto, ma è bene contestualizzare per bene e spiegare perché. Quel che è certo è che come probabilmente  già sospettate, è bene andare al cinema armati di fazzoletti.
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Specialando / il Listone Libri 2018

08 martedì Gen 2019

Posted by Elisa G. in IL CLASSIFICONE, il Listone, Specialando

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Alessandro Vietti, André Aciman, Christelle Dabos, David Demchuk, fantascienza, Gardy consiglia, giapponesi tristi forte, Gollancz, grimdark, Ian McDonald, il Listone, kawaba, letteratura giapponese, Mihail Sebastian, Richard K Morgan, Sayaka Murata, Takeshi Kovacs, Urania, Urania Jumbo, zona 42

Questi sono i dieci libri che più ho amato e che più mi sono rimasti nel cuore o nella mente nel 2018. Una top ten su un totale di una cinquantina di letture annuali costituisce una fetta non indifferente, quindi i veri must read sono da considerarsi i tre sul podio o poco più. Quest’anno edizione dell’austerity a livello visivo ma è già un grande traguardo essere qui in posa melodrammatica a lamentarmi del fatto stesso, quindi procediamo.

Nelle puntate precedenti…
[Listone 2017] [Listone 2016] [Listone 2015] [Listone 2014] [Listone 2013] [Listone 2012]
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Recensionando / Un bosco di pecore e acciaio di Natsu Miyashita

15 domenica Lug 2018

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

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giapponesi tristi forte, letteratura giapponese, mondadori, musica, Natsu Miyashita, Premio Naoki

Da recensore professionista e da appassionata lettrice mai capirò le strategie commerciali di Mondadori, conglomerato editoriale tanto enorme quanto irraggiungibile. Nell’era in cui bastano un paio di click e due righe via messaggio privato su un social network qualunque per far sapere anche all’ultima casa editrice che esisti, scrivi per tal dei tali testata e vorresti essere inclusa nei loro contatti stampa, la virginale reticenza con cui Mondadori si nega a ogni contatto ha un sapore quasi démodé.
Gli effetti sulle vendite di tale strategia incurante del mercato sono immaginabili, eppure si assiste stagionalmente a qualche tesoro abbandonato a sé stesso tra gli scaffali delle librerie. Stiamo pur sempre parlando di chi aveva lasciato andare fuori stampa Le Cronache del ghiaccio e del fuoco a pochi mesi dall’approdo in TV, pubblicandone i tomi discontinuamente e con una pessima traduzione su Urania. Di chi ha buttato sul mercato Cuore Oscuro di Naomi Novik come se fosse l’ultimo degli young adult a sfondo fantastico e non il tomo fantastico vincitore del Nebula 2016 e tra i più chiacchierati dell’annata.
Date le premesse, non dovrei stupirmi se solo per pura casualità sono venuta a conoscenza della pubblicazione di una delle autrici contemporanee più amate dalla popolazione giapponese, quando l’ultimo degli esordienti pescati fuori da edizioni e/o gode di una copertura capillare sulla Rete. Non dovrei, ma è più forte di me. Oh, è uscito in Italia Un bosco di pecore e acciaio, romanzo vincitore del Japanese Bookseller Award e nominato al prestigioso premio Naoki, di cui meno di un mese fa in Giappone è stato commercializzato il film, tra il solito, assordante silenzio generale.
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Letture per il Tanabata / Arrivederci arancione e Nipponia nippon

07 sabato Lug 2018

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

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Abe Kazushige, adolescenti problematici, Australia, edizioni e/o, Giappone, giapponesi tristi forte, Iwaki Kei, letteratura giapponese, premio Akutagawa, premio Dazai Osamu, premio Kenzaburo

Il settimo giorno del settimo mese del calendario lunare è – secondo la tradizione giapponese – l’unico giorno dell’anno solare in cui gli amanti Orihime e Hikoboshi possono ricongiungersi, così come le costellazioni Vega e Altair che rappresentano. Sebbene vari di anno in anno in base al calendario, tradizionalmente i festeggiamenti del Tanabata cominciano il 7 luglio 2018.
Quale migliore occasione di una delle cinque maggiori festività del calendario giapponese (gosekku) per parlare un po’ di letteratura giapponese?


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Cannes 71 / Un affare di famiglia (Manbiki Kazoku) di Hirozaku Kore-eda

20 mercoledì Giu 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Cannes 2018, Cannes e dintorni, dramma familiare obbligatorio, Giappone, giapponesi tristi forte, Hirokazu Kore-eda, Ikewaki Chizuru, Kiki Kirin, Lily Franky, Mayu Matsuoka, Sakura Ando

Il nuovo film di Hirokazu Kore-eda valeva la Palma d’Oro? Sì, è di certo un film ben sopra il livello del meritorio, che non esiterei a definire magistrale.
Certo con solo cinque dei venti e passa film in concorso visti è difficile esprimere giudizi di merito, però quel che è certo è che il regista giapponese vivente più amato e noto nel circuito internazionale ha scritto e diretto una pellicola di raro equilibrio e maestria, anche per uno come lui che sia dall’esordio documentaristico ma dimostrato di una capacità di sintesi e un’espressività eccezionali.
La domanda dopo l’ulteriore conferma di Un affare di famiglia sorge spontanea: Hirokazu Kore-eda ha mai sbagliato un film in vita sua?
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Recensionando / Ritratto di famiglia con tempesta

26 venerdì Mag 2017

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Cannes 2016, dramma familiare obbligatorio, Giappone, giapponesi tristi forte, Hirokazu Kore-eda, Hirokazu Koreeda, Hiroshi Abe, piangerone, Satomi Kobayashi, Yôko Maki

Mentre Cannes 70 si sta chiudendo con un’edizione che, salvo sorprese dell’ultimo minuto, si è rivelata senza infamia e senza lode, nei nostri cinema arriva una pellicola passata nella scorsa annata in Un Certain Regard che costituisce l’alternativa perfetta alla proposta mainstream e familiare dei Pirati Disney.
Ritratto di famiglia con tempesta conferma non solo che Hirokazu Kore-eda può tirare fuori dal nulla più banale un film in grado di scaldare il cuore, ma anche che negli ultimi anni le proposte più interessanti e solide di Cannes spesso non finiscono in concorso.
Siamo decisamente entrati in una seconda fase della carriera del grande umanista e regista giapponese, che, lasciatosi alle spalle i suoi film più importanti e ambiziosi, sembra concentrarsi su piccole pellicole che ruotano attorno al quotidiano più puro, lo slice of life.

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Recensionando / Kumiko, the Treasure Hunter

11 martedì Ago 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

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Autocompiacimento registico, David Zellner, film col dramma dentro, fotografia leccatissima, Giappone, giapponesi tristi forte, Nobuyuki Katsube, Psicologia e Psicosi, Rinko Kikuchi, Shirley Venard, Sundance

kumikoEsistono due universi cinematografici: quello delle sale, dei trailer e della cartellonistica e quello dei piccoli festival, dei film underground e del passaparola. Due insiemi che si intersecano infrequentemente, ma presso la cui area d’intersezione sta l’appassionato medio di cinema. Questo per dire che anche se piccolo, lontano e con pochissime possibilità di approdare in sala, in quanto appassionati di cinema è probabile che abbiate già sentito parlare di Kumiko the Treasure Hunter, la sorpresa dell’edizione 2014 del Sundance Film Festival, forse che l’abbiate anche già visto.
Con il suo approccio da film tipicamente da Sundance, la sua estetica vagamente naif e il suo metalivello cinematografico non poteva che toccare il cuore di tanti. Quando però un critico di Variety l’ha inserito nella lista dei migliori film dell’anno finora visionati, è arrivato il momento di parlare più a fondo di questa pellicola.
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Segnalando / Viaggio a Tokyo torna al cinema

17 mercoledì Giu 2015

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Segnalando

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Gardy consiglia, giapponesi tristi forte, grande fantasia in fase di casting, Ozu Yasujiro, piangerone, Setsuko Hara, Tucker Film

tokyo5È sempre un po’ doloroso constatare come le sale cinematografiche oggi per sopravvivere debbano puntare più sulla nostalgia degli spettatori che sulla loro fame di novità. La pigrizia e l’avarizia spesso mascherate dietro la pretesa impossibile di avere tutto, bene e subito rendono più remunerativo puntare su vecchie pellicole che la gente può vedere a casa ma vuole rivedere in sala piuttosto che sulle nuove, amatissime, ma a patto di vederle dal divano e torrent di casa.
Un discorso a parte però merita la splendida iniziativa di Tucker Film che nel 2015 riporterà nei cinema italiani un mostro sacro del cinema giapponese e del Novecento: Ozu Yasujiro.
Sei film di uno dei nomi più noti ed amati della cinematografia giapponese torneranno nei nostri cinema nel corso del 2015, a partire dal più celebre e osannato, Viaggio a Tokyo. Un appuntamento imperdibile per i cinefili, gli estimatori del cinema giapponese e tutti gli amanti di una certa prospettiva sul Giappone e i suoi abitanti.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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